Spettacolo Michelle Bonev, ora parlo io! Online il suo nuovo Blog  Online il blog di Michelle Bonev. Cari amici, prima di tutto voglio scusarmi con voi per non avervi mai scritto. In questi 10 anni di carriera artistica, ho sempre pensato che con il mio lavoro avrei dimostrato che le offese, le allusioni e le accuse da parte di alcuni giornalisti, di cui sono stata oggetto, fossero ingiuste.
Che io sono soltanto una donna, arrivata in Italia da un Paese comunista, senza famiglia, con tanti sogni, ma con soli venti dollari in tasca, che lavora onestamente diciotto ore al giorno per raggiungere i risultati che ha ottenuto. A chi può far paura una donna come me? Perché ogni volta che mi mostro al grande pubblico cercano di massacrarmi? | x |
Michelle Bonev Sanremo, cosa accadde davvero al Festival di Sanremo  Michelle Bonev Blog, Festival di Sanremo. Dopo aver ultimato il mio primo libro Alberi senza radici incontrai l’allora direttore generale della Rai Agostino Saccà, che dopo aver letto il mio libro, decise di sottopormi a un provino in presenza di Pippo Baudo. Il provino ebbe buon esito e fu deciso di affiancarmi a Sgarbi nella conduzione del Dopo Festival, come opinionista di moda. | x |
Michelle Bonev blog, la nascita Romantica Entertainment e Goodbye Mama  Michelle Bonev blog, la nascita Romantica Entertainment e Goodbye Mama. Lettera aperta di Michelle Bonev, i diritti dell’essere umano vengono calpestati ogni giorno e io non potevo più restare inerme.
La nascita di Romantica Entertainment. Nel 2006 ho deciso di costituire la Romantica Entertainment Srl Unipersonale, azienda di produzione televisiva e cinematografica. Mi ero resa conto che la nostra società è malata. I diritti dell’essere umano vengono calpestati ogni giorno e io non potevo più restare inerme; dovevo dare il mio contributo, la mia cura. | x |
Bonev Goodbye Mama, la nascita ed il successo  Michelle Bonev Blog. 400 attori secondari, 31 attori protagonisti, 170 persone di troupe tra bulgari e italiani, 70 location, più di 2000 costumi e parrucche, 8 settimane di riprese in Bulgaria e tre giorni in Italia: Goodbye Mama di Michelle Bonev, Romantica Entertainment. Con “The Miracle of Love” di Annie Lennox.
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Web reputation pharma: Netscreening, italiani non amano le aziende del farmaco  La prima indagine sulla “web reputation” delle pharma pubblicata su “AboutPharma and Medical Devices” realizzata in collaborazione con Netscreening. Gli internauti italiani non amano le aziende farmaceutiche. Tra blog, social network, chiacchiericci e semplici search, il web di casa nostra non mostra particolare affezione per i produttori di pillole. Ne parla poco – rispetto ad altri comparti industriali – ma soprattutto ne parla male. Da AboutPharma. | x |
Web reputation pharma: Netscreening, italiani non amano le aziende del farmaco  La prima indagine sulla “web reputation” delle pharma pubblicata su “AboutPharma and Medical Devices” realizzata in collaborazione con Netscreening. Gli internauti italiani non amano le aziende farmaceutiche. Tra blog, social network, chiacchiericci e semplici search, il web di casa nostra non mostra particolare affezione per i produttori di pillole. Ne parla poco – rispetto ad altri comparti industriali – ma soprattutto ne parla male. Da AboutPharma. | x |
Michelle Bonev dedica il Teleratto a Berlusconi, Pascale e Dudù  Teleratti 2013, Teleratto al coraggio per Michelle Bonev, con dedica a Silvio Berlusconi, Francesca Pascale e al cagnolino Dudù. Da davidemaggio.it. Apprezzandone l’autoironia e la disponibilità, i conduttori della serata finale dei TeleRatti2013 hanno consegnato a Michelle Bonev un TeleRatto al coraggio.
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Michelle Bonev, la confessione sul suo blog!  Michelle Bonev, la “storia d’amore” tra Francesca Pascale e Silvio Berlusconi è una grande messinscena, perché Francesca è lesbica, ed io sono stata molto più che una sua amica. Silvio ha deciso di annunciare il fidanzamento pubblico con Francesca soltanto per continuare a divertirsi con lei e con le sue “amiche”, e non essere giudicato male dalla società. Pensava di aver fatto bene i conti, ma si è ritrovato con una “fidanzata” autoritaria e senza scrupoli. Più volte mi ha chiesto, infatti, di portarla via da Arcore perché diceva che era una cattiva persona e lo ricattava. | x |
Michelle Bonev Video intervista a Servizio Pubblico  Sul blog di Michelle Bonev, su Twitter e sui canali di Servizio Pubblico l’anticipazione della video intervista all’attrice bulgara. I rapporti con Berlusconi e con Francesca Pascale, i film e la Rai.
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Bonev Servizio Pubblico: ll fango dei guardiani delle porte  I “guardiani delle porte” del sistema corrotto in cui viviamo non hanno smentito la loro natura neppure questa volta. Dopo le mie dichiarazioni a Servizio Pubblico si sono adoperati con ogni mezzo per coprirmi di fango. Testate giornalistiche e politici hanno lanciato dichiarazioni di fuoco contro di me. | x |
Blog Bonev: Il cavaliere del cattivo esempio  Michelle Bonev Blog. Molte persone dicono: “Siamo stanchi di parlare sempre di Berlusconi, abbiamo cose più importanti di cui parlare.” E avete ragione, perché i telegiornali, i quotidiani aprono sempre con i problemi di Berlusconi. | x |
La Radio fa 90, un mito senza tempo al novantesimo compleanno. Su Twitter l’hashtag #radioemozioni  La radio ancora una volta protagonista assoluta. Uno strumento di comunicazione di massa che ha fatto epoca e che celebra in modo estremamente attuale i suoi primi novanta anni. Mezzo di informazione unico, che ha raccontato i più importanti episodi della storia recente, oggi grazie a un’idea di Antonio Preziosi, pronta lanciarsi in un’avventura paneuropea.
La radio italiana compie novant’anni. La Rai, per celebrare lo storico compleanno, ha spento più volte, durante la giornata, gli schermi televisivi, per parlare a tutti con le sole immagini evocate dalla voce “radio” e per far rivivere il racconto di alcuni dei momenti più significativi della nostra vita e della nostra storia.
Dalla morte di Kennedy al ‘discorso alla luna’ di Papa Giovanni XXIII, dalla strage di via D’Amelio alla ‘Vita Spericolata’ di Vasco Rossi raccontata a Radio2 negli anni ’80, da Mike Bongiorno al Festival di Sanremo, al grande sport delle Olimpiadi di Mosca.
In totale sono state oltre 150 le “interruzioni” su undici canali tv (3 generalisti e 8 specializzati) per una modalità comunicativa mai sperimentata in Italia e in Europa.
Sul web l’evento è stato condiviso su tutti i social network. Su Twitter per i 90 anni di RadioRai sono stati lanciati tre hashtag #radioemozioni, #radiorai90 #laradiofa90, che hanno totalizzato oltre 7 milioni di impression.
La radio rappresenta il più antico mezzo di comunicazione di massa, uno strumento tecnologicamente antico, ma incredibilmente moderno che non teme la concorrenza delle nuove tecnologie. Il futuro della radio? Renzo Arbore ha cercato di sfruttare appieno le potenzialità della Rete aprendo il Renzo Arbore Channel, la web tv in streaming con cui ha intenzione di compiere nuovi esperimenti. Secondo Arbore: «La radio ha avuto tre epoche, con due momenti di svolta: finché non è stata inventata la televisione, la radio è stato l’unico mezzo di comunicazione straordinario, era ascoltatissima e amatissima». Fiorello, la cui carriera iniziò proprio in radio, vede grandi potenzialità nel collegamento con i social network: “In questo mestiere se vuoi stare al passo con i tempi devi sempre avere un occhio per tutto ciò che è nuovo. I “social” si sono prepotentemente affacciati in tutti i campi: dallo sport allo spettacolo, ovunque. Non potevo non cedere anche io al fascino di questa nuova forma di comunicazione”. E poi c’è anche chi scommette sulla radio come mezzo privilegiato di un servizio pubblico europeo. E’ il caso di Antonio Preziosi, già direttore per cinque anni di Rai Radio1 e del Giornale Radio Rai, che in più occasioni ha lanciato l’idea di una “radio europea”, capace di “cementare l’identità del vecchio continente”.
FONTE: Daily Focus | x |
Antonio Preziosi Matera Capitale Europea della Cultura per il 2019  Sette voti su tredici, così Matera supera in finale Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena e viene designata Capitale Europea della Cultura 2019. Questa iniziativa è nata nel 1985 per promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico e culturale dei Paesi membri dell’Unione Europea. Alcuni osservatori prevedono un impatto economico sul territorio di circa 30 milioni di euro.
Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. Il verdetto, che ha scalzato le altre città finaliste Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena, è stato comunicato da Steve Green, presidente della Giuria internazionale di selezione composta in totale da 13 membri (sei italiani e sette stranieri), al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) Dario Franceschini. Con 7 voti su 13, Matera ha superato le altre città e vinto il titolo che, oltre all’Italia, è stato assegnato anche a Plovdiv per la Bulgaria.
Alla cocente delusione dei sostenitori delle città perdenti si è alternato l’entusiasmo incontenibile dei lucani e di chi ha sempre sostenuto questa designazione. Tra questi personaggi legati al mondo della cultura, della politica e dello spettacolo, c’è anche il giornalista lucano Antonio Preziosi, già direttore del GR Rai e di Radio1, che ha sostenuto da sempre la bellezza e la singolarità di Matera nel mondo.
Sostenitore anche Marino Sinibaldi, direttore Radio3, che definì Matera la città della sfida e, in prima linea, il sindaco Salvatore Adduce, visibilmente commosso dalla notizia della vittoria che riscatta la città. “Open Future” è lo slogan scelto dalla Città dei Sassi per la sua candidatura perché “tutti siamo ossessionati dall’eterno presente in cui siamo immersi, come se fosse impossibile guardare lontano ed impegnarsi per le generazioni future. Ma proprio una città antica come Matera può senza timore pensare ai tempi che verranno, tante le volte in cui si è riprogettata ed è uscita vincente dalla sfida con il tempo”.
Una buona governance, la partecipazione attiva dei cittadini, una spiccata creatività delle iniziative in programma, la dimensione europea e duratura del progetto, la valorizzazione della diversità culturale dei Paesi membri ma anche l’esaltazione degli aspetti comuni: questi sono i criteri che Matera è riuscita a soddisfare incarnando pienamente il senso di questa nomina.
L’iniziativa “Capitale Europea della Cultura” è nata nel 1985 per promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico e culturale dei Paesi membri dell’Unione Europea. Ogni anno il titolo viene trasferito a due città di due Stati membri. Il progetto contribuisce a favorire non solo la cultura ma anche la consapevolezza nei cittadini europei di far parte di un unico, grande patrimonio culturale.
La prima città designata è stata la capitale greca Atene, mentre l’Italia è stata rappresentata in passato da Firenze nel 1986, Bologna nel 2000 e Genova nel 2004. Quest’anno, la scelta è caduta su Umea (Svezia) e Riga (Lettonia), mentre nel 2015 sarà invece la volta di Mons (Belgio) e Plzen (Repubblica Ceca), nel 2016 di San Sebastian (Spagna) e Breslavia (Polonia), nel 2017 di Aarhus (Danimarca) e Pafo (Cipro), mentre nel 2018 di Leeuwarden (Paesi Bassi) e La Valletta (Malta).
FONTE: Daily Focus
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Roberto Carlino Immobildream: anche la Littizzetto cita Carlino.
Energia Ambiente Flavio Cattaneo, Terna tra le 10 migliori aziende del CDLI  Indice di sostenibilità Climate Disclosure Leadership Index, Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, inserita tra le 10 migliori società, tra le 100 selezionate, che hanno dimostrato un approccio particolarmente proattivo verso la disclosure di informazioni riguardanti il cambiamento climatico, grazie alla qualità della reportistica in tema di sostenibilità ambientale.
Un altro successo targato Terna. L’azienda che gestisce la Rete elettrica nazionale, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, è stata infatti inserita nell’indice di sostenibilità CDP Italy 100 Climate Disclosure Leadership Index (CDLI), diretta emanazione del CDP, precedentemente nota come Carbon Disclosure Project, organizzazione no-profit tra le più importanti a livello internazionale impegnata nella valutazione della trasparenza nella diffusione di informazioni da parte delle aziende in tema di climate change ed emissione gas serra, oltre che nella gestione delle risorse idriche.
Questo indice seleziona, tra le società quotate sugli indici FTSE MIB, FTSE Italia Small e Mid Cap quelle che hanno dimostrato un approccio particolarmente proattivo verso la disclosure di informazioni riguardanti il cambiamento climatico. In particolare, il CDLI comprende le 10 società, delle 100 prese in considerazione, che nel 2013 hanno conseguito il punteggio minimo di 91 su 100. E Terna rientra in questo ristretto novero avendo ottenuto proprio il punteggio di 91/100, in crescita rispetto al 2012 (82), al 2011 (87) e 2010 (81).
Il Rapporto CDP Italy 100 Climate Change 2013, redatto da Accenture, analizza le 100 migliori società quotate italiane che si sono distinte per il loro impegno in risposta al cambiamento climatico, e presentato presso il palazzo della Borsa Italiana.
Claudio Barnini
FONTE: Terna | x |
Cattaneo Flavio (Terna), Meglio i dividendi azionari delle utilities  Secondo CorrierEconomia i dividendi azionari delle utilities sono migliori dei titoli di Stato. Le grandi utilities hanno, infatti, soppiantato realtà storiche, come forti pagatori di dividendi azionari. Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, offre un rendimento del 5,7%, confermando come le aziende di pubblica utilità e dell’energia siano una specie di bond a lungo termine dal punto di vita del flusso cedolare.
Azioni meglio dei Titoli di Stato? Dopo gli acconti staccati da alcune società, come evidenzia “Il Corriere Economia”, sembrerebbe proprio di sì visto che parliamo di dividendi che in media rendono il 2,8% con punte del 6%. E se rapportiamo queste cifre con il rendimento medio dell’inflazione (0,8%) e dell’asta annuale dei Bot (0,68%) ecco che si ha un quadro di una Piazza Affari molto positiva per gli investitori. E’ il caso ad esempio di alcune società energetiche come Terna, Eni e Snam che offrono anche il 6%, molto al di sopra del Btp decennale (4%) che è il Buon del Tesoro a reddito fisso che viene utilizzato per i termini di paragone.
In attesa di vedere quel che accadrà in primavera 2014, è da rimarcare come le grandi utilities abbiano ormai soppiantato come forti pagatori di dividendi azionari realtà storiche quali le banche o le tlc. Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ad esempio, offre un rendimento del 5,7%, anche sopra a quello di Enel (4%) confermando come ormai le aziende di pubblica utilità e dell’energia siano una specie di bond a lungo termine dal punto di vita del flusso cedolare. E nel caso dell’azienda che gestisce la rete elettrica nazionale si tratta di una performance che ormai va avanti da almeno un biennio.
Claudio Barnini
FONTE: Terna | x |
Cattaneo Flavio / Piano Strategico 2015-218: Terna investirà 5 miliardi  Piano 2014-2018, Terna conferma la sua strategia duale basata sulla solidità delle attività tradizionali e l’incoraggiante potenzialità delle attività non tradizionali. L’AD di Terna Flavio Cattaneo: “L’America latina è un’interessante opportunità da guardare. Stiamo lavorando su Paesi come il Cile che combinano stabilità e prospettive di crescita”. Gli obiettivi della società sono sia sulle rinnovabili sia sulle infrastrutture di trasmissione.
Nel piano strategico 2014-2018 Terna investirà 5 miliardi di euro senza sacrificare la sua politica di dividendi. In particolare, 3,6 miliardi di euro saranno destinati alla rete di trasmissione nazionale e 1,3 miliardi alle attività non tradizionali. Questi investimenti non impediranno all’utility di confermare la propria generosa politica di dividendi: è prevista una cedola base derivante dalle attività tradizionali pari a 19 centesimi di euro per azione (yield del 5%) a cui si aggiungerà il contributo delle attività non tradizionali (pay out del 60% sui risultati).
E il management non prevede in nessuna situazione una riduzione del dividendo, come ha assicurato l’ad di Terna, Flavio Cattaneo, durante la presentazione del piano 2014-2018 agli analisti. Quindi Terna conferma la sua strategia duale basata sulla solidità delle attività tradizionali e l’incoraggiante potenzialità delle attività non tradizionali “che non sono una aggiunta sporadica ma fondamentale per il valore di Terna”, ha spiegato l’ad, ricordando che il 30% degli utili è stato generato dall’approccio imprenditoriale in attività no core.
A fine piano, Terna si aspetta un ebitda margin superiore al 79% (dal 2005 l’ebitda margin ha guadagnato 12 punti percentuali) e una riduzione di 400 milioni dell’incremento dell’indebitamento finanziario rispetto al precedente piano (600 milioni contro un miliardo). Inoltre, non risulta nessuna esigenza di rifinanziamento fino a tutto il 2015. Pertanto, la struttura finanziaria della società si conferma solida: il rapporto debito netto/Rab sarà inferiore al 60% negli anni del piano.
La Rab (il capitale investito ai fini regolatori), che dal 2005 a oggi ha più che raddoppiato il suo valore, passerà dai 10,8 miliardi del 2013 ai 13,5 miliardi di euro del 2018 con una crescita media annua di circa il 5% (cagr). Nonostante la revisione del costo medio ponderato del capitale (wacc) alla fine del 2013, il ritorno medio ponderato sulla Rab si porterà dal 7,3% del 2014 al 7,7% del 2018.
Scendendo più nel dettaglio degli investimenti, l’81% dei 3,6 miliardi di euro destinati alla rete elettrica andrà allo sviluppo della stessa rete, invece circa 200 milioni saranno dedicati ai sistemi di accumulo. Il piano di sviluppo 2014 della rete di trasmissione nazionale prevede investimenti per 8,1 miliardi di euro, di cui 5,6 miliardi nei prossimi 10 anni, che saranno destinati alla riduzione delle congestioni internazionali. Terna ha attualmente 200 cantieri aperti su tutto il territorio nazionale per un valore di 2,7 miliardi di euro. Una volta completati gli interventi, consentiranno la dismissione di 850 km di vecchie linee.
Per quanto riguarda, invece, le attività non tradizionali, Terna ha confermato una pipeline di attività per un valore di 400 milioni sviluppando attività nell’ambito dell’ingegneria, dell’O&M (operations & maintenance) e dell’housing di fibra ottica. A questi va aggiunto un ulteriore impegno di 1,3 miliardi, sempre nell’orizzonte del piano, di cui un potenziale di 900 milioni in attività di sviluppo di impianti rinnovabili e di infrastrutture elettriche per terzi in Italia e all’estero, oltre all’interesse verso i Paesi del sud America o ad altre opportunità derivanti dal potenziamento delle reti. Mentre oltre 400 milioni di euro sono riferiti alle operazioni recentemente annunciate, ovvero l’interconnessione Italia-Francia e l’acquisizione del gruppo Tamini.
“L’America latina è un’interessante opportunità da guardare. Stiamo lavorando su Paesi come il Cile che combinano stabilità e prospettive di crescita”, ha sottolineato in merito Cattaneo, precisando che il Cile risponde meglio di altri Paesi del sud America ai requisiti di Terna ed è più facile raggiungere con questo Paese un accordo di almeno 15 anni. Gli sforzi della società sono sia sulle rinnovabili sia sulle infrastrutture di trasmissione. “Speriamo di avere alcune buone notizie e se così fosse gli incassi sono attesi nella seconda parte dell’anno”.
Inoltre Terna presenterà una manifestazione di interesse per la rete di trasmissione greca quando partirà la gara per la privatizzazione, ovvero entro l’estate. “Siamo interessati”, ha confermato Cattaneo, “ma l’asta non è ancora partita. Ci sarà una manifestazione di interesse. Ci sono buone opportunità a livello di ritorni, potenzialità per gli investimenti incentivati, c’è un ebitda margin interessante. Ci sono tutte le condizioni per partecipare”.
Un piano strategico che rispecchia in pieno le attese degli analisti e il titolo Terna a Piazza Affari è stabile sulla parità a quota 3,793 euro. In effetti, gli analisti di Kepler Cheuvreux (rating hold e target price a 3,80 euro sull’azione), di Mediobanca Securities (outperform e target price a 3,90 euro) e di Equita (hold e target price a 3,72 euro) si aspettavano che il 60% dell’utile netto delle attività non tradizionali andasse a pagare i dividendi futuri di Terna.
FONTE: Milano Finanza | x |
Cattaneo Flavio Terna chiude il 2013 con ricavi in crescita del 5%  Bilancio 2013, Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, chiude con ricavi in crescita del 5% a 1.896 milioni di euro. Lo scorso anno i margini del gruppo sono aumentati del 6,5% a 1,48 miliardi, mentre l’utile è salito a 514 milioni (+10,8%), più del doppio rispetto all’anno precedente. Il piano strategico quinquennale prevede 3,6 miliardi di investimenti sulla rete e fino a 1,3 miliardi di impegno sulle attività non tradizionali, di cui un potenziale di 900 milioni di euro in attività di sviluppo di impianti rinnovabili e di infrastrutture elettriche per terzi in Italia e all’estero, oltre all’interessamento ai Paesi del Sud America.
Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, chiude il 2013 con ricavi in crescita del 5% a 1.896 milioni di euro e presentando un piano industriale quinquiennale. Lo scorso anno i margini del gruppo sono aumentati del 6,5% a 1,48 miliardi, mentre utili è salito a 514 milioni (+10,8%): sulla scia di questi risultati il cda proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 20 centesimi di euro.
Intanto il gruppo è già proiettato al futuro con un piano strategico al 2018 che prevede 3,6 miliardi di investimenti sulla rete e fino a 1,3 miliardi di impegno sulle attività non tradizionali. Per quanto riguarda le attività tradizionali l’81% degli investimenti sarà destinato allo sviluppo delle rete, mentre 200 milioni andranno alla realizzazione di sistemi di accumulo: i due siti già in via di realizzazione in Campania avranno, infatti, una capacità di 12 MW ciascuno e a questi se ne aggiungerà un terzo (in via di autorizzazione), a completamento dei progetti previsti dal Piano di sviluppo, per una capacità complessiva di circa 35 MW.
I 3,6 miliardi previsti nel Piano strategico rientrano nei complessivi 8,1 mld del Piano di sviluppo 2014, che ha un orizzonte di medio-lungo termine e prevede 5,6 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni. Sulla rete sono stati investiti dal 2005 ad oggi circa 8 miliardi per realizzare 2.500 km di nuove linee e 89 nuove stazioni elettriche: questo sforzo – precisa una nota – ha già prodotto 5,4 miliardi di euro di minori costi per cittadini e imprese, cui si aggiungeranno i 9,7 miliardi di euro di risparmi delle future opere, per un totale di 15 miliardi di risparmi.
Per quanto riguarda le attività non tradizionali, l’impegno previsto dal Piano industriale è di 1,3 miliardi, di cui un potenziale di 900 milioni di euro in attività di sviluppo di impianti rinnovabili e di infrastrutture elettriche per terzi in Italia e all’estero, oltre all’interessamento ai Paesi del Sud America o ad altre opportunità derivanti dal potenziamento di reti. Oltre 400 milioni sono invece riferiti alle operazioni recentemente annunciate (interconnessione Italia-Francia). Il Piano consente di ridurre di 400 milioni l’incremento dell’indebitamento finanziario rispetto al precedente piano (600 milioni contro 1 mld): la struttura del capitale rimane quindi “solida” – prosegue la nota – e si prevede che il rapporto tra indebitamento netto e rab si manterrà inferiore al 60% in tutti gli anni del Piano.
FONTE: Repubblica | x |
Cattaneo Flavio, Piazza Affari Macquarie alza a 4 euro il target price di Terna  Borsa, a Piazza Affari il titolo Terna torna sotto i riflettori grazie alla notizia che Macquarie ha alzato il target price a 4 euro dal precedente 3,6 euro. Flavio Cattaneo, AD di Terna, “Gli esperti confermano il giudizio Outperform”.
Apertura in moderato ribasso per Piazza Affari, dove l’attenzione è concentrata soprattutto su Luxottica, Beghelli, Bpm e Telecom. Ecco i principali possibili movimenti attesi. Trevi. Il titolo potrebbe reagire alla notizia che la società si è aggiudicata nuove commesse in diversi Paesi per un valore complessivo di 120 milioni di dollari. In particolare, Trevi eseguirà opere civili e di fondazioni speciali di progetti infrastrutturali in Africa Occidentale e in Asia per 50 milioni di dollari. Inoltre, si è aggiunto il contratto siglato dalla controllata statunitense Treviicos, che ha vinto una serie di commesse per lavori di fondazioni speciali a New Orleans, Florida, Washington e Boston per 45 milioni di dollari. Infine, in Medio Oriente la società ha vinto alcune commesse dal valore di 25 milioni di dollari, riguardanti il consolidamento del terreno per opere di fondazioni speciali per la realizzazione di nuovi edifici ad uso commerciale e residenziale.
Safilo Il titolo potrebbe risentire della decisione di Deutsche Bank di abbassare il rating a hold dal precedente buy. Maire Tecnimont Il titolo potrebbe muoversi in scia all’annuncio che la controllata Tecnimont ha firmato accordi relativi allo sviluppo di attività di ingegneria per due impianti di fertilizzanti situati nella Federazione Russa, nonché un accordo per la negoziazione diretta del contratto EPC per uno dei due impianti. “Entrambi gli impianti sono di proprietà di EuroChem Mineral and Chemical Company, una delle principali società agrochimiche internazionali, che produce principalmente fertilizzanti a base di azoto e fosfato, oltre che prodotti organici sintetici e minerali di ferro, con attività che spaziano da quelle minerarie e di estrazione del gas naturale, fino alla produzione di fertilizzanti, logistica e distribuzione” si legge in un comunicato. Il valore complessivo delle attività di ingegneria già esecutive ad oggi è pari a circa 30 milioni di euro.
I progetti, recita la nota, saranno realizzati da Tecnimont in associazione con Chemoproject Nitrogen, società della Repubblica Ceca, che agirà in qualità di subcontractor. Intanto, però, Banca Akros ha abbassato il rating a hold dal precedente accumulate. Telecom Italia Il titolo potrebbe salire a Piazza Affari dopo la promozione di Equita sin, che ha alzato la raccomandazione sulla società a buy. Luxottica Il titolo potrebbe muoversi sul listino di milano in scia alla notizia che Deutsche Bank ha upgradato la società da hold a buy, con un salto in avanti del target price da 35,5 a 45,50 euro. La revisione fa parte di una più ampia view relativa al comparto del lusso internazionale.
Terna, AD Flavio Cattaneo Il titolo potrebbe tornare sotto i riflettori grazie alla notizia che Macquarie ha alzato il target price a 4 euro dal precedente 3,6 euro. Mediaset La società potrebbe beneficiare in Borsa della notizia che Citigroup ha alzato il target price a 2,7 euro dal precedente 2 euro. Beghelli Il titolo potrebbe beneficiare dell’annuncio del perfezionament dell’accordo di riscadenziamento del debito finanziario con le banche. L’intesa, che è stata sottoscritta lo scorso 20 dicembre, si basa sul piano finanziario e industriale per il periodo 2013-2017 del gruppo ed è “finalizzata al miglioramento del livello di competitività del gruppo e al raggiungimento della sostenibilità del business anche attraverso un processo di riorganizzazione dell’impresa in tempi relativamente brevi”, si legge nella nota. Beghelli ha fatto sapere, inoltre, che “nel piano sono state previste alcune operazioni straordinarie di dismissione di asset immobiliari non strategici, in particolare in relazione agli immobili di Brno e Crespellano”. Bpm Il titolo resta nel mirino, in attesa della nomina dell’ad. Secondo alcune fonti, in serata il consiglio di sorveglianza della banca dovrebbe sciogliere la riserva, dopo che c’è stato un serrato confronto tra il presidente del consiglio di sorveglianza, Piero Giarda, e il candidato alla carica di consigliere delegato, Giuseppe Castagna. Finmeccanica Il titolo resta sotto i riflettori, dopo le notizie dei lead manager che hanno riferito che la società ha completato oggi la riapertura del bond gennaio 2021 per l’importo di 250 milioni di euro, con un rendimento finale di 300 punti base sopra il tasso midswap. La riapertura, dicono, è stata prezzata a reoffer 99,564 (un prezzo superiore a quello dell’emissione deloo scorso novembre), per un rendimento finale del 4,57%.
FONTE: Trader Link | x |
Cattaneo Flavio, Sostenibilità CDLI Terna tra le migliori  Sostenibilità. Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, è tra le 10 migliori aziende quotate premiate dal Climate Disclosure Leadership Index, l’indice che seleziona, tra le società quotate sugli indici FTSE MIB, FTSE Italia Small e Mid Cap, quelle che hanno dimostrato un approccio particolarmente proattivo verso la disclosure di informazioni riguardanti il cambiamento climatico.
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Un altro successo targato Terna. L’azienda che gestisce la Rete elettrica nazionale, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, è stata infatti inserita nell'indice di sostenibilità CDP Italy 100 Climate Disclosure Leadership Index (CDLI), diretta emanazione del CDP, precedentemente nota come Carbon Disclosure Project, organizzazione no-profit tra le più importanti a livello internazionale impegnata nella valutazione della trasparenza nella diffusione di informazioni da parte delle aziende in tema di climate change ed emissione gas serra, oltre che nella gestione delle risorse idriche.
Questo indice seleziona, tra le società quotate sugli indici FTSE MIB, FTSE Italia Small e Mid Cap quelle che hanno dimostrato un approccio particolarmente proattivo verso la disclosure di informazioni riguardanti il cambiamento climatico. In particolare, il CDLI comprende le 10 società, delle 100 prese in considerazione, che nel 2013 hanno conseguito il punteggio minimo di 91 su 100. E Terna rientra in questo ristretto novero avendo ottenuto proprio il punteggio di 91/100, in crescita rispetto al 2012 (82), al 2011 (87) e 2010 (81).
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Il Rapporto CDP Italy 100 Climate Change 2013, redatto da Accenture, analizza le 100 migliori società quotate italiane che si sono distinte per il loro impegno in risposta al cambiamento climatico, e presentato oggi presso il palazzo della Borsa Italiana.
FONTE: Terna | x |
Cattaneo Flavio, Terna si conferma leader di sostenibilità  Terna si conferma, per il terzo anno consecutivo, leader della sostenibilità. La società, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, è l’unica utility italiana presente nei tre indici di sostenibilità che compongono l’indice generale (tra 1.800 aziende quotate a livello mondiale) degli Stoxx Global Esg Leaders Indices. Oltre alla presenza negli Stoxx Esg, Terna è nel Dow Jones Sustainability Indices e negli indici internazionali FTSE4Good, ECPI, MSCI, ASPI Eurozone, Ethibel oltre che negli indici italiani FTSE ECPI Italia SRI Benchmark e Italia SRI Leaders.
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Cattaneo Flavio: “Siamo una società che interessa e piace”  Piazza Affari, nuovo massimo storico per il titolo Terna, che si posiziona a oltre 3,60 euro. L’AD di Terna, Flavio Cattaneo, rispondendo alla domanda sull’andamento del titolo: “Evidentemente siamo una società che interessa e piace, in termini di total shareholder return da sei anni siamo il miglior titolo d’Europa tra le utility”.
Terna ai massimi in Borsa, Cattaneo: “Evidentemente piaciamo”
Il titolo ha toccato nuovi massimi a oltre 3,60 euro a Piazza Affari, dopo i rumors per le prossime decisioni del Governo sulla cessione di una quota o sull’ipotesi di far confluire la quota di Cdp in Cdp Reti insieme a Snam.
“Evidentemente siamo una società che interessa e piace”. Risponde così l’amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, a Radiocor, alla domanda sull’andamento del titolo Terna che ha toccato nuovi massimi a oltre 3,60 euro, in giornate di rumors e ipotesi. La società è, infatti, sotto i riflettori per le prossime decisioni del Governo sulla cessione di una quota o sull’ipotesi di far confluire la quota di Cdp in Cdp Reti insieme a Snam.
FONTE: First Online
Terna: Cattaneo, titolo ai massimi? Siamo società che interessa e piace
Nel corso di un’audizione al Senato sui prezzi dell’energia, Cattaneo ha parlato del buon andamento della societa’ e del titolo tornando a criticare alcuni provvedimenti come la Robin tax. “I provvedimenti presi, come la Robin tax, ci hanno penalizzato sia dal punto di vista del valore che gestionale e dei rapporti internazionali. Terna e’ la prima societa’ per presenza di fondi internazionali, parliamo tanto di attrarre investimenti…questo non ha certo favorito”. “Nel momento in cui lo Stato ha individuato un regime di tassazione – ha aggiunto – deve mantenerlo, non si possono cambiare le regole del gioco mentre si sta giocando. Questo non significa non venire incontro alle esigenze dello Stato ma lo Stato ragiona in termini di cassa e non di bilancio. Si puo’ ragionare insieme. Le regole si possono cambiare ma all’interno di un quadro internazionale e non in corsa”. Terna e’ ai massimi storici, ha evidenziato Cattaneo, “e in termini di total shareholder return da sei anni siamo il miglior titolo d’Europa tra le utility”. Ma questo non contrasta con le critiche a provvedimenti come la Robin tax: “L’economia italiana non e’ solo Terna, gli interventi hanno un effetto moltiplicatore. Il valore di un’azienda e’ sempre teorico finche’ non la devi vendere ma quando si deve fare cassa forse si vale di piu’”.
FONTE: Corriere | x |
Cattaneo Flavio: cresce la popolarità di Terna all'estero  Terna, prima le semestrali con una crescita dell'utile del 19% e un ebitda margin di circa il 79%, poi le raccomandazioni degli analisti da hold a buy. All’estero cresce la popolarità di Terna e del suo AD Flavio Cattaneo. L'ultima ricerca sulla shareholder identification su oltre 100 mila azionisti retail che detengono il 22% del capitale, infatti, evidenzia una base azionaria composta per il 41% da investitori stranieri. | x |
Cattaneo Flavio: Elettrodotto Terna ai nastri di partenza  30 milioni di euro di risparmi l'anno per il sistema elettrico a fronte di un investimento pari a 135 milioni di euro. Sono questi i vantaggi del nuovo elettrodotto toscano da 380 kV "Casellina-Tavarnuzze-Santa Barbara" realizzato da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo. La nuova linea consentirà di migliorare la qualità e l'efficienza del servizio elettrico dell'area, risolvendo alcune criticità locali.
I vantaggi sono evidenti: 30 milioni di euro di risparmi l'anno per il sistema elettrico a fronte di un investimento pari a 135 milioni di euro. Sono i numeri del nuovo elettrodotto toscano da 380 kV "Casellina-Tavarnuzze-Santa Barbara" realizzato da Terna ed entrato definitivamente in servizio. La nuova linea (quasi 39 chilometri di cavo di cui 35,5 km aerei e 3,1 in cavo), firmata dal gruppo guidato da Flavio Cattaneo, consentirà di migliorare la qualità e l'efficienza del servizio elettrico dell'area, risolvendo alcune criticità locali.
Oltre alle ricadute positive per il sistema, al nuovo elettrodotto saranno associati anche significativi benefici ambientali, soprattutto in termini di razionalizzazione. Proprio in questi giorni, infatti, Terna Rete Italia - la controllata, affidata a Gianni Armani, che si occupa dell'esercizio, della manutenzione e dello sviluppo della rete - ha demolito un vecchio traliccio che insisteva su una delle aree di maggiore pregio paesaggistico della Toscana, la collina di Giogoli. Un passaggio, quest'ultimo, che rientra in un corposo piano di demolizioni, avviato prima dell'estate e che si concluderà nelle prossime settimane, nell'area compresa tra Calenzano, Poggio a Caiano, Casellina e Santa Barbara.
Con il nuovo elettrodotto, infatti, la spa dell'alta tensione procederà a una consistente bonifica ambientale eleminando complessivamente 116 chilometri di vecchie linee aeree, a fronte della realizzazione dei quasi 36 chilometri del nuovo elettrodotto. In sostanza, per ogni chilometro costruito saranno dismessi oltre 3 chilometri di vecchie linee. Gli oltre 350 tralicci che saranno abbattuti consentiranno poi di recuperare circa 4.500 tonnellate di acciaio e oltre mille metri cubi di calcestruzzo. Inoltre, per un tratto della nuova linea, sono stati utilizzati, per la prima volta in Italia, i tralicci disegnati per Terna dall'architetto britannico Norman Foster, con un ingombro ridotto rispetto ai vecchi pali e quindi con un ridotto impatto sull'ambiente circostante.
La nuova linea rientra nei 200 milioni di investimenti che la spa di Cattaneo ha messo in campo negli ultimi cinque anni per ammodernare la rete regionale con una serie di interventi, tra cui la razionalizzazione della rete di Lucca. Dopo l'elettrodotto entrato in esercizio, il gruppo ha in cantiere in Toscana progetti di sviluppo per 400 milioni di euro. Tra le opere principali, c'è il riassetto della rete di Arezzo - che servirà a proteggere il sistema dai rischi di blackout e a renderlo più sicuro - attraverso la realizzazione di un elettrodotto tra la stazione elettrica già esistente di Santa Barbara e quella di Monte San Savino. Anche in questo caso, la messa in esercizio della nuova linea porterà con sé la dismissione di circa 100 chilometri di vecchi elettrodotti. Altre infrastrutture in programma, poi, sono la stazione di Lucca e l'elettrodotto a 380 kV Colunga e Calenzano, tra Toscana ed Emilia Romagna, che permetterà di eliminare alcuni colli di bottiglia in quell'area, aumentando la magliatura della rete e la relativa capacità di trasporto.
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Cattaneo Flavio: Terna chiude in positivo i primi nove mesi del 2013  Terna chiude in positivo i primi nove mesi del 2013, con un utile netto di 411,6 milioni (+15,8%), con ricavi pari a 1,4 mld di euro (+7,9%) e un Ebitda a 1,132 miliardi (+10,1%). Flavio Cattaneo, AD di Terna: "Questi risultati sono la dimostrazione del livello di eccellenza raggiunto dalla squadra di Terna che ci ha permesso di conseguire buoni risultati e di continuare il nostro lavoro al servizio delle famiglie e delle imprese italiane. Terna prosegue con il Piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere e guarda a tutte le opportunità per una crescita organica, sia in Italia che all’estero".
Terna, crescono gli utili e i ricavi nei nove mesi
Positivi i primi nove mesi del 2013 di Terna. L'utility italiana ha chiuso il periodo con un profitto di 411,6 mln di euro (+15,8%) e con ricavi pari a 1,4 mld di euro (+7,9%). L’Ebitda (Margine Operativo Lordo) si attesta a 1.132,7 milioni di euro, con un incremento di 103,7 milioni di euro (+10,1%) rispetto ai primi nove mesi del 2012 mentre l’Ebit (Risultato Operativo) si attesta a 810,7 milioni di euro, in crescita di 92,6 milioni di euro (+12,9%) rispetto ai primi nove mesi del 2012, dopo aver scontato ammortamenti per 322 milioni di euro.
Deliberato un acconto sul dividendo 2013 di 7 centesimi di euro per azione, che verrà messo in pagamento a decorrere dal 21 novembre 2013.
"Questi risultati sono la dimostrazione del livello di eccellenza raggiunto dalla squadra di Terna – afferma l'Ad Flavio Cattaneo - che, pur in una congiuntura economica non favorevole, ci ha permesso di conseguire buoni risultati e di continuare il nostro lavoro al servizio delle famiglie e delle imprese italiane, le quali grazie al lavoro di Terna negli ultimi otto anni hanno beneficiato di minori costi per oltre 5 miliardi di euro. Ma bisogna lavorare ancora molto, anche per dare un contributo alla ripresa economica del Paese, perciò Terna prosegue con il Piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere – continua Cattaneo - e guarda sempre a tutte le opportunità per una crescita organica, non solo nelle attività tradizionali, ma anche in quelle non tradizionali, sia in Italia che all’estero".
FONTE: Repubblica
Terna: +15,8% utile netto 9 mesi a 411,6 mln, +10,1% Ebitda
Terna ha chiuso i primi 9 mesi dell'anno con un utile netto di 411,6 milioni, in crescita del 15,8% rispetto ai 355 milioni dello stesso periodo del 2012. Lo comunica la società aggiungendo che l'ebitda si attesta a 1,132 miliardi con un incremento del 10,1% e l'ebit è cresciuto del 12,9% a 810,7 milioni.
I ricavi dei primi 9 mesi sono pari a 1,4 miliardi, in progresso del 7,9% rispetto all'analogo periodo del 2012.
Nel terzo trimestre i ricavi ammontano a 482,4 milioni (+9,1%), mentre l'ebitda si attesta a 400 milioni (+11,3%) e l'utile netto di periodo risulta pari a 147,9 milioni, in aumento del 10,7% rispetto al terzo trimestre 2012. I risultati dell'utile sono superiori al consensus raccolto da Radiocor.
FONTE: Il Sole 24 Ore
Terna: Cattaneo, guardiamo a opportunità crescita in Italia e estero
"Questi risultati sono la dimostrazione del livello di eccellenza raggiunto dalla squadra di Terna che, pur in una congiuntura economica non favorevole, ci ha permesso di conseguire buoni risultati e di continuare il nostro lavoro al servizio delle famiglie e delle imprese italiane, le quali grazie al lavoro di Terna negli ultimi otto anni hanno beneficiato di minori costi per oltre 5 miliardi di euro". L'amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, commenta i risultati dei 9 mesi aggiungendo: "Ma bisogna lavorare ancora molto, anche per dare un contributo alla ripresa economica del Paese, percio' Terna prosegue con il Piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere e guarda sempre a tutte le opportunità per una crescita organica, non solo nelle attivita' tradizionali, ma anche in quelle non tradizionali, sia in Italia che all'estero'.
FONTE: Corriere | x |
Cattaneo Flavio: Terna inaugura l'elettrodotto italo-francese  Energia, Terna, iniziati i lavori per realizzare il cavo interrato più lungo del mondo con tecnologia d’avanguardia a corrente continua. L’elettrodotto, lungo quasi 200 km, collegherà Italia e Francia senza il minimo impatto sull’ambiente e sul paesaggio ma con impatti più che positivi sul mercato dell’energia: l’innovativa infrastruttura incrementerà l'interscambio energetico fra i due Paesi e consentirà all'Italia di ottimizzare le rinnovabili ed esportare. | x |
Cattaneo Flavio: Via alla prima linea elettrica internazionale finanziata da privati  E’ stato firmato presso il Ministero dello Sviluppo Economico il memorandum of understanding tra Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, e alcune federazioni di categoria che rappresentano settori energivori per la realizzazione della prima linea di interconnessione elettrica internazionale finanziata da privati. Si tratta di un secondo cavo privato, che correrà al fianco di quello di Piossasco, da 500 megawatt, a corrente continua. L'impegno economico per la realizzazione della linea privata sarà di 415 milioni per un totale di circa 800 milioni.
Arriva la prima interconnessione elettrica internazionale privata. E’ stato infatti firmato allo Sviluppo Economico il memorandum of understanding tra Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, e alcune federazioni di categoria (Federacciai, Assocarta, Federchimica e Aitec) che rappresentano settori energivori per la realizzazione della prima linea di interconnessione elettrica internazionale finanziata da privati. Arriva la prima interconnessione elettrica internazionale privata. E’ stato infatti firmato allo Sviluppo Economico il memorandum of understanding tra Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, e alcune federazioni di categoria (Federacciai, Assocarta, Federchimica e Aitec) che rappresentano settori energivori per la realizzazione della prima linea di interconnessione elettrica internazionale finanziata da privati.
Si tratta di un secondo cavo privato che correrà al fianco di quello pubblico Piossasco - Grand Ile 54a Piemonte e Savoia inaugurato da Terna il 15 luglio scorso, e come quello sarà da 500 megawatt, a corrente continua. L'impegno economico per la realizzazione della linea privata sarà di 415 milioni per un totale di circa 800 milioni. La realizzazione di nuove linee elettriche di interconnessione estera finanziate da investitori é prevista dalla legge 99/2009 (disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia) all'articolo 32, che introduce misure per favorire il mercato unico dell'energia proprio attraverso lo sviluppo di “interconnector”. Il memorandum firmato - alla sede dello Sviluppo Economico e alla presenza di Confindustria - disciplina quindi i rapporti tra Terna e i finanziatori della costruzione e dell'esercizio degli 'interconnector', e in particolare le attività di realizzazione di questo nuovo collegamento in corrente continua tra Italia e Francia da 500 mw. “Attraverso questa nuova infrastruttura- spiega il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato - si realizza pienamente il rafforzamento della capacità di interscambio tra Italia e Francia, con l'obiettivo di favorire l'integrazione dei mercati elettrici italo-francesi e sviluppare la concorrenza e l'economicità nelle condizioni di fornitura”. Per l'Italia, questo obiettivo “riveste particolare importanza, potendo contribuire a ridurre in tempi brevi il gap di costo dell'energia che oggi ancora pesa sulle competitività dell'industria nazionale e ad accrescere il grado di concorrenza sul mercato interno- aggiunge Zanonato- l'accordo firmato é inoltre pienamente linea con le priorità di intervento del governo tese a ridurre il prezzo dell'energia, rilanciare gli investimenti e potenziare le infrastrutture strategiche. Ringrazio dunque tutti i firmatari e in particolar modo Terna per questo importante risultato”. “La nuova interconnessione elettrica Italia-Francia rappresenta un'iniziativa positiva e lungimirante a sostegno della competitività dell'industria italiana”. Così Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, la federazione che raggruppa i produttori nazionali di acciaio, e tra i quattro firmatari del memorandum of understanding siglato a Roma, ha commentato l'accordo. “'La nuova interconnessione - ha spiegato Gozzi - permetterà infatti alle nostre industrie di poter eliminare alla base una delle leve distorsive - e penalizzanti - per la nostra competitività a livello europeo, ovvero gli alti costi energetici, offrendoci l'opportunità di misurarci con i nostri maggiori concorrenti ad armi pari. E quindi di esprimere appieno l'eccellenza imprenditoriale e produttiva che, da sempre, contraddistingue il nostro settore”. Gozzi dà quindi atto al Ministro dello Sviluppo Zanonato e a Terna, ovvero al suo amministratore delegato, Flavio Cattaneo, “di aver posto, con questo accordo, le basi per una piu' decisa e organica politica industriale nazionale”.
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Cattaneo Terna, Semestre buoni risultati facendo interesse del Paese  ''I numeri del semestre mostrano ancora una volta la qualita' del lavoro della squadra di Terna e anche come sia possibile per un'azienda perseguire l'interesse generale del Paese realizzando allo stesso tempo buoni risultati''. L'amministratore delegato Flavio Cattaneo commenta cosi' i risultati dei primi sei mesi dell'anno della societa'.
''Proseguiamo il nostro lavoro - aggiunge - per aumentare ulteriormente l'efficienza della rete elettrica italiana rendendo sempre piu' connesse tutte le zone del Paese e sviluppando nuove interconnessioni con l'estero''. ''Il lavoro di Terna fino ad oggi ha prodotto benefici per oltre 5 miliardi di euro per il sistema elettrico italiano - aggiunge Cattaneo - ma lo sviluppo delle infrastrutture deve essere promosso a livello europeo e ciascun Paese deve essere supportato in questo impegno. E' una sfida che l'Europa ha il dovere di promuovere, per accorciare i tempi di costruzione della rete e del mercato elettrico integrato''. ''L'Italia - conclude Cattaneo - puo' giocare un ruolo centrale, per la sua posizione geografica, per la struttura e lo sviluppo delle interconnessioni ad alta tensione e per lo stato del suo parco di produzione. E' un'occasione unica anche per creare lavoro e aumentare sicurezza ed efficienza a beneficio di imprese e cittadini''.
Fonte: ilmondo.it
Terna: ricavi 1° semestre +7,3%. Utile netto +18,8% a 263,7 mln Terna ha chiuso il primo semestre con ricavi in crescita del 7,3% rispetto allo stesso periodo di un anno fa a 918,8 milioni di euro. Il risultato, spiega la societa', deriva dal maggiore corrispettivo per la remunerazione per il trasporto di energia nella Rete di Trasmissione Nazionale, pari a +73,6 milioni di euro, parzialmente compensato dai minori ricavi delle altre partite energia per i meccanismi di premi e penalita'. Il margine operativo lordo si attesta a 731,9 milioni di euro (+9,4%) con l'Ebitda margin che si attesta, quindi, al 79,7%, in miglioramento rispetto al 78,1% registrato nel primo semestre 2012. Il risultato operativo e' salito dell'11,6% a 518,5 milioni di euro mentre il risultato ante imposte e' pari a 475,8 milioni di euro (+18,3%). L'utile netto del periodo, si attesta a 263,7 milioni di euro, in crescita di 41,8 milioni di euro (+18,8%) rispetto ai 221,9 milioni del primo semestre 2012. L'indebitamento finanziario netto e' pari a 6.574,8 milioni di euro e registra una crescita di 719,8 milioni di euro rispetto a fine 2012 ''sostanzialmente per il finanziamento degli investimenti del periodo e l'erogazione del saldo del dividendo 2012''.
Fonte: asca.it | x |
Cavalieri del Lavoro: Luigi Roth presidente del gruppo lombardo  L'Assemblea dei Soci del Gruppo Lombardo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, riunitasi a Milano, ha eletto Presidente il Cavaliere del Lavoro Luigi Roth, presidente di Terna, e rinnovato le cariche sociali per il prossimo triennio. "Desidero ringraziare i Soci - ha dichiarato Luigi Roth - per la fiducia che mi è stata attribuita; garantirò tutto il mio impegno nel proseguire l'importante lavoro di chi mi ha preceduto. Credo che oggi il gruppo sia chiamato anzitutto a fare rete e a connettere sempre più lo straordinario patrimonio che ognuno di noi può offrire".
** Luigi Roth eletto presidente Gruppo Lombardo Cavalieri del Lavoro
L'Assemblea dei Soci del Gruppo Lombardo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, riunitasi a Milano, ha eletto Presidente il Cavaliere del Lavoro Luigi Roth e rinnovato le cariche sociali per il prossimo triennio. Sono stati eletti come consiglieri: Domenico Bosatelli, Giovanni Cavallini, Attilio Camozzi, Bruno Ermolli, Linda Gilli, Paolo Lamberti, Maria Giovanna Mazzocchi, Franco Moscetti, Umberto Quadrino, Fabrizio Rindi, Salvatore Ruggeri e Giovanni Salvioni. Luigi Roth succede al Cavaliere del Lavoro Rosario Alessandrello, rimasto in carica per due mandati. "Desidero ringraziare i Soci - ha dichiarato Luigi Roth - per la fiducia che mi è stata attribuita; garantirò tutto il mio impegno nel proseguire l'importante lavoro di chi mi ha preceduto. Credo che oggi il gruppo sia chiamato anzitutto a fare rete e a connettere sempre più lo straordinario patrimonio che ognuno di noi può offrire". Il Gruppo Lombardo dei Cavalieri del Lavoro conta oggi 120 Soci sui 536 iscritti a livello nazionale (più del 22%), un'importante rappresentanza qualitativa e quantitativa: basti pensare che i Soci sono imprenditori, titolari e manager di note e storiche Aziende, il cui fatturato rappresenta una quota tra il 21% e il 24% del Pil nazionale. Luigi Roth oggi ricopre gli incarichi di presidente di Terna, di Alba Leasing ed è membro del cda del gruppo Pirelli.
FONTE: Il Mondo
** Cavalieri del Lavoro: Luigi Roth presidente del gruppo lombardo
"Desidero ringraziare i Soci per la fiducia che mi è stata attribuita; garantirò tutto il mio impegno nel proseguire l'importante lavoro di chi mi ha preceduto", ha dichiarato Luigi Roth. Il gruppo lombardo dei Cavalieri del Lavoro conta 120 soci sui 536 iscritti a livello nazionale (il 22%): i soci sono imprenditori, titolari e manager di aziende il cui fatturato rappresenta una quota tra il 21 e il 24 per cento del pil nazionale. Luigi Roth è, tra l'altro, presidente di Terna e membro del cda del gruppo Pirelli. FONTE: Agi
** Imprese: Roth neo presidente gruppo Lombardo Cavalieri Lavoro
L'assemblea dei soci del Gruppo Lombardo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ha eletto presidente Luigi Roth e rinnovato le cariche sociali per il prossimo triennio.
Lo si apprende da una nota dove si spiega che l'assemblea ha eletto come consiglieri Domenico Bosatelli, Giovanni Cavallini, Attilio Camozzi, Bruno Ermolli, Linda Gilli, Paolo Lamberti, Maria Giovanna Mazzocchi, Franco Moscetti, Umberto Quadrino, Fabrizio Rindi, Salvatore Ruggeri e Giovanni Salvioni.
Roth è oggi presidente di Terna e di Alba Leasing ed è membro del cda del gruppo Pirelli. In passato è stato amministratore delegato della Finanziaria Ernesto Breda, presidente e a.d. della Breda Costruzioni Ferroviarie e della Ansaldo Trasporti, presidente e a.d. di Ferrovie Nord Milano, vice presidente di Cassa Depositi e Prestiti e presidente della Fondazione Fiera Milano.
FONTE: Milano Finanza | x |
Classifica Webranking 2013, Flavio Cattaneo, Terna nella top ten Italia per comunicazione online  Comunicazione online, la ricerca KWD Webranking, realizzata da KW Digital in collaborazione con Lundquist è ormai un momento importante nella comunicazione via web delle società e permette di fare il punto annuale sulla situazione. Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, si posizione fra le prime dieci aziende della classifica italiana. La stabilità delle aziende incluse nella top 10 indica che per arrivare ai primi posti è necessario un impegno continuativo negli anni.
Storytelling e social media, nuovi mantra della comunicazione su Internet, non cambiano i nomi delle società che si contendono il podio della classifica Kwd Webranking 2013: nella sua dodicesima edizione Eni torna in prima posizione con 88,8 punti su 100 (punteggio record), seguita dalla vincitrice dello scorso anno Telecom Italia (86,1) e dalla multiutility emiliana Hera (80,5). La sostanziale stabilità delle aziende incluse nella «top 10», come sottolinea la società di comunicazione corporate online Lundquist che segue per l’Italia e altri Paesi europei la ricerca, «indica che per arrivare ai primi posti è necessario un impegno continuativo negli anni». Ma gli sforzi vengono sempre ripagati e nulla è scritto sulla pietra quando si parla di Internet. Così Mondadori, grazie al lancio di una nuova area dedicata alla responsabilità sociale è balzata dal 20esimo al nono posto, guadagnando anche il titolo di «best improver» per quest’anno.
Risultati Veniamo ai risultati: subito dopo il podio, a decrescere, troviamo Snam, Pirelli&C, Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, UniCredit, Generali, Mondadori e Piaggio. Le altre società che si sono fatte notare per la capacità di macinare posizioni rispetto al 2012 sono Campari (+9,3 punti), Prysmian, Immobiliare Grande Distribuzione.
La ricerca KWD Webranking, realizzata da KW Digital (divisione digitale di Hallvarsson&Halvarsson) in collaborazione con Lundquist e pubblicata in esclusiva sul Corriere della Sera, è ormai un momento importante nella comunicazione via web delle società e permette di fare il punto annuale sulla situazione.
A livello macro le aziende italiane si dimostrano più forti nell’area legata alla presentazione dell’azienda, dei risultati finanziari e della governance, generalmente coperte all’interno dei documenti finanziari. Informazioni sulla sostenibilità, informazioni dedicate ai potenziali candidati e presenza sui social media risultano, invece, le aree più deboli. La media generale è scesa di oltre 2 punti rispetto al medesimo campione dello scorso anno per arrivare a 42,1 punti anche se questa smottamento è in linea con quello europeo essendo legato a un giro di vite sui parametri della ricerca. Tirando le somme un terzo delle società ha migliorato il proprio punteggio. La novità di quest’anno è l’esclusione dalla ricerca di chi nella precedente edizione ha ottenuto meno di 25 punti e che non ha mostrato miglioramenti negli anni. Il campione è quindi sceso da 100 a 62 società in Italia.
Tra le escluse anche alcune bluechip italiane come Banco popolare e Bpm. Chi, come noi, segue la ricerca fin dai primi passi in Italia, non può non notare i passi avanti fatti in questi anni. Non è passato molto tempo da quando i siti delle società quotate a Piazza Affari erano più incoerenti e raffazzonati di alcuni semplici siti commerciali. Molte società, pure internazionali, hanno faticato non poco ad arrivare alla conclusione che una finestra in globo-visione non poteva eludere la questione della lingua inglese. Ma, pur riconoscendo l’impegno di alcune di esse, le aziende italiane, anche se in maniera evoluta, replicano sul sito i contenuti del bilancio. Dalla ricerca emerge chiaramente che le aree dove le società italiane ottengono le migliori performance sono quelle legate ai risultati finanziari e alla governance ma la ratio che porta a produrre documenti da 300 pagine mal si adatta a un mondo digitale che richiede immediatezza, velocità e fruibilità.
Debolezze Nonostante il caso di Hera, e non solo, dimostri che anche i «piccoli» possono dire la propria senza un budget inarrivabile, in generale l’Italia della comunicazione corporate online, rivolta dunque agli stakeholder, risulta spaccata a metà: le 26 maggiori società per capitalizzazione di Borsa che rientrano anche nella Kwd Webranking Europe 500 registrano un punteggio medio di 10 punti superiore alla media europea (37,6). Il resto, come diceva Califano, è noia.
Da segnalare, sempre muovendosi per macro-settori, che l’energetico si mostra molto più attento alla comunicazione istituzionale e finanziaria rispetto a quello bancario. Perlomeno curioso visto il lavoro delle banche. L’Italia comunque sta puntando molto sulla tecnologia: si stanno diffondendo sempre di più soluzioni pensate per schermi touch tanto che nell’8% dei casi analizzati i siti si adattano ai diversi dispositivi - pc, tablet o smartphone - dai quali avviene l’accesso. E si iniziano a seguire le prime campagne mirate sui social network con degli hashtag (parole chiave) dedicati. Tutti passaggi importanti. Ma per il salto di qualità manca la visione strategica complessiva che permetta di fare emergere la storia delle aziende e la loro interazione con un mercato sempre di più in divenire. Solo il 58% delle società fornisce indicazioni sulle proprie strategie, mentre il 42%, 4 società su 10, non fa menzione dei progetti di innovazione.
FONTE: Corriere | x |
Energia, Flavio Cattaneo, Terna, ecco il Ponte sotto lo Stretto, il cavo sottomarino più lungo al mondo  Sicilia e Calabria presto collegate, arriva il Ponte sotto lo Stretto, il “colosso” elettrico di Terna sotto il mare. L’elettrodotto Sorgente-Rizziconi sarà il cavo sottomarino più lungo al mondo: 38 km di collegamenti su un totale di 105 km di nuove linee elettriche. L’opera consentirà un risparmio annuale di 600 milioni di euro e una considerevole riduzione dei rischi di blackout. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Una priorità nazionale da 700 milioni di euro”.
Numeri impressionanti per il Ponte sotto lo Stretto. Già, proprio così, sotto lo Stretto, come precisa il quotidiano “LiveSicilia”. Aspettando lo strombazzato collegamento autostradale fra Messina e Reggio Calabria, ecco che l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi che collegherà la Sicilia con la Calabria è finalmente una realtà prossima.
L’Autorità per l’Energia elettrica e per il Gas del resto ha inserito l’opera nell’elenco di quelle prioritarie per tutto il territorio nazionale, destinata a rendere meno fragile la rete elettrica nazionale e soprattutto un risparmio sulle bollette. Dicevamo dei numeri.
Il Ponte sotto lo Stretto prevede 38 km di collegamenti sottomarini su un totale di 105 k m di nuove linee elettriche (mentre saranno 170 i km di vecchi cavi elettrici che saranno demoliti, per un totale di 270 tralicci eliminati); 700 i milioni di euro che verranno investiti complessivamente (e 350 quelli che verranno impiegati in Sicilia); 150 le imprese coinvolte nella realizzazione della struttura; ben 13 Comuni interessati e un totale di 1151 edifici che non si troveranno più posti nelle vicinanze di un elettrodotto a causa proprio della nuova opera; oltre 600 i milioni di euro che ogni anno saranno risparmiati quando il Ponte sotto lo Stretto sarà operativo.
Un altro dato emblematico e che dà la dimensione dell’opera come sottolinea giustamente “LiveSicilia” sta nel fatto che questo Ponte, che si spingerà fino ad una profondità di 370 metri sotto il livello del mare, sarà il cavo sottomarino a corrente alternata più lungo del mondo. I vantaggi per la Sicilia sono evidenti: primo perché con questo collegamento i rischi di blackout elettrici si ridurranno notevolmente; secondo perché la regione isolana secondo quanto riferisce il “Rapporto mensile sul sistema elettrica” di dicembre 2013 ogni anno esporta un miliardo di kilowattora, export che ora sarà ancora più agevola realizzare.
Infine, Terna. Questo Ponte sotto lo Stretto rappresenta per l’azienda guidata da Flavio Cattaneo una sorta di antipasto per un programma di investimenti che realizzerà in Sicilia nei prossimi anni. In calendario ci sono infatti lavori per un miliardo di euro per rendere più efficiente la rete elettrica.
FONTE: Terna | x |
Energia, Terna, Sorgente Rizziconi consegna nel 2015  Sorgente Rizziconi, l’elettrodotto, realizzato da Terna, sarà completato per giugno 2015. L’opera strategica ha già avuto ricadute sul piano occupazionale: il cantiere impiega mediamente 160 addetti, per 90 ditte e, una volta completato, risolverà definitivamente i problemi di tenuta e sicurezza della rete elettrica siciliana e consentirà un abbattimento dei costi dell’energia elettrica. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Un investimento da 700 milioni di euro”.
Il completamento è fissato per giugno del 2015. E a ben vedere la tabella di marcia del cantiere per la costruzione del nuovo elettrodotto da 380 Kv che collegherà Sorgente (sul lato siciliano) e Rizziconi (su quello calabrese) conferma che i tempi dovrebbero essere rispettati. A quel punto saranno passati quasi cinque anni dall’autorizzazione da parte del ministero dello Sviluppo economico e quasi nove anni dall’avvio dell’iter complessivo, ma ben 12 anni da quando l’opera è stata inserita per la prima volta nel Piano di sviluppo della rete elettrica nazionale. Opera, si ricorderà, contestata da comitati locali e dai deputati grillini presenti all’Assemblea regionale siciliana, i quali hanno posto il problema anche nelle commissioni di merito: sul punto sono arrivati i chiarimenti di Terna che però ha difeso il progetto già autorizzato su cui sta andando avanti.
L’elettrodotto Sorgente-Rizziconi è un’opera strategica su cui Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha investito 700 milioni e ha già avuto ricadute sul piano occupazionale: il cantiere impiega mediamente ogni giorno 160 addetti, per una punta massima di 90 ditte e una volta completato, sostengono i tecnici, l’elettrodotto risolverà definitivamente i problemi di tenuta e sicurezza della rete elettrica siciliana e consentirà, secondo alcuni, un abbattimento dei costi dell’energia elettrica che oggi ammontano a circa 600 milioni l’anno, quota che pesa sulle bollette di tutti gli italiani. Secondo stime, poi, il ritardo nella realizzazione è già costato oltre 4 miliardi di euro.
«Il nuovo collegamento e gli interventi ad esso correlati – si legge nel recente rapporto sull’energia pubblicato dal dipartimento regionale competente guidato da Maurizio Pirillo – garantiranno una maggiore sicurezza della connessione della rete elettrica siciliana a quella peninsulare, favorendo gli scambi di energia con evidenti benefici in termini di riduzione dei vincoli per gli operatori del mercato elettrico e di maggiore concorrenza. La realizzazione del collegamento è particolarmente importante poiché favorirà anche la produzione nella rete siciliana di un maggior numero di impianti da fonte rinnovabile». Perché, si legge ancora nel rapporto 2013 della Regione siciliana, l’isola è interessata ora da «problemi di sicurezza di esercizio del sistema elettrico con prevedibili sempre maggiori condizionamenti agli operatori nel mercato elettrico, in relazione allo sviluppo delle fonti rinnovabili».
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Flavio Cattaneo "Diventeremo esportatori", commenta Eletrodotto Italo-Francese  Inaugurato a Piossasco, in Piemonte, il cantiere per realizzare il cavo interrato a corrente continua più lungo del mondo, che incrementerà l’interscambio energetico fra i due Paesi: la fine dei lavori è prevista nel 2019 e consentirà all’Italia di ottimizzare le rinnovabili ed esportare. Flavio Cattaneo: “Dalla sua nascita Terna ha fatto investimenti per 8 miliardi, di cui 1,5 miliardi solo nel 2013, e con altri 7,9 miliardi già stanziati per i prossimi dieci anni”. | x |
Flavio Cattaneo (Terna): "Ci saranno novità a fine anno"  Terna chiude i primi nove mesi dell'anno in positivo con utile a 411,6 milioni, ebitda a 1.132 miliardi e ricavi pari a 1,4 miliardi. L’AD della società, Flavio Cattaneo, ha confermato gli obiettivi per fine 2013 e ha annunciato al mercato che ulteriori miglioramenti potrebbero arrivare da operazioni che riguardano attività "no core". "Al momento - ha dichiarato Cattaneo - abbiamo una politica di dividendi stabile: 19 cent per noi è una buona base, poi c'è il contributo delle attività non tradizionali con un payout del 60% sui risultati; per le attività non tradizionali ci aspettiamo novità che saranno positive per gli azionisti".
Ancora un trimestre in crescita per Terna, la società controllata da Cassa Depositi Prestiti che gestisce la rete di alta tensione. Il gruppo ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile salito a 411,6 milioni, mentre l’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha confermato gli obiettivi per fine 2013 e ha annunciato al mercato che ulteriori miglioramenti potrebbero arrivare da operazioni che riguardano attività “no core”.
In sostanza, si confermano gli obiettivi del piano industriale. Allo stesso tempo. il manager ha ribadito che per la fine del 2013 potrebbe essere annunciata una operazione che prevede la crescita per linee esterne, nel campo dell’energia ma non in quello delle reti. Con lo scopo di aumentare ulteriormente i margini, visto che nei prossimi anni, con il completamente dell’ammodernamento della rete, la crescita in Italia andrà a rallentare.
Terna ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con un utile netto di 411,6 milioni, in crescita del 15,8% rispetto ai 355 milioni dello stesso periodo del 2012. L’ebitda si attesta a 1.132 miliardi con un incremento del 10,1% e l’ebit è cresciuto del 12,9% a 810,7 milioni. I ricavi dei primi 9 mesi sono pari a 1,4 miliardi, in progresso del 7,9% rispetto all’analogo periodo del 2012. Nel terzo trimestre i ricavi ammontano a 482,4 milioni (+9,1%), mentre l’ebitda si attesta a 400 milioni (+11,3%) e l’utile netto di periodo risulta pari a 147,9 milioni, in aumento del 10,7% rispetto al terzo trimestre 2012. I risultati dell’utile, a sdetta degli analisti, sono superiori al consensus.
“Al momento – ha dichiarato Cattaneo – abbiamo una politica di dividendi stabile: 19 cent per noi è una buona base, poi c’è il contributo delle attività non tradizionali con un payout del 60% sui risultati; per le attività non tradizionali ci aspettiamo novità che saranno positive per gli azionisti”. Cattaneo non ha fornito indicazioni sulle opportunità di crescita nelle attività non tradizionali: “in questa fase non possiamo commentare nulla, ci sono opportunità ma per le novità dovete aspettare fine anno”. Ed ha poi precisato che si guarda solo “alle opportunità che creano valore per gli azionisti, altrimenti non c’è ragione”.
FONTE: Repubblica | x |
Flavio Cattaneo (Terna): Imi promuove il target price a 4 euro/azione  Gli investimenti per i prossimi anni di Terna, guidata da Flavio Cattaneo, hanno fatto centro. Banca Imi infatti ha deciso di alzare il target price (prezzo obiettivo) a 4 euro/azione, da 3,43 euro/azione in precedenza. Per Terna si tratta del sesto target price maggiore o uguale a 4€/azione.
Non solo: il broker ha confermato la raccomandazione a tenere (Hold) le azioni dell’azienda elettrica per via della performance del titolo che ora tratta sui massimi storici. Con questo della Banca Imi, Terna raggiunge il sesto target price maggiore o uguale a 4€/azione.
Per quanto attiene il futuro, pur avendo ridotto le stime sull’utile per azione per il triennio 2014/2016, l’analista ritiene che le NTAs non incluse nel Piano Strategico 2014-2018 possano offrire nel lungo termine un potenziale di creazione di valore, soprattutto in riferimento alla privatizzazione della rete di trasmissione in Grecia.
FONTE: Webmagazine Terna
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Flavio Cattaneo (Terna): Per Sorgente-Rizziconi consegna nel 2015  Sorgente-Rizziconi, il completamento del nuovo elettrodotto che collegherà Calabria e Sicilia è fissato per giugno del 2015. L’opera strategica, realizzata da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha previsto un investimento da 700 milioni. Importanti le ricadute sul piano occupazionale: il cantiere impiega ogni giorno 160 addetti per 90 ditte e, una volta completato, risolverà i problemi di tenuta e sicurezza della rete elettrica siciliana, consentendo un abbattimento dei costi dell’energia elettrica.
Il completamento è fissato per giugno del 2015. E a ben vedere la tabella di marcia del cantiere per la costruzione del nuovo elettrodotto da 380 Kv che collegherà Sorgente (sul lato siciliano) e Rizziconi (su quello calabrese) conferma che i tempi dovrebbero essere rispettati. A quel punto saranno passati quasi cinque anni dall’autorizzazione da parte del ministero dello Sviluppo economico e quasi nove anni dall’avvio dell’iter complessivo, ma ben 12 anni da quando l’opera è stata inserita per la prima volta nel Piano di sviluppo della rete elettrica nazionale. Opera, si ricorderà, contestata da comitati locali e dai deputati grillini presenti all’Assemblea regionale siciliana, i quali hanno posto il problema anche nelle commissioni di merito: sul punto sono arrivati i chiarimenti di Terna che però ha difeso il progetto già autorizzato su cui sta andando avanti.
L’elettrodotto Sorgente-Rizziconi è un’opera strategica su cui Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha investito 700 milioni e ha già avuto ricadute sul piano occupazionale: il cantiere impiega mediamente ogni giorno 160 addetti, per una punta massima di 90 ditte e una volta completato, sostengono i tecnici, l’elettrodotto risolverà definitivamente i problemi di tenuta e sicurezza della rete elettrica siciliana e consentirà, secondo alcuni, un abbattimento dei costi dell’energia elettrica che oggi ammontano a circa 600 milioni l’anno, quota che pesa sulle bollette di tutti gli italiani.
Secondo stime, poi, il ritardo nella realizzazione è già costato oltre 4 miliardi di euro. «Il nuovo collegamento e gli interventi ad esso correlati – si legge nel recente rapporto sull’energia pubblicato dal dipartimento regionale competente guidato da Maurizio Pirillo – garantiranno una maggiore sicurezza della connessione della rete elettrica siciliana a quella peninsulare, favorendo gli scambi di energia con evidenti benefici in termini di riduzione dei vincoli per gli operatori del mercato elettrico e di maggiore concorrenza.
La realizzazione del collegamento è particolarmente importante poiché favorirà anche la produzione nella rete siciliana di un maggior numero di impianti da fonte rinnovabile». Perché, si legge ancora nel rapporto 2013 della Regione siciliana, l’isola è interessata ora da «problemi di sicurezza di esercizio del sistema elettrico con prevedibili sempre maggiori condizionamenti agli operatori nel mercato elettrico, in relazione allo sviluppo delle fonti rinnovabili».
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Flavio Cattaneo a New York per una nuova tappa del roadshow  New York è la nuova tappa del roadshow a cui ha partecipato Flavio Cattaneo, AD di Terna. Il roadshow, partito la scorsa settimana da Londra, ha l'obiettivo di allargare ulteriormente la base azionaria della società ai fondi internazionali. Gli investitori che hanno puntato su Terna hanno guadagnando oltre il 240% dall'Ipo (inclusi i dividendi). Prossima tappa del roadshow sarà Boston.
Dalle vicende italiane, almeno geograficamente, si sta tenendo il più possibile lontano. Lui una rete scorporata ce l'ha già e l'operazione è riuscita bene.
E' quella elettrica, non telefonica, ma il modello Terna sta funzionando bene. Soprattutto all'estero, dove il numero uno di Terna, Flavio Cattaneo, ha ripreso a muoversi.
Domenica il manager è volato a New York per una nuova tappa del roadshow partito la scorsa settimana da Londra, con l'obiettivo di allargare ulteriormente la base azionaria della società ai fondi internazionali.
Attualmente i portfolio manager stranieri hanno in mano il 41% del capitale di Terna, sul 48% detenuto dagli istituzionali (a inizio 2013 era pari al 43%), mentre i circa 200 fondi italiani che sono soci del gruppo sono fermi al 7%.
Ci sono poi circa 100 mila piccoli risparmiatori a cui fa capo ben il 22% del capitale.
Il roadshow non è destinato a loro, ma ai big che cercano dividendi e da cui Cattaneo di contro si attende una stabilità nell'investimento. Per ora Terna li ha ricompensati guadagnando oltre il 240% dall'Ipo (inclusi i dividendi) ed è la carta su cui punta il numero uno per convincere gli americani a puntare qualche fiche in più sull'azienda. Per ora sta cercando a New York, ma poi passerà alla ricca e vicina Boston.
FONTE: Terna | x |
Flavio Cattaneo firma accordo Terna/Anci localizzazione opere elettriche  Terna e Anci hanno firmato un protocollo per condividere la localizzazione delle opere elettriche sul territorio, al fine di armonizzare le necessità del sistema elettrico con quelle della tutela dell’ambiente e del territorio a livello comunale. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Con questo accordo Terna e Anci avviano insieme un percorso di collaborazione che riconosce al territorio un ruolo di assoluta centralità nello sviluppo infrastrutturale di cui il paese ha bisogno, in linea con la politica di Terna da sempre centrata sullo sostenibilità dei propri investimenti sulla rete”.
Condividere la localizzazione delle opere elettriche sul territorio attraverso una sempre maggiore armonizzazione fra gli interventi di sviluppo di Terna e gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dei comuni. Questo l’obiettivo del protocollo di intesa firmato da Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna, e Piero Fassino, presidente dell’Anci.
Terna e Associazione dei Comuni lavoreranno insieme per armonizzare le necessità del sistema elettrico con quelle della tutela dell’ambiente e del territorio a livello comunale. Terna prevede 8 miliardi di investimenti nel prossimo decennio, con circa 3 miliardi già in corso di realizzazione nei 250 cantieri attualmente aperti su tutto il territorio nazionale, che danno lavoro ogni giorno a 4.000 persone e 750 ditte.
Saranno istituiti specifici tavoli di concertazione tra i Comuni e Terna, relativi alle singole opere per consentire la partecipazione anche degli altri enti pubblici interessati. “Con questo accordo – ha commentato Flavio Cattaneo – Terna e Anci avviano insieme un percorso di collaborazione che riconosce al territorio un ruolo di assoluta centralità nello sviluppo infrastrutturale di cui il paese ha bisogno, in linea con la politica di Terna da sempre centrata sullo sostenibilità dei propri investimenti sulla rete”.
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Flavio Cattaneo Interconnessione Italia Francia Lavori Inizio 2014  Al Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del Ministro Flavio Zanonato, è stato firmato, un Memorandum of Understanding tra Terna, Confindustria e Associazioni imprenditoriali interessate alla realizzazione di nuove linee elettriche di collegamento con l’estero, in particolare al nuovo collegamento in corrente continua da 500 MW tra Italia e Francia, un impegno finanziario da 400 milioni di euro. L’AD di Terna Flavio Cattaneo: “I lavori sull’opera inizieranno nel 2014, l’infrastruttura entrerà in funzione agli inizi del 2018”.
Oggi, al ministero dello Sviluppo Economico, i finanziatori privati – per lo più grandi imprese energivore – e Terna hanno firmato il memorandum per il raddoppio dell’elettrodotto con la Francia con un finanziamento privato.
Lo ha annunciato il ministro Flavio Zanonato, prima di dare il via alla cerimonia della firma dell’intesa.
“Il finanziamento dell’interconnessione da parte dei privati è stato previsto da una legge che consentirà ai soggetti finanziatori di utilizzare la capacità per un ventennio. Oggi Terna e i rappresentanti delle associazioni di categoria dei grandi energivori firmeranno gli accordi per il finanziamento privato, circa 400 milioni, per il raddoppio dell’elettrodotto con la Francia”, ha spiegato Zanonato poco prima della successiva firma.
In un successivo comunicato del ministero si legge che “il Memorandum disciplina i rapporti tra Terna e i soggetti finanziatori per le attività di costruzione e l’esercizio degli interconnector ed in particolare le attività di realizzazione di un nuovo collegamento in corrente continua tra Italia e Francia da 500 MW”.
L’Ad Flavio Cattaneo ha detto che i lavori sull’opera inizieranno nel 2014, l’infrastruttura entrerà in funzione agli inizi del 2018. Il comunicato del ministero spiega che “le imprese che hanno aderito al sistema si sono impegnate a realizzare a proprie spese le nuove opere in cambio del diritto di beneficiare di energia a prezzi europei, dal 2010 e per 6 anni, e di poter godere dell’esenzione dal diritto di accesso dei terzi sulle nuove linee per un periodo di 20 anni, secondo le condizioni che saranno stabilite per ciascuna linea dal decreto del ministro dello Sviluppo Economico con il parere dell’Autorità.
In una nota successiva di Terna si aggiunge che “l’interconnessione sarà realizzata e gestita da Terna sulla base di specifici contratti di mandato. La realizzazione dell’Interconnessione si inquadra nell’ambito delle attività non tradizionali del Gruppo Terna, per le quali – come annunciato lo scorso 6 febbraio nella presentazione del Piano Strategico 2013-2017 – era stato previsto un ammontare potenziale di attività pari a 900 milioni”.
FONTE: Reuters | x |
Flavio Cattaneo varca i confini nazionali. Cresce la popolarità di Terna all’estero  Terna, un successo che varca i confini nazionali. Durante i primi sei mesi del 2013 la società, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha registrato una crescita dell’utile del 19% e un margine ebitda del 79%. L’ultima ricerca sulla shareholder identification, inoltre, evidenzia una base azionaria composta per il 41% da investitori stranieri: dei 397 soggetti istituzionali che attraverso 1.400 fondi posseggono il 48% del capitale, 322 non sono italiani. | x |
Flavio Cattaneo, 2013 anno positivo per il settore Utilities  Il 2013 è stato un anno positivo per le principali borse europee, in particolare per il settore delle Utilities che ha guadagnato il 7,1% rispetto ai tre anni precedenti. Il titolo Terna, la società guidata dall’AD Flavio Cattaneo, si è confermato molto competitivo e anche quest’anno si è classificato nelle prime posizioni tra le società comparabili, con una performance del 20% e un ritorno complessivo per l’azionista del 28%. A novembre ha toccato il nuovo massimo storico a 3,70€/azione e a fine anno, con una capitalizzazione di 7,3 miliardi di euro, si conferma al 14° posto per dimensione tra le società del FTSE MIB.
La ripresa economica in Europa, invece, è stata meno omogenea. Crescita negativa e alti tassi di disoccupazione hanno caratterizzato ancora i Paesi colpiti dalla crisi del debito sovrano, ma la percezione del rischio da parte degli investitori si è ridotta. Il rendimento del BTP decennale è passato dal 4,5% al 4,1%, con il differenziale BTP/Bund tedesco in calo da 319 a 216 punti base. Francoforte è stata la migliore Borsa in Europa (+21,4%), Piazza Affari chiude l’anno con un +16,6%.
Nel 2013, il settore delle Utilities europeo con un guadagno del 7,1% ha mostrato un’inversione di tendenza rispetto alle performance negative registrate nei tre anni precedenti. Nonostante il diverso comportamento del settore, il titolo Terna, la società guidata dall’AD Flavio Cattaneo, si è confermato molto competitivo. Infatti, anche quest’anno si è classificato nelle prime posizioni tra le società comparabili, con una performance del 20% e un ritorno complessivo per l’azionista del 28% (Total Shareholder’s Return o TSR, che comprende oltre alla performance anche i dividendi). A novembre ha toccato il nuovo massimo storico a 3,70€/azione e a fine anno, con una capitalizzazione di 7,3 miliardi di euro, si conferma al 14° posto per dimensione tra le società del FTSE MIB.
FONTE: Terna
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Flavio Cattaneo, Accumulare energia, un nuovo business tutto italiano  Energia, al via i primi progetti di Terna per accumulare energia in eccesso e rilasciarla quando occorre, grazie all’utilizzo di due diverse tecnologie. Gigantesche batterie conserveranno l’energia prodotta “fuori tempo” da fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico. Un affare a livello mondiale tra i 6 e i 7 miliardi di Euro. Approvati i primi due progetti presentati da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo.
Pensate alla batteria di una macchina, ma molto, molto più grande, come una villetta familiare. Dimensioni a parte, la funzione è la stessa: accumulare energia in eccesso e rilasciarla quando occorre. Dopo tanti record negativi collezionati dall’economia italiana, c’è un settore che potrebbe farci guadagnare un primato assoluto in tutto il mondo.
Un settore, per ora, di nicchia ma dalle prospettive quanto mai decisive per lo sviluppo del settore dell’energia. Tanto che i due italiani dell’elettricità, Terna ed Enel, hanno deciso di scommetterci per tempo.
Suscitando molte aspettative in tutta la filiera dell’indotto, visto che secondo le proiezioni dei tecnici, il suo consolidamento potrebbe creare un business dal valore di 1 miliardo e mezzo all’anno, soltanto nella prima fase. Di cosa si tratta? Dal punto di vista tecnico si chiamano “sistemi di accumulo”.
Non è una novità degli ultimi anni: sono sempre stati utilizzati per creare piccole riserve di energia. Ma nelle ultime stagioni è diventata di stretta attualità con lo sviluppo delle fonti rinnovabili, visto che l’eolico è una energia intermittente, mentre il fotovoltaico funziona solo durante le ore diurne. Il problema che si crea è quello di conservare l’eccesso di energia prodotta nei momenti di punta per evitare che vada dispersa o addirittura non utilizzata. Così come avviene in alcune aree del nostro meridione, dove è più elevata la presenza di impianti di rinnovabili. Uno spreco doppio, visto quello che i cittadini pagano in bolletta (circa sei miliardi all’anno per il solo fotovoltaico) per lo sviluppo delle energie green.
Sia il ministero dello Sviluppo economico sia l’Autorità per l’energia hanno concesso agli operatori un ulteriore riconoscimento per tutti gli investimenti che verranno realizzati.
Per le utility italiane un’occasione da non perdere per incrementare il giro d’affari e per porsi una volta tanto all’avanguardia in Europa in un settore dalle grandi prospettive e possibili guadagni: secondo gli esperti di Anie, la federazione legata a Confindustria che raccoglie le imprese elettrotecniche ed elettroniche, il business a livello mondiale, al momento, vale tra i 6 e i 7 miliardi. La prima a partire è stata Terna che ha già ottenuto le autorizzazioni per i primi due progetti. Il primo, per una potenza di 12 megawatt, verrà realizzato in provincia di Benevento: si tratta del primo impianto di queste dimensioni in Europa, cui faranno seguito altri due impianti, tutti con una tecnologia giapponese che si basa sui Sali di sodio e zolfo, per un totale di 35 megawatt di potenza, 240 megawatt di capacità di accumulo, per un totale di 150 milioni di investimenti.
Cifre che possono sembrare ancora esigue, ma non lo sono se confrontate a quanto sta avvenendo nel resto del mondo. Visto che nessuno sta investendo nel settore come le imprese italiane. Terna ha fatto domanda per installare un secondo tipo di batterie: se quelle al sodio e zolfo sono “energy intensive” nel senso che accumulano grandi quantità di energia che rilasciano poi sul lungo periodo, l’altro progetto del gruppo guidato da Flavio Cattaneo prevede un investimento nella tecnologia delle batterie al litio.
Si tratta di elementi “power intensive” nel senso che sono in grado di assorbire e rilasciare energia in tempi brevissimi. In questo caso il piano di Terna, prevede la realizzazione, in Sicilia e Sardegna di 40 megawatt complessivi, progetto sperimentale alla prima applicazione a livello mondiale per la gestione della sicurezza della rete elettrica.
Altrettanto ambizioso è il piano di sviluppo di Enel, che possiede il primo (e attualmente unico) sistema di accumulo in esercizio in Italia, all’interno del progetto Isemia. Altri tre sistemi sono in fase di installazione all’interno di un piano finanziato al 50% dal ministero dello Sviluppo Economico e per il restante 50 da fondi comunitari per complessivi 8 milioni. Senza contare che Enel, disponendo di una rete di distribuzione capillare sul territorio con l’esclusione delle grandi città controllate dalle utility locali, guarda con interesse anche allo sviluppo delle auto elettriche, perché per la ricarica avranno bisogno di “batterie” che prenderanno il posto dei distributori.
Ma lo sviluppo dei sistemi di accumulo non riguarda solo le utility quotate. Sistemi di accumulo di piccole dimensioni potrebbero avere uno sviluppo di rilievo nei prossimi anni legato al fotovoltaico domestico. Secondo uno studio citato sempre da Anie, la diffusione massiva di questa tecnologia – con la finalità di trattenere l’energia in eccesso generata durante il giorno permettendo di utilizzarla di notte – potrebbe incrementare l’autoconsumo dell’energia fotovoltaica dal 30 al 70%, con un risparmio per il sistema elettrico fino a 500 milioni all’anno.
Diffusione delle batterie che verrà facilitata nei prossimi anni dalla riduzione dei costi delle batterie, che dovrebbero scendere del 50% nei prossimi 35 anni.
FONTE: Terna | x |
Flavio Cattaneo, AD Terna: “Diventeremo esportatori”  Piossasco, inaugurato il cantiere per realizzare 200 km di cavo interrato a corrente continua, il più lungo del mondo, che incrementerà l’interscambio energetico fra Italia e Francia consentendo di ottimizzare le rinnovabili ed esportando energia senza il minimo impatto sull’ambiente e sul paesaggio. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Dalla sua nascita Terna ha fatto investimenti per 8 miliardi, di cui 1,5 miliardi solo nel 2013, e con altri 7,9 miliardi già stanziati per i prossimi dieci anni”.
Inaugurato a Piossasco, in Piemonte, il cantiere per realizzare il cavo interrato a corrente continua più lungo del mondo, che incrementerà l’interscambio energetico fra i due Paesi: la fine dei lavori (che sul versante francese inizieranno solo fra 6 mesi) è prevista nel 2019 e consentirà all’Italia di ottimizzare le rinnovabili ed esportare. Quasi 200 km di cavo interrato, con tecnologia d’avanguardia a corrente continua, che collegherà Italia e Francia senza il minimo impatto sull’ambiente e sul paesaggio ma con impatti più che positivi sul mercato dell’energia. L’innovativa infrastruttura che col tempo permetterà di risparmiare sul costo dell’elettricità e che farà finalmente dell’Italia un Paese esportatore di energia e non solo importatore, è frutto della collaborazione tra Terna e la francese Rte, con la virtuosa partecipazione degli enti pubblici locali e il co-finanziamento della Commissione europea. Proprio sull’asse di territorio che vede ancora i cantieri dell’alta velocità ferroviaria contestati e di fatto fermi, il corridoio elettrico tra i due Paesi è invece già partito e diventerà nel 2019, anno della prevista conclusione dei lavori, il collegamento sotterraneo e invisibile più lungo del mondo, facendo dei due Paesi divisi dalle Alpi i rispettivi primi partner nell’interscambio energetico.
“Ci saranno però voluti 12 anni per farlo”, ricorda Dominique Maillard, presidente della transalpina Reseau de Transport d’Electricité. Ma i benefici sono molti di più dei punti d’ombra rilevati dal partner francese nel corso dell’inaugurazione di Piossasco, piccolo centro in provincia di Torino dove si può dire che tutto ebbe inizio, visto che grazie al suo cittadino più famoso, Alessandro Cruto, proprio qui fu utilizzata per la prima volta, il 16 maggio 1883, la lampadina elettrica ad incandescenza. Esattamente 130 anni dopo, un invisibile cavo che parte da Grand’Ile, in Savoia, e attraverso un lungo viaggio nascosto fra strade, ponti e gallerie (compresi i 13 km del traforo del Frejus) giunge in Piemonte, garantirà sostenibilità ecologica, risparmio energetico e creazione di posti di lavoro, nell’ottica di un mercato unico dell’energia europea che vede nella collaborazione Italia-Francia un importante passo, già sancito ai tempi delle presidenze di Prodi e Sarkozy con gli accordi bilaterali di Nizza del 2007. Il tutto grazie soprattutto a un forte investimento di Terna, società in piena salute che nel 2012 ha fatturato oltre 1,8 miliardi di euro con utili a 464 milioni, come sottolineato al “taglio del nastro” dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo: “Dalla sua nascita (nel 2004, ndr) Terna ha fatto investimenti per 8 miliardi, di cui 1,5 miliardi solo nel 2013, e con altri 7,9 miliardi già stanziati per i prossimi dieci anni”.
Investimenti, come l’elettrodotto italo-francese denominato “Piemonte-Savoia”, che consentiranno al Paese di diventare negli anni sempre più esportatore e sempre meno importatore, come riconosciuto dallo stesso Maillard: “La nuova infrastruttura permetterà di ottimizzare le energie rinnovabili, sulle quali l’Italia è avanti, soprattutto grazie al fotovoltaico”. Energia che potrà dunque essere venduta alla Francia, specialmente nei periodi invernali, in cui il Paese transalpino non sempre riesce a soddisfare la propria domanda interna. Oltretutto sempre lo stesso presidente della società di trasporto elettrico francese ricorda che, verrebbe da dire una volta tanto, è l’Italia ad aver investito di più e ad essere più avanti nei lavori: “Mentre oggi a Piossasco si dà il via, in Francia inizieremo solo fra 6 mesi”. FONTE: La Stampa | x |
Flavio Cattaneo, Capri elettrodotto sottomarino di 30 km collega isola azzurra  Capri, un elettrodotto sottomarino delle lunghezza di 30 km collegherà l’“isola azzurra” alla terraferma. Una nuova infrastruttura che sarà realizzata da Terna e che servirà ad aumentare la sicurezza e l’affidabilità del sistema elettrico dell’isola. Il collegamento, a zero impatto ambientale, consentirà la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera per circa 130 mila tonnellate l’anno. Flavio Cattaneo: “Siamo particolarmente soddisfatti di dare l’avvio ai lavori di questo collegamento che ridurrà gli sprechi e i costi dell’energia a tutto vantaggio di famiglie, imprese, lavoro e sviluppo nei prossimi anni “. | x |
Flavio Cattaneo, Energia: accordo Terna-Anci per localizzazione infrastrutture  Terna e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani hanno siglato un protocollo d’intesa per armonizzare gli interventi di sviluppo delle opere elettriche e la tutela dell’ambiente e del territorio. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Con l’accordo Terna e Anci avviano insieme un percorso di collaborazione che riconosce al territorio un ruolo di assoluta centralità nello sviluppo infrastrutturale di cui il Paese ha bisogno, in linea con la politica di Terna da sempre centrata sullo sostenibilità dei propri investimenti sulla rete. E dire sostenibilità significa soprattutto creare valore per l’ambiente e i territori in cui Terna opera”.
Anci-Terna, protocollo d’intesa sulla localizzazione delle opere elettriche
Condividere la localizzazione delle opere elettriche sul territorio attraverso una sempre maggiore armonizzazione fra gli interventi di sviluppo di Terna e gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dei comuni. Questo l’obiettivo del protocollo di intesa firmato da Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna, e Piero Fassino, presidente dell’Anci. Terna e Associazione dei Comuni lavoreranno insieme per armonizzare le necessità del sistema elettrico con quelle della tutela dell’ambiente e del territorio a livello comunale. Terna prevede 8 miliardi di investimenti nel prossimo decennio, con circa 3 miliardi già in corso di realizzazione nei 250 cantieri attualmente aperti su tutto il territorio nazionale, che danno lavoro ogni giorno a 4.000 persone e 750 ditte. Saranno istituiti specifici tavoli di concertazione tra i Comuni e Terna, relativi alle singole opere per consentire la partecipazione anche degli altri enti pubblici interessati. “Con l’accordo – ha commentato Flavio Cattaneo – Terna e Anci avviano insieme un percorso di collaborazione che riconosce al territorio un ruolo di assoluta centralità nello sviluppo infrastrutturale di cui il paese ha bisogno, in linea con la politica di Terna da sempre centrata sullo sostenibilità dei propri investimenti sulla rete”.
FONTE: Il Sole 24 Ore
Terna e Anci firmano un accordo per lo sviluppo sostenibile
L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e l’operatore della rete elettrica hanno siglato un protocollo d’intesa per armonizzare gli interventi di sviluppo delle opere elettriche e la tutela dell’ambiente e del territorio – Prevista istituzione di un tavolo permanente di coordinamento per ragionare sul Piano di Sviluppo di Terna
Un protocollo d’intesa per armonizzare gli interventi di sviluppo delle opere elettriche e la tutela dell’ambiente e del territorio. Questo l’accordo firmato dall’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e Terna. L’intesa prevede l’istituzione di un tavolo permanente di coordinamento fra Anci e Terna per definire specifici strumenti utili nella fase di concertazione tra la società e i comuni sul percorso e la realizzazione delle opere previste dal Piano di Sviluppo di Terna. Saranno, inoltre, istituiti specifici tavoli di concertazione tra i comuni e Terna, relativi alle singole opere per consentire la partecipazione anche degli altri.
“Con l’accordo – ha commentato Flavio Cattaneo – Terna e Anci avviano insieme un percorso di collaborazione che riconosce al territorio un ruolo di assoluta centralità nello sviluppo infrastrutturale di cui il Paese ha bisogno, in linea con la politica di Terna da sempre centrata sullo sostenibilità dei propri investimenti sulla rete. E dire sostenibilità significa soprattutto creare valore per l’ambiente e i territori in cui Terna opera”.
“L’Anci – ha sottolineato il presidente dell’associazione Piero Fassino – ha condiviso la proposta di collaborazione avanzata da Terna, con l’obiettivo contenere impatto degli interventi sui territori, favorendo a livello locale l’armonizzazione tra pianificazione elettrica, urbanistica, territoriale, ambientale e paesaggistica, facilitare il coordinamento locale delle politiche di efficienza energetica e delle diverse progettualità, rappresentare le istanze delle amministrazioni comunali nella loro veste di produttore di energia da fonti rinnovabili, sensibilizzando affinché non vi siano colli di bottiglia nella rete di immissione”.
FONTE: First Online
Energia: accordo Terna-Anci per localizzazione infrastrutture
Condividere la localizzazione delle opere elettriche sul territorio italiano attraverso una sempre maggiore armonizzazione fra gli interventi di sviluppo di Terna e gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dei Comuni. Questo l’obiettivo principale del Protocollo di Intesa firmato oggi a Roma da Flavio Cattaneo, Amministratore delegato di Terna, e Piero Fassino, Presidente dell’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. L’accordo prevede, in particolare, l’istituzione di un Tavolo Permanente di Coordinamento fra Anci e Terna, per definire specifici strumenti utili nella fase di concertazione tra la Societa’ e i Comuni sul percorso e la realizzazione delle opere previste dal Piano di Sviluppo di Terna. Saranno, inoltre, istituiti specifici tavoli di concertazione tra i Comuni e Terna, relativi alle singole opere per consentire la partecipazione anche degli altri enti pubblici interessati. ”Con l’accordo di oggi – ha commentato Flavio Cattaneo – Terna e Anci avviano insieme un percorso di collaborazione che riconosce al territorio un ruolo di assoluta centralita’ nello sviluppo infrastrutturale di cui il Paese ha bisogno, in linea con la politica di Terna da sempre centrata sullo sostenibilita’ dei propri investimenti sulla rete”. ”L’ANCI – ha sottolineato Piero Fassino – ha condiviso la proposta di collaborazione avanzata da Terna, nell’auspicio che il percorso intrapreso insieme faciliti il dialogo con il territorio e con gli enti locali, ovvero l’ascolto reale dei fabbisogni dei Comuni, nell’ambito di una pianificazione strategica di notevole impatto a livello locale come quella delle infrastrutture di trasmissione e dispacciamento elettriche”. Terna ha gia’ investito circa 8 miliardi di euro dal 2005 ad oggi per 2.500 km di nuova rete e 84 nuove stazioni elettriche, ed altrettanti investimenti prevede nel prossimo decennio, con circa 3 miliardi di euro gia’ in corso di realizzazione nei 250 cantieri attualmente aperti su tutto il territorio nazionale, che danno lavoro ogni giorno a 4.000 risorse e 750 ditte. Un impegno, quello di Terna, sia sul dispacciamento sia sulla rete che complessivamente, dal 2005 ad oggi, ha prodotto 5,4 miliardi di euro di risparmi per cittadini e imprese.
FONTE: Asca | x |
Flavio Cattaneo, Energie rinnovabili record giugno, 50,2% elettricità Italia  Nuovo record delle fonti rinnovabili in Italia: nel mese di giugno le fonti pulite hanno generato il 50,2 per cento dell’elettricità italiana, coprendo il 44,3 per cento della domanda. Secondo i dati forniti da Terna, la società guidata da Flavio Cattaneo, in un anno la quota delle fonti rinnovabili sulla produzione netta è passata dal 38,2 al 50,2 per cento. Registrati livelli record di produzione per fotovoltaico, eolico e idroelettrico. | x |
Flavio Cattaneo, nel 2013 fonti rinnovabili +30% secondo dati Terna  Energia, secondi i dati 2013 comunicati da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, il peso delle fonti rinnovabili sale al 30%. Nel 2013 la domanda di energia elettrica – soddisfatta per l’86,7% con produzione nazionale – vede per il 56,8% produzione termoelettrica, 16,5% idroelettrica, 1,7% geotermica, 4,7% eolica e 7,0% fotovoltaica e per la quota restante (13,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
Si consuma sempre meno elettricità, si usano sempre di più le rinnovabili. Questo ci dicono i dati sulla domanda di energia in Italia per il 2013. Si tratta del secondo peggior anno dall’inizio della crisi (battuto solo dal 2009), ma soprattutto si tratta del secondo calo consecutivo. A dimostrazione di come la diminuzione della domanda di energia elettrica sia ormai da considerare un calo strutturale. Un dato che si spiega sia con il calo dovuto alla minor produzione industriale, sia ai miglioramenti nel campo dell’efficienza energetica. Allo stesso modo, bisogna valutare il dato sulle energie rinnovabili, che ormai coprono attorno al 30% del fabbisogno complessivo.
Ma andiamo con ordine, partendo dai dati principali che sono stati comunicati da Terna, la società che si occupa del “dispacciamento” dell’energia elettrica in Italia, guidata dall’AD Flavio Cattaneo. Per il secondo anno consecutivo la domanda di elettricità in Italia registra un segno meno: la flessione è stata del 3,4% rispetto al 2012, che a sua volta aveva chiuso con un calo dell’1,9% sul 2011. Si tratta del calo più consistente da inizio secolo dopo quello del 2009, quando il decremento sull’anno precedente fu pari al 5,7%.
All’interno dei dati, c’è poi il capitolo rinnovabili. Le energie verdi soddisfano sempre di più la domanda, a scapito dei produttori tradizionali, in particolare il termoelettrico (gas e carbone). Secondo le stime di Terna, nel 2013 la domanda di energia elettrica – soddisfatta per l’86,7% con produzione nazionale – vede per il 56,8% produzione termoelettrica, 16,5% idroelettrica, 1,7% geotermica, 4,7% eolica e 7,0% fotovoltaica e per la quota restante (13,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (277,4 miliardi di kWh) è in diminuzione del 3,6% rispetto al 2012. In aumento le fonti di produzione idroelettrica (+21,4%), fotovoltaica (+18,9%), eolica (+11,6%) e geotermica (+1,0%); in calo invece la fonte termoelettrica (-12,0%).
A livello territoriale le flessioni più consistenti si registrano in Sardegna (-16,4%) e nella macroarea del nord-ovest (-7,8%) che include Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. Per quanto riguarda invece il mese di dicembre 2013, la quantità di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 26,1 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 2,2% rispetto a dicembre dello scorso anno.
FONTE: Repubblica | x |
Flavio Cattaneo, Nuovi reattori tri-monofasi attivi nella stazione Udine Ovest  Stazione di Udine Ovest, completata l’installazione di nuovi reattori tri-monofasi da 400 kV, opera che rientra nel piano nazionale per la gestione della Rete elettrica nazionale. Questa importante novità tecnologica, realizzata in tempi record da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, permetterà di ottenere notevoli vantaggi tecnici ed economici.
Importante novità tecnologica per la stazione elettrica di Udine Ovest. Dal 22 febbraio scorso, infatti, sono attivi i nuovi reattori tri-monofasi da 400 kV, una realizzazione che rientra nel piano nazionale, di estrema importanza per la gestione della Rete elettrica nazionale anche dal punto di vista economico oltre che tecnico.
La messa in opera dei nuovi reattori ha comportato, oltre al fatto di svincolare Terna dalla centrale di Torviscosa, una serie di vantaggi: lo spostamento dell’arrivo linea 132kV “Udine RFI” che interferiva con l’area di installazione dei reattori stessi; la possibilità tecnica di poter tener conto dei futuri stalli linea del collegamento Udine Ovest – Redipuglia; una maggior sicurezza anche per il vicino edificio che ospita la sede UI FVG grazie alla realizzazione di muri parafiamma nelle celle di ciascun reattore.
La messa in esercizio dei nuovi reattori è avvenuta con una settimana circa di anticipo rispetto al previsto (data limite 28 febbraio) nonostante condizioni meteo particolarmente avverse. Questo è stato possibile grazie ad una seria di accorgimenti, sempre nel pieno rispetto delle norme di sicurezza: tettoie e opere provvisionali di protezione; prolungamento dell’orario lavorativo nelle ore serali (anche con l’ausilio di illuminazione artificiale) e nei fine settimana. Il tutto coordinato, progettato, gestito con la professionalità dei tecnici Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo.
FONTE: Terna | x |
Flavio Cattaneo, Ora legale: in 7 mesi meno consumi per 560 Mln di kilowattora  Torna l’ora legale. Per sette mesi, fino alla notte tra il 25 ed il 26 ottobre le lancette resteranno spostate di un’ora in avanti. Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, prevede, nei prossimi 7 mesi, un risparmio complessivo dei consumi di energia elettrica pari a 556,7 milioni di kilowattora. In termini di costi la stima del risparmio economico relativo all’ora legale per il 2014 è pari a circa 92,6 milioni di euro. Dalla homepage del sito Terna, www.terna.it , è visibile la ‘curva di carico’, che rappresenta l’andamento del consumo di energia elettrica in Italia in tempo reale.
Torna l’ora legale. Per sette mesi, fino alla notte tra il 25 ed il 26 ottobre le lancette resteranno spostate di un’ora in avanti con un risparmio di consumi di energia elettrica pari a 556,7 milioni di kilowattora.
“Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, prevede – si legge in una nota della società -, nei prossimi 7 mesi, un risparmio complessivo dei consumi di energia elettrica pari a 556,7 milioni di kilowattora. Si tratta – si legge – di una quantità di energia corrispondente al fabbisogno annuo medio di circa 200mila famiglie. In termini di costi, considerando che un kilowattora costa in media al cliente finale circa 16,6 centesimi di euro al netto delle imposte, la stima del risparmio economico relativo all’ora legale per il 2014 è pari a circa 92,6 milioni di euro. Dal 2004 al 2013 l’Italia – aggiunge il comunicato – ha risparmiato complessivamente circa 6,6 miliardi di kilowattora, corrispondenti a circa 950 milioni di euro di minor costo”.
“Nel periodo primavera-estate, il mese che segna il maggior risparmio energetico stimato è aprile, con 144,2 milioni di kilowattora (pari al 26% del totale). In autunno, invece, il primato va al mese di ottobre con 152,3 milioni di kilowattora risparmiati. Ciò è dovuto al fatto che aprile ha giornate più ‘corte’ in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, invece, poiché le giornate sono già più ‘lunghe’ rispetto ad aprile, l’effetto ‘ritardo’ nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.
Va inoltre ricordato – conclude la nota – che la maggiore richiesta di energia elettrica nei mesi estivi più caldi è dovuta all’utilizzo dei condizionatori d’aria, ed è quindi indipendente dall’ora legale, poichè legata esclusivamente a fattori climatici e di temperatura e non al maggior numero di ore di luce naturale. Dalla homepage del sito Terna, www.terna.it, è visibile la ‘curva di carico’, che rappresenta l’andamento del consumo di energia elettrica in Italia in tempo reale. L’ora solare verrà ripristinata nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2014″.
FONTE: Quotidiano.net | x |
Flavio Cattaneo, Parte il nuovo elettrodotto Terna  Terna, parte la nuova linea dell’alta tensione da 500 megawatt fra Trino Vercellese e Lacchiarella che renderà più fluido lo scorrimento della corrente elettrica francese riducendo la dispersione di energia elettrica e portando un beneficio stimato dell’ordine dei 60 milioni di euro l’anno sulle bollette elettriche di famiglie e imprese. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Elettrodotto realizzato in tempi record”.
Si “accende” una nuova linea di alta tensione, l’elettrodotto da 500 megawatt fra Trino Vercellese e la periferia sud di Milano che serve a rendere più fluido lo scorrere della corrente elettrica francese che s’ingolfa nel Piemonte orientale. Il beneficio stimato da Terna, la Spa dell’alta tensione, è dell’ordine dei 60 milioni di euro l’anno sulle bollette elettriche di famiglie e imprese. È meglio misurabile il beneficio in termini di paesaggio: la posa di quei 95 chilometri con pali di design fra le risaie vercellesi e della Lomellina ha significato togliere di mezzo 215 chilometri di vecchie linee sfiatate sostenute dalle centinaia di tralicci brutti, diventati inutili, che sottolineavano l’orizzonte della pianura.
La linea Trino-Lacchiarella ha avuto i collaudi nelle settimane scorse, è costata a Terna Rete Italia circa 300 milioni e, rispetto ai tempi infiniti che i “no” locali impongono a questo tipo di opere, il lavoro è durato un lampo, appena due anni e mezzo. Come se fossimo in Europa. La Spa guidata da Flavio Cattaneo ha esperienza di relazioni con sindaci e assessori di tutt’Italia: ne deriva un accordo con l’Anci, l’associazione dei Comuni. Cattaneo e il presidente dell’Anci, Piero Fassino (sindaco di Torino), firmeranno un’intesa che consentirà a Terna e ai municipi di condividere il tracciato delle future linee di alta tensione e i luoghi dove posare i tralicci, armonizzando i programmi elettrici con i piani regolatori e gli altri strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dei Comuni.
Qualche dettaglio sull’opera. L’elettrodotto attraversa tre province e 34 comuni e – come dicono gli ingegneri – “sbottiglia” il flusso di corrente a basso prezzo che arriva dalla Francia, evita di disperdere 220 milioni di chilowattora l’anno e rimette in marcia le centrali elettriche piemontesi e liguri, tenute spente per l’eccesso di corrente intasata nella rete del Nord-Ovest.
Per la posa hanno lavorato 500 addetti e 50 imprese. Ora dalla Francia entrano liberamente nelle zone di consumo dell’Alta Italia i 500 megawatt di corrente francese sbloccati anche dal rifacimento del collegamento alpino di Piossasco-Cornier, uno degli interventi previsti dagli Accordi di Nizza del 2007 tra Italia e Francia. L’intesa nizzarda prevede anche un nuovo elettrodotto con la Savoia”, in corso di costruzione nel tratto italiano.
Terna stima che le maggiori opere realizzate in questi anni (qualche esempio: il colossale cavo sottomarino Sapei tra Sardegna e Toscana o la Matera Santa Sofia nel Mezzogiorno) abbiano contribuito a ridurre i sovraccosti dovuti all’intasamento del mercato con un beneficio di 5,4 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per le opere principali già realizzate e 3,4 miliardi di costi minori per la migliore gestione dei flussi di energia, il cosiddetto dispacciamento.
Gli investimenti sulla rete – circa 8 miliardi di euro dal 2005 con la posa di 2.500 chilometri di nuova rete – hanno consentito di allineare quasi ovunque i prezzi della zone di mercato a quello medio nazionale, mitigando gli sbalzi di prezzo pagati alla Borsa elettrica. All’appello manca però ancora la linea Sorgente-Rizziconi per la Sicilia, dove non a caso ci sono ancora prezzi energetici pazzi (si veda l’articolo qui sotto), e fatica a procedere in Veneto il progetto Dolo-Camin tra Venezia e Padova.
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Flavio Cattaneo, Piazza Affari titolo Terna al massimo storico  Terna ha toccato il nuovo massimo storico a Piazza Affari dove ha chiuso a +0,89%, a 3,62 euro. L’AD di Terna, Flavio Cattaneo, ha commentato la performance del titolo: «Evidentemente siamo una società che interessa e piace. In termini di total shareholder return da sei anni siamo il miglior titolo d’Europa tra le utility». | x |
Flavio Cattaneo, risultati Trimestrale Terna dimostrano livello di eccellenza  Trimestrale Terna, i risultati superano le attese. Nei primi nove mesi dell’anno l’utile netto è salito a 411,6 milioni di euro e i ricavi a 1,401 miliardi di euro. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Questi risultati sono la dimostrazione del livello di eccellenza raggiunto dalla squadra di Terna. Terna prosegue con il Piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere e guarda sempre a tutte le opportunità per una crescita organica, non solo nelle attività tradizionali, ma anche in quelle non tradizionali, sia in Italia che all’estero”.
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Flavio Cattaneo, Terna confermata leader di sostenibilità  Terna leader di sostenibilità per il terzo anno consecutivo per gli Indici Stoxx Esg. La società è l’unica utility italiana presente nei tre indici di sostenibilità che compongono l’indice generale, tra 1.800 aziende quotate a livello mondiale. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Terna, una delle 104 aziende a livello mondiale, e unica utility italiana, che possono vantare l’inclusione in tutti e tre gli indici, a testimonianza della solidità del suo impegno e di un’eccellenza su tutti i fronti della sostenibilità”.
erna confermata leader di sostenibilità dagli indici Stoxx Esg
Unica utility italiana nei tre indici sostenibilità del generale
A pochi giorni dalle conferme negli indici di sostenibilità di Dow Jones, la sostenibilità di Terna ottiene un ulteriore riconoscimento dagli Stoxx Global ESG Leaders Indices. Per il terzo anno consecutivo – si legge in una nota della società – Terna è presente in questi indici realizzati dalla società Stoxx Limited che, sulla base delle performance di sostenibilità, selezionano 313 aziende tra i 1.800 titoli presenti nel paniere internazionale di partenza, lo Stoxx Global 1800 Index. Terna è una delle 104 aziende a livello mondiale – e unica utility italiana – che sono incluse in tutti e tre gli indici, a testimonianza della solidità del suo impegno e di un’eccellenza su tutti i fronti della sostenibilità.
FONTE: Il Mondo
Terna negli indici Stoxx Esg per la sostenibilità
Sulla base delle performance di sostenibilità, gli indici selezionano 313 aziende tra i 1.800 titoli presenti nel paniere internazionale di partenza, lo Stoxx Global 1800 Index – Terna è una delle 104 aziende a livello mondiale, e unica utility italiana, inserita in tutti e tre i listini.
Terna rientra per il terzo anno consecutivo negli Stoxx Global Esg Leaders Indices. Si tratta di indici realizzati dalla società Stoxx Limited che, sulla base delle performance di sostenibilità, selezionano 313 aziende tra i 1.800 titoli presenti nel paniere internazionale di partenza, lo Stoxx Global 1800 Index.
“Terna è una delle 104 aziende a livello mondiale, e unica utility italiana, che possono vantare l’inclusione in tutti e tre gli indici, a testimonianza – si legge in un comunicato dell’azienda – della solidità del suo impegno e di un’eccellenza su tutti i fronti della sostenibilità”.
Sono in totale cinque le aziende italiane in tutti e tre gli indici, mentre si riducono a nove (erano 13 nel 2011 e 10 nel 2012), compresa Terna, le aziende italiane incluse nello Stoxx Global Esg Leaders. A fine mattinata il titolo di Terna guadagna lo 0,3% a Piazza Affari.
FONTE: First Online
Terna: Confermata leader di sostenibilità dagli indici Stoxx Esg
La società è l’unica utility italiana presente nei tre indici di sostenibilità che compongono l’indice generale
A pochi giorni dalle conferme negli indici di sostenibilità di Dow Jones, la sostenibilità di Terna ottiene un ulteriore riconoscimento dagli STOXX Global ESG Leaders Indices. Per il terzo anno consecutivo infatti Terna è presente in questi indici realizzati dalla società STOXX Limited che, sulla base delle performance di sostenibilità, selezionano 313 aziende tra i 1.800 titoli presenti nel paniere internazionale di partenza, lo STOXX Global 1800 Index. Terna è una delle 104 aziende a livello mondiale – e unica utility italiana – che possono vantare l’inclusione in tutti e tre gli indici, a testimonianza della solidità del suo impegno e di un’eccellenza su tutti i fronti della sostenibilità. Sono in totale 5 le aziende italiane in tutti e tre gli indici mentre si riducono a 9 (erano 13 nel 2011 e 10 nel 2012), compresa Terna, le aziende italiane incluse nello STOXX Global ESG Leaders. Questi indici si caratterizzano per la trasparenza nei criteri di selezione, basati su indicatori suggeriti dall’EFFAS (European Federation of Financial Analysts Societies) e dalla DVFA (Society of Investment Professionals in Germany), e nei punteggi attribuiti dall’agenzia di rating Sustainalytics alle società esaminate. In particolare, per ottenere l’accesso o la conferma negli indici ESG Leaders, una società deve performare in almeno uno dei tre ambiti di analisi – ambientale, sociale e di governance – ed essere quindi inclusa nel relativo indice: lo STOXX Global Environmental Leaders, lo STOXX Global Social Leaders o lo STOXX Global ESG Governance Leaders. Oltre alla presenza negli STOXX ESG, Terna è nel Dow Jones Sustainability Indices e negli indici internazionali FTSE4Good (Global e Europe), Ecpi (Ethical Global, Euro, EMU), Msci (Global e Europe Sustainability), Aspi Eurozone, Ethibel (Excellence, Sustainability Europe) oltre che negli indici italiani Ftse Ecpi Italia SRI Benchmark e Italia SRI Leaders, gli unici elaborati a partire dalle sole società quotate alla Borsa Italiana.
FONTE: Il Velino | x |
Flavio Cattaneo, Terna confermata nel Dow Jones Sustainability Index  Terna, quinta conferma consecutiva nel prestigioso Dow Jones Sustainability Index e quarta doppia presenza nei panieri ”World” e ”Europe”: è questo il risultato della review annuale condotta dall’agenzia svizzera di rating di sostenibilità RobecoSAM. Questo riconoscimento conferma il costante impegno di Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, per una gestione sostenibile e costituisce per gli investitori un segnale della capacità di creazione di valore anche nel medio-lungo termine.
Terna: per quinto anno confermata al Dow Jones Sustainability Index
Quinta conferma consecutiva per Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, nel prestigioso Dow Jones Sustainability Index e quarta doppia presenza nei panieri ”World” e ”Europe”: è questo il risultato della review annuale condotta dall’agenzia svizzera di rating di sostenibilità RobecoSAM e on-line da questa mattina. La conferma di Terna in entrambi gli indici con punteggi tra i più elevati nel settore Electric Utilities – si legge in una nota – riconosce il costante impegno della Società per una gestione sostenibile e costituisce per gli investitori un segnale della capacità di creazione di valore anche nel medio-lungo termine.
Questo dato è confermato dalla crescita del numero di investitori attenti alle tematiche etiche, che oggi rappresentano il 12,6% del capitale di Terna. Quest’anno la selezione ha identificato 333 aziende su 2.500 nell’indice ”World” e 177 su 600 nell’indice Europe, di cui solo 13 italiane. L’analisi di RobecoSAM valuta nel dettaglio i sistemi aziendali di governo dei rischi e delle opportunità collegate agli impatti sociali e ambientali delle aziende. La severità dei criteri di valutazione ha determinato quest’anno l’esclusione dagli indici di 47 aziende precedentemente incluse. La composizione del più prestigioso indice borsistico internazionale di sostenibilità viene rivista una volta all’anno da RobecoSAM in base ai risultati dell’assessment che valuta la performance di sostenibilità delle imprese a maggiore capitalizzazione. Oltre alla presenza nel DJSI, Terna è inclusa negli indici internazionali FTSE4Good (Global e Europe), Axia (Ethical e CSR), ECPI (Ethical Global, Euro, EMU), MSCI (Global e Europe Sustainability), ASPI Eurozone, Ethibel (Excellence, Sustainability Europe), Vigeo (World e Europe) e negli indici italiani FTSE ECPI Italia SRI Benchmark e Italia SRI Leaders, elaborati a partire dalle sole società quotate alla Borsa Italiana.
FONTE: Asca
Terna confermata nel Dow Jones Sustainability Index
Quest’anno la selezione ha identificato 333 aziende su 2.500 nell’indice “World” e 177 su 600 nell’indice “Europe” (Terna è presente in entrambi), di cui solo 13 italiane – L’analisi di RobecoSAM valuta nel dettaglio i sistemi aziendali di governo dei rischi e delle opportunità collegate agli impatti sociali e ambientali delle aziende.
Quinto piazzamento consecutivo per Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, nel Dow Jones Sustainability Index. La conferma arriva dalla review annuale dell’agenzia svizzera di rating di sostenibilità RobecoSAM. Un risultato che “riconosce il costante impegno della società per una gestione sostenibile e costituisce per gli investitori un segnale della capacità di creazione di valore anche nel medio-lungo termine”, scrive l’azienda italiana.
Quest’anno la selezione ha identificato 333 aziende su 2.500 nell’indice “World” e 177 su 600 nell’indice “Europe” (Terna è presente in entrambi), di cui solo 13 italiane. L’analisi di RobecoSAM valuta nel dettaglio i sistemi aziendali di governo dei rischi e delle opportunità collegate agli impatti sociali e ambientali delle aziende.
Oltre alla presenza nel DJSI, Terna è inclusa negli indici internazionali FTSE4Good (Global e Europe), Axia (Ethical e CSR), ECPI (Ethical Global, Euro, EMU), MSCI (Global e Europe Sustainability), ASPI Eurozone, Ethibel (Excellence, Sustainability Europe), Vigeo (World e Europe) e negli indici italiani FTSE ECPI Italia SRI Benchmark e Italia SRI Leaders, elaborati a partire dalle sole società quotate alla Borsa Italiana.
FONTE: First Online | x |
Flavio Cattaneo, Terna Elettrodotto Francia eccellenza di ingegneria elettrica  Piossasco, Terna avvia i lavori per la costruzione del nuovo elettrodotto Piemonte-Savoia. L’opera rappresenterà la 23ma interconnessione con l’estero ma soprattutto il primo progetto al mondo per lunghezza del tracciato completamente interrato: 190 chilometri tra Piossasco e Grand’Ile. Flavio Cattaneo, AD di Terna: «Questa interconnessione con la Francia rappresenta un’eccellenza dell’ingegneria elettrica a livello mondiale e consentirà una riduzione importante dei costi e maggiore sicurezza ed efficienza nella trasmissione di energia con gli altri paesi». | x |
Flavio Cattaneo, Terna Macquarie confermato giudizio "Outperform”  Borsa, a Piazza Affari il titolo Terna torna sotto i riflettori grazie alla notizia che Macquarie ha alzato il target price a 4 euro dal precedente 3,6 euro. Flavio Cattaneo, AD di Terna, “Gli esperti confermano il giudizio Outperform”.
Apertura in moderato ribasso per Piazza Affari, dove l’attenzione è concentrata soprattutto su Luxottica, Beghelli, Bpm e Telecom. Ecco i principali possibili movimenti attesi. Trevi. Il titolo potrebbe reagire alla notizia che la società si è aggiudicata nuove commesse in diversi Paesi per un valore complessivo di 120 milioni di dollari. In particolare, Trevi eseguirà opere civili e di fondazioni speciali di progetti infrastrutturali in Africa Occidentale e in Asia per 50 milioni di dollari. Inoltre, si è aggiunto il contratto siglato dalla controllata statunitense Treviicos, che ha vinto una serie di commesse per lavori di fondazioni speciali a New Orleans, Florida, Washington e Boston per 45 milioni di dollari. Infine, in Medio Oriente la società ha vinto alcune commesse dal valore di 25 milioni di dollari, riguardanti il consolidamento del terreno per opere di fondazioni speciali per la realizzazione di nuovi edifici ad uso commerciale e residenziale.
Safilo Il titolo potrebbe risentire della decisione di Deutsche Bank di abbassare il rating a hold dal precedente buy. Maire Tecnimont Il titolo potrebbe muoversi in scia all’annuncio che la controllata Tecnimont ha firmato accordi relativi allo sviluppo di attività di ingegneria per due impianti di fertilizzanti situati nella Federazione Russa, nonché un accordo per la negoziazione diretta del contratto EPC per uno dei due impianti. “Entrambi gli impianti sono di proprietà di EuroChem Mineral and Chemical Company, una delle principali società agrochimiche internazionali, che produce principalmente fertilizzanti a base di azoto e fosfato, oltre che prodotti organici sintetici e minerali di ferro, con attività che spaziano da quelle minerarie e di estrazione del gas naturale, fino alla produzione di fertilizzanti, logistica e distribuzione” si legge in un comunicato. Il valore complessivo delle attività di ingegneria già esecutive ad oggi è pari a circa 30 milioni di euro.
I progetti, recita la nota, saranno realizzati da Tecnimont in associazione con Chemoproject Nitrogen, società della Repubblica Ceca, che agirà in qualità di subcontractor. Intanto, però, Banca Akros ha abbassato il rating a hold dal precedente accumulate. Telecom Italia Il titolo potrebbe salire a Piazza Affari dopo la promozione di Equita sin, che ha alzato la raccomandazione sulla società a buy. Luxottica Il titolo potrebbe muoversi sul listino di milano in scia alla notizia che Deutsche Bank ha upgradato la società da hold a buy, con un salto in avanti del target price da 35,5 a 45,50 euro. La revisione fa parte di una più ampia view relativa al comparto del lusso internazionale.
Terna, AD Flavio Cattaneo Il titolo potrebbe tornare sotto i riflettori grazie alla notizia che Macquarie ha alzato il target price a 4 euro dal precedente 3,6 euro. Mediaset La società potrebbe beneficiare in Borsa della notizia che Citigroup ha alzato il target price a 2,7 euro dal precedente 2 euro. Beghelli Il titolo potrebbe beneficiare dell’annuncio del perfezionament dell’accordo di riscadenziamento del debito finanziario con le banche. L’intesa, che è stata sottoscritta lo scorso 20 dicembre, si basa sul piano finanziario e industriale per il periodo 2013-2017 del gruppo ed è “finalizzata al miglioramento del livello di competitività del gruppo e al raggiungimento della sostenibilità del business anche attraverso un processo di riorganizzazione dell’impresa in tempi relativamente brevi”, si legge nella nota. Beghelli ha fatto sapere, inoltre, che “nel piano sono state previste alcune operazioni straordinarie di dismissione di asset immobiliari non strategici, in particolare in relazione agli immobili di Brno e Crespellano”. Bpm Il titolo resta nel mirino, in attesa della nomina dell’ad. Secondo alcune fonti, in serata il consiglio di sorveglianza della banca dovrebbe sciogliere la riserva, dopo che c’è stato un serrato confronto tra il presidente del consiglio di sorveglianza, Piero Giarda, e il candidato alla carica di consigliere delegato, Giuseppe Castagna. Finmeccanica Il titolo resta sotto i riflettori, dopo le notizie dei lead manager che hanno riferito che la società ha completato oggi la riapertura del bond gennaio 2021 per l’importo di 250 milioni di euro, con un rendimento finale di 300 punti base sopra il tasso midswap. La riapertura, dicono, è stata prezzata a reoffer 99,564 (un prezzo superiore a quello dell’emissione deloo scorso novembre), per un rendimento finale del 4,57%.
FONTE: Trader Link | x |
Flavio Cattaneo, Terna parte il nuovo elettrodotto che collegherà Sicilia e Calabria  Terna, in corso di realizzazione il nuovo elettrodotto, un ponte nascosto che avvicinerà Sicilia e Calabria. Si tratta del più lungo cavo sottomarino al mondo, che consentirà di abbassare il costo dell’energia elettrica in Sicilia, con un risparmio complessivo stimato di oltre 600 milioni di euro. L’elettrodotto, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello tra i progetti intrapresi da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, permetterà, inoltre, di evitare emissioni di C02 in atmosfera per 670 mila tonnellate annue.
Neppure Ulisse è riuscito a domare l’ira funesta di Scilla e Cariddi, gli orribili mostri mitologici che terrorizzavano i marinai di passaggio per lo Stretto di Messina. Di certo non gli mancavano ne il coraggio ne l’astuzia, ma forse non aveva a disposizione gli studi ingegneristici e le dotazioni tecnologiche che oggi hanno permesso di realizzare una delle opere infrastrutturali più monumentali, visionarie e innovative mai concepite in ambito energetico. Già, perché mentre le impetuose correnti che agitano il mondo politico non sono mai riuscite a trovare un punto di accordo per un Ponte sopra lo Stretto, il Gruppo Terna – primo gestore di rete indipendente in Europa e sesto nel mondo – sta realizzando un Ponte (elettrico) sotto lo Stretto di Messina, che unirà la Sicilia e la Calabria, collegando tra loro le province di Messina e Reggio Calabria.
In corso di realizzazione, l’elettrodotto rappresenta sicuramente uno dei fiori all’occhiello tra i progetti intrapresi da Terna, che oggi gestisce oltre 63.000 km di linee in alta tensione su tutto il territorio nazionale.
Fondata nel 1999, nel 2004 si quota a Piazza Affari e l’anno successivo, con l’unificazione tra proprietà e gestione della rete di trasmissione, nasce Tema Rete Elettrica Nazionale SpA; da quel momento i risultati della società guidata da Flavio Cattaneo sono sempre stati in crescita fino a raggiungere, nel 2012, la cifra record di 1.235 milioni di euro di investimenti.
«Una volta ultimato, il nuovo elettrodotto raggiungerà una lunghezza complessiva di 105 chilometri», ci racconta Maria Rosaria Guarniere, ingegnere elettrotecnico responsabile della Funzione Realizzazione della Direzione Ingegneria di Terna Rete Italia. È lei che sovrintende un enorme cantiere dislocato su più sedi che, tra terraferma, mare e antri delle montagne, impiega mediamente ogni giorno 160 addetti e una punta massima di 90 ditte: «Si tratta di un investimento totale che supera i tre miliardi di euro e di una sfida che riguarda un’area fortemente critica per fenomeni sismici e per dissesti idro-geologici, sottoposta anche a precisi vincoli paesaggistici e ambientali, ma che si prefigge di raggiungere obiettivi di primaria importanza; innanzitutto rafforzare il collegamento elettrico tra la Sicilia e il continente attraverso una doppia tema di linee (cioè da sei cavi, mentre attualmente è garantito da un solo cavo a 380 kV, ndr), una sorta di autostrada elettrica a tre corsie, fondamentale non solo per mettere in sicurezza l’isola ed evitare disservizi sempre più frequenti (dovuti all’età avanzata delle strutture esistenti e a un considerevole aumento dei consumi), ma anche per abbassare il costo dell’energia elettrica in Sicilia, con un risparmio complessivo stimato di oltre 600 milioni di euro all’anno destinato ad alleggerire le bollette di tutti gli italiani».
Il ponte elettrico dello Stretto di Messina riveste una rilevanza decisiva anche in relazione alla strategica collocazione geografica della nostra penisola, che rappresenta una corsia preferenziale per il collegamento tra le reti del Nord-Africa e quelle dell’Europa centrale. Il cantiere “multiplo” è partito nell’estate del 2011 e la chiusura è prevista entro la fine del 2015; fra tratte aeree, terrestri e marine, intervallate dalle quattro stazioni elettriche (presenti a Sorgente e Villafranca in Sicilia, a Scilla e Rizziconi in Calabria), l’elettrodotto vanta già diversi record mondiali che sono ovviamente il vanto dell’ingegner Guarniere: «Abbiamo posato il più lungo cavo sottomarino a corrente alternata al mondo (38 chilometri, che raggiunge i 370 metri sotto il livello del mare), realizzato il più profondo pozzo verticale per cavi ad altissima tensione (300 metri, con un diametro di 7 metri) e il più lungo tunnel orizzonta le sempre per cavi ad altissima tensione (scavato per 2,8 km sotto una montagna, a una profondità di 600 metri e con una pendenza del 10%)».
Logo TernaOptimized Con la realizzazione del nuovo elettrodotto è stato raggiunto anche il più alto livello di tensione in Europa per una stazione elettrica a corrente alternata: 550 kV, un traguardo che ha però comportato l’adozione di soluzioni straordinarie dal punto di vista operativo e della gestione della sicurezza. «All’interno delle stazioni intermedie, dove arrivano e ripartono i cavi con le linee portanti dell’impianto», ci spiega l’ingegner Massimo Rebolini, responsabile della Funzione Sviluppo Tecnologie nella Direzione Ingegneria e Sviluppo Rete di Terna Rete Italia, «si trovano i cosiddetti “blindati” realizzati da Siemens, il cuore e il cervello dell’intero elettrodotto; qui sono alloggiati tutti gli strumenti di governo di qualsiasi possibile anomalia dell’apparato, come gli organi di interruzione (da attivare per esempio in caso di corto circuito), di sezionamento (per escludere temporaneamente alcune sezioni dell’impianto), di misurazione dell’energia e di tutti i parametri di tensione e corrente che circolano in questo ambito, il tutto gestibile a livello centrale tramite controllo remoto. Si tratta di una soluzione studiata ad hoc, con tecnologia allo stato dell’arte che ha portato al massimo rendimento in spazi ridotti di quattro volte rispetto alle dimensioni standard di stazioni elettriche come queste, peraltro progettate per resistere a un terremoto del 7° grado della Scala Richter. Come dire, tra gli edifici più sicuri al mondo…».
Ma è sul fronte dell’impatto ambientale che Rebolini – autore anche dei rilevamenti tecnici e degli studi di fattibilità dell’intero progetto – ci tiene a sottolineare gli ulteriori sforzi compiuti da Terna: «A fronte della realizzazione di 82 chilometri di nuovi elettrodotti, nelle province di Messina e Reggio Calabria verranno interrati 67 chilometri e demoliti 170 di vecchie linee elettriche, ma anche liberati dal vincolo di servitù 264 ettari di territorio (pari a 350 campi da calcio). Il nuovo impianto consentirà inoltre di evitare emissioni di C02 in atmosfera per 670 mila tonnellate annue e di risparmiare 10.000 metri quadri di territorio grazie all’impiego (per 20 km del tratto aereo) degli innovativi tralicci “monostelo”, che hanno un impatto visivo ridotto e un ingombro al suolo mediamente inferiore di 15 volte rispetto a quello dei piloni tradizionali tronco-piramidali».
E chissà mai che Terna non riesca in futuro a rendere convertibile anche l’energia sprigionata dalle indomabili furie di Scilla e Cariddi…
FONTE: Terna | x |
Flavio Cattaneo, Terna tra i “primatisti europei” (Proud to be italian)  “Proud to be italian. Alla scoperta delle aziende eccellenti che il mondo ci invidia” è l’evento realizzato in collaborazione tra Siemens e Sette sul tema delle eccellenze italiane presenti a diverse latitudini sul territorio nazionale. Tra queste spicca Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, primatista europea per il “ponte elettrico sullo stretto” che collega Calabria e Sicilia per la trasmissione di energia.
L’eccellenza italiana esiste ed è presente a diverse latitudini sul territorio nazionale. Questo è il tema dell’evento “Proud to be italian. Alla scoperta delle aziende eccellenti che il mondo ci invidia” che si è svolto alla Sala Buzzati del Corriere della Sera realizzato in collaborazione tra Siemens e Sette. L’appuntamento è stata un’occasione per discutere della competitività delle aziende italiane, confermata da riconoscimenti concreti che vengono dal mercato nazionale e internazionale.
Il progetto “Proud to be Italian” nasce proprio per parlare di quest’Italia, a volte nascosta e dimenticata, fatta di storie di eccellenza collegate da un filo comune, quello delle competitività. Di qui la partenza di questo percorso virtuoso, alla scoperta di realtà che il mondo ci invidia, in luoghi spesso insospettabili.
Così tra i “primatisti europei” c’è anche Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo e il suo “ponte elettrico sullo stretto”, che collega Calabria e Sicilia per la trasmissione di energia. Mentre per alcuni avanzatissimi sistemi di diagnosi figura un Istituto Sanitario di Napoli, mentre la flotta di bus ecologici in servizio in una città Smart come Vienna è stata realizzata e fornita da un costruttore umbro, così come un modernissimo produttore di cioccolato lombardo – che presidia l’intera filiera dalla raccolta delle fave di cacao alla produzione finale – fornisce le più note catene di distribuzione, comprese quelle britanniche.
FONTE: Terna | x |
Flavio Cattaneo, Terna, Moody's migliora l'outlook  Moody’s l’agenzia di rating americana, promuove le società italiane, migliorandone l’outlook e confermandone i rating. Tra i gruppi che beneficiano della revisione dell’outlook sul merito di credito dell’Italia anche Terna, la società guidata dall’AD Flavio Cattaneo. Gli esperti hanno, inoltre, confermato a “Baa1” il rating sul debito a lungo termine di Terna, azienda tra gli emittenti non speculativi.
*** Moody’s promuove le società italiane, migliorato outlook anche su Intesa Sanpaolo e Unicredit Molte le aziende e i gruppi italiani che hanno beneficiato della mossa di Moody’s. L’agenzia di rating ha migliorato l’outlook su banche, assicurazioni, aziende, città e regioni italiane, confermandone i rating, a seguito della “stabilizzazione del merito di credito” dell’Italia presa lo scorso 14 febbraio, con il miglioramento delle prospettive sul rating Baa2 del debito sovrano del Paese.
Gli esperti hanno alzato l’outlook da negativo a stabile su Acea, Compagnia Valdostana delle Acque, Snam e Terna. Prospettive migliorate a stabile da negativo anche su Cassa depositi e prestiti, Assicurazioni Generali, UnipolSai Assicurazioni, Unipol Gruppo Finanziario, Allianz, Poste Italiane, Atlantia e altre sei banche: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Imi, CariFirenze, Cariparma e UniCredit Leasing.
Moody’s ha alzato le prospettive anche su 19 tra città, province e regioni italiane, confermandone il rating. Eccezion fatta per Napoli e la regione Molise i cui outlook restano negativi: ad incidere le incertezze sui bilanci regionali e della sanità per il Molise e per Napoli la “persistente” incertezza sul futuro anche alla luce dei dubbi della Corte dei Conti sul piano del Comune.
FONTE: Finanza.com
*** Terna, Moody’s migliora l’outlook
L’agenzia Moody’s ha migliorato le prospettive sul rating di Terna, portandole da “Negative” a “Stabili”, in seguito alla stessa indicazione fornita sul debito sovrano della Repubblica Italiana. Gli esperti hanno confermato a “Baa1” il rating sul debito a lungo termine di Terna, che conferma l’azienda tra gli emittenti non speculativi.
FONTE: Soldi Online
*** Moody’s rivede outlook Generali, utility
Prospettive rating da negative a stabili in scia a Italia
Tra i gruppi che beneficiano della revisione da ‘negativo’ a ‘stabile’ dell’outlook (prospettive) sul merito di credito dell’Italia ci sono anche il gruppo assicurativo Generali e le utilities Snam, Terna, Acea e Cva (Compagnia Valdostana delle Acque). E’ quanto comunica l’agenzia di rating americana.
FONTE: Ansa | x |
Flavio Cattaneo, Terna, nuova linea elettrica Trino-Lacchiarella al collaudo  Trino-Lacchiarella, sono iniziate le prove di collaudo per la nuova linea elettrica che collega il Piemonte e la Lombardia. L’opera, realizzata da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, consentirà di eliminare i "colli di bottiglia" risolvendo la congestione presente nella zona nord della rete. La nuova linea, inoltre, permetterà di ridurre le emissioni di anidride carbonica per 150mila tonnellate l'anno e prevedrà la demolizione di 215 chilometri di linee aeree vecchie e obsolete che saranno soppiantate da sostegni altamente tecnologici.
Inizieranno le prove di collaudo per la nuova linea elettrica, targata Terna, che collega il Piemonte e la Lombardia. E, se non ci saranno intoppi, a febbraio l'elettrodotto da 380 kilovolt (kV), lungo 95 chilometri, che si snoda tra Trino (Vercelli) e Lacchiarella (Milano), entrerà definitivamente in funzione. Con consistenti economie per il territorio a fronte dei 300 milioni di investimento sostenuti dal gruppo guidato da Flavio Cattaneo: minori costi per 50 milioni di euro l'anno a beneficio di cittadini e imprese. Senza contare i riflessi positivi per il sistema elettrico dell'area nord-occidentale del paese visto che la nuova linea consentirà di eliminare i "colli di bottiglia" risolvendo la congestione presente nella zona nord della rete (con il conseguente utilizzo di 500 megawatt di potenza più efficiente da convogliare verso i centri di consumo lombardi) e riducendo le perdite di rete per 220 milioni di chilowattora l'anno. All'infrastruttura - che, data la sua rilevanza strategica sia a livello nazionale che interregionale, fu inclusa all'interno del piano di sviluppo della rete elettrica nazionale del 2008 approvato dal ministero dello Sviluppo economico l'11 dicembre di quell'anno - sono poi associati anche evidenti benefici ambientali: la linea, infatti, permetterà di ridurre le emissioni di anidride carbonica per 150mila tonnellate l'anno (in pratica, l'equivalente di quanto immesso in atmosfera da circa 20mila automobili di media cilindrata) e soprattutto ha portato alla demolizione di 215 chilometri di linee aeree vecchie e obsolete che saranno soppiantate da sostegni altamente tecnologici. Per la Trino-Lacchiarella, Terna ha infatti usato per l'80% del tracciato i pali tubolari monostelo con ingombro assai ridotto rispetto ai tralici tradizionali. Per la prima volta si è fatto così ricorso alle nuove strutture "germoglio" che sono state progettate dall'architetto Hugh Dutton, vincitore del concorso lanciato da Terna nel 207 per coniugare insieme architettura, tecnologia e rispetto dell'ambiente. Il completamento dell'opera ha richiesto due anni e mezzo. Come detto, nel 2008 l'elettrodotto viene inserito nel piano di sviluppo e, a gennaio 2010, incassa il decreto di compatibilità ambientale da parte del ministero dell'Ambiente e del dicastero dei Beni culturali. Poi, tra luglio e agosto dello stesso anno, arrivano gli ok del territorio - la linea, va ricordato, insiste su 3 province, 34 comuni e 3 enti parco - con il rilascio delle intese da parte di Piemonte e Lombardia e, a novembre, il Mise firma il decreto di autorizzazione e trasmette il provvedimento all'Ambiente. Di lì a poco, è il gennaio 2011, partono i cantieri per il nuovo elettrodotto cruciale per l'area nord-occidentale della penisola. Dove, nel corso degli ultimi anni, si è assistito a un notevole aumento della produzione di energia elettrica e, nel contempo, a una significativa crescita del fabbisogno delle due regioni, con un conseguente incremento dei consumi. Il mutato scenario ha quindi determinato un forte aumento dei flussi di potenza sulle vecchie linee elettriche a 380 kilovolt "Rondissone-Turbigo" e "Trino-Castelnuovo" provocando una strozzatura della rete e rendendo necessario il cambio di passo.
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Flavio Cattaneo, trimestrale Terna, buoni risultati, conti battono attese  Terna, risultati positivi per la trimestrale, nei primi nove mesi del 2013 l’utile netto è cresciuto a 411,6 milioni, i ricavi a 1,401 miliardi e l’ebitda a 1,133 miliardi. Flavio Cattaneo, “Bisogna lavorare ancora molto anche per dare un contributo alla ripresa economica del Paese, perciò Terna prosegue con il piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere e guarda sempre a tutte le opportunità per una crescita organica, non solo nelle attività tradizionali, ma anche in quelle non tradizionali, sia in Italia sia all’estero”.
Buoni risultati in una congiuntura non favorevole. Così l’ad di Terna, Flavio Cattaneo, ha commentato i conti pubblicati che hanno battuto le stime del consenso. Nel terzo trimestre dell’anno l’utile netto è cresciuto del 10,7% a 147,9 milioni (133,6 milioni nello stesso periodo del 2012) rispetto ai 135 milioni previsti. Bene anche i ricavi, che grazie all’effetto del maggior corrispettivo di utilizzo rete sono saliti del 9,1% a 482,4 milioni (472 milioni il consenso), e i margini: l’ebitda si è attestato a 400,8 milioni (+11,3%) rispetto ai 389 milioni del consenso.
Per quanto riguarda, invece, i primi nove mesi dell’anno, Terna ha registrato un utile netto a 411,6 milioni, in miglioramento del 15,8% rispetto ai 355,5 milioni di euro dell’analogo periodo del 2012. I ricavi sono saliti del 7,9% a 1,401 miliardi, riferibili per 1,242 miliardi al corrispettivo di trasmissione (+106,7 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2012). L’ebitda ha mostrato un incremento del 10,1% a 1,133 miliardi.
Gli investimenti complessivi nel periodo sono risultati in flessione a 758 milioni rispetto ai 778,4 milioni (-2,6%) di un anno fa “sostanzialmente per effetto della differente dinamica degli stessi nei due esercizi considerati e alle significative attività svolte sulla Sorgente-Rizziconi nel corso del 2012″, ha spiegato la stessa Terna. Nonostante il calo degli investimenti, l’indebitamento finanziario netto è cresciuto a 6,340 miliardi dai 5,855 miliardi registrato alla fine dello scorso esercizio.
Il cda di Terna ha anche deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo ordinario dell’esercizio 2013 di 7 centesimi di euro per azione, in linea con la politica dei dividendi annunciata lo scorso 6 febbraio 2013. L’acconto sul dividendo verrà posto in pagamento a decorrere dal 21 novembre 2013.
“Bisogna lavorare ancora molto”, ha aggiunto Cattaneo, “anche per dare un contributo alla ripresa economica del Paese, perciò Terna prosegue con il piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere e guarda sempre a tutte le opportunità per una crescita organica, non solo nelle attività tradizionali, ma anche in quelle non tradizionali, sia in Italia sia all’estero”.
A Piazza Affari il titolo, in linea al calo del Ftse Mib, cede il 2,32% a 3,614 euro. Prima dell’uscita dei conti questa mattina Equita ha ribadito il rating hold e il target price a 3,6 euro sull’azione, come Banca Imi (target price a 3,43 euro), mentre Kepler Cheuvreux e Mediobanca securities continuano a puntare (buy e outperform con prezzi obiettivo a 3,64 euro e a 3,90 euro), ritenendo che il vero focus sia sullo sviluppo delle attività non tradizionali così come sull’aggiornamento del piano industriale atteso a febbraio.
“Gli investimenti pari a circa 750 milioni danno credibilità all’obiettivo che l’azienda si è posto, ovvero raggiungere un livello di capex simile allo scorso anno a 1,1 miliardi”, si legge nella nota di Mediobanca Securities che apprezza anche la capacità della società di finanziarsi a prezzi altamente competitivi.
FONTE: Milano Finanza | x |
Flavio Cattaneo: Analisti confermano “Outperform” e alzano target price a 4 euro  Piazza Affari, Macquarie positiva su Terna, la società guidata dall’AD Flavio Cattaneo. Gli analisti confermano la raccomandazione “Outperform” e alzano il target price a 4 euro.
Giornata negativa per i bancari. In Europa spicca il pesante ribasso di Deutsche Bank: il colosso tedesco ha anticipato di aver chiuso il quarto trimestre del 2013 con una perdita ante imposte di 1,15 miliardi di euro, risultato che si confronta con le stime di utile di 628 milioni. La Popolare di Milano registra una flessione del 3,36% a 0,517 euro. Il consiglio di sorveglianza della banca ha proceduto alla nomina del consiglio di gestione della Banca per il triennio 2014/2016, nominando, quale presidente, Mario Anolli, e quali componenti, Giuseppe Castagna, Davide Croff, Paola De Martini e Giorgio Girelli. Inoltre, il consiglio di sorveglianza ha indicato Giuseppe Castagna quale consigliere delegato. Vendite anche sul Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca toscana registra una flessione dell’1,33% a 0,185 euro.
Telecom Italia registra un progresso dello 0,64% a 0,8635 euro. Gli analisti di Equita sim hanno alzato da 0,75 euro a 0,98 euro il prezzo obiettivo sulle azioni ordinarie della compagnia telefonica e hanno aumentato da 0,6 euro a 0,79 euro il target price sui titoli di risparmio (+0,45% a 0,6715 euro), in seguito al miglioramento dell’appeal speculativo sull’azienda. Gli esperti hanno anche migliorato il rating e ora consigliano l’acquisto delle due categorie di azioni.
Mediaset invariata a 3,828 euro. Citigroup ha alzato da 2,2 euro a 2,7 euro il prezzo obiettivo sul gruppo del Biscione. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di vendita delle azioni. …
Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, guadagna l’1% a 3,63 euro. Gli analisti di Macquarie hanno alzato da 3,6 euro a 4 euro il prezzo obiettivo sulla società. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).
A2A cede lo 0,12% a 0,8305 euro. Milano Finanza ha ricordato che nel 2014 l’azienda lombarda abbandonerà il modello di governance duale, per tornare a quello tradizionale. In questo modo la società dovrebbe accelerare sul piano di riduzione dell’indebitamento, che rappresenta l’obiettivo principale del management. Intanto, gli analisti di Jp Morgan hanno migliorato il giudizio su A2A, portandolo da “Underweight” (sottopesare) a “Neutrale”.
FONTE: Soldi online | x |
Flavio Cattaneo: Borsa il 2013 soddisfazioni per i “cani di razza”  Corriere Economia, in Borsa il 2013 è stato un anno ricco di soddisfazioni per i “cani di razza”. I titoli, selezionati in base al criterio dell’alto rendimento, hanno chiuso l’anno con una performance superiore rispetto a quella dell’indice Ftse Mib: +25,7% rispetto al -16,6% delle blue chip. Il rendimento medio delle cedole distribuite nell’anno appena concluso è stato del 4,7% ma la classifica vede 5 titoli con cedole superiori al 5% tra cui spicca Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo.
II 2013 è stato un anno da «cani» di razza. Per la Borsa di Milano la stagione appena conclusa è stata davvero ricca di soddisfazioni con un rialzo del 16,6%, seconda migliore piazze finanziaria d’Europa alle spalle di Madrid. Ma ancora meglio è andata ai fedeli seguaci della teoria dei dog (cani, appunto), i titoli selezionati in base al criterio dell’alto rendimento, che hanno chiuso il 2013 con una performance ben superiore rispetto a quella dell’indice Ftse Mib: +25,7% rispetto al -16,6% delle blue chip. Un passo avanti rispetto all’anno precedente quando i segugi dell’indice erano stati battuti dal listino principale di quasi 5 punti.
Formazione. Per il nuovo anno la muta presenta alcuni cambiamenti con l’uscita di scena di GTech. Mediaset e Parmalat che vengono sostituite da A2A, Saipem e Unipol Sai. La selezione dei dog avviene tra i titoli che presentano il valore più elevato nel rapporto tra l’ultimo dividendo distribuito e il prezzo di chiusura dell’anno borsistico. A Wall Street si utilizzano le società appartenenti all’indice Dow Jones (dog of the Dow), in Italia si pesca nell’Ftse Mib. Le azioni acquistate devono avere 1 tutte lo stesso peso in portafoglio, se si decidono di investire 100 mila euro ogni titolo avrà un controvalore di 10 mila, e vanno conservate senza interruzioni per 12 mesi. Statisticamente questa strategia tende a dare soddisfazioni agli investitori, soprattutto negli anni in cui le quotazioni dei listini non hanno brillano in modo particolare essendo un portafoglio composto principalmente da titoli di valore, con a crescita lenta ma costante. Limitando lo sguardo agli ultimi 10 anni i cani di Piazza Affari chiudono però con un risultato di sostanziale pareggio. Dal 2004 a oggi in 5 casi i campioni dell’alto rendimento hanno fatto meglio dell’indice mentre cumulando l’extra rendimento di ciascuna stagione il dato è leggermente negativo: – 1,3%. Tornando ai risultati del portafoglio made in Italy nel 2013, si nota come in un solo caso si sia registrata una performance negativa: Eni in calo del 4,6%. La società ha sofferto di riflesso le cattive notizie della controllata Saipem, colpita da scandali e risultati deludenti, e il debole andamento del prezzo del petrolio. A trascinare la muta è stata invece Mediaset balzata del 121,5% sia per ragioni di carattere speculativo che per i primi segnali di ripresa del mercato pubblicitario.
Record. Ma ci sono stati altri titoli in grado di superare la barriera del -20%: Parmalat, Terna e Gtech. Per la società di Collecchio si tratta di un addio visto che dallo scorso 23 dicembre non fa più parte dell’indice delle blue chip. Esce di scena anche Mediaset, che proprio a causa della forte performance ha visto crollare il rendimento della cedola. Ma la sfida continua ed e già pronta la lista di cani della muta 2014. Il rendimento medio delle cedole distribuite nell’anno appena concluso è stato del 4,7% ma la classifica vede 5 titoli con cedole superiori al 5%: Eni, Snam, Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, e STMicroelectronics. La società di semiconduttori partecipata dal ministero del Tesoro è anche una delle new entry insieme a Saipem e Unipol Sai. La neonata compagnia viene quindi subito messa alla prova dalla teoria dei cani. Le credenziali ci sono tutte considerato che nel corso dell’ultimo anno il titolo è salito del 101%. La strategia dei dog nasce negli Stati Uniti oltre 30 anni fa ed è molto seguita dagli investitori, anche professionali. Negli Usa le statistiche partono dal 1973, testimoniando, su base trentennale, un ritorno medio annuo del 17,7% mentre nello stesso periodo il Dow Jones è salito dell’11,9%. Anche i cani di razza statunitense nel 2013 hanno fallo meglio dell’indice Dow Jones. La squadra a stelle e strisce si e comportata bene guadagnando il 30,3% rispetto al 26,5% del Dow Jones Industrial.
FONTE: Terna | x |
Flavio Cattaneo: completata in tempi record demolizione tralicci Parco del Pollino  Sostenibilità ambientale, completata a tempo record la demolizione dei tralicci nel Parco del Pollino. La dismissione della linea è stata possibile grazie alla realizzazione di nuove infrastrutture, fondamentali per il sistema elettrico dell’area, ad opera di Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo. Complessivamente sono stati dismessi circa un centinaio di tralicci dell’alta tensione, eliminati 45 km di conduttori e recuperate 100 tonnellate di acciaio.
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Flavio Cattaneo: conclusa la linea elettrica tra Trino e Lacchiarella  Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha concluso prima di Natale la costruzione della linea elettrica tra Trino e Lacchiarella, un’opera innovativa e supertecnologica, che farà risparmiare 50 milioni l’anno a cittadini e imprese. L’opera permetterà, inoltre, di ridurre le emissioni di CO2 per 150.000 tonnellate l’anno e consentirà di demolire 215 km di linee aeree vecchie e obsolete, attualmente presenti sul territorio. | x |
Flavio Cattaneo: Esporteremo energia, Via all’elettrodotto italo-francese  Piossasco, via all’elettrodotto italo-francese. Inaugurata l’innovativa infrastruttura che permetterà di risparmiare sul costo dell’elettricità e che farà finalmente dell’Italia un Paese esportatore di energia. La realizzazione del cavo interrato a corrente continua più lungo del mondo, incrementerà l’interscambio energetico fra i due Paesi e consentirà all’Italia di ottimizzare le rinnovabili con un impatto ambientale minimo. L’Ad di Terna Flavio Cattaneo: “Diventeremo esportatori”.
Inaugurato a Piossasco, in Piemonte, il cantiere per realizzare il cavo interrato a corrente continua più lungo del mondo, che incrementerà l’interscambio energetico fra i due Paesi: la fine dei lavori (che sul versante francese inizieranno solo fra 6 mesi) è prevista nel 2019 e consentirà all’Italia di ottimizzare le rinnovabili ed esportare. Quasi 200 km di cavo interrato, con tecnologia d’avanguardia a corrente continua, che collegherà Italia e Francia senza il minimo impatto sull’ambiente e sul paesaggio ma con impatti più che positivi sul mercato dell’energia.
L’innovativa infrastruttura che col tempo permetterà di risparmiare sul costo dell’elettricità e che farà finalmente dell’Italia un Paese esportatore di energia e non solo importatore, è frutto della collaborazione tra Terna e la francese Rte, con la virtuosa partecipazione degli enti pubblici locali e il co-finanziamento della Commissione europea. Proprio sull’asse di territorio che vede ancora i cantieri dell’alta velocità ferroviaria contestati e di fatto fermi, il corridoio elettrico tra i due Paesi è invece già partito e diventerà nel 2019, anno della prevista conclusione dei lavori, il collegamento sotterraneo e invisibile più lungo del mondo, facendo dei due Paesi divisi dalle Alpi i rispettivi primi partner nell’interscambio energetico. “Ci saranno però voluti 12 anni per farlo”, ricorda Dominique Maillard, presidente della transalpina Reseau de Transport d’Electricité.
Ma i benefici sono molti di più dei punti d’ombra rilevati dal partner francese nel corso dell’inaugurazione di Piossasco, piccolo centro in provincia di Torino dove si può dire che tutto ebbe inizio, visto che grazie al suo cittadino più famoso, Alessandro Cruto, proprio qui fu utilizzata per la prima volta, il 16 maggio 1883, la lampadina elettrica ad incandescenza. Esattamente 130 anni dopo, un invisibile cavo che parte da Grand’Ile, in Savoia, e attraverso un lungo viaggio nascosto fra strade, ponti e gallerie (compresi i 13 km del traforo del Frejus) giunge in Piemonte, garantirà sostenibilità ecologica, risparmio energetico e creazione di posti di lavoro, nell’ottica di un mercato unico dell’energia europea che vede nella collaborazione Italia-Francia un importante passo, già sancito ai tempi delle presidenze di Prodi e Sarkozy con gli accordi bilaterali di Nizza del 2007. Il tutto grazie soprattutto a un forte investimento di Terna, società in piena salute che nel 2012 ha fatturato oltre 1,8 miliardi di euro con utili a 464 milioni, come sottolineato al “taglio del nastro” dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo: “Dalla sua nascita (nel 2004, ndr) Terna ha fatto investimenti per 8 miliardi, di cui 1,5 miliardi solo nel 2013, e con altri 7,9 miliardi già stanziati per i prossimi dieci anni”. Investimenti, come l’elettrodotto italo-francese denominato “Piemonte-Savoia”, che consentiranno al Paese di diventare negli anni sempre più esportatore e sempre meno importatore, come riconosciuto dallo stesso Maillard: “La nuova infrastruttura permetterà di ottimizzare le energie rinnovabili, sulle quali l’Italia è avanti, soprattutto grazie al fotovoltaico”. Energia che potrà dunque essere venduta alla Francia, specialmente nei periodi invernali, in cui il Paese transalpino non sempre riesce a soddisfare la propria domanda interna. Oltretutto sempre lo stesso presidente della società di trasporto elettrico francese ricorda che, verrebbe da dire una volta tanto, è l’Italia ad aver investito di più e ad essere più avanti nei lavori: “Mentre oggi a Piossasco si dà il via, in Francia inizieremo solo fra 6 mesi”.
FONTE: Terna | x |
Flavio Cattaneo: puntiamo far diventare Terna regina nel bacino del Mediterraneo  Nel corso dell’audizione alla commissione Industria, commercio e turismo del Senato, Flavio Cattaneo, AD di Terna, ha parlato dei piani d’investimento della società di distribuzione elettrica: ««L’ottimo posizionamento geografico italiano favorisce l’espansione della rete verso i paesi dell’est europeo e dei Balcani, del nord Africa, dell’Asia e verso il Medioriente, questo ci rafforza nei riguardi dell’Europa, puntiamo a far diventare Terna la regina nel bacino del Mediterraneo». Il valore dell’investimento degli azionisti di Terna è aumentato dal 2005 al 2012 del 220%.
«L’ottimo posizionamento geografico italiano favorisce l’espansione della rete verso i paesi dell’est europeo e dei Balcani, del nord Africa, dell’Asia e verso il Medioriente, questo ci rafforza nei riguardi dell’Europa perché non siamo solo un’entità nazionale ma puntiamo a far diventare Terna la regina nel bacino del Mediterraneo».
Lo ha detto Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna nel corso dell’audizione davanti alla commissione Industria, commercio e turismo del Senato, parlando dei piani d’investimento futuro della società di distribuzione elettrica. «Con molti Paesi siamo già connessi – ha ricordato Cattaneo – questo ci mette al sicuro dai rischi energetici connessi all’incertezza geo-politica, ma qualsiasi investimento di sola valenza politica se non c’é ritorno economico é destinato a fallire».
«La mission di sbottigliare tutto il sistema elettrico nazionale è stata realizzata, esclusa la Sicilia dove per evitare il collo di bottiglia stiamo stendendo un nuovo cavo, le congestioni e le emissioni di Co2 si sono sensibilmente ridotte e il costo Terna incide sulla bolletta per il 3 per cento, inferiore alla media Ue» ha chiarito Cattaneo.
Il valore dell’investimento degli azionisti, determinato dal prezzo della quotazione più il dividendo, è aumentato dal 2005 al 2012 del 220 per cento, con una redditività media in 9 anni del 25%, contro il 6% in Europa e il – 1 in Italia. Per quanto riguarda gli utili, 3 miliardi di euro sono derivati da attività regolamentate e 1,3 da non regolamentate. L’equilibrio di bilancio e il basso indebitamento «ci consente di investire notevolmente» ha sottolineato Cattaneo, quantificando in oltre 8 miliardi gli investimenti nel periodo di riferimento.
«La normativa sulle società quotate in borsa ci impedisce di fornire i dati sull’andamento dell’anno passato prima della chiusura e l’approvazione del bilancio ma posso dire che il 2013 è in crescita». Attualmente il 40% della proprietà Terna è in mano a investitori esteri.
Dal 2015 la Sicilia pagherà come il resto dell’Italia
Dal prossimo anno la Sicilia pagherà come il resto d’Italia; sarà all’interno del Pun per il prezzo di acquisto dell’energia elettrica. Lo ha detto l’amministratore delegato di Terna rispondendo in audizione in Commissione industria del Senato al problema dei prezzi dell’elettricità in Sicilia. Cattaneo, parlando del collegamento Sorgente-Rizziconi tra Sicilia e Calabria ha spiegato che «per la Sicilia abbiamo aspettato una decina di anni prima di avere le autorizzazioni, con situazioni spiacevoli. Adesso l’opera è quasi finita; ci sono 6 cavi e pensiamo che alla fine di quest’anno i primi saranno interconnessi». «Nella mia esperienza di 9 anni – ha tenuto a sottolineare – molte situazioni sono state risolte dopo molta fatica e determinazione».
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Flavio Cattaneo: Terna chiude il 2013 con ricavi in crescita del 5%  Terna chiude il bilancio 2013 con profitti cresciuti a 514 milioni di euro (+10,8%) e ricavi aumentati a 1,9 miliardi (+5%). Il gruppo, guidato dall’AD Flavio Cattaneo, prevede un piano strategico al 2018 da 3,6 miliardi di investimenti sulla rete e fino a 1,3 miliardi di impegno sulle attività non tradizionali. Per quanto riguarda le attività tradizionali l’81% degli investimenti sarà destinato allo sviluppo delle rete, mentre 200 milioni andranno alla realizzazione di sistemi di accumulo.
Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, chiude il 2013 con ricavi in crescita del 5% a 1.896 milioni di euro e presentando un piano industriale quinquiennale. Lo scorso anno i margini del gruppo sono aumentati del 6,5% a 1,48 miliardi, mentre utili è salito a 514 milioni (+10,8%): sulla scia di questi risultati il cda proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 20 centesimi di euro.
Intanto il gruppo è già proiettato al futuro con un piano strategico al 2018 che prevede 3,6 miliardi di investimenti sulla rete e fino a 1,3 miliardi di impegno sulle attività non tradizionali. Per quanto riguarda le attività tradizionali l’81% degli investimenti sarà destinato allo sviluppo delle rete, mentre 200 milioni andranno alla realizzazione di sistemi di accumulo: i due siti già in via di realizzazione in Campania avranno, infatti, una capacità di 12 MW ciascuno e a questi se ne aggiungerà un terzo (in via di autorizzazione), a completamento dei progetti previsti dal Piano di sviluppo, per una capacità complessiva di circa 35 MW.
I 3,6 miliardi previsti nel Piano strategico rientrano nei complessivi 8,1 mld del Piano di sviluppo 2014, che ha un orizzonte di medio-lungo termine e prevede 5,6 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni. Sulla rete sono stati investiti dal 2005 ad oggi circa 8 miliardi per realizzare 2.500 km di nuove linee e 89 nuove stazioni elettriche: questo sforzo – precisa una nota – ha già prodotto 5,4 miliardi di euro di minori costi per cittadini e imprese, cui si aggiungeranno i 9,7 miliardi di euro di risparmi delle future opere, per un totale di 15 miliardi di risparmi.
Per quanto riguarda le attività non tradizionali, l’impegno previsto dal Piano industriale è di 1,3 miliardi, di cui un potenziale di 900 milioni di euro in attività di sviluppo di impianti rinnovabili e di infrastrutture elettriche per terzi in Italia e all’estero, oltre all’interessamento ai Paesi del Sud America o ad altre opportunità derivanti dal potenziamento di reti. Oltre 400 milioni sono invece riferiti alle operazioni recentemente annunciate (interconnessione Italia-Francia). Il Piano consente di ridurre di 400 milioni l’incremento dell’indebitamento finanziario rispetto al precedente piano (600 milioni contro 1 mld): la struttura del capitale rimane quindi “solida” – prosegue la nota – e si prevede che il rapporto tra indebitamento netto e rab si manterrà inferiore al 60% in tutti gli anni del Piano.
FONTE: Repubblica | x |
Flavio Cattaneo: Terna e Anci avviano insieme un percorso di collaborazione  Sviluppo sostenibile delle infrastrutture elettriche, Terna e Anci hanno siglato un accordo di collaborazione. Obiettivo principale del Protocollo di Intesa, firmato da Flavio Cattaneo, AD di Terna, e Piero Fassino, Presidente Anci, è condividere la localizzazione delle opere elettriche sul territorio italiano attraverso una sempre maggiore armonizzazione fra gli interventi di sviluppo di Terna e gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale dei Comuni. L’impegno di Terna, sia sul dispacciamento, sia sulla rete dal 2005 ad oggi, ha prodotto 5,4 miliardi di euro di risparmi per cittadini e imprese. | x |
Flavio Cattaneo: Terna, Trino - Lacchiarella al collaudo  Infrastrutture, Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, inizia il collaudo della nuova linea elettrica Trino-Lacchiarella che collega il Piemonte e la Lombardia. Grazie a quest’opera si potranno ottenere consistenti economie per il territorio, a fronte di un investimento di 300 milioni di euro. La nuova linea consentirà di eliminare i “colli di bottiglia” risolvendo la congestione presente nella zona nord della rete. All’infrastruttura sono, inoltre, associati anche evidenti benefici ambientali: la linea permetterà di ridurre le emissioni di anidride carbonica per 150 mila tonnellate l’anno.
“Inizieranno le prove di collaudo per la nuova linea elettrica, targata Terna che collega il Piemonte e la Lombardia. E, se non ci saranno intoppi, a febbraio l’elettrodotto da 380 kilovolt (kV), lungo 95 chilometri, che si snoda tra Trino (Vercelli) e Lacchiarella (Milano), entrerà definitivamente in funzione. Con consistenti economie per il territorio a fronte dei 300 milioni di investimento sostenuti dal gruppo guidato da Flavio Cattaneo: minori costi per 50 milioni di euro l’anno a beneficio di cittadini e imprese.
Senza contare i riflessi positivi per il sistema elettrico dell’area nord-occidentale del paese visto che la nuova linea consentirà di eliminare i “colli di bottiglia” risolvendo la congestione presente nella zona nord della rete (con il conseguente utilizzo di 500 megawatt di potenza più efficiente da convogliare verso i centri di consumo lombardi) e riducendo le perdite di rete per 220 milioni di chilowattora l’anno.
All’infrastruttura – che, data la sua rilevanza strategica sia a livello nazionale che interregionale, fu inclusa all’interno del piano di sviluppo della rete elettrica nazionale del 2008 approvato dal ministero dello Sviluppo economico l’11 dicembre di quell’anno – sono poi associati anche evidenti benefici ambientali: la linea, infatti, permetterà di ridurre le emissioni di anidride carbonica per 150 mila tonnellate l’anno (in pratica, l’equivalente di quanto immesso in atmosfera da circa 20mila automobili di media cilindrata) e soprattutto ha portato alla demolizione di 215 chilometri di linee aeree vecchie e obsolete che saranno soppiantate da sostegni altamente tecnologici.
Per la Trino Lacchiarella, Terna ha infatti usato per l’8o% del tracciato i pali tubolari monostelo con ingombro assai ridotto rispetto ai tralicci tradizionali. Per la prima volta si è fatto cosi ricorso alle nuove strutture “germoglio” che sono state progettate dall’architetto Hugh Dutton, vincitore del concorso lanciato da Terna nel 2007 per coniugare insieme architettura, tecnologia e rispetto dell’ambiente.
Il completamento dell’opera ha richiesto due anni e mezzo. Come detto, nel 2008 l’elettrodotto viene inserito nel piano di sviluppo e, a gennaio 2010, incassa il decreto di compatibilità ambientale da parte del ministero dell’Ambiente e del dicastero dei Beni culturali.
Poi, tra luglio e agosto dello stesso anno, arrivano gli ok del territorio – la linea, va ricordato, insiste su 3 province, 34 comuni e 3 enti parco con il rilascio delle intese da parte di Piemonte e Lombardia e, a novembre, il Mise firma il decreto di autorizzazione e trasmette il provvedimento all’Ambiente.
Di lì a poco, è il gennaio 2011, partono i cantieri per il nuovo elettrodotto cruciale per l’area nord occidentale della penisola. Dove, nel corso degli ultimi anni, si è assistito a un notevole aumento della produzione di energia elettrica e, nel contempo, a una significativa crescita del fabbisogno delle due regioni, con un conseguente incremento dei consumi.
Il mutato scenario ha quindi determinato un forte aumento dei flussi di potenza sulle vecchie linee elettriche a 380 kilovolt “Rondissone – Turbigo” e “Trino – Castelnuovo” provocando una strozzatura della rete e rendendo necessario il cambio di passo.”
FONTE: Terna | x |
Fotovoltaico italiano, Global Solar Fund pronti a investire nelle rinnovabili  Fotovoltaico Puglia, Global Solar Fund, il fondo opera nel settore del fotovoltaico italiano, riparte dalla trasparenza annunciando un’attività di verifica e di riqualificazione degli asset di proprietà. E’ tempo di voltare pagina e di superare le difficoltà per poter tornare ad investire in Italia dopo aver recuperato la credibilità necessaria. GSF è il secondo operatore in Italia per potenza installata nel fotovoltaico, con 140 MW di impianti fotovoltaici in Puglia e in Campania. | x |
Gaetano Zoccatelli Cev a Conco Energia elettrica gratis  L’amministrazione, attraverso l’impianto fotovoltaico del Consorzio CEV, diretto da Gaetano Zoccatelli, produce energia gratis per gli edifici pubblici. L’iniziativa permette di ottenere un risparmio di circa 22mila euro all’anno sulle bollette comunali dell’energia elettrica. | x |
Gaetano Zoccatelli, premio “MF Innovazione” conferito nel 2014 a Global Power  Presieduta da Gaetano Zoccatelli, Global Power è leader nella fornitura di gas ed energia ad aziende, Enti e Amministrazioni Pubbliche. Al centro della mission aziendale l’attenzione a tutti gli aspetti green nell’ambito della produzione e della fornitura di energia. Global Power produce energia green nelle proprie 12 centrali idroelettriche.
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Giuseppe Tammaro Global Solar Fund Nuova Gestione Per Investimenti Cinesi  Global Solar Fund – il fondo che controlla attraverso società italiane ad esso riconducibili e che gestisce attraverso la Suntech Power Engineering Italy e la Global Solar Fund Engineering Italy 180 parchi fotovoltaici in Italia (prevalentemente ubicati in Puglia) – cambia assetti, organizzazione e management. A rilanciare l’Azienda, colosso del fotovoltaico e secondo operatore italiano nell’energia solare, Giuseppe Tammaro, manager con esperienza nel settore finanziario, bancario e dell’automotive.
A rilanciare Global Solar Fund, Giuseppe Tammaro, manager di grande esperienza nel settore finanziario e nel mondo automobilistico, chiamato dagli azionisti cinesi della Suntech a gestire una complessa fase di ricostruzione e di rilancio aziendale.
La mission di Tammaro è quella di valorizzare gli asset aziendali e di rilanciare, entro qualche anno, il business dell’energia rinnovabile in Italia, attraendo nuovi capitali dall’estero.
Giuseppe Tammaro, AD Global Solar Fund Italia: “Global Solar Fund intende rilanciare il suo enorme potenziale: 140 MW installati, una produzione di energia pulita che la rende il secondo operatore nazionale. Siamo determinati a risolvere tutti i problemi che chi ha gestito la società fino all’anno scorso ci ha lasciato, consapevoli del fatto che la sfida sarà lunga e complicata. Il nostro approccio sarà improntato alla trasparenza e alla piena collaborazione con le istituzioni nazionali e locali e con la magistratura, che sta svolgendo le sue attività di controllo in ordine a presunte irregolarità amministrative legate alle autorizzazioni di alcuni parchi fotovoltaici pugliesi”.
Giuseppe Tammaro Vive a Torino, vanta più di 20 anni di esperienza nei Servizi Finanziari e Bancari e nell’Automotive. Ha lavorato tra l’altro in Unicredit, in Ferrari Financial Services (Gruppo Fiat) come CEO e in Fiat Bank Polonia come CEO.
Global Solar Fund (GSF) fa capo a un Fondo di Investimento industriale co attivo fin dal 2008 nel settore dell’energia prodotta da impianti solari fotovoltaici, che si riferisce per l’88% del suo capitale a Suntech, colosso cinese della produzione di pannelli fotovoltaici, e per il 12% a Shi Zhengrong, imprenditore cinese, fondatore di Suntech. Geograficamente GSF opera in Italia dove, con 140 MW di impianti fotovoltaici in Puglia e in Campania, è il secondo operatore italiano per potenza installata. GSF è presente in tutta la filiera del fotovoltaico: dall’acquisizione di impianti e di autorizzazioni alla loro progettazione esecutiva, dalla negoziazione con le banche per i finanziamenti alla costruzione degli impianti fino alla loro gestione.
FONTE: Global Solar Fund | x |

Giuseppe Tammaro, Global Solar Fund: Le potenzialità del Fotovoltaico  Industria Energia intervista il manager Giuseppe Tammaro, nuovo amministratore delegato di Global Solar Fund, il secondo operatore fotovoltaico in Italia per potenza installata, che detiene 180 impianti, quasi tutti in Puglia. “Per i prossimi anni l’obiettivo di GSF è valorizzare la posizione sul mercato italiano e riprendere a investire nel settore delle rinnovabili in Italia, non solo nell’energia solare. Sempre con la strategia di essere presenti in tutte la fasi della filiera, per costruire un business solido e duraturo – ha dichiarato Tammaro. “Il nostro è un approccio etico e trasparente, indispensabile anche per marcare la differenza col passato di GSF”. | x |
Global Solar Fund in Italia per continuare a investire in energia pulita  Global Solar Fund - il fondo che controlla, attraverso società italiane ad esso riconducibili, e che gestisce, attraverso la Suntech Power Engineering Italy e la Global Solar Fund Engineering Italy, 180 parchi fotovoltaici in Italia (prevalentemente ubicati in Puglia) – rimane convinto delle potenzialità italiane nello sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili. Nonostante i recenti paletti legislativi, GSF intende consolidare la sua posizione nel Belpaese. | x |
GSF fotovoltaico italiano: Global Solar Fund una nuova gestione  Global Solar Fund, il fondo che controlla e gestisce, attraverso le società italiane Suntech Power Engineering Italy e Global Solar Fund Engineering Italy 181 parchi fotovoltaici in Italia (prevalentemente ubicati in Puglia), cambia assetti, organizzazione e management. Dopo le vicissitudini degli anni scorsi, riconducibili principalmente alla cattiva gestione di uno dei soci oggi coinvolto in procedimenti penali e escluso da qualunque attività societaria, l’Azienda è pronta a rilanciare la propria azione in Italia | x |
LifeGate premia Terna fra i 14 ambasciatori della sostenibilità  LifeGate, il primo network media e advisor in Italia per lo sviluppo sostenibile, ha premiato con il titolo di “Ambasciatore di Impatto Zero®” quattordici aziende per l’impegno concreto a favore dell’ambiente, tra cui spicca Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di trasformare quattordici realtà eccellenti, in veri e propri ambasciatori della sostenibilità in grado di sensibilizzare i propri stakeholder verso le tematiche ambientali. Grazie a questo progetto, ad oggi, sono stati compensati 160 milioni di Kg di CO2 e tutelati 70 milioni di mq di foreste in Italia e nei Paesi di via di sviluppo.
LifeGate, il primo network media e advisor in Italia per lo sviluppo sostenibile, ha premiato con il titolo di “Ambasciatore di Impatto Zero®” quattordici aziende tra le quali spicca anche la presenza di Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, promossa a leader assieme a Abb, Arval, Biosline, Bracco, Comfort Zone, Davines, F.lli Francoli, Guna, Kerakoll, Longo Speciality, Malesci, Ricola, Saponificio Gianasso (I Provenzali).
L’iniziativa di LifeGate è nata con l’obiettivo di trasformare quattordici realtà eccellenti, presenti sul mercato italiano, in veri e propri ambasciatori della sostenibilità in grado di sensibilizzare i propri stakeholder verso le tematiche ambientali. A questo fine LifeGate ha selezionato le aziende che, più di altre, hanno saputo mettere in atto un percorso concreto di sostenibilità, non solo aderendo al progetto Impatto Zero® di LifeGate, ma anche attraverso una politica industriale attenta all’ambiente e un impegno nel diffondere questi valori a dipendenti e fornitori. Per questo, come sottolineato dal direttore scientifico ing. Simone Molteni, si è deciso di “premiare l’impegno di chi contribuisce a diffondere consapevolezza e incentivare le altre imprese a fare altrettanto”.
Del resto stiamo parlando di un Premio importante. Lanciato nel 2002, Impatto Zero® è il progetto di LifeGate che concretizza, per primo in Italia, gli intenti del Protocollo di Kyoto: propone iniziative e progetti di riduzione delle emissioni di CO2 e di compensazione dell’impatto ambientale di qualsiasi attività mediante crediti di carbonio provenienti da interventi di creazione e tutela di foreste in crescita Italia e nel Mondo.
Dalla sua nascita ad oggi i prodotti entrati sul mercato con il marchio Impatto Zero® sono oltre 400 milioni, per un valore economico di oltre 3 miliardi di Euro. Sono stati compensati 160 milioni di Kg di CO2, pari all’impatto medio di 245.200 persone, e tutelati 70 milioni di mq di foreste in Italia e nei Paesi di via di sviluppo, pari a 6.500 campi da calcio.
FONTE: Terna | x |
Luigi Roth (Terna) interviene su Corriere Economia  “Grandi opere e crescita: tre cose da fare subito”, Luigi Roth, presidente di Terna, interviene su Corriere Economia. In Europa sono previsti 105 miliardi d'investimenti nelle reti elettriche, l’Italia deve esserci. In questi anni Terna ha fatto la sua parte con 7 miliardi di euro già investiti e altri 8 nei prossimi dieci anni, 200 cantieri aperti, 750 ditte impiegate e 4.000 persone che lavorano per potenziare la rete elettrica nazionale. | x |
Luigi Roth, Terna lancia le 10 regole per la sicurezza sul lavoro  Terna, al via il nuovo “Patto per la sicurezza sul lavoro”. La società ha lanciato 10 regole per promuovere uno strumento innovativo in tema di sicurezza per una crescita intelligente, sostenibile e incisiva delle aziende che vi aderiscono. Luigi Roth, presidente di Terna: “Il nuovo Patto che lanciamo è il punto di partenza di un nuovo modo di fare sicurezza in Italia. Per un’azienda come Terna si tratta di una scelta di campo, nella convinzione che il dovere morale, oltre che giuridico, di garantire la salute e la sicurezza di ogni singola ora di lavoro, sia un importante fattore di crescita.”
Al via il nuovo “Patto per la sicurezza sul lavoro”: 10 regole lanciate oggi da Terna, che ha coinvolto nell’iniziativa i circa 2000 fornitori della società, con l’obiettivo di promuovere uno strumento innovativo in tema di sicurezza per una crescita intelligente, sostenibile e incisiva delle aziende che vi aderiscono.
Le 10 regole sono state presentate nel corso di un evento organizzato da Terna, al quale, oltre al Presidente, Luigi Roth, e al Direttore Corporate Affairs, Giuseppe Lasco, hanno partecipato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, il Presidente Inail, Massimo De Felice, il Vice presidente per le Relazioni Industriali di Confindustria, Stefano Dolcetta, e il Capo del Corpo Speciale dei Vigili del Fuoco, Alfio Pini.
“Il nuovo Patto che lanciamo oggi è il punto di partenza di un nuovo modo di fare sicurezza in Italia - ha commentato Luigi Roth - Ma è anche punto di arrivo di un lavoro di analisi e di valutazione di esperienze da cui sono emersi comportamenti virtuosi che Terna già attua in tema di sicurezza, e che oggi abbiamo voluto condividere con tutti gli attori. Per un’azienda come Terna, che ha 250 cantieri aperti per un valore di oltre 3 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale, con 4.000 risorse e più di 750 ditte impiegate ogni giorno, si tratta innanzitutto di una scelta di campo, nella convinzione che il dovere morale, oltre che giuridico, di garantire la salute e la sicurezza di ogni singola ora di lavoro, sia un importante fattore di crescita.”
Tre i principi ispiratori del nuovo Patto:1. La volontà di Terna di condividere con i propri fornitori obiettivi, strategie e prassi sempre più sfidanti in tema di sicurezza dei lavoratori, anche attraverso strumenti di partecipazione interattiva. 2. La necessità di accrescere l’attività di formazione e informazione per tutti i lavoratori coinvolti. 3. La promozione di forme di collaborazione con enti e istituzioni con l’obiettivo di minimizzare i rischi.
Le 10 regole che lo sostanziano si riassumono in altrettante parole-chiave, a partire naturalmente dal binomio sicurezza-salute, una priorità per tutta l’azienda, dal Vertice al top management a ogni singolo dipendente; e poi ancora da dialogo a miglioramento continuo, da controllo a formazione, da sistema integrato a insieme sul lavoro, da ruoli a innovazione e, infine, eccellenza.
In tale ottica il rispetto delle norme è solo il punto di partenza. Infatti, aderire al Patto significa mettere al primo posto luoghi di lavoro sani e sicuri e un continuo miglioramento nelle attività di prevenzione e formazione dedicata. L’attività di prevenzione, punto di forza della strategia di Terna, contempla approfondite verifiche periodiche nei cantieri aperti. Inoltre, presso il proprio Centro di formazione Campus, Terna ha attivato 17 corsi specialistici in materia di safety, erogando nell’ultimo anno circa 42mila ore di formazione sulla sicurezza a fronte delle 143mila ore di formazione totale.
Terna, d’altra parte, in qualità di gestore della rete, implementa da anni best practices nella gestione di tutti i rischi - fisici e tecnologici - connessi alla realizzazione e manutenzione delle infrastrutture sull’intero territorio nazionale. Un approccio innovativo che ha già permesso all’azienda di raggiungere un risultato d’eccellenza: un piano per la sicurezza integrata unico in Italia, dove i vari ambiti – del lavoro, della sicurezza informatica, ambientale e degli appalti – sono in completa sinergia tra loro. Un modello che ha permesso a Terna di ottenere le quattro certificazioni più importanti in materia per Qualità, Ambiente, Sicurezza e Sicurezza delle Informazioni. E occorre ricordare anche i protocolli siglati con Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, prefetture, Anie e un codice di trasparenza sugli appalti, che caratterizzano il piano di contrasto e protezione a potenziali criticità di sicurezza, sia dei dipendenti che degli stakeholder.
In questo contesto risulta fondamentale il tema degli investimenti, non solo quelli per costruire nuove linee e stazioni elettriche, ma anche per innovazione, ricerca, sviluppo, formazione e tecnologia. Dal 2006 al 2012 Terna ha investito 440 milioni di euro per il Piano di Difesa – ai quali si aggiungono ulteriori 320 milioni di euro previsti da qui al 2016, con un incremento medio annuo del 26%. Uno sforzo significativo che consente di monitorare la rete elettrica in 500 siti, di cui 190 tenuti sotto controllo 24 ore su 24 dal Security Operation Center, struttura d’avanguardia che monitora l’azienda in tempo reale grazie a una gestione tecnologicamente avanzata e un’analisi sofisticata di milioni di dati informatici (8 milioni quelli processati ogni giorno) e di sicurezza fisica: infatti, investire sulle persone ha importanti ricadute positive per un’azienda: secondo i dati dell’Agenzia Europea per la Sicurezza sul Lavoro, per ogni euro che l’azienda investe nel benessere del lavoratore, ne guadagna dai 2,5 ai 4,8.
RaiUno TG1 Economia - Il Patto per la sicurezza sul lavoro di Terna (ore 14:01 del 01-11-2013)
FONTE: Terna | x |
Luigi Roth, Terna, entra in esercizio il nuovo elettrodotto toscano  “Casellina-Tavarnuzze-Santa Barbara”, entra in esercizio il nuovo elettrodotto toscano a 380 kV, realizzato da Terna Rete Italia, la società presieduta da Luigi Roth. Il nuovo elettrodotto prevede un risparmio di 30 milioni di euro l’anno per il sistema elettrico. La nuova linea, lunga quasi 39 chilometri, risolverà, inoltre, alcune criticità locali e permetterà di migliorare qualità ed efficienza del servizio elettrico dell’area.
Trenta milioni di euro di risparmio l’anno per il sistema elettrico. È il vantaggio collegato al nuovo elettrodotto toscano a 380 kV “Casellina-Tavarnuzze-Santa Barbara” realizzato da Terna Rete Italia, presieduta da Luigi Roth, che entra oggi definitivamente in esercizio. La nuova linea, lunga quasi 39 chilometri (di cui 35,5 km aerei e 3,1 in cavo), risolverà alcune criticità locali e permetterà di migliorare qualità ed efficienza del servizio elettrico dell’area.
Insieme ai vantaggi per la rete, il nuovo elettrodotto, per il quale la società ha investito 135 milioni di euro, apporterà poi significativi benefici ambientali anche in termini di razionalizzazione. Terna Rete Italia ha infatti demolito un vecchio traliccio che insisteva su una delle aree di maggiore pregio paesaggistico della Toscana, la collina di Giogoli. Tale operazione fa parte del corposo piano di demolizioni, iniziato prima dell’estate e che si concluderà nelle prossime settimane, nell’area compresa tra Calenzano, Poggio a Caiano, Casellina e Santa Barbara.
L’intervento di bonifica ambientale è stato possibile grazie alla realizzazione ed entrata in esercizio del nuovo elettrodotto. Alla sua conclusione saranno eliminati complessivamente 116 km di vecchie linee aeree, a fronte della realizzazione di 35,5 km di nuovo elettrodotto: per ogni chilometro costruito se ne andranno oltre 3 km di vecchie linee. I tralicci dismessi, più di 350 in tutto, permetteranno il recupero di circa 4.500 tonnellate di acciaio e oltre 1.000 metri cubi di calcestruzzo.
Dopo la Santa Barbara- Casellina – Tavernuzze, Terna ha progetti di sviluppo della rete elettrica in Toscana per 400 milioni di euro. Tra le opere principali il riassetto delle rete di Arezzo, che nasce dall’esigenza di rendere più sicura e meno esposta ai rischi di blackout la rete elettrica dell’aretino mediante la realizzazione di un elettrodotto tra l’esistente stazione elettrica di Santa Barbara e quella di Monte San Savino. L’opera permetterà la dismissione di circa 100 km di vecchi elettrodotti, per altro in prossimità di abitazioni e monumenti di rilevanza paesaggistica, con evidenti benefici ambientali e territoriali.
Altre infrastrutture in programma sono l’elettrodotto a 380 kV Colunga e Calenzano, tra Toscana ed Emilia Romagna, che permetterà la riduzione dei vincoli tra le aree Nord e Centro-Nord del mercato elettrico italiano aumentando la magliatura della rete e la relativa capacità di trasporto, e la stazione di Lucca.
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Lundquist, CSR Online Awards, Terna si conferma nella Top Ten  CSR Online Awards, Terna si conferma tra i primi dieci siti italiani corporate nelle comunicazione online per i contenuti di responsabilità sociale, con un rating di 46,5 punti. Si tratta di un importante riconoscimento, validato da Lundquist, la più autorevole società di web rating in Europa. La comunicazione di Corporate Social Responsibility di Terna è risultata vincente per fruibilità, velocità e completezza dell’informazione ed è stata misurata attraverso un’analisi su sette cosiddetti “pilastri” emersi dall’indagine annuale sulla CSR, condotta sugli stakeholder.
La piattaforma web del Gruppo Terna, www.terna.it , si conferma tra i primi dieci siti italiani corporate nella comunicazione online per i contenuti di responsabilità sociale, con un rating di 46,5 punti. Si tratta di un riconoscimento importante, validato da Lundquist, la più autorevole società di web rating in Europa.
Un successo che acquisisce maggior valore se si considera che l’azienda elettrica col suo decimo posto si colloca davanti a primarie aziende sul mercato e nonostante la completa riorganizzazione del questionario del CSR Online Awards, i cui parametri, oltre che più numerosi, sono divenuti anche più stringenti rispetto al passato.
Alessandra Bardo, Responsabile Web, Internet editing & New Media di Terna: “La comunicazione di Corporate Social Responsibility di Terna, è risultata vincente per fruibilità, velocità e completezza dell’informazione ed è stata misurata attraverso un’analisi su sette cosiddetti pilastri emersi dall’indagine annuale sulla CSR, condotta sugli stakeholder”. Dall’indagine sulla CSR condotta sugli stakeholder, inoltre, è emerso che le Aziende investono soprattutto nel report annuale: gli stakeholder e gli utenti, invece, vogliono aggiornamenti più frequenti e per questo li cercano costantemente online.
In concreto la valutazione è stata effettuata tenendo conto dei seguenti parametri:
- concretezza, che misura la performance su una serie di informazioni ambientali, sociali e di governance, dalle politiche e le linee guida fino ai dati e agli obiettivi
- esaustività misura il livello di divulgazione, oltre alle informazioni di base (ad esempio sul coinvolgimento degli stakeholder e sui risultati riguardo gli obiettivi passati).
- ongoing misura la presenza di applicativi per tenere regolarmente aggiornati gli stakeholder e di permettere loro di commentare e ricevere feedback (es. news, blog, registrazione ad alert via email).
- user friendly valuta la navigabilità e la leggibilità delle pagine, le funzionalità di ricerca e l’uso di grafici, torte e diagrammi. Valuta anche i formati utilizzati per la reportistica.
- social valuta come si utilizzano i social media per ascoltare e coinvolgere su argomenti di CSR con frequenza dei post, uso di diversi tipi di contenuti (video, foto), numero dei follower/like/iscritti ecc
- integrazione valuta se i messaggi di CSR trasversali a tutto il sito web corporate, con focus sull’utilizzo di contenuto non-testuale. Homepage, e sezioni IR, risorse umane, prodotto/innovazione
- unicità valuta l’uso del digitale con lo storytelling, le immagini e i video che coinvolga in modo originale sui temi più importanti e dimostri cosa significala strategia nella quotidianità e nei contesti concreti.
FONTE: Terna | x |
Matteo Del Fante è il nuovo Ad e Dg di Terna  Terna, insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione che ha nominato all’unanimità Amministratore Delegato e Direttore Generale Matteo Del Fante. Attribuiti i poteri a Presidente e AD. Costituiti i comitati consiliari.
Si è riunito a Roma per la prima volta, sotto la presidenza di Catia Bastioli, il nuovo Consiglio di Amministrazione di TERNA S.p.A. eletto dall’ Assemblea.
Il Consiglio ha nominato all’unanimità Amministratore Delegato e Direttore Generale della Società Matteo Del Fante.
Il Consiglio quindi ha approvato l’assetto dei poteri, riconoscendo alla Presidente Catia Bastioli il compito istituzionale di rappresentare la Società, guidare e dirigere i lavori del Consiglio, il ruolo di promozione e advisory della CSR (corporate social responsibility), nonché di sovrintendere alle attività relative alla partecipazione nella società “CESI – Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano Giacinto Motta S.p.A.”, in coordinamento con l’Amministratore Delegato. All’Amministratore Delegato sono stati conferiti, in linea con l’assetto precedente, tutti i poteri per l’amministrazione della Società, ad eccezione di quelli diversamente attribuiti dalla normativa applicabile, dallo Statuto o mantenuti dal Consiglio nell’ambito delle proprie competenze.
Sulla base delle dichiarazioni rese dagli Amministratori, il Consiglio di Amministrazione ha accertato in capo a tutti i Consiglieri la sussistenza dei requisiti di indipendenza previsti dalla normativa per il “gestore del sistema di trasmissione” dell’energia elettrica, nonché il possesso dei requisiti di onorabilità e l’assenza di cause di ineleggibilità e incompatibilità, come richiesto dalla normativa vigente.
In base alle valutazioni effettuate dal Consiglio di Amministrazione con riferimento alle dichiarazioni fornite dai singoli Amministratori e tenuto conto di tutti i parametri di valutazione previsti dal Codice di Autodisciplina, risultano in possesso dei requisiti di indipendenza richiesti dalla Legge, dallo Statuto TERNA S.p.A. e dal Codice di Autodisciplina delle società quotate i Consiglieri: Cesare Calari, Carlo Cerami, Fabio Corsico, Luca Dal Fabbro, Gabriella Porcelli, Stefano Saglia. La Presidente Catia Bastioli, in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dalla legge, non può essere dichiarata indipendente in conformità di quanto previsto dal Codice di Autodisciplina, in ragione della carica ricoperta di Presidente della Società.
Il Consiglio ha altresì accertato il possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza dei componenti effettivi del Collegio Sindacale secondo quanto previsto dal D.M. 30 marzo 2000, n. 162 richiamato dall’art. 26 dello Statuto e dall’art. 148, commi 3 e 4 quater del Testo Unico della Finanza.
Il Consiglio ha inoltre provveduto alla ricostituzione dei Comitati interni già istituiti e, in ottica di continuo miglioramento del sistema di governo societario, ha istituito il Comitato per le Nomine e ampliato le attribuzioni del Comitato Controllo e Rischi (ora denominato “Comitato Controllo e Rischi e Corporate Governance”), affiancando alle competenze di quest’ultimo quelle inerenti il sistema di corporate governance e provvedendo alla nomina dei Componenti in coerenza con le indicazioni del Codice di Autodisciplina.
All’esito delle citate deliberazioni i Comitati risultano così composti:
“Comitato Controllo e Rischi e Corporate Governance” - Cesare Calari (Presidente, indipendente) - Simona Camerano (non esecutivo) - Luca Dal Fabbro (indipendente) “Comitato per la Remunerazione” - Carlo Cerami (Presidente, indipendente) - Fabio Corsico (indipendente) - Gabriella Porcelli (indipendente) “Comitato per le Nomine” - Luca Dal Fabbro (Presidente, indipendente) - Carlo Cerami (indipendente) - Stefano Saglia (indipendente) “Comitato Operazioni con Parti Correlate” - Stefano Saglia (Presidente, indipendente) - Gabriella Porcelli (indipendente) - Fabio Corsico (indipendente).
La sintesi dei profili professionali dei nuovi Amministratori e Sindaci è reperibile sul sito internet aziendale www.terna.it.
FONTE: Terna
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Premio Terna Essere o non Essere. Con gli Altri. La Rete Sociale a regola d'Arte  Partono oggi le iscrizioni al Premio Terna. Tutti gli artisti residenti in Italia hanno 30 giorni per partecipare con installazioni o opere di pittura, scultura, fotografia e video al premio. «Essere o non Essere. Con gli Altri. La Rete Sociale a regola d’Arte» è il tema di questa edizione speciale che per la prima volta si gioca sul valore della solidarietà. I vincitori saranno 3, il montepremi, del valore di 60mila euro, sarà in parte devoluto ad uno dei progetti finalisti del Sodalitas Social Innovation nella categoria italiana “Territorio ed emarginazione sociale”. Iscrizioni aperte su www.premioterna.com.
Tutti gli artisti residenti in Italia da oggi hanno 30 giorni per partecipare con installazioni o opere di pittura, scultura, fotografia e video al Premio Terna. Lo hanno vinto, tra gli altri, nomi eccellenti quali Ettore Spalletti, Alberto Garutti e Luigi Ontani, ma ben 9mila sono stati gli artisti coinvolti in uno dei pochi premi italiani di arte contemporanea che acquista le opere dei 3 vincitori, espone i lavori più significativi (in collettive anche all’estero, già tre tappe importanti: New York, Shangai, Mosca) e dà visibilità a tutti i partecipanti grazie al sito www.premioterna.it, diventato negli anni osservatorio privilegiato per lo scouting di talenti.
«Essere o non Essere. Con gli Altri. La Rete Sociale a regola d’Arte» è il tema di questa edizione speciale del Premio che per la prima volta si gioca sul valore della solidarietà e coinvolge gli artisti in una riflessione quanto mai attuale sulla relazione tra l’uomo e la solidarietà, sulla necessità di una rinnovata attenzione e vicinanza all’altro, valorizzando i momenti dell’incontro e della condivisione degli impegni; approcci possibili e responsabilità diffuse nella società di oggi, tra prossimità e distanze. Un modo per invitare gli artisti anche a rielaborare senso e statuto dell’Io, di quella spinta autoriferita che è condizione necessaria, ma non sufficiente dell’azione artistica.
I vincitori saranno 3 (primo, secondo e terzo classificato) scelti dalla Giuria presieduta dal Comitato di Presidenza con Luigi Roth e Flavio Cattaneo, Presidente e Amministratore Delegato di Terna, e composta da collezionisti di primo piano: Anna Rosa e Giovanni Cotroneo, Giorgio Fasol, Camilla Nesbitt, Giuseppina Panza di Biumo, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Al loro fianco l’artista Daniela De Lorenzo, vincitrice della precedente edizione del Premio.
Il montepremi, del valore di 60mila euro, sarà in parte devoluto ad uno dei progetti finalisti del Sodalitas Social Innovation nella categoria italiana “Territorio ed emarginazione sociale”. La Fondazione Sodalitas, con cui Terna conferma la propria partnership, aggrega oltre 90 imprese leader di mercato, ed è riconosciuta come l’organizzazione di riferimento in Italia per la Sostenibilità e la Responsabilità Sociale d’Impresa. Gli artisti stessi potranno essere coinvolti attivamente nel progetto. L’artista primo classificato si aggiudicherà un premio acquisto del valore di 4.000 euro, il secondo di 3.000 e il terzo di 2.000 euro.
L’arte contemporanea saprà confrontarsi anche con questi temi? Lo sapremo presto: i migliori 15 lavori selezionati dalla giuria di esperti saranno esposti al Tempio di Adriano a Roma dal prossimo 19 dicembre.
Iscrizioni aperte su www.premioterna.com
FONTE: Terna | x |
Scaroni Atlantic Council: l’Europa deve puntare sui giacimenti di shale gas  L’ad di Eni Scaroni all’Atlantic Council: l’Europa deve puntare sui giacimenti di shale gas Un new deal energetico a base di efficienza, miglior sfruttamento degli idrocarburi convenzionali, ma, soprattutto, shale gas. E’ questa la ricetta dell’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, per combattere il caro energia che impedisce alle imprese italiane ed europee di spiccare il volo verso la ripresa economica… | x |
Terna / Gdf: Flavio Cattaneo, rinnovato protocollo intesa con Guardia di Finanza  L’AD di Terna, Flavio Cattaneo, ed il Comandante Generale, Saverio Capolupo, hanno rinnovato il protocollo d’intesa sui rapporti di collaborazione tra la società che gestisce la rete elettrica nazionale e la Guardia di Finanza. L’accordo ha esteso la collaborazione anche al contrasto del lavoro nero e delle irregolarità contributive nonché al monitoraggio ed alla vigilanza sulla corretta destinazione ed utilizzazione di materie prime e di semilavorati. Il protocollo rappresenta uno strumento di sostanziale potenziamento delle linee di presidio della legalità in un settore strategico per il rilancio dell’economia nazionale.
Terna: rinnovato protocollo intesa con Gdf
E’ stato rinnovato il protocollo di intesa tra l’amministratore delegato di Terna S.p.A. Flavio Cattaneo, e il comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, relativo ai rapporti di collaborazione tra la società che gestisce la rete elettrica nazionale e la Guardia di Finanza. L’accordo, si legge in una nota della stessa Gdf, partendo dalla positiva esperienza maturata a seguito della precedente intesa, ha esteso la collaborazione, sino ad oggi limitata alla sola prevenzione del rischio di infiltrazione criminale, anche al contrasto del lavoro nero e delle irregolarità contributive nonchè al monitoraggio e alla vigilanza sulla corretta destinazione e utilizzazione di materie prime e di semilavorati. A margine dell’evento, i due sottoscrittori hanno espresso ampia soddisfazione per la stipula dell’accordo, che rappresenta uno strumento di sostanziale potenziamento delle linee di presidio della legalità in un settore strategico per il rilancio dell’economia nazionale.
FONTE: Asca
Guardia di Finanza, rinnovata e ampliata collaborazione con Terna
L’amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, ed il Comandante Generale, Saverio Capolupo, hanno rinnovato il protocollo d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra la società che gestisce la rete elettrica nazionale e la Guardia di Finanza. L’accordo – si legge in una nota della Gdf – , partendo dalla positiva esperienza maturata a seguito della precedente intesa, ha esteso la collaborazione, sino ad oggi limitata alla sola prevenzione del rischio di infiltrazione criminale, anche al contrasto del lavoro nero e delle irregolarità contributive nonché al monitoraggio ed alla vigilanza sulla corretta destinazione ed utilizzazione di materie prime e di semilavorati. A margine dell’evento, l’ad e il Comandante Generale hanno espresso ampia soddisfazione per la stipula dell’accordo, che rappresenta uno strumento di sostanziale potenziamento delle linee di presidio della legalità in un settore strategico per il rilancio dell’economia nazionale.
FONTE: Il Velino | x |
Terna Effetto Nazionale: esordio Azzurri aumento consumi energia elettrica  Brasile, ai Mondiali di calcio 2014, la nazionale "accende" l'Italia. La partita d’esordio degli Azzurri ai Mondiali di calcio brasiliani ha fatto registrare un aumento dei consumi di energia elettrica (+1000 MW) pari al consumo medio di una città come Milano o al consumo di 10 milioni di televisori.
“Effetto Nazionale” sui consumi elettrici. La partita d’esordio degli Azzurri ai Mondiali di calcio brasiliani ha “acceso” l’Italia.
In concomitanza con il match della Nazionale contro l’Inghilterra, Terna ha infatti registrato, a partire dalla mezzanotte di domenica 15 giugno 2014, un incremento di fabbisogno di circa 1000 MW rispetto alla domenica precedente, pari al consumo medio di una città come Milano o al consumo di 10 milioni di televisori.
Hanno contribuito ad innalzare la domanda di energia elettrica fino alle prime ore del mattino anche tutte le manifestazioni pubbliche di piazza legate all’evento.
FONTE: Terna | x |
Terna innovazione tecnologica nei lavori sotto tensione  Innovazione tecnologica, nei Lavori sotto Tensione Terna è un’eccellenza unica in Italia. In Sicilia per esempio, in questi giorni, esperti lavorano con il metodo di protezione coassiale alla tesatura dei conduttori in sinergia utilizzando sofisticati robot sulla linea in doppia terna Giardini-Castiglione e Giardini-Giarre, elettrodotto fondamentale per l’area di Taormina e di Giardini di Naxos. | x |
Terna Massimo Storico, Flavio Cattaneo: siamo società che interessa e piace  Piazza Affari, il titolo Terna vola e supera quota 3,60 euro, toccando il nuovo massimo storico. L’AD della società Flavio Cattaneo: “Evidentemente siamo una società che interessa e piace”,”in termini di total shareholder return da sei anni siamo il miglior titolo d’Europa tra le utility”.
Terna: Cattaneo, titolo ai massimi? Siamo società che interessa e piace
“Evidentemente siamo una società che interessa e piace”. Risponde così l’amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, a Radiocor, alla domanda sull’andamento del titolo Terna che ha toccato nuovi massimi a oltre 3,60 euro, in giornate di rumors e ipotesi. La società è, infatti, sotto i riflettori per le prossime decisioni del Governo sulla cessione di una quota o sull’ipotesi di far confluire la quota di Cdp in Cdp Reti insieme a Snam.
FONTE: Corriere
Terna: Cattaneo, titolo ai massimi? Siamo societa’ che interessa e piace -2-
Nel corso di un’audizione al Senato sui prezzi dell’energia, Cattaneo ha parlato del buon andamento della società e del titolo tornando a criticare alcuni provvedimenti come la Robin tax. “I provvedimenti presi, come la Robin tax, ci hanno penalizzato sia dal punto di vista del valore che gestionale e dei rapporti internazionali. Terna è la prima società per presenza di fondi internazionali, parliamo tanto di attrarre investimenti…questo non ha certo favorito”. “Nel momento in cui lo Stato ha individuato un regime di tassazione – ha aggiunto – deve mantenerlo, non si possono cambiare le regole del gioco mentre si sta giocando. Questo non significa non venire incontro alle esigenze dello Stato ma lo Stato ragiona in termini di cassa e non di bilancio. Si può ragionare insieme. Le regole si possono cambiare ma all’interno di un quadro internazionale e non in corsa”. Terna oggi è ai massimi storici, ha evidenziato Cattaneo, “e in termini di **total shareholder return** da sei anni siamo il miglior titolo d’Europa tra le utility”. Ma questo non contrasta con le critiche a provvedimenti come la Robin tax: “L’economia italiana non è solo Terna, gli interventi hanno un effetto moltiplicatore. Il valore di un’azienda è sempre teorico finchè non la devi vendere ma quando si deve fare cassa forse si vale di più”.
FONTE: Corriere
Terna: Cattaneo, titolo ai massimi? Siamo società che interessa e piace
“Evidentemente siamo una società che interessa e piace”. Risponde così l’amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, a Radiocor, alla domanda sull’andamento del titolo Terna che ha toccato nuovi massimi a oltre 3,60 euro, in giornate di rumors e ipotesi. La società è, infatti, sotto i riflettori per le prossime decisioni del Governo sulla cessione di una quota o sull’ipotesi di far confluire la quota di Cdp in Cdp Reti insieme a Snam.
FONTE: Borsa Italiana | x |
Terna nuovo elettrodotto toscano entrato definitivamente in servizio  Terna, il nuovo elettrodotto toscano “Casellina-Tavarnuzze-Santa Barbara” è entrato definitivamente in servizio. I vantaggi sono evidenti, 30 milioni di euro di risparmi l’anno per il sistema elettrico a fronte di un investimento pari a 135 milioni di euro. La nuova linea realizzata dal gruppo guidato dall’AD Flavio Cattaneo, consentirà di migliorare la qualità e l’efficienza del servizio elettrico dell’area, risolvendo alcune criticità locali. Grazie a quest’opera verranno eliminate 116 chilometri di vecchie linee aeree, a fronte della realizzazione dei quasi 36 chilometri del nuovo elettrodotto.
I vantaggi sono evidenti: 30 milioni di euro di risparmi l’anno per il sistema elettrico a fronte di un investimento pari a 135 milioni di euro. Sono i numeri del nuovo elettrodotto toscano da 380 kV “Casellina-Tavarnuzze-Santa Barbara” realizzato da Terna ed entrato definitivamente in servizio. La nuova linea (quasi 39 chilometri di cavo di cui 35,5 km aerei e 3,1 in cavo), firmata dal gruppo guidato da Flavio Cattaneo, consentirà di migliorare la qualità e l’efficienza del servizio elettrico dell’area, risolvendo alcune criticità locali.
Oltre alle ricadute positive per il sistema, al nuovo elettrodotto saranno associati anche significativi benefici ambientali, soprattutto in termini di razionalizzazione. Proprio in questi giorni, infatti, Terna Rete Italia – la controllata, affidata a Gianni Armani, che si occupa dell’esercizio, della manutenzione e dello sviluppo della rete – ha demolito un vecchio traliccio che insisteva su una delle aree di maggiore pregio paesaggistico della Toscana, la collina di Giogoli. Un passaggio, quest’ultimo, che rientra in un corposo piano di demolizioni, avviato prima dell’estate e che si concluderà nelle prossime settimane, nell’area compresa tra Calenzano, Poggio a Caiano, Casellina e Santa Barbara.
Con il nuovo elettrodotto, infatti, la spa dell’alta tensione procederà a una consistente bonifica ambientale eliminando complessivamente 116 chilometri di vecchie linee aeree, a fronte della realizzazione dei quasi 36 chilometri del nuovo elettrodotto. In sostanza, per ogni chilometro costruito saranno dismessi oltre 3 chilometri di vecchie linee. Gli oltre 350 tralicci che saranno abbattuti consentiranno poi di recuperare circa 4.500 tonnellate di acciaio e oltre mille metri cubi di calcestruzzo. Inoltre, per un tratto della nuova linea, sono stati utilizzati, per la prima volta in Italia, i tralicci disegnati per Terna dall’architetto britannico Norman Foster, con un ingombro ridotto rispetto ai vecchi pali e quindi con un ridotto impatto sull’ambiente circostante.
La nuova linea rientra nei 200 milioni di investimenti che la spa guidata dall’AD Flavio Cattaneo ha messo in campo negli ultimi cinque anni per ammodernare la rete regionale con una serie di interventi, tra cui la razionalizzazione della rete di Lucca. Dopo l’elettrodotto entrato in esercizio, il gruppo ha in cantiere in Toscana progetti di sviluppo per 400 milioni di euro. Tra le opere principali, c’è il riassetto della rete di Arezzo – che servirà a proteggere il sistema dai rischi di blackout e a renderlo più sicuro – attraverso la realizzazione di un elettrodotto tra la stazione elettrica già esistente di Santa Barbara e quella di Monte San Savino. Anche in questo caso, la messa in esercizio della nuova linea porterà con sé la dismissione di circa 100 chilometri di vecchi elettrodotti. Altre infrastrutture in programma, poi, sono la stazione di Lucca e l’elettrodotto a 380 kV Colunga e Calenzano, tra Toscana ed Emilia Romagna, che permetterà di eliminare alcuni colli di bottiglia in quell’area, aumentando la magliatura della rete e la relativa capacità di trasporto.
FONTE: Il Sole 24 Ore | x |
Terna Ora Legale: risparmiati 93,7 milioni di euro  Torna l'ora solare. Secondo quanto rilevato da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, durante il periodo di ora legale, grazie a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 568,2 milioni di kilowattora, un valore pari al consumo medio annuo di elettricità di 210.000 famiglie. In termini di costi, l’Italia ha risparmiato con l’ora legale 93,7 milioni di euro. Dalla home page del sito Terna, www.terna.it , è visibile la “curva di carico” che rappresenta l’andamento del consumo di energia elettrica in Italia in tempo reale.
Dopo 120 giorni di ora legale, nella notte fra sabato 26 e domenica 27 ottobre torna l’ora solare: alle ore 03.00 si dovranno spostare un'ora indietro le lancette degli orologi. L’ora legale tornerà il prossimo 30 marzo 2014.
Secondo quanto rilevato da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, durante il periodo di ora legale, iniziato il 31 marzo 2013, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 568,2 milioni di kilowattora (613 milioni di kWh il minor consumo del 2012), un valore pari al consumo medio annuo di elettricità di 210.000 famiglie.
Nei mesi di Aprile e Ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.
In termini di costi, l’Italia ha risparmiato con l’ora legale 93,7 milioni di euro, considerando che per il cliente finale 1 kilowattora è costato, nel periodo in esame, in media circa 16,49 centesimi di euro al netto delle imposte. Nel dettaglio, a marzo si è avuto un risparmio di 7 milioni di kWh, ad aprile di 149 milioni di kWh, a maggio di 81 milioni di kWh, a giugno di 31 milioni di kWh, a luglio di 30 milioni di kWh, ad agosto di 32 milioni di kWh, a settembre di 81 milioni di kWh e ad ottobre di 158 milioni di kWh.
Nel 2012 il risparmio è stato pari a 102 milioni di euro poiché il costo medio di 1 kilowattora era di 16,65 centesimi di euro.
Dal 2004 al 2013 il risparmio complessivo del Paese è stato di circa 6 miliardi e 170 milioni di kilowattora, pari ad un valore di circa 900 milioni di euro.
Dalla home page del sito Terna, www.terna.it , è visibile la “curva di carico” che rappresenta l’andamento del consumo di energia elettrica in Italia in tempo reale.
FONTE: Terna | x |
Terna Piano Investimenti, Flavio Cattaneo 5 miliardi entro il 2018  Terna conferma il suo impegno a sostegno della rete e, da qui al 2018, assicurerà 5 miliardi di euro di investimenti, di cui 3,6 miliardi destinati a rafforzare e ammodernare la rete elettrica nazionale. Flavio Cattaneo, AD di Terna, assicura un dividendo da 20 centesimi di euro e numeri in crescita, come testimonia il bilancio 2013: Ebitda a quota 1,48 miliardi di euro (+6,5%), ricavi in aumento del 5% (a 1,89 miliardi di euro) e utile netto in rialzo del 10,8%, a 514 milioni di euro, Ebit a 1,03 miliardi di euro, con una crescita del 7 per cento.
Terna conferma il suo impegno a sostegno della rete e, da qui al 2018, assicurerà 5 miliardi di euro di investimenti, di cui 3,6 miliardi destinati a rafforzare e ammodernare la rete elettrica nazionale. Il resto, chiarisce il comunicato diffuso dalla spa dell’alta tensione, andrà a favore delle attività non tradizionali: una pipeline di 400 milioni cumulata nell’arco di piano, a cui si aggiunge un potenziale di 900 milioni di euro di sviluppo in impianti rinnovabili e di infrastrutture elettriche per terzi in Italia e all’estero.
Con un occhio al Mediteranneo (Grecia e Nord Africa, in particolare), come il numero uno Flavio Cattaneo ha avuto modo di chiarire in audizione al Senato giusto qualche giorno fa.
Ai suoi azionisti, Cattaneo assicura un sostanzioso dividendo (20 centesimi di euro per azioni in linea con la policy annunciata lo scorso anno, cioè una cedola base di 0,19 euro derivante dalle attività tradizionali più un pay-out del 60% agganciato ai risultati delle attività no core) e numeri in crescita come testimonia il bilancio 2013 appena archiviato: Ebitda a quota 1,48 miliardi di euro (+6,5%), ricavi in aumento del 5% (a 1,89 miliardi dieuro) e utile netto in rialzo del 10,8%, a 514 milioni di euro. I conti illustrati oggi alla comunità finanziaria indicano poi anche un incremento dell’Ebit che tocca gli 1,03 miliardi di euro, con una crescita del 7 per cento.
Tornando al piano, la spa dell’alta tensione ribadisce il suo sforzo per la crescita della rete cruciale nel garantire la sicurezza del sistema elettrico, lo sviluppo industriale e quello delle rinnovabili. Per questo motivo, nei prossimi 5 anni, l’81% delle risorse sarà assicurato al potenziamento della rete. Duecento milioni andranno invece alla realizzazione dei sistemi di accumulo, secondo una direttrice che ha visto la società giocare un ruolo di primo piano. Gli impianti che la società sta realizzando nel Sud Italia rappresentano, chiarisce la nota, «un primato a livello europeo per capacità e si posizionano fra i primi a livello mondiale». I due siti già in via di realizzazione in Campania avranno una capacità di 12 megawatt ciascuno e a questi si affiancherà un terzo (in fase autorizzativa) in linea con quanto previsto dal piano di sviluppo.
Quest’ultimo, come ha ricordato l’ad in audizione, prevede investimenti per 8,1 miliardi di euro, di cui 5,6 miliardi nei prossimi dieci anni che serviranno a ridurre gli sbottigliamenti per migliorare l’integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico e garantire la sicurezza del servizio. Quanto alla solidità del gruppo, l’ad assicura che non ci sarà alcuna esigenza di rifinanziamento fino a tutto il 2015 e il rapporto indebitamento netto/Rab resterà inferiore al 60% da qui alla fine del piano.
FONTE: Il Sole 24 Ore
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Terna Primo Trimestre 2014 chiuso con un utile netto in crescita  Terna chiude il primo trimestre del 2014 con un utile netto in crescita a 145,2 milioni di euro (+2,5%). I ricavi a 478 milioni di euro, registrano un aumento di 8,5 milioni di euro (+1,8%) legato principalmente alle Attivita’ Non Tradizionali. L’Ebitda si attesta a 390,2 milioni di euro con una crescita di 9,5 milioni di euro (+2,5%) rispetto al primo trimestre 2013. I Dipendenti del Gruppo, a fine marzo 2014, sono 3.460, in aumento di 15 unità rispetto al 31 dicembre 2013.
Terna ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto in crescita del 2,5% a 145,2 milioni di euro contro i 141,6 milioni raggiunti nello stesso periodo del 2013. I ricavi, pari a 478 milioni di euro, registrano segnano un aumento di 8,5 milioni di euro (+1,8%) legato principalmente alle Attivita’ Non Tradizionali.
I costi operativi, pari a 87,8 milioni di euro sono essenzialmente in linea con il primo trimestre del 2013 (-1,1%). L’Ebitda (Margine Operativo Lordo) si attesta a 390,2 milioni di euro con una crescita di 9,5 milioni di euro (+2,5%) rispetto al primo trimestre 2013.
L’incremento dei ricavi unitamente al controllo dei costi si riflette sull’Ebitda margin che passa dall’81,1% dei primi tre mesi del 2013 all’81,6% del corrispondente periodo del 2014. Gli ammortamenti del periodo, pari a 112,9 milioni di euro, crescono di 7,0 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2013, per effetto dell’entrata in esercizio di nuovi impianti.
L’Ebit (Risultato Operativo), dopo aver scontato gli ammortamenti, si attesta a 277,3 milioni di euro, in crescita di 2,5 milioni di euro (+0,9%) rispetto ai primi tre mesi del 2013. Gli oneri finanziari netti del periodo, pari a 31,4 milioni di euro, rilevano un incremento di 13,9 milioni di euro rispetto ai 17,5 milioni dell’analogo periodo del 2013, che risentiva di maggiori proventi finanziari.
Le imposte sul reddito a carico del periodo sono pari a 100,7 milioni di euro e si riducono di 15 milioni di euro (-13%) essenzialmente per effetto della riduzione della maggiorazione Ires, prevista dalla cosiddetta Robin Hood Tax, che passa dal 10,5% al 6,5%. Il tax rate del periodo si riduce pertanto in misura corrispondente passando dal 45% dei primi tre mesi 2013 al 41% del corrispondente periodo 2014.
La situazione patrimoniale consolidata al 31 marzo 2014 registra un Patrimonio netto di Gruppo pari a 3.093,5 milioni di euro, in aumento rispetto ai 2.940,6 milioni di euro al 31 dicembre 2013 Gli Investimenti complessivi effettuati dal Gruppo nel periodo sono pari a 164,3 milioni di euro, rispetto ai 205,8 milioni di euro (-20,2%) dello stesso periodo dello scorso anno. L’Indebitamento finanziario netto, si attesta a 6.628,7 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il dato al 31 dicembre 2013 (+3,6 milioni di euro). Il rapporto debt/equity al 31 marzo 2014 si attesta pertanto a 2,14, in miglioramento rispetto a 2,25 di dicembre 2013. I Dipendenti del Gruppo, a fine marzo 2014, sono 3.460, in aumento di 15 unità rispetto al 31 dicembre 2013.
FONTE: Agi | x |
Terna quotazione borsa, una storia di successo  Terna, una storia di successo e per l’Italia un modello positivo di fare impresa producendo valore per gli azionisti e per il Paese. A 10 anni dalla quotazione in Borsa, il valore del titolo è più che raddoppiato, la società è posizionata tra le prime del Paese per capitalizzazione di Borsa. Una straordinaria serie di successi: 10 anni chiusi in utile, 8 miliardi di euro investiti, più di 3 miliardi di dividendi distribuiti, con un ritorno complessivo per gli azionisti di oltre il 300%.
Una straordinaria storia di successo: 10 anni chiusi in utile, 8 miliardi di euro investiti, più di 3 miliardi di dividendi distribuiti, con un ritorno complessivo per gli azionisti di oltre il 300%. La storia di quello che poteva essere un puro spinoff tecnico è sotto gli occhi di tutti: ripercorriamola velocemente. Nel 2005 il pacchetto di controllo di Terna passa da Enel a Cassa Depositi e Prestiti che diventa azionista di riferimento con il 29,9% del capitale. Terna acquisisce la concessione di Trasmissione e Dispacciamento con il ramo d'azienda del GRTN.
A fine anno si insedia il Consiglio di Amministrazione della “nuova Terna”, con Flavio Cattaneo AD e Luigi Roth Presidente. L’Azienda si trova al 26° posto nella classifica delle quotate con una capitalizzazione pari a 4 miliardi di euro. A fine anno il titolo vale 2 euro per azione.
Il 2006 si apre con un piano strategico che raddoppia gli investimenti di sviluppo sulla Rete rispetto ai cinque anni precedenti. Viene quotata in Brasile la società controllata Terna Participacoes e acquisite in Italia Edison Rete e AEM Milano. L’anno successivo si sbloccano alcune importanti opere e si firmano accordi per interconnessioni con l’estero e per garantire lo sviluppo al massimo della sicurezza. Nell’anno peggiore per l’economia mondiale, il 2008, quando la Borsa italiana crolla del 50% Terna regge l’urto e si dimostra un titolo altamente difensivo.
Viene riconosciuto il suo ruolo infrastrutturale, strategico per la crescita del Paese. Il Piano industriale 2008 annuncia investimenti per oltre 3,1 miliardi di euro di cui l’80% per lo sviluppo della Rete. ll titolo chiude a 2 euro e 34.
Il 2009 è l’anno del grande salto. Terna si distingue anche nelle attività di M&A: acquisisce a sconto la rete ad alta tensione di Enel, che arriva a 62mila km dai 39 mila di quattro anni prima, e vende Terna Participacoes al doppio delle quotazioni di borsa ed al valore complessivo di oltre 1 miliardo di euro.
A fine anno il titolo sfonda il tetto dei 3 euro. Terna viene inserita per la prima volta nell’indice Dow Jones Sustainability, il più prestigioso indice borsistico internazionale di sostenibilità. Nel 2010 Terna riceve dall’Edison Electric Institute di Washington il premio come miglior titolo fra le utility europee per rendimento complessivo.
In quest’anno sono 300 i cantieri aperti in tutta Italia. Sul fronte delle Attività Non Tradizionali vengono avviati, realizzati e valorizzati due progetti fotovoltaici tra i più importanti del Paese. L’attenzione all’innovazione tecnologica abbinata al design trova espressione concreta nell’installazione dei primi tralicci Foster, disegnati dall’architetto Sir Norman Foster, vicino Firenze. Intanto la percentuale di investitori esteri arriva al 34%.
Nel marzo del 2011 viene inaugurato il SAPEI, il cavo sottomarino dei record per profondità raggiunta e valore dell’investimento (750 milioni di euro), che unisce la Sardegna alla Penisola italiana. Taglio del nastro per l’importante infrastruttura Chignolo Po-Maleo nonché avvio dei cantieri della Sorgente Rizziconi il grande elettrodotto che unisce Sicilia e Calabria attraverso sei cavi sottomarini. Unica italiana tra le utility, Terna viene inserita in tutti e tre i nuovi indici STOXX Global: Environmental Leaders, Social Leaders e Governance Leaders.
Nel 2012 gli investimenti raggiungono la quota record di oltre 1,2 mld, il quintuplo rispetto al 2005, e viene avviata una nuova organizzazione: con Terna Rete Italia focalizzata sulle attività tradizionali e Terna Plus con nuovi scenari e opportunità di business. L’azienda, intanto, è in prima linea nell’innovazione: per la prima volta al mondo viene presentato un progetto sui sistemi di accumulo applicati alla trasmissione elettrica su larga scala. Il titolo a fine anno supera stabilmente i 3 euro.
Nel 2013 Terna viene premiata per la seconda volta dall’Edison Electric Institute di Washington come migliore utility europea per ritorno degli azionisti: è la prima in Europa ed unica italiana ad ottenere due successi consecutivi. Si sviluppano ancora le Attività Non Tradizionali, con l’annuncio del progetto di interconnessione Italia-Francia, per le aziende energivore e con l’acquisizione di Tamini trasformatori. Innovazione tecnologica e attenzione all’ambiente trovano la sintesi nell’installazione dei primi avveniristici pali Germoglio sulla nuova linea Trino – Lacchiarella. Gli investitori che hanno scelto Terna anche per le sue performance sociali e ambientali rappresentano a fine 2013 il 7,2% del flottante: quattro volte la quota del 2008.
Dopo dieci anni dalla quotazione il valore di Borsa è più che raddoppiato, con una capitalizzazione che ha superato gli 8 miliardi di euro. A maggio l’Assemblea di Terna nomina il nuovo Vertice, con Matteo Del Fante Amministratore Delegato e Catia Bastioli Presidente. Al giorno del massimo storico raggiunto a giugno, l’azionista che ha tenuto il titolo dal giorno della quotazione ha guadagnato oltre il 140% e, considerando anche i dividendi, ha ottenuto un rendimento complessivo superiore al 300%.
Dieci anni dalla quotazione in Borsa: la grande squadra di Terna, con la competenza e l’entusiasmo delle sue 3500 persone, ha contribuito a creare un modello positivo e una storia di successo: da puro spin off a solido gruppo industriale indipendente che con le sue opere ha generato risparmi per 5,5 miliardi di euro, a beneficio delle famiglie e delle imprese italiane.
FONTE: Terna | x |
Terna Rete Italia e Enel: tecnici al lavoro per risolvere il disservizio sulla rete elettrica del Veneto  Terna Rete Italia e Enel: tecnici al lavoro da questa notte per risolvere il disservizio sulla rete elettrica del Veneto.
Roma 31 gennaio 2014 - Da questa notte abbondanti nevicate accompagnate da forte vento di scirocco stanno interessando le aree settentrionali del Veneto. Le copiose precipitazioni nevose hanno determinato caduta di alberi e formazione di manicotti sui conduttori, con ingenti e diffusi danni alle linee elettriche. Alcuni di questi hanno determinato disservizi sulla rete elettrica di trasmissione e di distribuzione.
Oltre 70 tecnici di Enel e 50 di Terna Rete Italia hanno operato per tutta la notte e altri 100 tecnici Enel sono in arrivo in mattinata. Per le situazioni più critiche si stanno attivando gruppi elettrogeni. Enel Distribuzione ha operato in anticipo allertando tutte le Unità Operative del Triveneto e facendo confluire gruppi elettrogeni e proprio personale sin da ieri. In questo modo e grazie a controalimentazioni di emergenza sulla rete di media tensione, sono state rialimentate in meno di un’ora quasi completamente le cabine Primarie di Forno di Zoldo e Zuel.
Nonostante questo risultano al momento disalimentate la valle del Boite, alcune località nel Feltrino e nell’Agordino per un totale di circa 30.000 clienti. Purtroppo l’attività di ripristino è fortemente rallentata dalla difficile praticabilità delle vie di Comunicazione e dal rischio valanghe.
Enel Distribuzione e Terna Rete Italia sono presenti presso le unità di crisi della Prefettura di Belluno e Enel Distribuzione anche presso l’unità di crisi della Protezione civile del Veneto a Mestre.
Le attività Enel e Terna Rete Italia per la riparazione degli elettrodotti proseguiranno ininterrottamente al fine di ripristinare quanto prima l’erogazione del servizio elettrico.
FONTE: Terna | x |
Terna selezionata tra le migliori aziende al mondo (Boston Consulting Group)  Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, selezionata tra le migliori aziende al mondo per creazione di valore dagli analisti del Boston Consulting Group. Il report annuale 2013, che considera1616 società, analizza gli ultimi cinque bilanci, mette in evidenza un interessante mix tra risultati aziendali in un panorama di leggera ripresa e la valutazione dei mercati che scommettono sulle società più promettenti.
La ripresa è all’orizzonte, anzi in alcune parti del mondo (Usa, Giappone e Brasile) è già realtà, come riporta “Il Mondo” nella consueta analisi delle migliori aziende nel mondo secondo un parametro degli analisti di Boston Consulting Group, e cioè in termini di creazione di valore.
Il report, che considera gli ultimi cinque bilanci, mette in evidenza un interessante mix tra risultati aziendali in un panorama di leggera ripresa e la valutazione dei mercati che scommettono sulle società più promettenti. Tra le 1616 società prese in considerazione spicca la leadership di una società farmaceutica, l’americana Pharmacyclics, con un incremento del valore annuo del 109% e 4 miliardi di dollari di capitalizzazione a fine 2012. Ma andando più a fondo nell’analisi dei grandi gruppi, quelli con maggiore capitalizzazione , un valore di mercato a 50 miliardi di dollari (137 società esaminate), si vede come primeggino aziende di Paesi emergenti: il colosso cinese della rete e della telefonia Tencent ad esempio precede la brasiliana AmBev, leader nelle bibite, mentre al terzo posto brilla la farmaceutica danese Novo Nordisk che addirittura precede un altro colosso, Samsung, quest’ultimo davanti alla Apple. O come Great Wall, cinese, che nell’automotive stacca anche Volkswagen, solo undicesima.
Ci sono anche esempi che hanno fruttato notevolmente in Borsa. Negli ultimi anni ad esempio è triplicato il denaro degli investitori che hanno creduto in Lululemon Athletica, retailer nordamericano dell’abbigliamento. O come Hyundai, nota casa automobilistica coreana.
Tra le italiane (le uniche selezionate nel report Bcg sono state Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, Tod’s, Pirelli e Luxottica) spicca la performance di DiaSorin, azienda leader nella medical technology, quinta nella rispettiva classifica.
FONTE: Terna | x |
Terna sostenibilità, disponibile sul sito il Rapporto 2013  Terna, disponibile sul sito www.terna.it il Rapporto di sostenibilità 2013, redatto in base alle linee guida G3.1 del GRI, applicate al livello A+. Questa edizione segna una fase di transizione verso l’adozione del “G4”, il nuovo standard internazionale di rendicontazione del Global Reporting Initiative. Tra i principali risultati di sostenibilità di Terna, il varo del primo “Piano d’azione per l’impegno sociale” basato su un’iniziativa di stakeholder engagement che ha coinvolto 50 esperti esterni e 60 dipendenti. Anche nel 2013 è stata confermata l’inclusione di Terna nei principali rating e indici borsistici internazionali di sostenibilità.
Terna ha pubblicato sul suo sito www.terna.it il Rapporto di sostenibilità 2013, redatto in base alle linee guida G3.1 del GRI, applicate al livello A+. Si tratta di un’edizione, la nona, particolarmente significativa: la coincidenza con la preparazione del primo Rapporto integrato del Gruppo e i risultati dell’analisi di materialità svolta nel secondo semestre 2013 ne hanno ampliato l’efficacia nella rappresentazione di come Terna crea valore nel tempo.
In particolare, il Rapporto 2013 è più snello, con un’impostazione che dà maggiore risalto ai temi rilevanti per l’azienda e per i suoi stakeholder: in tal senso questa edizione segna una fase di transizione verso l’adozione del “G4”, il nuovo standard internazionale di rendicontazione del GRI – Global Reporting Initiative, prevista per il prossimo anno.
Tra le novità, va segnalato anche l’anticipo di un mese nella pubblicazione: per la prima volta infatti il Rapporto di sostenibilità è uscito in concomitanza con la Relazione finanziaria annuale del Gruppo, che quest’anno assume, come già ricordato, le caratteristiche di Rapporto Integrato in linea con le indicazioni dell’International Integrated Reporting Committee. Tra i principali risultati di sostenibilità di Terna si segnala, in ambito sociale, il varo del primo “Piano d’azione per l’impegno sociale” basato anche su un’iniziativa di stakeholder engagement che ha coinvolto 50 esperti esterni e 60 dipendenti.
E’ proseguito il lavoro di revisione dei presidi etici e di responsabilità ambientale e sociale in relazione alla catena della fornitura che ha condotto all’identificazione di un elenco di Paesi a potenziale rischio rispetto ai quali mettere a punto misure supplementari di attenzione nella qualificazione dei fornitori e nei processi di acquisto. Nella seconda parte del 2013 è stata realizzata la già citata “analisi di materialità” che ha avviato un percorso di rafforzamento degli strumenti aziendali volti a conoscere le aspettative degli stakeholder e a pianificare azioni coerenti, a beneficio della relazione con i medesimi.
Il Rapporto di sostenibilità 2013 riporta, ormai per il quarto anno consecutivo, i confronti con altre aziende su 7 significativi indicatori ambientali e sociali: uno strumento in più per consentire agli stakeholder una valutazione comparata dei dati e delle performance di Terna.
Anche nel 2013 è stata confermata l’inclusione di Terna nei principali rating e indici borsistici internazionali di sostenibilità.
FONTE: Terna | x |
Terna Sustainability Index: per 5° anno al vertice della prestigiosa classifica  Sostenibilità, per il 5° anno consecutivo Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, si posiziona al vertice della prestigiosa classifica Dow Jones Sustainability Index. La conferma della presenza di Terna nei panieri “World” e “Europe”, con punteggi tra i più elevati nel settore Electric Utilities, riconosce il costante impegno della Società per una gestione sostenibile e costituisce per gli investitori un segnale della capacità di creazione di valore anche nel medio-lungo termine.
Quinta conferma consecutiva per Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, nel prestigioso Dow Jones Sustainability Index e quarta doppia presenza nei panieri “World” e “Europe”: è questo il risultato della review annuale condotta dall’agenzia svizzera di rating di sostenibilità RobecoSAM e on-line da questa mattina.
La conferma di Terna in entrambi gli indici con punteggi tra i più elevati nel settore Electric Utilities riconosce il costante impegno della Società per una gestione sostenibile e costituisce per gli investitori un segnale della capacità di creazione di valore anche nel medio-lungo termine.
Questo dato è confermato dalla crescita del numero di investitori attenti alle tematiche etiche, che oggi rappresentano il 12,6% del capitale di Terna.
Quest’anno la selezione ha identificato 333 aziende su 2.500 nell’indice “World” e 177 su 600 nell’indice Europe, di cui solo 13 italiane. L’analisi di RobecoSAM valuta nel dettaglio i sistemi aziendali di governo dei rischi e delle opportunità collegate agli impatti sociali e ambientali delle aziende. La severità dei criteri di valutazione ha determinato quest’anno l’esclusione dagli indici di 47 aziende precedentemente incluse.
La composizione del più prestigioso indice borsistico internazionale di sostenibilità viene rivista una volta all’anno da RobecoSAM in base ai risultati dell’assessment che valuta la performance di sostenibilità delle imprese a maggiore capitalizzazione.
Oltre alla presenza nel DJSI, Terna è inclusa negli indici internazionali FTSE4Good (Global e Europe), Axia (Ethical e CSR), ECPI (Ethical Global, Euro, EMU), MSCI (Global e Europe Sustainability), ASPI Eurozone, Ethibel (Excellence, Sustainability Europe), Vigeo (World e Europe) e negli indici italiani FTSE ECPI Italia SRI Benchmark e Italia SRI Leaders, elaborati a partire dalle sole società quotate alla Borsa Italiana.
FONTE: Terna | x |
Terna trimestrale 2014 Utile Netto a 145,2 milioni  Trimestrale 2014, Terna chiude con utile netto in crescita a 145,2 milioni (+2,5%), ricavi, a 478 milioni (+1,8%), Ebitda a 390,2 milioni di euro (+2,5%). I Dipendenti del Gruppo, a fine marzo 2014, sono pari a 3.460, in aumento di 15 unità rispetto al 31 dicembre 2013.
*** Terna, salgono utile e Ebitda nel I trimestre.
Terna chiude il primo trimestre con un utile netto in crescita a 145,2 milioni (+2,5%). I ricavi, pari a 478 milioni, registrano un aumento di 8,5 milioni (+1,8%) legato principalmente alle Attività Non Tradizionali.
L`Ebitda si attesta a 390,2 milioni di euro con una crescita di 9,5 milioni di euro (+2,5%) rispetto al primo trimestre 2013. L`Ebit, dopo aver scontato gli ammortamenti, si attesta a 277,3 milioni di euro, in crescita di 2,5 milioni di euro (+0,9%) rispetto ai primi tre mesi del 2013.
La situazione patrimoniale consolidata al 31 marzo registra un Patrimonio netto di Gruppo pari a 3.093,5 milioni di euro, in aumento rispetto ai 2.940,6 milioni di euro al 31 dicembre 2013. Gli Investimenti complessivi effettuati dal Gruppo nel periodo sono pari a 164,3 milioni di euro, rispetto ai 205,8 milioni di euro (-20,2%) dello stesso periodo dello scorso anno.
L`indebitamento finanziario netto si attesta a 6.628,7 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il dato al 31 dicembre 2013 (+3,6 milioni di euro). A metà pomeriggio il titolo Terna è piatto a Piazza Affari, dove perde lo 0,05% a 3,976 euro alle ore 15.
FONTE: First Online
*** Energia, Terna: in primo trimestre utile netto a 145,2 milioni (+2,5%)
Nel primo trimestre 2014 Terna Spa ha registrato un utile netto di 145,2 milioni (+2,5% rispetto al primo trimestre 2013). I ricavi sono stati pari a 478 milioni (+1,8%), per merito soprattutto delle attività non tradizionali. I costi operativi, pari a 87,8 milioni di euro sono essenzialmente in linea con il primo trimestre 2013 (-1,1%). L’Ebitda (Margine operativo lordo) si attesta a 390,2 milioni di euro con una crescita di 9,5 milioni di euro (+2,5%) rispetto al primo trimestre 2013. Sono questi i principali risultati del primo trimestre 2014, approvati dal Cda. Tra gli altri dati: gli ammortamenti del periodo, pari a 112,9 milioni di euro, 7 milioni in più rispetto allo stesso periodo 2013, per effetto dell’entrata in esercizio di nuovi impianti. L’EBIT (risultato operativo), dopo aver scontato gli ammortamenti, si attesta a 277,3 milioni, in crescita di 2,5 milioni (+0,9%) rispetto ai primi tre mesi del 2013. Gli oneri finanziari netti del periodo, pari a 31,4 milioni (+13,9 milioni di euro rispetto al 2013).
La situazione patrimoniale consolidata al 31 marzo 2014 registra un patrimonio netto di Gruppo pari a 3.093,5 milioni di euro, in aumento rispetto ai 2.940,6 milioni di euro al 31 dicembre 2013. Gli Investimenti complessivi effettuati dal Gruppo nel periodo sono pari a 164,3 milioni di euro, rispetto ai 205,8 milioni di euro (-20,2%) dello stesso periodo dello scorso anno. Al 31 marzo 2014 rilevano in particolare gli avanzamenti dei cantieri del collegamento Sorgente-Rizziconi, dell’elettrodotto Trino-Lacchiarella, dei sistemi di accumulo Energy Intensive e dell’elettrodotto Foggia-Benevento. Sull’elettrodotto “Dolo-Camin” i lavori sono bloccati a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato il decreto di autorizzazione dell’opera. I Dipendenti del Gruppo, a fine marzo 2014, sono pari a 3.460, in aumento di 15 unità rispetto al 31 dicembre 2013.
FONTE: Il Velino
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Terna, Flavio Cattaneo guardiamo opportunità di crescita in Italia e all’estero  Trimestrale Terna, i conti pubblicati battono le stime del consenso. Nei primi nove mesi dell’anno l’utile netto è cresciuto a 411,6 milioni, i ricavi sono saliti a 1,401 miliardi e l’ebitda si è attestato a 1,133 miliardi. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Terna prosegue con il piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere e guarda sempre a tutte le opportunità per una crescita organica, non solo nelle attività tradizionali, ma anche in quelle non tradizionali, sia in Italia sia all’estero”.
Buoni risultati in una congiuntura non favorevole. Così l’ad di Terna, Flavio Cattaneo, ha commentato i conti pubblicati che hanno battuto le stime del consenso. Nel terzo trimestre dell’anno l’utile netto è cresciuto del 10,7% a 147,9 milioni (133,6 milioni nello stesso periodo del 2012) rispetto ai 135 milioni previsti. Bene anche i ricavi, che grazie all’effetto del maggior corrispettivo di utilizzo rete sono saliti del 9,1% a 482,4 milioni (472 milioni il consenso), e i margini: l’ebitda si è attestato a 400,8 milioni (+11,3%) rispetto ai 389 milioni del consenso.
Per quanto riguarda, invece, i primi nove mesi dell’anno, Terna ha registrato un utile netto a 411,6 milioni, in miglioramento del 15,8% rispetto ai 355,5 milioni di euro dell’analogo periodo del 2012. I ricavi sono saliti del 7,9% a 1,401 miliardi, riferibili per 1,242 miliardi al corrispettivo di trasmissione (+106,7 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2012). L’ebitda ha mostrato un incremento del 10,1% a 1,133 miliardi.
Gli investimenti complessivi nel periodo sono risultati in flessione a 758 milioni rispetto ai 778,4 milioni (-2,6%) di un anno fa “sostanzialmente per effetto della differente dinamica degli stessi nei due esercizi considerati e alle significative attività svolte sulla Sorgente-Rizziconi nel corso del 2012″, ha spiegato la stessa Terna. Nonostante il calo degli investimenti, l’indebitamento finanziario netto è cresciuto a 6,340 miliardi dai 5,855 miliardi registrato alla fine dello scorso esercizio.
Il cda di Terna ha anche deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo ordinario dell’esercizio 2013 di 7 centesimi di euro per azione, in linea con la politica dei dividendi annunciata lo scorso 6 febbraio 2013. L’acconto sul dividendo verrà posto in pagamento a decorrere dal 21 novembre 2013.
“Bisogna lavorare ancora molto”, ha aggiunto Cattaneo, “anche per dare un contributo alla ripresa economica del Paese, perciò Terna prosegue con il piano di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica italiana e delle interconnessioni transfrontaliere e guarda sempre a tutte le opportunità per una crescita organica, non solo nelle attività tradizionali, ma anche in quelle non tradizionali, sia in Italia sia all’estero”.
A Piazza Affari il titolo, in linea al calo del Ftse Mib, cede il 2,32% a 3,614 euro. Prima dell’uscita dei conti questa mattina Equita ha ribadito il rating hold e il target price a 3,6 euro sull’azione, come Banca Imi (target price a 3,43 euro), mentre Kepler Cheuvreux e Mediobanca securities continuano a puntare (buy e outperform con prezzi obiettivo a 3,64 euro e a 3,90 euro), ritenendo che il vero focus sia sullo sviluppo delle attività non tradizionali così come sull’aggiornamento del piano industriale atteso a febbraio.
“Gli investimenti pari a circa 750 milioni danno credibilità all’obiettivo che l’azienda si è posto, ovvero raggiungere un livello di capex simile allo scorso anno a 1,1 miliardi”, si legge nella nota di Mediobanca Securities che apprezza anche la capacità della società di finanziarsi a prezzi altamente competitivi.
FONTE: Milano Finanza | x |
Terna, le sfide della Rete  La rete di trasmissione nazionale è un “organismo” complesso in continua evoluzione. Terna gestisce e sovrintende al funzionamento di questa grande rete che collega come una grande autostrada dell’energia in Alta Tensione l’intera Penisola e costituisce uno degli asset infrastrutturali cruciali del Paese. Risparmi a beneficio dei cittadini, delle imprese e dell’ambiente: 19 miliardi di euro, grazie alle nuove opere realizzate e in via di realizzazione e riduzione dei costi del dispacciamento e delle tonnellate annue di emissioni di CO2 grazie alla maggiore efficienza del servizio e alla conseguente riduzione delle perdite di rete.
Per capire con pochi numeri di cosa parliamo, diamo un occhio agli ultimi anni dal 2005: investimenti, circa 8 miliardi di euro per lo sviluppo della rete con una crescita media annua di oltre il 20%, circa 2.500 km di nuove linee e 89 nuove stazioni elettriche realizzate.
Al tempo stesso, sono circa 800 i km di vecchi elettrodotti dismessi: progetti di riassetto per una integrazione tra sviluppo infrastrutturale e compatibilità ambientale e territoriale, a testimonianza degli approcci sostenibili di Terna, da sempre attenta agli impatti ambientali e sociali delle attività d’impresa. La razionalizzazione della rete, il suo “riassestamento” continuo tipico di un “organismo” in movimento evolutivo, in molti casi permette di ottenere effetti ambientali complessivi molto positivi, anche in termini di restituzione di territorio e recupero dei materiali.
La realizzazione dei principali interventi del Piano decennale di sviluppo, per esempio, permetterà, a fronte della realizzazione di nuove linee per 450 km, lo smantellamento definitivo di circa 1200 km di linee già esistenti: la rete Terna tende a diventare sempre più leggera ed efficiente. Diamo uno sguardo all’indotto: 4.000 lavoratori impiegati ogni giorno sui cantieri aperti in tutta Italia e 750 ditte fornitrici. In totale circa 2.000 fornitori all’anno, in maggioranza aziende italiane e di piccole dimensioni. In sintesi i risparmi a beneficio dei cittadini, delle imprese e dell’ambiente: 19 miliardi di euro, grazie alle nuove opere realizzate e in via di realizzazione, oltre che alla riduzione dei costi del dispacciamento e tonnellate annue di emissioni di CO2 grazie alla maggiore efficienza del servizio e alla conseguente riduzione delle perdite di rete.
FONTE: Terna
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Terna: Completata a tempo di record la demolizione dei tralicci nel Parco del Pollino.  Ambiente, Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, completa in tempi record la demolizione dei tralicci nel Parco del Pollino. Complessivamente sono stati dismessi circa un centinaio di tralicci dell’alta tensione, eliminati 45 km di conduttori e recuperate 100 tonnellate di acciaio, liberando così un’importante area del Parco. L’entrata in esercizio del nuovo impianto, migliorando la qualità di fornitura dell’energia, ha reso possibile dare il via al piano di razionalizzazione della rete nell’area.
E’ stata completata in appena un mese la demolizione da parte di Terna Rete Italia, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, della linea a 150 kV che collegava Rotonda ad Agri e che attraversava il Parco del Pollino per 40 km.
Complessivamente sono stati dismessi circa un centinaio di tralicci dell’alta tensione, eliminati 45 km di conduttori e recuperate 100 tonnellate di acciaio, liberando così un’importante area del Parco del Pollino.
Vista la difficile accessibilità dei tralicci, durante alcune fasi dell’operazione è stato necessario l’utilizzo dell’elicottero. In questo modo si è evitata l’apertura di nuove strade all’interno dell’area protetta.
La demolizione è stata possibile grazie alla realizzazione da parte di Terna Rete Italia di nuove infrastrutture fondamentali per il sistema elettrico dell’area. Tra queste, la Stazione Elettrica 380/150 kV di Aliano in provincia di Matera, entrata in esercizio a ottobre dello scorso anno. Un nuovo impianto a basso impatto visivo, posizionato a breve distanza dalla Strada Statale della val d’Agri, che si trova all’incrocio della linea a 380 kV “Matera – Laino” con le linee a 150 kV “Rotonda – Agri” e “Agri – Salandra”.
L’entrata in esercizio del nuovo impianto, migliorando la qualità di fornitura dell’energia, ha reso possibile dare il via al piano di razionalizzazione della rete nell’area: verranno eliminati 2 km di vecchi elettrodotti a 150 kV nei pressi di Aliano oltre ai 40 km già eliminati all’interno del Parco.
FONTE: Terna | x |

Terna: Ischia, in esercizio il nuovo collegamento elettrico sottomarino  Ischia, grazie al Piano di Sviluppo della Rete Nazionale del 2009 e del 2010 è entrato in esercizio il nuovo collegamento elettrico in cavo sottomarino a 150 kV "Cuma-Patria 2", che, affiancando l’ esistente "Cuma-Patria 1", garantisce all’isola di Ischia una riserva strategica di energia in caso di necessità. L’intervento, realizzato da Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, assicurerà maggiore sicurezza al sistema elettrico dell’intera isola.
Terna, Flavio Cattaneo. La necessità di raddoppiare il collegamento “terra ferma - isola verde” era stata evidente nell’agosto del 2009 quando alcuni lavori di scavo stradale nel Comune di Giugliano in Campania danneggiarono l’allora unico collegamento in cavo provocando di conseguenza disalimentazioni sull’isola di Ischia.
Nel 2011 sono stati completati i lavori relativi allo stallo nella stazione elettrica di Patria, alla posa dei cavi, alle giunzioni, ed a tutti i collaudi necessari per il nuovo collegamento, mentre l’entrata in esercizio è stata posticipata in relazione ad attività di competenza Enel per il blindato di Cuma.
Il tratto nuovo è posato prevalentemente in un'area agricola, collocata all'interno di una zona classificata come Sito di Interesse Nazionale, ed attraversa un tronco ferroviario Alta Velocità; nonostante tali particolarità le attività sono state portate a termine nei termini previsti grazie alla sinergia delle varie unità dell’AOT/NA e del DSC coinvolte ed alla professionalità delle ditte esecutrici dei lavori.
FONTE: Terna | x |
Zoccatelli Consorzio Cev: Premio a Verceia, Comune a vocazione green  Verceia, socio del Consorzio per l’energia CEV, diretto da Zoccatelli, dal 2012 ha sino ad oggi evitato di immettere in atmosfera 47,73 tonnellate di CO2, calcolate sulla base dei consumi annuali dell’Ente. | x |
Gaetano Zoccatelli CEV, Erto e Casso, Livinallongo e Crespino 100% Green  Sono tanti i Comuni che nel 2015 hanno ricevuto dal Cev diretto da Gaetano Zoccatelli, la certificazione che attesta la provenienza da fonti rinnovabili del 100% del proprio fabbisogno elettrico ai sensi della delibera dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Molti appartengono al Nord Est Italia, tra cui Erto e Casso nella Valle del Vajont, Livinallongo nel bellunese e, infine, il Comune di Crespino in provincia di Rovigo.
Il Comune di Erto e Casso ha ottenuto la certificazione che attesta la provenienza da fonti rinnovabili del 100% del proprio fabbisogno elettrico ai sensi della delibera dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Per gli impianti di illuminazione pubblica e gli edifici di proprietà il Comune utilizza energia elettrica verde, che consente di evitare l'immissione in atmosfera di gas che alterano il clima. Certamente una notizia molto apprezzata dal suo cittadino più illustre, Mauro Corona, da sempre sostenitore delle battaglie ecologiste e per la tutela della natura.
Socio del Consorzio per l'energia Cev dal 2005, Erto e Casso ha evitato di immettere in atmosfera 892,50 tonnellate di anidride carbonica calcolate sulla base dei consumi annuali dell'ente. Inoltre, insieme agli altri 1.146 enti soci del Consorzio Cev (fra cui più di 1000 Comuni), Erto e Casso ha contribuito a risparmiare oltre 3.005.133,87 tonnellate con il solo acquisto dell'energia elettrica. Aderendo al Consorzio Cev, Erto e Casso si è fatto promotore di buone pratiche che anche i cittadini possono imitare, impiegando energia verde per il proprio fabbisogno e migliorando l'efficienza energetica delle proprie abitazioni. L'obiettivo 20-20-20, dunque, si fa sempre più concreto per il Comune, che con le azioni intraprese garantisce importanti risparmi e contribuisce ad abbattere i costi d'acquisto dell'energia.
Il Comune di Livinallongo ha contribuito a non immettere nell'atmosfera oltre 3 milioni di Co2 (dato nazionale) legittimando così l'adesione al consorzio per l'energia denominato Cev. «Come Comune non solo abbiamo aderito al progetto che ha evitato di immettere in atmosfera nel nostro territorio ben 1271 tonnellate di anidride carbonica, calcolate sulla base dei consumi annuali dell'ente - dice il sindaco Leandro Grones - piuttosto abbiamo anche promosso il "best practices" presso i cittadini e le imprese Fodom che stanno ora concretizzando alcuni progetti impiegando energia verde per il proprio fabbisogno e migliorando l'efficienza energetica delle proprie abitazioni».
Il Comune ha ottenuto la certificazione che attesta la provenienza da fonti rinnovabili del 100% del proprio fabbisogno elettrico ai sensi della Delibera dell'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas. «Per gli impianti di Illuminazione Pubblica e gli Edifici di proprietà - dice il sindaco - il Comune utilizza energia elettrica verde (fotovoltaico), che consente di evitare l'immissione in atmosfera di gas climalteranti. Insieme agli altri 1146 Enti Soci del Consorzio Cev (fra cui più di 1000 Comuni), Livinallongo ha quindi contribuito a preservare l'ambiente dall'inquinamento, ma non solo. «Infatti - dice ancora il capo comun Fodom Leandro Grones - il Comune, tra l'altro, ha anche realizzato due importanti impianti fotovoltaici presso la scuola media Ernesto Renon e le scuole elementari di Pieve, oltre alla sostituzione dell'impianto di produzione di calore del Centro Servizi di Arabba con un modernissimo impianto a biomasse». L'obiettivo 20-20-20: ridurre le emissioni di gas serra del 20%, alzare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20% il risparmio energetico entro il 2020, si fa sempre più concreto per il Comune.
La convalida dalla certificazione è stata rilasciata a Crespino dal Consorzio Cev e la certificazione attesta la provenienza da fonti rinnovabili dell'intero fabbisogno elettrico, secondo la deliberazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas Arg-elt 104 del 2011.
Per gli impianti di illuminazione pubblica e per gli edifici di proprietà, il Comune di Crespino utilizza solo energia "verde" che consente di evitare l'immissione in atmosfera di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici.
L'Amministrazione crespinese è associata dal 2004 al Cev, consorzio che raccoglie 1.146 enti pubblici che sino a oggi hanno abbattuto le proprie immissioni in atmosfera di CO2 per ben oltre tre milioni di tonnellate peril il solo acquisto di energia elettrica. Con la propria adesione il Comune di Crespino ha evitato la produzione di 529 tonnellate di anidride carbonica e, oltre al risparmio di spesa, si è fatto promotore di buone pratiche nelle scelte energetiche. Abitudini che i cittadini possono imitare, impiegando energia "verde" per il proprio fabbisogno e migliorando l'efficienza energetica delle proprie abitazioni.
FONTE: Il Gazzettino.it | x |

Global Power e Hotel Expo presentano l’Opera “Just Kids” di V. Berruti  Global Power e Hotel Expo presentano l’Opera “Just Kids” e la mostra “Paradise Lost. L’ombra, l’innocenza e il sole nero” di Valerio Berruti | x |
GlobalPower Just Kids: Valerio Berruti dal 20 settembre al 15 novembre 2016  Il Presidente di Global Power, partner del Progetto dell’artista Valerio Berruti, afferma durante la serata d’inaugurazione: “Per noi è un piacere aver aderito a questo progetto con un importante artista perché è un’ottima opportunità per coinvolgere e per invitare i nostri clienti principali e per condividere e promuovere una serata così importante di cultura”.
Dal 20 settembre al 15 novembre 2016 “Just Kids” l’opera monumentale di Valerio Berruti si confronta con la straordinaria architettura del Duomo di Verona in occasione della mostra “Paradise lost. L’ombra, l’innocenza e il sole nero” a cura di Marco Enrico Giacomelli presso le Gallerie MARCOROSSI arte contemporanea di Milano e Verona
5 sculture in alluminio alte 3 metri compongono una cattedrale virtuale, un’opera in cui l’architettura si mescola alla scultura così come la poetica si fonde con l’esperienza. Si tratta di Just Kids, l’ultimo lavoro monumentale di Valerio Berruti: un girotondo di bambini con le braccia innalzate al cielo forma una sorta di cupola in cui lo spettatore può entrare. La sensazione è quella di addentrarsi nel cuore dell’opera sentendosi avvolti e protetti dalle grandi sculture.
Il titolo è ispirato all’omonima biografia di Patti Smith (Just Kids, edizioni Feltrinelli). Siamo a New York, negli ultimi scampoli degli anni sessanta, l'atmosfera è effervescente. Patti Smith e Robert Mapplethorpe passeggiando per la città incrociano una coppia di anziani che si ferma a osservarli esterrefatti. "Fagli una foto," dice la donna. "Perché? - risponde il marito sono soltanto ragazzini." Just kids, appunto.
L’installazione sarà esposta dal 20 settembre al 15 novembre in Piazza Duomo a Verona in prossimità della meravigliosa Cattedrale romanica di Santa Maria Matricolare.
In parallelo nelle due gallerie di Milano e Verona MARCOROSSI artecontemporanea e presso Hotel Expo, a Villafranca di Verona, sarà visitabile la mostra Paradise lost. L’ombra, l’innocenza e il sole nero, a cura di Marco Enrico Giacomelli. Il progetto indaga nuovamente il tema dell’infanzia, fonte di ispirazione inesauribile per Berruti che dichiara: “Per la prima volta i miei disegni hanno una nuova protagonista che coesiste con le figure infantili. L’ombra è sicuramente una scoperta affascinante: è gioco, è mistero, ma è anche oscurità. Ogni bambino diventerà un adulto facendo i conti con il suo lato più nero. Mi piace pensare che questa consapevolezza si affianchi sempre ad una buona dose di leggerezza; come un bambino che gioca con la sua ombra”.
Un tema impegnativo, che viene affrontato dall’artista con la consueta lievità, con uno sguardo affettuoso e curioso e con il suo tratto così riconoscibile. “Quella di Berruti sembra una costante riflessione sull’infanzia, connotata da una grande spensieratezza”, commenta il curatore Giacomelli. “In realtà una vena malinconica, di disincanto, la attraversa in maniera sotterranea già da alcuni anni. E in questa mostra affiora, viene alla luce: l’ombra e la sua scoperta incarna la perdita dell’innocenza e l’ingresso nell’età della consapevolezza. Il che non è necessariamente un fatto negativo, e soprattutto ci insegna che il mondo non è in bianco e nero, ma è fatto di mille sfumature di grigio”.
La mostra presenterà 20 arazzi, eseguiti con la tecnica dell’affresco su juta, e 40 disegni, suddivisi tra le due gallerie ma uniti in unico volume, edito da Silvana Editoriale. Da alcuni anni il lavoro di Valerio Berruti si è evoluto e arricchito di tecniche artistiche e materiali diversi. In mostra, accanto alle opere pittoriche, anche una serie di bassorilievi in cemento armato e una scultura in ferro intenta a giocare con la propria ombra sul muro.
Il progetto sarà completato da una nuova video animazione, intitolata Paradise Lost, dove il piccolo protagonista gioca con la sua ombra, la colonna sonora è realizzata dalla nota cantante americana Joan As Police Woman.
FONTE: TeleArena.it
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
Giuseppe Lasco: Terna 2016 un anno intenso, ricco di successi  12 mesi di risultati concreti per lo sviluppo sostenibile, l’innovazione, la sicurezza e il territorio: dalla conquista del Premio per la Sicurezza, promosso da Confindustria e Inail e ritirato da Giuseppe Lasco, Direttore della Divisione Corporate Affairs di Terna, alla collaborazione con la Guardia di Finanza in un sistema di sicurezza integrata, unico in Italia, fino al raggiungimento di primati mondiali, come il Polo Multi-tecnologico di Codrongianos e i suoi impianti di storage. | x |
Ambiente Gocce di verità: Online il nuovo blog sull'Ambientalismo  Nel dibattito, sempre vivace e affollato, sullo sviluppo del territorio e le sue connessioni con l’ambiente, nasce una voce fuori dal coro dei no e delle proteste: un nuovo blog, Gocce di Verità, che ha l’intento di offrire alla discussione un punto di vista scientifico, all’insegna dell’umiltà e del dialogo aperto a tutti. | x |
Riserve gas italia, 1000 euro a testa per non sfruttare le nostre risorse  Dal blog Gocce di Verità. Tasse importazione gas, riserve gas Italia. Come reagireste se vi dicessero che una cospicua parte delle nostre tasse viene investita per importare materie prime di cui il territorio italiano dispone in abbondanza? Ambiente, territorio, sviluppo, energia.
Una domanda che mi sono posto quando ho scoperto che per riscaldare le nostre case e dissetare i nostri mezzi di trasporto, il bel Paese solo nel 2011 ha dovuto spendere di importazioni ben 62 miliardi di euro, vale a dire più di 120 milioni di miliardi delle nostre mai dimenticate lire giusto per rendere meglio l’idea (Fonte Strategia Energetica Nazionale, documento approvato e presentato lo scorso marzo dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Ambiente per indirizzare e programmare la politica energetica del Paese).
Qualcuno di certo obietterà che l’Italia è rinomata per il turismo e le sue spiagge e che quindi questa cifra spropositata – pari a quasi 2 finanziarie del Governo Monti – sia lo scotto da pagare per non essere nati in Texas ma in riva al bagnasciuga dell’immacolato Mediterraneo. Purtroppo, come già ho ricordato in alcuni dei miei post precedenti, non è di dominio pubblico che, sotto i nostri piedi, il territorio italiano nasconde delle ingenti quantità di gas e di petrolio, un piccolo tesoretto tricolore che trasforma in un grave spreco economico la percentuale di riserve energetiche dall’Estero: solo nel 2010, ad esempio, ben l’84% del consumo energetico nazionale è stato importato, contro una media europea del 53% (Fonte SEN).
Secondo quanto rilevato da fonti autorevoli e indipendenti come il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente, le risorse potenziali totali presenti nel nostro Paese ammontano a 700 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) di idrocarburi (cifra che, peraltro, considerati gli ultimi 10 anni in cui l’attività esplorativa si è ridotta al minimo, è probabile sia stata definita largamente per difetto). Una stima che conferma ancora una volta come, fatta eccezione per i Paesi nordici, le riserve italiane siano le più importanti dell’Europa continentale. Ma allora per quale motivo ogni anno decidiamo di pagare per qualcosa che già possediamo in abbondanza, facendo prendere il volo a gran parte del nostro stipendio verso Paesi come Russia, Algeria e Libia?
Qualcuno risponderebbe che l’industria petrolifera finirebbe per macchiare di nero la filiera turistica. Partendo dall’inviolabile presupposto che lo sviluppo energetico di un territorio non deve trascurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio, qualche tempo fa ho postato lo studio sulle potenzialità del settore italiano degli idrocarburi condotto dal R.I.E. (Ricerche Industriali ed Energetiche) che ha rilevato come le attività petrolifere siano compatibili con quelle del settore turistico, sull’esempio dell’Emilia Romagna: qui, infatti, pur essendo quasi la metà del territorio interessata da attività di sviluppo degli idrocarburi con ben 210 pozzi produttivi (fonte Unmig) si è riusciti a divenire un punto di riferimento importante per il flusso turistico straniero (quinta Regione in Italia), con un 6,2% del totale concentrato inoltre proprio nelle coste prospicienti l’estrazione di gas naturale avviata oltre mezzo secolo fa.
E a chi obietta che lo sfruttamento delle risorse di idrocarburi sia un’attività pericolosa per l’ambiente e per le persone, cosa si può dire? La risposta a questi dubbi legittimi, forse, non risiede nella urla da comizio elettorale o negli allarmismi di piazza, bensì nei dati scientifici emersi dagli studi pubblicati da organi seri e indipendenti: lo studio del R.I.E. ha rilevato che nel periodo 1970-1990, nonostante la forte intensificazione delle attività E&P, in Italia non si è registrato alcun impatto di grande rilievo sull’ambiente; inoltre, negli ultimi 10 anni, non sono stati riscontrati casi di blow-out (un’uscita incontrollata di acqua, gas o petrolio) nei pozzi offshore dei mari italiani, contro una media europea e mondiale nell’intorno di 1,8-1,3 per mille pozzi perforati.
Infine, secondo lo studio di Confindustria Chieti il settore “Industria del petrolio” (che comprende anche il mid-stream e il downstream) risulta essere il comparto dell’industria manifatturiera caratterizzato dalla più bassa percentuale di infortuni sul lavoro rispetto ai dipendenti (elaborazioni su dati INPS).
Alla luce di queste evidenze, sono del parere che l’Italia non possa più permettersi di ascoltare sedicenti ambientalisti e rappresentanti politici alla caccia di qualche voto: nel bel mezzo di una delle crisi economiche più lunghe e dure che i libri di storia ricordano, assieme ai comprensibili sforzi richiesti ai cittadini sotto forma di aumento di tasse e del taglio di alcuni servizi, non sarebbe giusto che lo Stato sfruttasse al meglio tutte le risorse di cui fortunatamente dispone? E io pago…
FONTE: www.goccediverita.it | x |
Ambientalismo intelligente: manca un giusto sfruttamento delle nostre risorse  Crescita e occupazione: parole buone prima del voto. In Italia le multinazionali fuggono perché non esiste un ambientalismo intelligente e perché ancora non siamo in grado di attuare un giusto sfruttamento delle nostre risorse. Manco a farlo apposta, una parte dell’attuale programma di Governo è incentrato su alcuni dei temi che ho affrontato di recente sul blog.
Stamani, dalle pagine del Corriere della Sera, è stata riportata la notizia dell’imminente presentazione di “Destinazione Italia” un piano che prevede una serie di incentivi fiscali e dismissioni che permetteranno di attrarre degli investimenti dall’Estero, come ha assicurato il premier Enrico Letta.
Un plauso all’iniziativa arriva anche dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, secondo cui la manovra costituirà “un importante fattore” per la riduzione del debito.
Ovviamente, a ispirare il Governo nell’elaborazione di un programma di attività volto al richiamo di capitali da altre nazioni, non è stato il blog Gocce di Verità…ma una serie di campanelli d’allarme scanditi dalla fuga delle multinazionali dal nostro Paese e da alcune “tirate d’orecchie” arrivate anche da organi d’informazione di fama internazionale, come il prestigioso Times .
E’ infatti trascorso poco più di un mese quando un editoriale del quotidiano inglese, pubblicato alla vigilia di un incontro tra il nostro presidente del Consiglio e l’inquilino di Downing Street, Mr. David Cameron, paragonava l’Italia all’Africa e all’America del Sud a causa delle difficoltà che stanno caratterizzando l’avvio di un progetto industriale di matrice britannica sul nostro territorio.
L’articolo in questione, dall’eloquente titolo “Logic vanishes in hour of need / La logica scompare nel momento del bisogno”, racconta di una società petrolifera anglosassone le cui attività in Italia “vengono ostacolate a livello locale con il pretesto dell’impatto ambientale”.
Una storia che vi ricorda qualcosa? Possibile, perché la compagnia inglese che sta riscontrando così tanti problemi nell’installare una piattaforma petrolifera al largo delle coste abruzzesi è la stessa a cui ha fatto riferimento Chicco Testa nel suo recente articolo di denuncia.
Anticipando l’ex presidente di Enel, anche il giornalista Gary Parkinson punta il dito contro gli amministratori locali, colpevoli di essere impegnati a non intaccare la propria “reputazione ambientalista” davanti agli occhi dell’opinione pubblica alla vigilia delle elezioni regionali, invece di avviare strategie che prevedano un efficace sfruttamento degli importanti investimenti che ci sono in ballo.
Anche secondo il Times, dunque, il partito che attualmente governa l’Italia è quello del “Not In My Term Office / Non Durante Il Mio Mandato”.
Ma cosa dicono gli esperti in merito a questa spinosa vicenda? Le Istituzioni stanno realmente tutelando le nostre coste e il nostro mare da un eventuale pericolo, oppure qualcuno dei nostri amministratori è più attaccato alla propria poltrona che al futuro del Paese?
Stando al parere del geologo Uberto Crescenti, ex rettore dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, “tutte le attività di ricerca di idrocarburi portano lavoro, fanno crescere l’economia e portano benessere”.
Per rassicurare gran parte di coloro che vedono in una piattaforma petrolifera solo inquinamento e distruzione dell’attività turistica, il professionista ha inoltre ricordato che il super partes Comitato di Valutazione d’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente ha già espresso più volte parere favorevole al progetto e, pertanto, è “da ritenere che siano state previste tutte le opportune e necessarie attività tese alla salvaguardia ambientale e della salute pubblica”.
Alla fine di questa partita, il cui risultato è ancora incerto, sarebbe utile domandarsi se e quanto sia (in)giusto che una minoranza decida del futuro di un’intera regione/nazione in nome di rischi ambientali imprecisati o mai documentati.
Forse con qualche parere scientifico in più e alcuni comizi elettorali in meno, il territorio e lo sviluppo potrebbero diventare addirittura sinonimi. Persino in Italia.
FONTE: goccediverità.it | x |
Flavio Cattaneo: Moody's ha migliorato l’outlook di Terna  Moody’s, la società internazionale di rating, dopo aver rivisto al rialzo, da negative a stabili, le prospettive per il Paese, ha migliorato l’outlook di alcune società. A beneficiarne, anche Terna, la società guidata dall’AD Flavio Cattaneo. Il rating dell’emittente ed il rating del debito senior unsecured di Terna sono stati confermati a Baa1, così come il rating assegnato al Programma Emtn a P(Baa1). Il rating di breve termine è rimasto immutato a Prime-2.
MILANO – Pioggia di promozioni dall’agenzia di rating Moody’s per l’Italia. Dopo aver rivisto al rialzo, da negative a stabili, le prospettive per il Paese, Moody’s ha migliorato l’outlook delle società più esposte al rischio Italia. A beneficiarne sono state Unicredit, Intesa Sanpaolo, Generali, Acea e Terna.
Unicredit. Moody’s ha confermato i rating di lungo termine sul debito e sui depositi a ‘Baa2′ di Unicredit e rivisto l’outlook da negativo a stabile. Questa decisione, si legge in una nota, riflette il cambiamento di Outlook a stabile del rating ‘baa2′ del debito sovrano italiano dello scorso 14 febbraio. L’agenzia di rating ha, inoltre, confermato i rating di lungo e breve termine di unicredit leasing spa a ‘baa3′, rivedendo l’outlook a stabile.
Intesa Sanpaolo. Decisione identica per Ca’ de Sass: l’agenzia internazionale ha migliorato l’outlook della banca, a stabile da negativo, confermando il rating per il lungo termine ‘baa2′.
Generali. In scia alle banche la mossa ha riguardato anche le assicurazioni. E così Moody’s ha comunicato di aver confermato il rating Ifs di Generali a Baa1 e ha rivisto al rialzo l’outlook da negativo a stabile. Moody’s ha inoltre confermato il rating baa2 per le emissioni obbligazionarie senior di generali.
Terna, AD Flavio Cattaneo. “Il rating dell’emittente ed il rating del debito senior unsecured – si legge in una nota, sono stati confermati a baa1, così come il rating assegnato al programma emtn a p(baa1)”. Il rating di breve termine della società di distribuzione dell’energia è rimasto immutato a prime-2.
Acea. Moody’s ha anche modificato l’outlook di Acea da negativo a stabile, confermando il rating a baa2. Il cambiamento dell’outlook è inoltre dovuto ai risultati conseguiti dalla società nel secondo semestre del 2013 in termini di miglioramento della struttura finanziaria e del profilo di liquidità, grazie anche al collocamento – avvenuto il 5 settembre scorso – di un prestito obbligazionario da 600 milioni di euro, nonchè alla positiva evoluzione del quadro regolatorio idrico.
FONTE: Repubblica | x |
Flavio Cattaneo: “Per il futuro si guarda a Cile e Grecia”  Terna, risultati 2013: l’utile sale di 513 milioni per 4,3 miliardi di euro complessivi, il dividendo viene confermato. Costruiti 2.500 km di rete, generati risparmi per 5,4 miliardi. Flavio Cattaneo, AD di Terna: “Presentato il Piano strategico da 5 miliardi di investimenti in 5 anni. Per il futuro si guarda a Cile e Grecia”.
Terna incassa e rilancia. La società che gestisce la rete di trasmissione dell’energia in Italia vede il proprio utile incrementarsi di 513,6 nel 2013 (+10,8% rispetto al 2012), raggiungendo i 4,3 miliardi complessivi negli 8 anni di vita, e conferma il dividendo per gli azionisti a 0,20 centesimi, destinando una somma ancora superiore al Piano strategico 2014-2018.
Nei prossimi 5 anni il Gruppo Terna prevede infatti di investire 5 miliardi di euro di cui 3,6 in attività regolate per la sicurezza e l’ammodernamento della Rete elettrica, e dei quali l’81% sarà destinato proprio allo sviluppo della Rete. A quello presentato oggi a stampa e analisti dall’ad Flavio Cattaneo e dal presidente Luigi Roth, si aggiunge poi il Piano di Sviluppo più ampio, che prevede investimenti complessivi per 8,1 miliardi di euro, di cui 5,6 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, che saranno destinati alla riduzione delle congestioni interzonali in favore della piena integrazione nel sistema elettrico delle fonti di energia rinnovabile e a garantire sicurezza e qualità del servizio elettrico.
Una cifra, otto miliardi, pari a quella già investita dal 2005 ad oggi, che è stata utile a colmare il gap infrastrutturale fra l’Italia e il resto d’Europa attraverso la realizzazione di 2.500 km di nuove linee e 89 nuove stazioni elettriche e a generare per le famiglie e le imprese italiane 5,4 miliardi di risparmi, che saliranno fino a 15 miliardi con i benefici futuri. Terna ha dunque reso possibile una riduzione del costo del servizio di trasmissione, nonostante sia inferiore alla media europea anche la remunerazione degli investimenti e soprattutto mentre è superiore il costo dell’energia: il Pun medio del 2013 costa infatti il 30% in più in Italia, circa 63 euro/MWh contro 42 euro/MWh della media Ue.
Ecco perché, dovendo importare energia dall’estero perché costa meno, è importante migliorare la rete infrastrutturale. Così come è stato fatto l’anno scorso in Piemonte con la nuova interconnessione capace di scambiare energia con la Francia attraverso una innovativa tecnologia a impatto ambientale zero: l’opera, del valore di oltre 400 milioni di euro, rientra nelle attività di acquisizione previste nel Piano strategico quinquennale, così come il possibile deal di Tamini Group, azienda di Melegnano che produce trasformatori per centrali elettriche e che nel 2012 ha fatturato 130 milioni.
Oltre alle attività tradizionali e alle acquisizioni, Terna punta anche sulle attività definite non tradizionali, che hanno già generato nel periodo 2005-2013 1,3 miliardi di euro soprattutto grazie alla valorizzazione degli asset in Brasile, primo Paese estero dove il gruppo è andato a fare affari, e alle realizzazione e vendita di impianti per il fotovoltaico. Anche il questo caso il gruppo guidato da tre anni da Flavio Cattaneo (il cui mandato scade quest’anno e potrebbe far finire il manager lombardo nel toto-nomine delle grandi società statali), non si accontenta e rilancia: nel Piano aumenta l’impegno fino a 1,3 miliardi di euro per le attività non tradizionali, con un occhio particolare all’America Latina e soprattutto al Cile. “Stiamo lavorando su Paesi come il Cile – ha detto Cattaneo in conferenza stampa – perché abbina stabilità e prospettive di crescita, con grosse potenzialità su rinnovabili e infrastrutture di trasmissione”.
Il Cile potrebbe rappresentare dunque il mercato del prossimo futuro, ma c’è anche l’ipotesi Grecia, Paese con caratteristiche da “ri-emergente”, che secondo il Fmi nel 2015 crescerà di quasi il 3%, aprendo spiragli a investimenti stranieri. Come ad esempio quello per partecipare all’asta per la privatizzazione delle rete di trasmissione, che dovrebbe partire entro l’estate di quest’anno: “Siamo interessati – ha detto l’ad Cattaneo -, ma l’asta non è ancora partita; ci sarà comunque una manifestazione di interesse, la Grecia è vicina all’Italia ed è già interconnessa”.
Cattaneo ha infine elencato tutti gli altri dati relativi al 2013, molto positivi. I ricavi consolidati dell’esercizio ammontano a 1.896,4 milioni di euro e registrano una crescita di 90,5 milioni di euro rispetto al 2012 (+5%). I costi operativi, pari a 415,3 milioni di euro sono sostanzialmente in linea rispetto all’esercizio precedente (-0,5 milioni di euro, -0,1%), pur con una diversa distribuzione delle voci di spesa. L’Ebitda (Margine Operativo Lordo) dell’esercizio si attesta a 1.481,1 milioni di euro, con un incremento di 91 milioni di euro rispetto ai 1.390,1 milioni di euro del 2012 (+6,5%). L’incremento dei ricavi e la sostanziale stabilità dei costi si riflette sull’Ebitda margin che passa dal 77% del 2012 al 78,1% dell’esercizio 2013. Gli ammortamenti dell’esercizio crescono di 22,8 milioni di euro rispetto al 2012, principalmente per l’entrata in esercizio di nuovi impianti. L’Ebit (Risultato Operativo), pertanto, si attesta a circa 1.037,7 milioni di euro, in crescita di 68,2 milioni di euro (+7%) rispetto al 2012. La situazione patrimoniale-finanziaria consolidata al 31 dicembre 2013 rileva un Patrimonio netto di Gruppo in crescita a 2.940,6 milioni di euro (2.788,3 milioni di euro al 31 dicembre 2012). Infine Terna, a fine 2013, ha raggiunto i 3.445 dipendenti.
FONTE: First Online | x |
Carlino Immobildream, DreamTrading al servizio della vendita di Grandi Cantieri  Grandi Cantieri Immobiliari, l’esperienza nel frazionamento di interi stabili e nella vendita di unità immobiliari è il punto di forza di Dream Trading, marchio del Gruppo Immobildream S.p.A., guidata dal presidente e fondatore Roberto Carlino, in grado di garantire la consulenza ai massimi livelli, in termini di riservatezza e professionalità.
Vendita, gestione strategica per cantieri immobiliari, queste sono le continue e importanti sfide che ogni giorno Immobildream S.p.A., guidata dal presidente e fondatore Roberto Carlino, affronta e vince.
L’esperienza nel frazionamento di interi stabili e nella vendita di unità immobiliari, parte di cantieri anche di vastissime dimensioni, è il punto di forza per questo marchio del Gruppo Immobildream S.p.A.
Gli interlocutori DreamTrading sono grandi costruttori, operatori immobiliari, enti e importanti investitori, che hanno esigenze uniche alle quali DreamTrading sa offrire l’esperienza e le competenze adeguate.
In questo settore è decisivo rivolgersi a chi ha la giusta competenza ed è in grado di garantire la consulenza ai massimi livelli, in termini di riservatezza e professionalità.
DreamTrading possiede la professionalità e gli strumenti indispensabili per gestire progetti di grandi dimensioni, dalla contrattualistica alla trattativa di ogni singola unità immobiliare.
FONTE: Immobildream
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
Discarica veleni Bussi: L’inquinamento dell’informazione  La discarica dei veleni di Bussi è stata protagonista dell’informazione mediatica abruzzese. Inquinamento accertato, responsabilità da ricercare. A far luce sulla vicenda è la testimonianza di un ex dipendente dello stabilimento Montedison, Pasquale Antonucci, rilasciata in esclusiva a Gocce di Verità.
Inquina più l’inchiostro dei giornali o gli scarichi di un’industria chimica?
A fare chiarezza su questo dubbio amletico ci ha provato la Corte d’Assise di Chieti che, recentemente, si è espressa sulla cosiddetta discarica dei Veleni di Bussi, una vicenda su cui sono stati versati fiumi e fiumi d’inchiostro. Velenoso per l’appunto.
Un torrente di parole tossiche contro la compagnia che gestiva l’impianto che è straripato in occasione dell’assoluzione di 19 dirigenti e tecnici dall’accusa di disastro ambientale. Un’esondazione mediatica che è sfociata in titoloni a tutta pagina del calibro di “Vergogna” e “Ingiustizia”.
Ma la verità dov’è? Anche in questo caso, abbiamo cercato di scovarla all’interno del classico conflitto sociale che vede l’inerme popolazione soccombere sotto i colpi di una multinazionale senza scrupoli. A fare luce sulla vicenda, un ex dipendente dello stabilimento, Pasquale Antonucci, che ci ha illustrato la vicenda dal suo punto di vista.
1. Per quanti anni ha lavorato presso la Montedison di Bussi? Quali mansioni svolgeva?
Ho prestato servizio presso lo stabilimento di Bussi Officine per circa 35 anni, dal 1968 al 2002. Fui assunto come operaio di terza categoria; dopo il diploma da perito chimico conseguito da privatista, ho percorso tutta la scala gerarchica, mi sono specializzato in analisi delle acque, analisi ambientali e analisi in tracce. Ho messo a punto una infinità di metodi analitici, ho partecipato per conto della Montedison ad uno studio per il riutilizzo di acque reflue per fertirrigazione; a Nizza, nel corso di un convegno mondiale dedicato alla cromatografia ionica, ho presentato un rivoluzionario metodo per la determinazione degli anioni nelle acque iperpure. Ho insegnato laboratorio per 7 anni ad una scuola per chimici. Ho formato i dipendenti della Rives di Pescara per sostenere gli esami per la patente “Manipolazione di Gas Tossici”. Ho collaborato con la Westate (società americana) come responsabile analisi per la messa in marcia di un impianto di depurazione per il metano. Mi fermo per non annoiare, ma questo riassunto era doveroso solo e soltanto per far capire che non sono uno sprovveduto.
2. Lei afferma che le acque della Val Pescara non sono mai state inquinate: ha prove e numeri da fornire in merito?
Purtroppo tutte le analisi che ho eseguito fino al 2002 sulle acque, sui pesci, sui sedimenti, sull’aria, sull emissioni sulle immissioni sono sparite. Le analisi degli anni 2000 le ho richieste all’ARTA e sono tutte nella pagina facebook “Il disastro mediatico più grande d’Europa”. L’unico che le ha pubblicate sono stato io. In caso di dubbi tutte le analisi possono essere richieste tranquillamente all’ARTA. Esiste una legge sulla trasparenza, sono obbligati a fornirle.
3. Come giustifica l’approccio allarmistico che i media hanno avuto sulla vicenda? Perché tutto questo allarmismo da parte di ambientalisti e testate giornalistiche?
Io non posso accusare nessuno, posso solo dire che nel 2002 la Solvay ha acquistato i terreni e la fabbrica della Montedison. L’unico terreno rimasto alla Montedison/Edison è quello dove è stata compiuta la più grande opera di mistificazione ambientale della storia Italiana, e forse d’Europa. (Il terreno che secondo i media e gruppi di sedicenti ambientalisti, ospita la discarica più grande del continente europeo).
4. Lei ha lavorato per anni alla Montedison di Bussi. Secondo lei l’industria energetica si preoccupa a sufficienza della tutela dell’ambiente o potrebbe fare di più?
La Montedison di Bussi non era una industria energetica, era una industria chimica. Tutto è perfettibile, l’unica cosa che posso assicurare è che alla Montedison di Bussi si rispettavano sostanzialmente tutte le leggi sull’inquinamento; voglio solo ricordare che la prima legge per la tutela delle acque è del 1976 (legge Merli).
FONTE: www.goccediverita.it | x |
Politecnico torino,Gocce di Verità: Storie di chi fugge e di chi resta.  Quante volte sentiamo dire che la ricerca scientifica in Italia è ferma al palo? Eppure un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino si è classificato secondo all’ESA’s S2UN Challenge, presentando uno speciale sistema in grado di contenere gli sversamenti di petrolio nell’ambiente. L’intervista completa sul blog goccediverita.it.
I giovani ricercatori del team PIER, utilizzando il brevetto ESA (A deployable tensegrity structure, especially for space application), hanno riconsiderato l’applicazione di una struttura dispiegabile rigida, che non utilizza giunti meccanici (impiegata attualmente in campo aereospaziale come antenna), in maniera tale da utilizzarla come anello di contenimento da caricare a bordo delle navi per limitare l’espansione in mare di un eventuale sversamento di petrolio. Gocce di verità ha intervistato il team PIER per sapere come la pensano su diversi argomenti di attualità.
1.Si dice sempre che per fare ricerca bisogna andare all'estero: voi avete dimostrato che si possono raggiungere risultati di eccellenza anche restando in Italia. Qual è il vostro segreto e perché avete deciso di restare? Beppe: L’Italia è ancora un Paese dove si può fare molto, soprattutto per i giovani, ed è bello tornare per mettere a disposizione ciò che si è imparato fuori. L’Università italiana è una struttura in crisi, speriamo che questo Governo e i successori si prendano carico di questa situazione. Francesco: Andare all'estero è fondamentale anche solo per conoscere nuovi modelli di pensiero radicati in culture diverse dalla nostra, e per capire i limiti del nostro modo di pensare. Detto questo ho avuto l'opportunità di lavorare all'interno della mia università conoscendo persone preparate che lavorano intensamente, anche per migliorare la situazione della ricerca italiana. Pier: Il sistema universitario italiano, per quanto affetto da problemi e mancanze, è ancora in grado di formare menti creative e tecnicamente preparate. Rimanere significa creare valore in Italia e dare il proprio contributo (piccolo) per cambiare le cose. Matte: “L’italiano medio” ha bisogno di conoscere il mondo che lo circonda per migliorare se stesso e il Paese Italia in cui vive.
2.Secondo voi l'innovazione tecnologica e scientifica può far progredire il settore energetico in termini di sicurezza e impatto ambientale? Beppe: Sicuramente sì. La nostra applicazione è un esempio di una buona pratica che può essere messa in campo per tutelare l’ambiente marino soprattutto in quelle situazioni nelle quali è quasi impossibile evitare modesti riversamenti di inquinanti in mare. Francesco: In un mondo sempre più affamato di energia è spesso difficile trovare soluzioni attuali che riescano a dare una risposta concreta a questa domanda, da un punto di vista economico e ambientale. Matte: La spinta di innovazione in particolare nel settore energetico in relazione con l’impatto ambientale, lo sfruttamento adeguato delle risorse presenti sul territorio e la relativa sicurezza possono essere i motori di spinta dell’economia italiana. 3.Voi siete riusciti ad applicare con successo tecnologie che appartengono all’ambito aerospaziale al settore degli idrocarburi. Secondo voi, in Italia il modello da voi brevettato avrà successo o la conformazione idrogeologica dei nostri fondali esclude pericoli di eventuali incidenti, come il disastro del Messico? Beppe: Ci teniamo innanzitutto a precisare che stiamo al momento ancora valutando l’opportunità di brevettare parte dei risultati ottenuti tramite il nostro progetto. Matte: Il disastro del Messico ha generato con un solo evento un inquinamento marittimo senza precedenti. Che l’evento inquinante sia volontario o no, il nostro dispositivo potrebbe essere applicato ogni qual volta si voglia arginare un agente inquinante che mette a rischio l’ecosistema naturale circostante.
4.L’Abruzzo, come tante altre Regioni d’Italia, protesta per richieste di trivellazione in Adriatico. Perché l’Abruzzo, in particolare, e l’Italia, in generale, soffre così tanto della Sindrome Nimby (Not in my backyard, ndr)? Cosa si deve rispondere a chi sostiene che l'estrazione di petrolio e gas sia un danno e non un'opportunità per il nostro Paese? Pier: Gli investimenti e il progresso tecnologico nel settore delle energie rinnovabili sono stati molto importanti negli ultimi decenni, ma la nostra società fa ancora largo affidamento sui combustibili fossili. L’età dell’oro nero è una fase della storia dell’uomo destinata sicuramente a concludersi, ma non sarà la nostra generazione a vederne la fine.
Beppe: Viviamo in un Paese dove si sente così tanto parlare di corruzione, credo che tale paura non possa giustificare il blocco di attività economiche che potrebbero portare dei benefici al Paese. È chiaro che bisognerebbe aumentare al massimo la vigilanza nei confronti di chi andrà poi ad effettuare le opere in concreto. Matte: La sindrome Nimby è ben diffusa sotto ogni forma in tutta Italia. Son dell’idea che sono necessari i compromessi. A fronte di un beneficio che può scaturire dalla trivellazione del fondale marittimo non ci può essere un danno irreparabile e soprattutto continuativo all’ecosistema. Operazioni di questo tipo sono state già eseguite in giro per il Mondo con impatti ambientali ridottissimi. Francesco: Penso che in questo periodo ci sia una maggiore necessità di energia, soprattutto per le attività industriali e che, purtroppo, le energie rinnovabili non siano ancora mature per la sostituzione dei combustibili fossili.
FONTE: www.goccediverita.it
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Politecnico torino,Gocce di Verità: Storie di chi fugge e di chi resta.  Quante volte sentiamo dire che la ricerca scientifica in Italia è ferma al palo? Eppure un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino si è classificato secondo all’ESA’s S2UN Challenge, presentando uno speciale sistema in grado di contenere gli sversamenti di petrolio nell’ambiente. L’intervista completa sul blog goccediverita.it.
I giovani ricercatori del team PIER, utilizzando il brevetto ESA (A deployable tensegrity structure, especially for space application), hanno riconsiderato l’applicazione di una struttura dispiegabile rigida, che non utilizza giunti meccanici (impiegata attualmente in campo aereospaziale come antenna), in maniera tale da utilizzarla come anello di contenimento da caricare a bordo delle navi per limitare l’espansione in mare di un eventuale sversamento di petrolio. Gocce di verità ha intervistato il team PIER per sapere come la pensano su diversi argomenti di attualità.
1.Si dice sempre che per fare ricerca bisogna andare all'estero: voi avete dimostrato che si possono raggiungere risultati di eccellenza anche restando in Italia. Qual è il vostro segreto e perché avete deciso di restare? Beppe: L’Italia è ancora un Paese dove si può fare molto, soprattutto per i giovani, ed è bello tornare per mettere a disposizione ciò che si è imparato fuori. L’Università italiana è una struttura in crisi, speriamo che questo Governo e i successori si prendano carico di questa situazione. Francesco: Andare all'estero è fondamentale anche solo per conoscere nuovi modelli di pensiero radicati in culture diverse dalla nostra, e per capire i limiti del nostro modo di pensare. Detto questo ho avuto l'opportunità di lavorare all'interno della mia università conoscendo persone preparate che lavorano intensamente, anche per migliorare la situazione della ricerca italiana. Pier: Il sistema universitario italiano, per quanto affetto da problemi e mancanze, è ancora in grado di formare menti creative e tecnicamente preparate. Rimanere significa creare valore in Italia e dare il proprio contributo (piccolo) per cambiare le cose. Matte: “L’italiano medio” ha bisogno di conoscere il mondo che lo circonda per migliorare se stesso e il Paese Italia in cui vive.
2.Secondo voi l'innovazione tecnologica e scientifica può far progredire il settore energetico in termini di sicurezza e impatto ambientale? Beppe: Sicuramente sì. La nostra applicazione è un esempio di una buona pratica che può essere messa in campo per tutelare l’ambiente marino soprattutto in quelle situazioni nelle quali è quasi impossibile evitare modesti riversamenti di inquinanti in mare. Francesco: In un mondo sempre più affamato di energia è spesso difficile trovare soluzioni attuali che riescano a dare una risposta concreta a questa domanda, da un punto di vista economico e ambientale. Matte: La spinta di innovazione in particolare nel settore energetico in relazione con l’impatto ambientale, lo sfruttamento adeguato delle risorse presenti sul territorio e la relativa sicurezza possono essere i motori di spinta dell’economia italiana. 3.Voi siete riusciti ad applicare con successo tecnologie che appartengono all’ambito aerospaziale al settore degli idrocarburi. Secondo voi, in Italia il modello da voi brevettato avrà successo o la conformazione idrogeologica dei nostri fondali esclude pericoli di eventuali incidenti, come il disastro del Messico? Beppe: Ci teniamo innanzitutto a precisare che stiamo al momento ancora valutando l’opportunità di brevettare parte dei risultati ottenuti tramite il nostro progetto. Matte: Il disastro del Messico ha generato con un solo evento un inquinamento marittimo senza precedenti. Che l’evento inquinante sia volontario o no, il nostro dispositivo potrebbe essere applicato ogni qual volta si voglia arginare un agente inquinante che mette a rischio l’ecosistema naturale circostante.
4.L’Abruzzo, come tante altre Regioni d’Italia, protesta per richieste di trivellazione in Adriatico. Perché l’Abruzzo, in particolare, e l’Italia, in generale, soffre così tanto della Sindrome Nimby (Not in my backyard, ndr)? Cosa si deve rispondere a chi sostiene che l'estrazione di petrolio e gas sia un danno e non un'opportunità per il nostro Paese? Pier: Gli investimenti e il progresso tecnologico nel settore delle energie rinnovabili sono stati molto importanti negli ultimi decenni, ma la nostra società fa ancora largo affidamento sui combustibili fossili. L’età dell’oro nero è una fase della storia dell’uomo destinata sicuramente a concludersi, ma non sarà la nostra generazione a vederne la fine.
Beppe: Viviamo in un Paese dove si sente così tanto parlare di corruzione, credo che tale paura non possa giustificare il blocco di attività economiche che potrebbero portare dei benefici al Paese. È chiaro che bisognerebbe aumentare al massimo la vigilanza nei confronti di chi andrà poi ad effettuare le opere in concreto. Matte: La sindrome Nimby è ben diffusa sotto ogni forma in tutta Italia. Son dell’idea che sono necessari i compromessi. A fronte di un beneficio che può scaturire dalla trivellazione del fondale marittimo non ci può essere un danno irreparabile e soprattutto continuativo all’ecosistema. Operazioni di questo tipo sono state già eseguite in giro per il Mondo con impatti ambientali ridottissimi. Francesco: Penso che in questo periodo ci sia una maggiore necessità di energia, soprattutto per le attività industriali e che, purtroppo, le energie rinnovabili non siano ancora mature per la sostituzione dei combustibili fossili.
FONTE: www.goccediverita.it
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Politecnico torino,Gocce di Verità: Storie di chi fugge e di chi resta.  Quante volte sentiamo dire che la ricerca scientifica in Italia è ferma al palo? Eppure un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino si è classificato secondo all’ESA’s S2UN Challenge, presentando uno speciale sistema in grado di contenere gli sversamenti di petrolio nell’ambiente. L’intervista completa sul blog goccediverita.it.
I giovani ricercatori del team PIER, utilizzando il brevetto ESA (A deployable tensegrity structure, especially for space application), hanno riconsiderato l’applicazione di una struttura dispiegabile rigida, che non utilizza giunti meccanici (impiegata attualmente in campo aereospaziale come antenna), in maniera tale da utilizzarla come anello di contenimento da caricare a bordo delle navi per limitare l’espansione in mare di un eventuale sversamento di petrolio. Gocce di verità ha intervistato il team PIER per sapere come la pensano su diversi argomenti di attualità.
1.Si dice sempre che per fare ricerca bisogna andare all'estero: voi avete dimostrato che si possono raggiungere risultati di eccellenza anche restando in Italia. Qual è il vostro segreto e perché avete deciso di restare? Beppe: L’Italia è ancora un Paese dove si può fare molto, soprattutto per i giovani, ed è bello tornare per mettere a disposizione ciò che si è imparato fuori. L’Università italiana è una struttura in crisi, speriamo che questo Governo e i successori si prendano carico di questa situazione. Francesco: Andare all'estero è fondamentale anche solo per conoscere nuovi modelli di pensiero radicati in culture diverse dalla nostra, e per capire i limiti del nostro modo di pensare. Detto questo ho avuto l'opportunità di lavorare all'interno della mia università conoscendo persone preparate che lavorano intensamente, anche per migliorare la situazione della ricerca italiana. Pier: Il sistema universitario italiano, per quanto affetto da problemi e mancanze, è ancora in grado di formare menti creative e tecnicamente preparate. Rimanere significa creare valore in Italia e dare il proprio contributo (piccolo) per cambiare le cose. Matte: “L’italiano medio” ha bisogno di conoscere il mondo che lo circonda per migliorare se stesso e il Paese Italia in cui vive.
2.Secondo voi l'innovazione tecnologica e scientifica può far progredire il settore energetico in termini di sicurezza e impatto ambientale? Beppe: Sicuramente sì. La nostra applicazione è un esempio di una buona pratica che può essere messa in campo per tutelare l’ambiente marino soprattutto in quelle situazioni nelle quali è quasi impossibile evitare modesti riversamenti di inquinanti in mare. Francesco: In un mondo sempre più affamato di energia è spesso difficile trovare soluzioni attuali che riescano a dare una risposta concreta a questa domanda, da un punto di vista economico e ambientale. Matte: La spinta di innovazione in particolare nel settore energetico in relazione con l’impatto ambientale, lo sfruttamento adeguato delle risorse presenti sul territorio e la relativa sicurezza possono essere i motori di spinta dell’economia italiana. 3.Voi siete riusciti ad applicare con successo tecnologie che appartengono all’ambito aerospaziale al settore degli idrocarburi. Secondo voi, in Italia il modello da voi brevettato avrà successo o la conformazione idrogeologica dei nostri fondali esclude pericoli di eventuali incidenti, come il disastro del Messico? Beppe: Ci teniamo innanzitutto a precisare che stiamo al momento ancora valutando l’opportunità di brevettare parte dei risultati ottenuti tramite il nostro progetto. Matte: Il disastro del Messico ha generato con un solo evento un inquinamento marittimo senza precedenti. Che l’evento inquinante sia volontario o no, il nostro dispositivo potrebbe essere applicato ogni qual volta si voglia arginare un agente inquinante che mette a rischio l’ecosistema naturale circostante.
4.L’Abruzzo, come tante altre Regioni d’Italia, protesta per richieste di trivellazione in Adriatico. Perché l’Abruzzo, in particolare, e l’Italia, in generale, soffre così tanto della Sindrome Nimby (Not in my backyard, ndr)? Cosa si deve rispondere a chi sostiene che l'estrazione di petrolio e gas sia un danno e non un'opportunità per il nostro Paese? Pier: Gli investimenti e il progresso tecnologico nel settore delle energie rinnovabili sono stati molto importanti negli ultimi decenni, ma la nostra società fa ancora largo affidamento sui combustibili fossili. L’età dell’oro nero è una fase della storia dell’uomo destinata sicuramente a concludersi, ma non sarà la nostra generazione a vederne la fine.
Beppe: Viviamo in un Paese dove si sente così tanto parlare di corruzione, credo che tale paura non possa giustificare il blocco di attività economiche che potrebbero portare dei benefici al Paese. È chiaro che bisognerebbe aumentare al massimo la vigilanza nei confronti di chi andrà poi ad effettuare le opere in concreto. Matte: La sindrome Nimby è ben diffusa sotto ogni forma in tutta Italia. Son dell’idea che sono necessari i compromessi. A fronte di un beneficio che può scaturire dalla trivellazione del fondale marittimo non ci può essere un danno irreparabile e soprattutto continuativo all’ecosistema. Operazioni di questo tipo sono state già eseguite in giro per il Mondo con impatti ambientali ridottissimi. Francesco: Penso che in questo periodo ci sia una maggiore necessità di energia, soprattutto per le attività industriali e che, purtroppo, le energie rinnovabili non siano ancora mature per la sostituzione dei combustibili fossili.
FONTE: www.goccediverita.it
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Medicina Progetto Cardiopain, esperienza pilota a Salerno su Nota 66 di Aifa  È partito il 27 settembre il progetto CardioPain in Roccadaspide… l’isola che c’è, un innovativo esperimento pilota del Presidio ospedaliero di Roccadaspide per ridurre l’uso improprio di antinfiammatori, come stabilito dalla nota 66 di Aifa.
Il nosocomio, afferente all’Azienda sanitaria locale di Salerno, ha previsto che le Unità operative di Cardiologia, Chirurgia, Lungodegenza riabilitativa, Medicina e Ortopedia inseriranno un esplicito monito circa l’uso di Fans e di inibitori selettivi della Cox-2 sulla scheda di dimissione ospedaliera (SdO) dei pazienti cardiopatici, nel momento in cui questi ultimi, lasciando l’ospedale, tornano in carico al medico di famiglia.
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Lotta al Dolore, Progetto MenoMale +38 alla 45a Barcolana di Trieste  Una barca intenzionata a vincere la regata, ma anche uno spazio d’ascolto a terra in uno stand presidiato da medici esperti. Il progetto “MenoMale +38”, promosso da Mundipharma con l’egida dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore, intende diffondere la cultura del diritto a non soffrire e una maggiore conoscenza della Legge 38/2010. Lotta al dolore in occasione della regata Barcolana 2013, l’evento velico più prestigioso in Italia. | x |
Linfoma non-Hodgkin. Bendamustina più rituximab un significativo passo in avanti  I risultati di uno studio, pubblicato su “The Lancet”, dimostrano che l’associazione bendamustina più rituximab in pazienti con linfoma non-Hodgkin, indolente e mantellare, raddoppia la sopravvivenza libera da progressione di malattia, rispetto al trattamento standard CHOP (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone) più rituximab (CHOP-R). Questi risultati rappresentano un significativo passo avanti nella terapia antitumorale per i pazienti con linfoma non-Hodgkin.
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Linfoma non-Hodgkin, bendamustina più rituximab raddoppia la PFS  Bendamustina più rituximab raddoppiano la sopravvivenza libera da progressione dalla malattia in pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare, rispetto al trattamento standard CHOP (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone) più rituximab (CHOP-R)1.Questi i risultati di uno studio pubblicato su The Lancet. “Risultati che rappresentano un significativo passo avanti nella terapia antitumorale per i pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare”, ha affermato il professor Mathias J. Rummel, responsabile della Divisione di Ematologia della Clinica Universitaria di Giessenche ha condotto lo studio. | x |
Linfomi non-Hodgkin. AIFA accoglie richiesta della Fondazione Italiana Linfomi  Da oggi l’utilizzo del farmaco antitumorale bendamustina può essere esteso anche ai pazienti con linfomi non-Hodgkin indolenti e mantellari non ancora sottoposti a regimi chemioterapici. A dare l’ok è l’Agenzia Italiana del Farmaco che ha accolto positivamente la richiesta della Fondazione Italiana Linfomi di estendere le indicazioni terapeutiche della bendamustina. I linfomi non-Hodgkin sono al 6° posto tra i tumori più frequenti nel mondo occidentale. | x |
Monitoraggio cardiaco RevealLINQ: Disponibile in Italia da Medtronic  Disponibile in Italia Reveal LINQ il più piccolo monitor cardiaco iniettabile sottocute. Molto più piccolo di una pila alcalina ministilo, è in grado di monitorare il cuore del paziente per tre anni, inviando da remoto i dati ECG del paziente al medico per diagnosticare correttamente l’aritmia e adottare la soluzione terapeutica più adatta. Reveal LINQ, iniettato sottocute con una siringa, rivoluziona il monitoraggio cardiaco migliorando la diagnosi per alcune delle patologie più pericolose e difficili da riconoscere quali la sincope e la fibrillazione atriale. | x |
Medtronic Evera MRI SureScan defibrillatore compatibile con risonanza magnetica  La nuova tecnologia impiantata presso il Laboratorio di Elettrofisiologia dell’AO San’Anna di Como, diretto dal dottor Gianluca Botto, in contemporanea con 70 ospedali italiani, sarà disponibile da maggio in tutto il Paese. “Evera MRI SureScan di Medtronic” è il primo defibrillatore cardiaco impiantabile compatibile con Risonanza Magnetica. Il defibrillatore, una vera “emergency room” nel torace, è l’unico dispositivo in grado di riconoscere una tachiaritmia ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata.
Como, 22 aprile 2014 – Il 15 aprile, nella divisione di Cardiologia diretta da Carlo Campana, presso il Laboratorio di Elettrofisiologia dell’ospedale Sant’Anna, diretto dal dottor Gianluca Botto, presidente dell’AIAC – Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione, sono stati eseguiti due impianti del primo e unico defibrillatore cardiaco compatibile con la Risonanza Magnetica in ogni parte del corpo “Evera MRI SureScan di Medtronic”.
“Abbiamo effettuato gli impianti di questo innovativo defibrillatore, compatibile con la risonanza magnetica, a due pazienti, rispettivamente di 59 e 81 anni con scompenso cardiaco a rischio di morte improvvisa – ha dichiarato il dottor Botto – Gli interventi, molto semplici, si sono conclusi con successo. La novità risiede nel fatto che i pazienti, benché portatori di un dispositivo medico impiantabile, potranno sottoporsi, se necessario, all’esame di risonanza magnetica, fino ad ora preclusa ai portatori di defibrillatore impiantabile.”
Un defibrillatore cardioverter impiantabile è un piccolo dispositivo “salva vita” indicato per i pazienti soggetti di fibrillazione ventricolare: in Italia ne vengono impiantati circa 12.500 all’anno, di cui 2298 in Regione Lombardia. E’ un piccolo dispositivo che viene impiantato sottopelle, appena sotto la clavicola, con una operazione chirurgica di breve durata. Attraverso i due elettrocateteri (sottili fili isolati) trasmette informazioni dal cuore al dispositivo e, ove necessario, conduce gli impulsi elettrici al muscolo cardiaco. Il defibrillatore, una vera “emergency room” nel torace, è l’unico dispositivo in grado di riconoscere una tachiaritmia ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata in pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa.
“Circa il 63% dei pazienti con defibrillatore cardiaco dovrà sottoporsi, entro 10 anni dall’impianto, a un’indagine di risonanza magnetica, esame clinico diventato ormai fondamentale per la corretta diagnosi di molte patologie”. – dichiara Botto – “Rispetto ai precedenti defibrillatori, la nuova tecnologia consente al paziente di accedere alle indagini di risonanza magnetica e, pertanto, di scoprire eventuali condizioni patologiche potenzialmente letali.”
Il dispositivo, che non è sperimentale perché ha da poco ottenuto l’autorizzazione CE, è stato impiantato oggi in contemporanea con 70 centri d’eccellenza nazionali e da maggio sarà disponibile in tutta Italia. Il nuovo prodotto, che mantiene la stessa durata di batteria – fino a 11 anni- dei dispositivi precedenti, è associato ai cateteri sicuri per l’uso in ambiente RM, con 10 anni di performance garantita con controllo attivo. Il defibrillatore, inoltre, include un algoritmo esclusivo di riduzione degli shock, che permette al dispositivo di distinguere le alterazioni del ritmo cardiaco pericolose da quelle innocue. Infatti, benché la maggioranza delle scosse erogate dal defibrillatore siano necessarie per trattare le aritmie potenzialmente fatali, secondo gli studi, una percentuale pari al 20% dei pazienti impiantati può subire scosse inappropriate, in risposta ad una aritmia benigna o rumore elettrico rilevato dal dispositivo. Tale tecnologia aiuta a eliminare intervento non necessario del defibrillatore, riducendo il tasso degli shock inappropriati del 98% l’anno.
Infine, il sistema comprende anche il nuovo monitor esterno di telemedicina MyCareLink che, posizionato a casa del paziente, trasmette i dati diagnostici direttamente all’ospedale, utilizzando la tecnologia cellulare per la telefonia mobile globale.” Tutta l’attività cardiaca del paziente sarà quindi registrata per i prossimi anni senza che questi se ne accorga, proprio come una perfetta “micro spia” che, attraverso il monitor esterno di telemedicina, farà pervenire i dati diagnostici da casa in ospedale.” conclude Botto.
FONTE: Medtronic.it | x |
Defibrillatore cardiaco impiantabile compatibile con RMN completa  Dispositivi salvavita, da maggio è disponibile “Evera MRI SureScan di Medtronic”, il primo defibrillatore cardiaco compatibile con risonanza magnetica completa. Un piccolo “salva vita” indicato per i pazienti soggetti di fibrillazione ventricolare, in grado di riconoscere una tachiaritmia ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata in pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa. Il Dottor Gianluca Botto, presidente dell’AIAC: “La novità risiede nel fatto che i pazienti, potranno sottoporsi, se necessario, all’esame di risonanza magnetica, fino ad ora preclusa ai portatori di defibrillatore impiantabile.” | x |
SIR Partner Nazionale Cantanti: Partita del Cuore allo stadio Franchi di Firenze  Lunedì 19 maggio si è giocata allo Stadio Artemio Franchi di Firenze l’annuale Partita del Cuore, un evento, trasmesso in diretta su Rai1, che oramai è entrato a far parte delle abitudini mediatiche degli italiani, un po’ come il Festival di San Remo o i Mondiali di calcio. Solo che a differenza di questi appassionanti appuntamenti mediatici, la Partita del Cuore “non è solo un momento di gioia ma anche un evento a sostegno di fondazioni ed organizzazioni benefiche” come ha spiegato il Prof. Matucci Cerinic e per questo la Società Italiana di Reumatologia (SIR), di cui Matucci è Presidente, ha scelto di sostenere.
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Mons. Dal Covolo, Lectura Patrum Neapolitana su Povertà e Ricchezza  Tempio del Volto Santo di Napoli, lectio magistralis con Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense, sul tema della povertà e ricchezza in San Basilio di Cesarea, Vescovo e Dottore della Chiesa, vissuto nel IV secolo in Grecia. L’evento è organizzato da Lectura Patrum Neapolitana, l’associazione culturale fondata dalle Piccole Ancelle di Cristo RE che fa della divulgazione del pensiero dei Padri della Chiesa la sua missione. | x |
Imoviral influenza bambini come rinforzare il sistema immunitario  Nella stagione fredda i piccoli sono i soggetti più a rischio. E’ indispensabile rafforzare le difese immunitarie dei bambini per prevenire disturbi quali infezioni, raffreddori e tonsilliti. Grazie alla fitoterapia è possibile stimolare l’attività del sistema immunitario dei bambini in modo naturale, utilizzando i principi di Echinacea, Acerola, Arabinogalattano e Beta-Glucano. Sono questi gli elementi che compongono Imoviral Junior, un integratore naturale prodotto da Cristalfarma, azienda da 10 anni sul mercato con prodotti fitoterapici innovativi, sicuri e di qualità, inclusi nel Registro degli integratori del Ministero della Salute.
La stagione di raffreddore e infezioni respiratorie è alle porte (gli Italiani colpiti dall’influenza ogni anno oscillano tra i 5 e gli 8 milioni) e, come noto, sono sempre i più piccoli a farne le spese: ad ammalarsi sono il 25% dei bambini con meno di 1 anno di età e il 18% dei bambini tra 1 e 4 anni.
È consigliabile rafforzare le difese immunitarie di un bambino prima che inizi la stagione delle infezioni alle vie respiratorie, per prevenire e limitare bronchiti, tonsilliti, raffreddori, infezioni da virus e batteri. In natura esistono piante che prevengono e curano questi disturbi: si tratta di estratti naturali come l’Echinacea, Acerola, Arabinogalattano e Beta-Glucano.
La combinazione degli estratti di queste piante funge da stimolatore per l’attività del sistema immunitario.
L’insieme di queste proprietà, con rigorosa titolazione che ne garantisce la qualità e l’efficacia, compone Imoviral junior, un integratore naturale prodotto da Cristalfarma, azienda da 10 anni sul mercato con preparati terapeutici fitoterapici innovativi, sicuri e di qualità, inclusi nel Registro degli integratori del Ministero della Salute.
Ricondotta ai suoi principi essenziali, la fitoterapia consiste nell’impiego delle piante medicinali a scopo preventivo o curativo. Si tratta di una scienza vera e propria, una disciplina complementare alla medicina “tradizionale”, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla Comunità Europea. E’ indicata nelle terapie di lunga durata perché è ben tollerata e priva di importanti effetti collaterali.
FONTE: Oggi salute | x |

FESSH Congress Dupuytren: Chirurgia mano Dupuytren, se ne parla a a Milano  Oltre 1300 chirurghi e fisioterapisti provenienti da tutta Europa riuniti al centro congressi MiCo per discutere delle principali novità scientifiche per il trattamento delle patologie della mano, tra cui il Morbo di Dupuytren
Milano, 15 giugno 2015 – Si terrà a Milano dal 17 al 20 giugno la ventesima edizione del FESSH Congress, il congresso Internazionale organizzato dalla Federation of European Societies for Surgery of the Hand, la Federazione delle Società Europee di Chirurgia della Mano.
Oltre 1.000 chirurghi della mano e 300 fisioterapisti, provenienti da tutta Europa, si riuniranno presso il centro congressi MiCo nel capoluogo lombardo per quattro giorni. Il congresso, che torna dopo oltre trent’anni in Italia e nello specifico nella capitale di Expo 2015, prevede una serie di lectio magistralis e oltre trentacinque workshop dedicati alle nuove tecnologie, all’innovazione nei trattamenti delle patologie della mano, sino alle ultime novità nel campo della riabilitazione. Ampio spazio verrà dedicato alle malformazioni congenite e alle nuove prospettive per affrontarle. Infine, si approfondiranno i passi avanti fatti nella terapia del Morbo di Dupuytren grazie alla collagenasi, la nuova terapia farmacologica che può sostituire l’intervento chirurgico.
«Il congresso ha una base comune decisa dalla FESSH che viene riproposta ad ogni edizione - spiega Giorgio Pajardi, Direttore dell’Unità Operativa di chirurgia della mano del Gruppo MultiMedica e Presidente del Congresso -. Tuttavia, quest’anno abbiamo cercato di focalizzarci sull’innovazione e sull’aggiornamento professionale. Il filo conduttore sta nella volontà comune di cercare nuove strade che portino alla sostituzione completa o parziale degli interventi. Questa è la direzione che sta prendendo anche la ricerca scientifica. Io, per esempio, non mi sento un chirurgo, curo la mano e quando necessario la opero. Il fatto che le novità più salienti degli ultimi mesi e anni, come la collagenasi per il Morbo di Dupuytren, siano servite a ridurre gli interventi non è un caso. Ci stiamo muovendo verso una medicina della mano o comunque verso una riduzione dell’invasività chirurgica».
E proprio al Morbo di Dupuytren, giovedì 18 giugno sarà dedicato un simposio dal titolo Getting under the skin of Dupuytren’s contracture (Arrivare sotto la pelle della contrattura di Dupuytren) a cui parteciperanno, oltre al Professor Giorgio Pajardi, alcuni dei maggiori esperti europei in materia. Questa malattia, che colpisce soprattutto gli uomini dai quaranta ai sessant’anni, progressivamente invalidante, provoca una flessione progressiva di una o più dita, cui segue l’inevitabile limitazione dell’estensione della mano. Fino all’avvento della collagenasi veniva trattata esclusivamente con l’intervento chirurgico; ora, invece, quest’ultima agisce grazie alla sua capacità di scissione e disgregazione delle fibre di collagene che rappresentano la componente principale del tessuto patologico che blocca il movimento. Il trattamento consiste in un’iniezione con un ago molto sottile, seguita, dopo 24 ore, da una manipolazione dell’arto esercitata dal medico.
«In Italia questo trattamento è già molto diffuso - continua il Presidente del congresso - e rappresenta ormai lo standard a livello mondiale. Tuttavia, in alcuni Paesi europei come Francia e Germania non è ancora distribuito e questo per problemi di sostenibilità economica che nulla hanno a che vedere con la valenza scientifica del farmaco. Uno dei motivi per cui è importante il suo impiego è che la malattia di Dupuytren, essendo su predisposizione congenita, può ripresentarsi. Ripetere il trattamento con il farmaco non crea alcun problema al paziente, mentre una seconda operazione può portare alla comparsa di cicatrici».
Infine, al XX FESSH Congress gli esperti si concentreranno sui passi avanti fatti nel campo della supermicrochirurgia e sulle patologie del polso. Conclude Pajardi: «Sul polso è importante sensibilizzare i chirurghi e i fisioterapisti dei pronto soccorso a non sottovalutare eventuali lesioni legamentose. La diagnosi precoce, infatti, e il conseguente trattamento repentino, sono fondamentali per evitare di incorrere in gravi complicazioni».
Per maggiori dettagli sul XX FESSH Congress: www.fessh2015.org
Per ulteriori informazioni: Maria Luisa Paleari – ml.paleari@vrelations.it – 331 6718518 Alessio Pappagallo – a.pappagallo@vrelations.it – 02-20424943 – 339 5897483 | x |
Finanziamenti europei: Euroconsulting lancia il suo nuovo sito web  Euroconsulting, società di consulenza specializzata nel collegamento diretto tra le aziende e gli enti pubblici italiani e le istituzioni europee, lancia un nuovo sito web. Tra le caratteristiche principali, ottimizzazione per mobile e presenza di aggiornamenti quotidiani, con focus su aiuti di stato, politica agricola comune e finanziamenti europei.
Euroconsulting rinnova la propria presenza online, lanciando un nuovo sito web, più dinamico e di facile consultazione per i propri clienti, anche grazie all’ottimizzazione per i dispositivi mobile.
Tra le principali novità, una grafica rinnovata in grado di facilitare la consultazione delle numerose news, ora disponibili per tutti gli utenti e aggiornate quotidianamente, ma anche una disposizione più efficace dei contenuti, per render più immediata la comprensione dei servizi aziendali.
L’iscrizione alla newsletter e i servizi premium consentiranno inoltre agli utenti di esser costantemente aggiornati sulle principali novità nei temi di interesse, con un focus particolare su aiuti di stato, politica agricola comune e finanziamenti europei.
“Il nuovo sito è per noi non tanto una vetrina per mostrare informazioni sulla società e i suoi servizi - commenta il Presidente ed AD della società, Barbara Blasevich - ma soprattutto un canale privilegiato di contatto tra aziende, amministrazioni locali ed enti pubblici del nostro Paese e le istituzioni comunitarie. Un modo per mettere ancor più a frutto il know-how che Euroconsulting da sempre offre ai propri clienti”
“Del resto – continua Blasevich – la decisione di rinnovare la nostra presenza online è frutto dell’attenzione crescente al processo di digitalizzazione in atto anche nel nostro Paese, persino in un settore più legato alla “tradizione” come quello dell’agroalimentare e dell’agroindustria”.
Euroconsulting offre da 20 anni consulenza tecnico-specialistica nel monitoraggio e nella selezione di opportunità di finanziamento a livello UE, nazionale e regionale (fondi diretti ed indiretti), supportando i propri clienti nell’attività di europrogettazione.
Grazie alla sede di Bruxelles, viene garantito un presidio costante presso gli uffici della Commissione Europea, del Parlamento Europeo e di tutte le Istituzioni e rappresentanze politiche e sociali, per fornire un servizio di assistenza tecnica di alto livello a funzionari e dirigenti regionali e ministeriali ed ad imprese operanti in ambito agricolo ed agroindustriale.
FONTE: Euroconsulting
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Euroconsulting: Barbara Blasevich confermata nel nuovo CdA di Verona Fiere  Barbara Blasevich, presidente e AD Euroconsulting, è stata confermata consigliere di amministrazione di Verona Fiere, che ha rinnovato i propri vertici per il triennio 2015-2018.
L’Assemblea dei Soci di Verona Fiere rinnova la fiducia in Barbara Blasevich, confermandola nel CdA dell’ente anche per il triennio 2015-2018. Il nuovo Consiglio di Amministrazione – nel quale siederanno anche Marino Breganze, Guidalberto di Canossa e Claudio Valente - sarà presieduto da Maurizio Danese, già Vicepresidente della Camera di Commercio di Verona e Presidente di Confidi Veneto, che subentra a Ettore Riello.
L’Ente Verona Fiere rappresenta una leva fondamentale per l’economia scaligera, con 1,3 milioni di visitatori annui che generano un indotto rilevante per la città e il territorio.
Barbara Blasevich è fondatrice, presidente e amministratore delegato di Euroconsulting, società di consulenza specializzata nell’assistenza tecnica e nella gestione dei rapporti tra Enti pubblici, Amministrazioni locali, aziende operanti nell’ambito agricolo ed agroindustriale e le istituzioni comunitarie. Dal 2011 è consigliere di amministrazione e membro del Comitato Esecutivo di Cattolica Assicurazioni e siede nel CdA di Vinitaly Wine Club e di Fata Assicurazioni, rispettivamente dal 2013 e da giugno 2014.
FONTE: Euroconsulting | x |
Obesità grave, in Italia solo 10mila l'anno chiedono intervento #ètempodiagire  In Italia un milione di persone affette da obesità grave, 10mila l'anno chiedono aiuto al bisturi. Ma potrebbe farlo il 99% dei pazienti XXL, l’obesità costa 9 mld l'anno | x |
cultura Enrico Dal Covolo Universita Lateranense Una Fucina Per I Giovani  Specchio Economico, intervista a Mons Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, nominato nel 2003 Postulatore generale per le cause dei Santi della Famiglia Salesiana. Mons Dal Covolo: “Questa Università risponde alla missione affidatale di un un’offerta formativa a 360 gradi. Non solo informazioni, ma un apparato formativo che metta gli studenti in condizione di rispondere alle sfide esistenziali attuali. Non è impresa facile, ma è ciò a cui l’Università punta, mettendo al primo posto una sintesi del sapere che non può non essere di tipo filosofico-teologico”.
«La mia storia è abbastanza semplice ed è racchiusa nello stemma della mia prima famiglia, un’antica famiglia veneta che risale addirittura ai tempi di Carlo Magno. Sono l’ultimo di 10 figli, 5 maschi e 5 femmine. La mia seconda famiglia è quella salesiana e la terza è la lateranense, che mi ha affidato il Papa. Sono nato a Feltre, nel Bellunese, tra l’altro diocesi di Papa Luciani, che era un amico di famiglia e veniva spesso a trovarci; ricordo che voleva insegnarci i giochi della dama e degli scacchi, ma noi eravamo vivaci e non abbiamo imparato nulla. Era un sacerdote molto simpatico e mai avrei pensato che sarebbe diventato papa e che io sarei diventato il suo postulatore. Poi ci siamo trasferiti a Milano perché mio papà era magistrato e lì ho conosciuto i salesiani e ho deciso di entrare a farne parte». Così inizia l’intervista a monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Ha professato i voti nel 1973; nel 1974 si è laureato in Lettere Classiche ed è stato ordinato sacerdote nel 1979. Ha conseguito il dottorato in Teologia e Scienze Patristiche e insegnato nella Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana di cui è stato preside-decano e, in seguito, vicerettore. Nel 2003 è stato nominato Postulatore generale per le cause dei Santi della Famiglia Salesiana. L’allora Papa Benedetto XVI l’ha nominato nel 2010 Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, elevandolo alla dignità episcopale ed assegnandogli la sede titolare vescovile di Eraclea. Domanda. Come ricorda di essere entrato nel sacerdozio?
Risposta. All’Opera Salesiana di Arese vidi ragazzi perduti trasformarsi completamente; mi dissi che ne valeva la pena e cominciai a frequentarli diventando prima salesiano, poi prete. Dopo alcuni anni feci il preside di un istituto tecnico per le arti grafiche, lontano dalle mie specificità umanistiche; dopo quell’esperienza fui trasferito alla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana. Sono stato poi preside e decano, vicerettore, postulatore generale e infine rettore e vescovo dell’Università Lateranense.
D. Che cambierebbe ora nella scuola?
R. Insegno dai miei 19 anni di età e adesso ne ho 63; quello che manca alla scuola è la famiglia, che per la Chiesa è la priorità più grande, intesa come cellula vivente della società. Non ho imparato i valori sui banchi di scuola, ma nella convivenza con i miei familiari. Ricordo le gite in montagna con papà davanti, noi in ordine gerarchico e la mamma che chiudeva, e sempre il rispetto profondo del passo dell’ultimo, che ero io. Così si imparano i valori. Se manca la famiglia il resto è suppletivo, si riesce a fare quello che si può, ma è la famiglia il nucleo fondamentale.
D. Forse perché la donna è proiettata verso altri obiettivi?
R. Forse è anche per questo motivo.
D. La Pontificia Università Lateranense garantisce agli studenti una crescita culturale, umana e pastorale. Sono queste le linee guida da dare alle nuove generazioni?
R. Certamente. Questa Università risponde alla missione affidatale di un un’offerta formativa a 360 gradi. Non solo informazioni da fornire, che si dimenticano poco tempo dopo, ma un apparato formativo che metta gli studenti in condizione di rispondere alle sfide esistenziali attuali. Non è impresa facile, ma è ciò a cui l’Università punta, mettendo al primo posto una sintesi del sapere che non può non essere di tipo filosofico-teologico e non può non rispondere agli interrogativi umani: chi sono, perché vive, qual è il senso del dolore e della morte, come spendere nel modo migliore le mie risorse.
D. Che differenza c’è tra la Lateranense e un’università pubblica?
R. Hanno un denominatore comune, ma oggi l’idea stessa di università è molto diversificata. L’università è nata nel Medioevo in casa-Chiesa, «universitas scientiarum» che al vertice e come punto di reductio ad unum prevedeva la sintesi filosofico-teologica. Molte università hanno rinunciato a ciò. L’università Lateranense, invece, si propone di conservare integra l’idea genuina di università.
D. Per quanto riguarda il settore accademico, quali sono le facoltà?
R. Quelle tradizionali delle università pontificie sono Sacra Teologia, Filosofia e Diritto Canonico. Si aggiunge la Facoltà di Diritto Civile, che insieme a quella di Canonico costituisce l’Istituto Utriusque Iuris che ha, a sua volta, un percorso di studio proprio, il cui Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza è, per decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica della Repubblica Italiana, equipollente al titolo rilasciato dagli atenei italiane. Infine, c’è l’Istituto Pastorale Redemptor Hominis, puntato alla formazione soprattutto dei sacerdoti, perché abbiano una dimensione pastorale capace di rispondere alle sfide del momento. Non abbiamo mai pensato ad altre facoltà perché l’ordinamento didattico è sotto l’egida di una costituzione ecclesiastica che è la Sapientia cristiana e che privilegia proprio queste facoltà tradizionali.
D. In che modo questa istituzione può svolgere nel mondo digitale un ruolo da protagonista?
R. È quanto stiamo perseguendo mediante le specializzazioni del Redemptor Hominis; ha ottenuto un particolare riconoscimento proprio il master in giornalismo digitale, sponsorizzato, tra l’altro, dai massimi organismi giornalistici non solo italiani. Siamo contenti, perché chi frequenta questo master trova più facilmente occupazione nell’odierno disastrato mercato del lavoro di oggi, anche per gli agganci che si creano con professori e personalità che invitiamo e per i tirocini pratici presso prestigiose realtà giornalistiche.
D. L’aspetto «globale» dato dalla rete di sedi e collaborazioni dell’Università, oltre alla dimensione culturale e spirituale, può essere inteso come un messaggio universale?
R. Certo, nel senso che il nostro scopo è la maturazione della persona umana in tutti i livelli, e cioè un umanesimo integrale che rischia oggi di essere schiacciato dalle prepotenze tecnologiche, ma anche da quelle ideologiche, di mercato. Ciò fa vittime soprattutto tra i giovani, verso cui si dirige una propaganda spesso nefasta da parte dei media, delle istituzioni mondiali, perché da sempre i giovani sono la parte più appetibile, e manipolare i cervelli significa avere successo. Ma se il successo è a fini commerciali o ideologici, non può essere un successo. Noi puntiamo non tanto a convertire i cervelli quanto a farli ragionare alla luce di una ragione che non si ripieghi però su se stessa, ma si dilati negli spazi della fede e dell’amore, secondo l’insegnamento del grande papa emerito Benedetto XVI.
D. Quanti giovani che vogliono entrare alla Lateranense sono preparati al ragionamento?
R. La scuola oggi non prepara granché i giovani alla ricerca universitaria, quindi dobbiamo studiare formule propedeutiche di avvicinamento, cercando di non abbassare la qualità ma rendendo fruibile l’insegnamento che proponiamo, altrimenti si creerebbero discrasie insanabili. Si aggiunge che la Pontificia Università Lateranense è rivolta non solo alla cultura italiana ma a tutte le culture: c’è anche la barriera linguistica e culturale da superare. Abbiamo cercato di creare livelli di conoscenza della lingua italiana e della cultura di base comuni a tutte le università pontificie romane. È un traguardo raggiunto lo scorso anno e che stiamo collaudando con successo. L’impressione è che si tratta comunque di lavori continui in corso, perché le sfide sono tante e in continua evoluzione.
D. Si possono conciliare la fede e la scienza?
R. Rimando all’Enciclica «Lumen fidei» che, fin dai primi paragrafi, ne parla esaurientemente. Scienza e fede possono e devono andare d’accordo: la scienza, come la ragione, se si ripiega su se stessa, diventa la morte dell’uomo perché narcisistica e autoreferenziale. Dovrebbe dilatarsi, rimanere aperta su orizzonti più ampi, anche se non di sua stretta competenza, non precludere l’apertura agli orientamenti della fede e dell’amore, elementi costitutivi e innegabili della persona umana.
D. C’è qualche conflitto tra la scienza e la fede?
R. C’è almeno un’area in cui lo scienziato «ateo» ma onesto, e con il credente onesto si può trovare un terreno di dialogo, che è il dubbio, perché nessuno scienziato onesto potrà mai affermare che è tutto qui, perché tante cose gli sfuggono. Nessun credente che sia veramente tale potrà sfuggire all’interrogativo del dubbio: «Ma è veramente così?». Persino Giovanni Battista se lo chiese in carcere: «Ma sei veramente tu Colui che doveva venire?». Il dubbio tocca ogni credente, tocca anche me che pure sono vescovo: «Tu Dio ci sei davvero e mi ascolti oppure no?». L’area del dubbio è, secondo me, l’area del dialogo più efficace tra il credente e il non credente, perché almeno in questo tutti e due si trovano d’accordo. È il punto d’incontro e questo è il pensiero espresso in maniera magistrale in «Introduzione al cristianesimo» di Benedetto XVI: Benedetto è senza dubbio il teologo più importante che oggi abbia la Chiesa.
D. L’agnostico Benedetto Croce affermava che «non possiamo non dirci cristiani», eppure oggi l’Occidente non sembra più avere un’impronta cristiana. Ritiene che certi valori siano in pericolo, che sia in atto uno scontro di civiltà? Come dovrebbe reagire la Chiesa?
R. La crisi esiste ed è impossibile negarla. Crisi economica ma soprattutto di valori e ogni sbaglio nella gerarchia dei valori comporta gravi perdite proprio a livello di antropologia. A mio parere la convivenza civile non può essere fondata che su una scala di valori condivisa, ma oggi i valori vengono sottoposti al parere della maggioranza, quindi il valore più importante è la tolleranza. Sarà il valore più condiviso nell’opinione comune, ma una tolleranza che diventa poi dittatura delle minoranze uccide la democrazia e uccide l’uomo. Bisogna ricomporre tutto il discorso, ritornare a una scala dei valori veramente efficace. A mio parere e alla luce di quanto detto prima, circa una ragione aperta alla fede e all’amore, il massimo valore non può che essere l’amore con la «A» maiuscola. Anche la libertà è certamente un valore che distingue l’uomo dalla bestia, un valore altissimo ma non può essere assolutilizzato. Se non ci rimettiamo d’accordo su una scala di valori condivisa, temo che la convivenza civile diventi sempre più un «homo homini lupus».
D. Come siamo arrivati a questo? Cosa si può fare per riportare un equilibrio in questa società?
R. Siamo arrivati a questo punto attraverso le tragedie gravissime che hanno contrassegnato il XX secolo: le guerre mondiali, i totalitarismi, il nazismo, il comunismo esasperato; e siamo giunti a un capitalismo liberistico che ripercorre piste sbagliate e che oggi ha una forza imponente dal punto di vista economico e di gestione dei cervelli, forse mai verificata prima. Si pensi all’ideologia del gender: se si avesse il cervello adatto, si capirebbe subito che è sbagliata dal punto di vista umano, e qui non c’entra la fede, c’entra la persona. Siamo arrivati a questo punto a causa di una propaganda massiccia da parte di alcune lobby che hanno interesse a destabilizzare la convivenza civile, perché così riuscirebbero ad avere potere ed economia più liberi. Secondo me, si consuma una grandissima battaglia e l’unica risposta che so dare è l’educazione. Bisogna riprendere con coraggio l’educazione dei giovani secondo il sistema preventivo di Don Bosco, che segue la ragione, la religione e l’amorevolezza. Benedetto XVI parla di ragione, fede e amore, ossia la stessa cosa trasferita nel contesto culturale di oggi, passando attraverso la vicinanza profonda con i giovani, i quali devono sentire che la Chiesa non è lontana, ma è dalla loro parte, che è la loro madre, l’istituzione che li segue con maggior passione e non li lascia mai soli.
D. Mancano forse educatori religiosi adeguati, che conoscano il linguaggio dei giovani?
R. Purtroppo è così, incontro spesso educatori e genitori scoraggiati, e li capisco. Innanzitutto ci vuole una forte dimensione spirituale; non avendo un riferimento alla fede, al Signore, ai Sacramenti, alla Grazia, non si riesce a stare in piedi. In secondo luogo occorre un’alleanza tra le varie agenzie educative. Non si può andare in ordine sparso: Chiesa, parrocchia, centri giovanili, famiglia, università, dovrebbero avere un progetto educativo comune.
D. Nel rapporto tra fede e politica si giocano molte questioni di ordine culturale, etico, morale, legislativo. Il suo punto di vista?
R. Ultimamente si è fatto poco per la formazione politica dei giovani e in essi vedo sempre più diminuire la passione per l’impegno politico. Cerco di proporre ipotesi, corsi, formazione in questo senso, ma ci vorrebbe una passione maggiore e condivisa. Temo che oggi, soprattutto i più giovani che incontro nella facoltà di Diritto civile, continuino a pensare che in fondo la politica è un affare sporco di interessi personali nel quale si promuovono i propri guadagni. Questo purtroppo è quello che emerge, ma vorrei che questa università fosse un centro nel quale si formano i giovani anche ad un’attività politica seria e cristianamente ispirata. Per questo ho messo in piedi due iniziative: l’area di ricerca sulla dottrina sociale della Chiesa «Caritas in veritate», dal titolo dell’ultima Enciclica di Benedetto XVI, e l’area di studi per lo sviluppo della cultura africana, dipartimento dedicato alla formazione di persone impegnate nella politica per l’Africa, dove purtroppo è gravissima la tentazione della corruzione in politica.
D. Può tracciare un bilancio del Pontificato a un anno dall’elezione del primo pontefice che ha scelto di chiamarsi come il Santo dei poveri, San Francesco d’Assisi?
R. Papa Francesco raccoglie l’eredità di Benedetto XVI in modo egregio; e per trovare un papa dal punto di vista dottrinale come Benedetto XVI, che è un padre della Chiesa, credo che bisogna risalire addirittura a Leone Magno nel quinto secolo dopo Cristo, per trovare un equivalente di questo livello. Come tutti i papi, Francesco ha uno stile personale, guidato soprattutto da una misericordia incredibile e misteriosa di Dio, che trasmette a tutti i livelli con il suo pontificato.
D. Che cosa significa, dal punto di vista filosofico, la parola «misericordia»?
R. Evoca dal punto di vista biblico le viscere di misericordia del nostro Dio, che nella zona del cuore ha un sussulto interiore di passione per le persone. Il nostro Dio è fatto così. Se siamo fatti a immagine e somiglianza del nostro Dio, anche noi dobbiamo provare tale sussulto soprattutto nei confronti dei meno abbienti e di chi ha bisogno di essere seguito. La misericordia è una virtù, una caratteristica che deve contraddistinguere il figlio di Dio.
D. C’è una linea d’unione tra Benedetto XVI e papa Francesco?
R. Certamente, è stabilita dalla continuità precisa della dottrina. Lo scorso anno io, che sono particolarmente legato per motivi affettivi e tanto altro al Papa emerito, ero fortemente turbato; ho rivolto una preghiera speciale al Signore e allo Spirito Santo in particolare, affinché ci desse un pastore in grado di raccogliere e comunicare efficacemente la dottrina di Benedetto XVI, soprattutto ai giovani che maggiormente mi interessano per il mio ministero. A un anno di distanza, devo dire che sono stato perfettamente esaudito dal Signore.
FONTE: Specchio Economico | x |
Mons Enrico Dal Covolo, in viaggio presso le sedi in Medio Oriente  Mons. Enrico Dal Covolo, il Rettore della Pontificia Università Lateranense, in viaggio in Medio Oriente per visitare le sedi collegate con la stessa Pontificia Università. Sono circa 50 gli atenei nel mondo collegati alla Lateranense. Mons Dal Covolo presso il Seminario missionario internazionale “Redemptoris Mater” della Domus Galilaeae, intervista di Debora Donnini.
Il rettore della Pontificia Università Lateranense, Mons. Enrico Dal Covolo è in viaggio in Medio Oriente dove sta visitando le sedi collegate con la stessa Pontificia Università. Sono circa 50 gli atenei nel mondo collegati alla Lateranense. In questo momento mons. Dal Covolo si trova presso il Seminario missionario internazionale “Redemptoris Mater” della Domus Galilaeae, che sorge sul lago di Tiberiade. Debora Donnini l’ha intervistato:
R. – Mi trovo alla Domus Galilaeae, ma prima, già dal 15 dicembre, sono stato in Libano perché a Beirut, presso l’Università La Sagesse noi abbiamo una facoltà di Diritto Canonico, che è aggregata, come Istituto Superiore di Studi Giuridici, al nostro Institutum Utriusque Iuris dell’Università Lateranense. Da lì, poi, sono passato attraverso la Giordania e ho avuto modo così di conoscere meglio un’università, che è ancora in fondazione, diretta dal Patriarcato latino di Gerusalemme, con la quale forse faremo un domani una convenzione e, comunque, sono venuto ai due centri che sono affiliati alla nostra facoltà di Teologia e che si trovano l’uno nei territori palestinesi e l’altro in Israele. Di per sé, dunque, si tratta di un’unica affiliazione alla facoltà di Teologia, ma il Seminario patriarcale latino di Gerusalemme, a Beit Jala, ha ora una sede dislocata. Questa sede dislocata è il Seminario missionario Redemptoris Mater della Domus Galilaeae.
D. – Questi due Centri in Medio Oriente affiliati con la Lateranense oltre ad offrire, appunto, una formazione accademica hanno anche un ruolo, un’importanza nella costruzione della pace?
R. – Certamente, c’è questo forte impegno ed io devo dire che in questi centri accademici che sto visitando ho colto soprattutto tanta volontà di ricostruzione e di pace. Anche la preparazione accademica stessa non è vista in modo asettico. Tutto è orientato a preparare persone capaci di inserirsi vitalmente e positivamente nell’ambiente sociale e politico, per poter portare la pace, la giustizia, i valori autentici.
D. – A livello accademico, secondo lei, qual è la chiave e l’impronta fondamentale, oggi come oggi, da dare alla Pontificia Università Lateranense e alle sedi affiliate?
R. – Io credo che la vera sfida sia quella di salvare l’idea autentica di Università. In Europa, noi rischiamo, infatti, con la cultura imperante, di lasciare che l’Università venga messa al carro del sistema delle potenze tecnologiche, mentre l’Università, per sua natura, deve essere una forza critica propositiva di valori anche alternativi, rispetto al sistema vigente. Ora, l’idea autentica di Università è essenziale, per poter portare avanti una cultura autenticamente umanistica, quell’idea di Università, di cui ha parlato Newman, di cui continua a parlare il nostro Papa Benedetto XVI, cioè un’Università che sia luogo del sapere universale. Ma questo non tanto perché in essa ci sono tutte le facoltà possibili e immaginabili, quanto piuttosto perché si tratta di un ambiente accademico realmente aperto alla sintesi filosofico-teologica, attento alle domande fondamentali dell’uomo: chi sono io, perché sono al mondo, che senso ha la vita, c’è un Dio e se questo Dio c’è e si prende cura di noi. Ecco, le domande caratteristiche di una sintesi maturata a livello filosofico-teologico. Questi interrogativi non possono essere emarginati dall’ambiente accademico, anzi, devono essere il punto di sintesi e di collegamento tra le varie discipline.
FONTE: News.va | x |
Enrico dal Covolo: «Savio è già un santo nei nostri cuori»  Osio di Sotto, cerimonia per i dieci anni dalla morte di mons. Vincenzo Savio, vescovo di Belluno Feltre. «Vincenzo è già santo nel nostro cuore», ha certificato, ad Osio di Sotto, mons. Enrico Dal Covolo, salesiano come Savio, rettore della Pontificia Università lateranense, già postulatore della causa di beatificazione di papa Luciani. «Nel cuore dei bellunesi e di quanti lo hanno conosciuto ed amato, Vincenzo è pregato come un santo», ha sottolineato il prelato, che ha presieduto la solenne celebrazione che ne ha fatto memoria.
BELLUNO. Non importa che per mons. Vincenzo Savio, morto giusto 10 anni fa, da vescovo di Belluno Feltre, non sia ancora iniziato il processo di beatificazione. «Vincenzo è già santo nel nostro cuore», ha certificato, ad Osio di Sotto, mons. Enrico Dal Covolo, salesiano come Savio, rettore della Pontificia Università lateranense, già postulatore della causa di beatificazione di papa Luciani. «Nel cuore dei bellunesi e di quanti lo hanno conosciuto ed amato, anche in altre parti d’Italia, Vincenzo è pregato come un santo», ha insistito il prelato di origini feltrine, che nel paese natale del vescovo prematuramente scomparso, ha presieduto la solenne celebrazione che ne ha fatto memoria.
Osio di Sotto, dove martedì mons. Giuseppe Andrich, successore di Savio, accompagnerà un pellegrinaggio, ha dedicato tutta la giornata alla memoria del suo “don Vincenzo”, come continuano a chiamarlo da quelle parti. L’amministrazione comunale gli ha dedicato una strada, poi il momento liturgico in chiesa, quindi una cerimonia anche in cimitero, presso la tomba di Savio. Non pochi i bellunesi presenti, tra loro un caro amico del vescovo, Gioacchino Bratti, il cui figlio, don Giuseppe, è stato segretario del presule così amato dal popolo delle Dolomiti, credente o no che fosse. Numerosa la delegazione della Comunità di “Villa San Francesco”, con i responsabili, gli operatori educativi, i ragazzi. Numerosi anche i rappresentanti di Savona e di Livorno, dove Savio ha operato prima di salire a Belluno. Commosso Carlo Di Cicco, giornalista, vicedirettore dell’Osservatore Romano, uno dei più intimi amici di “Vincenzo”, come lui continua a chiamarlo, quando Dal Covolo ha detto che i santi sono le luci che illuminano il cammino di ogni cristiano ed ha citato, come esempio, due figure, don Carlo Gnocchi e, appunto, don Vincenzo.
Quando Savio decise di avviare il processo di beatificazione di Albino Luciani, spiegò che il papa nato a Canale d’Agordo era già considerato e addirittura pregato come un santo secondo la devozione popolare. E che, proprio per assecondare questa santità popolare, lui desiderava inoltrare la causa di beatificazione, sollecitata peraltro in molte parti del mondo. A questo tipo di santità apparterebbe anche Savio. «Don Vincenzo, con la sua vita virtuosa ha dato esempio di vero discepolo del Vangelo, come possono testimoniare tanti amici bellunesi», ha confermato Di Cicco. «Per tanti di noi giovani, don Vincenzo continua ad essere un punto di riferimento, non forzato ma naturale – testimonia Francesca, la calciatrice di Villa San Francesco che ha portato i ragazzi ad Osio.
FONTE: Corriere Alpi | x |
Mons Dal Covolo: Lectura Patrum Neapolitana su Povertà e Ricchezza  Napoli, al Tempio del Volto Santo, l’evento dell’anno accademico di Lectura Patrum Neapolitana, l’associazione culturale fondata dalle Piccole Ancelle di Cristo RE che fa della divulgazione del pensiero dei Padri della Chiesa la sua missione. Al meeting ha dissertato S. E. Mons Enrico Dal Covolo, Vescovo di Eraclea e Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, sul tema della povertà e ricchezza in San Basilio di Cesarea, Vescovo e Dottore della Chiesa.
Pubblico delle grandi occasioni, nella serata di sabato 15 febbraio al Tempio del Volto Santo, per l’evento clou dell’anno accademico di Lectura Patrum Neapolitana, l’associazione culturale fondata dalle Piccole Ancelle di Cristo RE che fa della divulgazione del pensiero dei Padri della Chiesa la sua missione.
Il meeting, il terzo del ciclo di lezioni dell’anno 2013/2014, ha visto dissertare S. E. Mons. Enrico Dal Covolo, Vescovo di Eraclea e Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, sul tema della povertà e ricchezza in San Basilio di Cesarea: un Vescovo e Dottore della Chiesa, vissuto nel IV secolo in Grecia, che ha un posto di grande importanza nella storia della Chiesa, in particolare per la sua lotta contro l’arianesimo, ed è uno dei capisaldi della Patristica.
Prendendo spunto dal volume oggetto della consueta lettura e presentazione – una raccolta di testi di questo grande Padre della Chiesa greco, scritta dal prof. Luigi Franco Pizzolato ed edita, nel 2013, dalle Paoline, dal titolo “La cura del povero e l’onore della ricchezza” – Mons. Dal Covolo ha trattato sul rapporto tra povertà e ricchezza. L’aire della lectio è stata la corposa introduzione del volume (ben 130 pagine), ed in particolare dall’articolazione dei paragrafi della stessa – tra gli altri: il comunismo dei beni in Basilio, come nasce la ricchezza, la logica del dono, un programma di persuasione alla carità, et alii; partendo dai quali, l’accademico ha iniziato il suo intervento, tentando subito di ‘collocare’ Basilio nell’ambito del rapporto ricchezza-povertà. “La definizione della posizione di Basilio di fronte alla ricchezza – ha detto il prelato riprendendo il pensiero del curatore del testo, Pizzolato - ha dato luogo a diverse interpretazioni: una più radicale, di un comunismo cristiano; e l’altra, più moderata, di un buon uso delle ricchezze. Due linee esegetiche che, fin dai primi tre secoli cristiani, hanno guidato l’interpretazione dell’episodio sinottico del giovane ricco.
Dal Covolo ha, poi, spiegato come si tratti di due tipi di approccio alla pericope del “giovane ricco” presente nei Vangeli di Marco, Matteo e Luca, chiarendo come gli stessi non siano incompatibili e mostrando come “da una parte prevale la prospettiva ascetica, carismatica, escatologica: cioè nella tensione verso la città celeste tutto l’interesse è riservato alla sequela povera di Gesù e alla rinuncia radicale ai beni del mondo; e, dall’altra, si impone una prospettiva sociologica-caritativa: che incardina l’esegesi del brano nella questione dell’uso delle ricchezze e nell’imperativo etico della condivisione dei beni”. L’accademico ha, poi, sottolineato l’assenza di un’uniformità nell’atteggiamento di Basilio verso la ricchezza, mettendo in luce come “la linea prevalente sia quella ascetica, che enfatizza i rischi della ricchezza, ed invita il fedele a spogliarsi di essa per farne parte ai poveri e seguire Gesù”. Il Vescovo ha concluso il suo intervento, ricordando le parole di Benedetto XVI sull’argomento: pronunciate in occasione di una sua catechesi su San Basilio, risalente all’agosto del 2007, nella quale il Papa emerito sottolineava come “questo Padre di un tempo lontano parla anche a noi e ci dice cose importanti sulla responsabilità sociale; questo è un tempo nel quale, in un mondo globalizzato, anche i popoli geograficamente distanti sono realmente il nostro prossimo”.
Il simposio è stato moderato dal prof. Antonio Vincenzo Nazzaro che, nell’introduzione, ha rimarcato i motivi che hanno portato alla scelta di questo testo nella XXXIV edizione di Lectura Patrum, tra i quali l’appuntamento di quest’anno, nei giorni dall’8 al 10 maggio all’Agostiniano, della giornata di studio è “Ricchezza e povertà”. L’incontro si è concluso con il consueto dibattito nel corso del quale Dal Covolo, sulla base delle riflessione degli qualificati uditori – in sala tra l’altro, la prof.ssa Teresa Piscitelli, il prof. Parente, il prof. Marco Corcione - ha passato in rassegna il pensiero di altri illustri Padri della Chiesa sull’argomento, dimostrando come il problema del rapporto tra ricchezza e fede cristiana si è presentato molto presto alla chiese delle origini, già con Clemente di Alessandria.
Positivo il bilancio per la Congregazione delle Piccole Ancelle di Cristo Re che, presente alla lezione con la Madre Generale suor Maria Luisa Orgiani, la madre emerita suor Antonietta Tuccillo, oltre ad uno stuolo di religiose, per bocca della segretaria suor Leonia Buono, ne hanno apprezzato l’importanza e l’arricchimento spirituale. “E’ un tema di grande attualità e interesse – ha dichiarato la religiosa - Sorprende come gli interrogativi di persone che hanno vissuto tanti secoli prima di noi siano ancora attuali e, in gran parte, ancora aperti. Molto arricchenti, inoltre, sono stati anche gli spunti di riflessione che sono venuti nel forum dopo la lectio. Ringraziamo il Vescovo che ci ha donato questa lezione di alta teologia mostrandoci come non esistano ricette precostituite ma il rinvio alla propria coscienza”.
FONTE: La voce del Santo | x |
Dal Covolo Rettore: “Proseguiremo il rinnovamento della nostra Università”  Intervista a Mons Enrico Dal Covolo, s.d.b. Magnifico Rettore della Pontificia Università Lateranense. A Mons Dal Covolo è stata affidata quella che a titolo del tutto speciale è l’Università del Papa. Al Rettore sta molto a cuore quella che definisce l’“emergenza educativa”, la stessa a cui don Bosco cercava di porre rimedio con la sua azione presso i ragazzi, ai quali si premurava di trasmettere in primo luogo una solida formazione cristiana di base.
Il 30 giugno 2010 Benedetto XVI nominava un salesiano, monsignor Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Docente Ordinario di Letteratura cristiana antica greca presso la Pontificia Università Salesiana e Membro Ordinario della Pontificia Accademia di Teologia, ha curato numerose pubblicazioni di carattere scientifico, soprattutto nell’ambito dei rapporti tra la Chiesa e l’Impero, fino alla cosiddetta “svolta costantiniana”. Ma è forse ancora più rilevante in questa sede mettere in evidenza la stretta consonanza spirituale che lega il santo fondatore dei salesiani, san Giovanni Bosco, e il magnifico rettore, e non tanto e non solo perché appartenenti al medesimo ordine, ma per la straordinaria sintonia della comune vocazione all’educazione dei giovani, che mutatis mutandis il santo esercitò nella Torino del suo tempo raccogliendo i ragazzi di strada, per i quali fu padre, guida e amico. A monsignor Dal Covolo, invece, è stata affidata quella che a titolo del tutto speciale è l’università del Papa. E’ interessante notare poi che al Rettore sta molto a cuore quella che lui definisce l’“emergenza educativa”, la stessa a cui don Bosco di fatto cercava di porre rimedio con la sua azione presso i ragazzi, ai quali si premurava di trasmettere in primo luogo una solida formazione cristiana di base, e poi tutto il resto.
D. Nei suoi interventi lei spesso parla di “emergenza educativa”: ci può dire qualcosa di più al riguardo? Come è noto, l’espressione “emergenza educativa” è stata “lanciata” dal Vescovo di Roma alla sua Diocesi e alla sua Città in una Lettera, ormai famosa, del 21 gennaio 2008. Moltissime agenzie, di ogni genere e tendenza, hanno ripreso tale espressione. La Conferenza Episcopale Italiana, da parte sua, ne ha ricavato gli Orientamenti Pastorali 2010-2020 con questo titolo: Educare alla vita buona del Vangelo. Ora, dopo aver visto l’ingente bibliografia sul tema, a me sembra che la cosa più importante da ritenere sia questa: che l’emergenza educativa non debba essere considerata come una fatalità calamitosa, che alla fine ammazza la speranza (e dunque le capacità di intervento) dell’educatore. Essa va colta piuttosto come un’opportunità provvidenziale, che impone di calibrare meglio i contenuti e i metodi dell’educazione, di fronte alle peculiarità culturali e sociali del momento presente. Affaccio solo, senza approfondirli, tre esempi di “opportunità” da sfruttare, in questa emergenza educativa: a) studiare il profilo dell’adolescente e del giovane d’oggi, senza limitarsi alle diagnosi (per lo più negative), ma cercando di valorizzarne gli aspetti positivi emergenti; b) esaminare il rapporto tra educazione e comunicazione, considerando l’importanza del tutto eccezionale che rivestono oggi i mezzi di comunicazione, e considerando altresì il fatto che – a fronte di tanta comunicazione – c’è un deserto di solitudine giovanile, punteggiato da fenomeni macroscopici di suicidi e di gravissima emarginazione; c) comprendere e analizzare le ragioni della protesta giovanile, cioè il fenomeno dei giovani indignados, così come ha iniziato a fare il Papa nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2012, n. 1.
D.Si tratta quindi di una sfida cruciale per i nostri tempi, alla quale lei, in quanto responsabile di un’università, che è anche l’università del Papa par excellence, come intende rispondere? Partendo da un elementare principio teologico, che è poi un principio di buon senso: non si può pretendere di cambiare gli altri, se prima noi stessi non siamo disposti a cambiare. Quindi ci siamo impegnati a perseguire un coraggioso rinnovamento della nostra università, di cui in più occasioni ho avuto modo di parlare, delineandone le istanze programmatiche e gli aspetti operativi salienti. Ci conforta molto che proprio il santo Padre il 30 giugno scorso, durante la cerimonia di premiazione dei vincitori della prima edizione del “Premio Ratzinger”, abbia parlato di “grandezza della sfida insita nella natura della teologia”, quasi a volerci incoraggiare nel nostro sforzo di rinnovamento, teso a realizzare un modello di università come luogo del sapere universale, su una robusta travatura filosofico-teologica.
D.Ce ne può brevemente parlare? R. Si tratta di un programma avviato già nel 2010, che prevede due obiettivi di fondo e due linee operative. I due obiettivi di fondo – a tal punto intrecciati, da poter essere considerati un unico obiettivo – sono lo studio dell’emergenza educativa (fenomenologia, l’eziologia, terapia…), e la formazione dei formatori, come risposta appropriata dell’università del Papa alla sfida educativa. A loro volta, due linee operative ci guidano e continueranno a guidarci al conseguimento di questi obiettivi: un’adeguata pastorale universitaria, intesa globalmente come accompagnamento efficace – a livello personale e di gruppi – dei membri della comunità accademica nella loro formazione integrale, umana e cristiana; e lo sviluppo della comunicazione, all’interno e all’esterno dell’università. Naturalmente, si tratta di una descrizione per sommi capi, cui è sottesa una molteplicità di altri aspetti non secondari.
FONTE: Vatican Insider | x |
Mons Dal Covolo: Nobel per la pace “Papa Francesco tra i candidati”  Premio Nobel per la pace, tra le candidature compare anche quella di Papa Francesco. Mons Dal Covolo, Magnifico Rettore della Pontificia Università Lateranense nonché uno dei massimi esperti vaticani sul tema della pace: «Nessuno più di lui lo meriterebbe, con i suoi gesti ci ha insegnato l’attenzione per gli ultimi da sempre vittime delle guerre. Con il messaggio del 1° gennaio 2014 per la Giornata mondiale per la pace – ha dichiarato Mons. Dal Covolo – Papa Francesco ha sviluppato in modo originale il concetto di pace legandolo al tema della fraternità fra gli uomini: una pace fondata sulla fede in un Dio che è padre. Ecco da dove nasce il nostro essere fratelli».
Tra i candidati al premio Nobel per la pace c’è anche papa Francesco. Lo ha annunciato il direttore dell’istituto Nobel ad Oslo, Geir Lundestad, presentando la lista dei 278 nomi scelti dalle migliaia di persone abilitate a depositare le candidature.
Anche Putin è stato candidato per il suo ruolo nella crisi siriana, ma è più che probabile che la commissione per il Nobel valuti anche il suo intervento nella situazione ucraina. A ricevere la nomination per il Nobel per la pace 2014 è stato un numero record di 278 candidati, incluse 47 organizzazioni. La commissione Nobel ha ristretto la lista tra 25 e 40 e la ridurrà ad una dozzina entro la fine di aprile. Il vincitore sarà annunciato il prossimo 10 ottobre a Oslo.
In ambito cattolico a ricevere il prestigioso premio fu nel lontano 1979 Madre Teresa di Calcutta, proclamata beata da Giovanni Paolo II nel 2003. La fondatrice della comunità delle Missionarie della Carità venne insignita del riconoscimento «per il lavoro compiuto nella lotta per vincere la povertà e la miseria, che costituiscono anche una minaccia per la pace».
Adesso, dunque, a coronamento di un primo strepitoso anno di pontificato per papa Bergoglio arriva anche questa candidatura. «Mi sembra una delle persone più qualificate per ricevere un simile riconoscimento», commenta a Vatican Insider mons Enrico dal Covolo, magnifico rettore della Pontificia Università Lateranense nonché uno dei massimi esperti vaticani sul tema della pace. «Con il messaggio del 1 gennaio 2014 per la Giornata mondiale per la pace – osserva dal Covolo – Papa Francesco ha sviluppato in modo originale il concetto di pace legandolo al tema della fraternità fra gli uomini: una pace fondata sulla fede in un Dio che è padre. Ecco – spiega il rettore – da dove nasce il nostro essere fratelli». «Naturalmente – prosegue il rettore – c’è anche da considerare l’attenzione mostrata dal Pontefice nei confronti degli ultimi che sono da sempre fra le vittime privilegiate della guerra. La guerra che, non dimentichiamolo, spesso nasce dalla miseria. E poi – conclude mons. dal Covolo – gli innumerevoli gesti di Francesco: non ultimo la veglia per la Siria».
Sulla stessa lunghezza d’onda padre Carlo Cecchitelli, già Custode di Terra Santa e al lavoro da 60 anni tra Israele e Palestina, che in un’intervista all’Ansa ha dichiarato: «Papa Francesco merita di vincere il Nobel per la pace, ha fatto tantissimo per il dialogo e siamo certi che quando verrà qui in Terra Santa, a maggio, ci aiuterà molto a incrementare il dialogo tra israeliani e palestinesi».
«Dal 24 al 26 maggio, – ha dichiarato Cecchitelli – Bergoglio visiterà le città di Hamman, Betlemme, Betjala, Betsahour e Gerusalemme». «Con il suo carattere così espansivo ed estroverso – ha aggiunto il Custode emerito di Terra Santa – conquisterà i cuori di tutti, attirerà simpatie e ispirerà fiducia. E siamo sicuri che darà il suo prezioso input per riprendere il dialogo». Del resto, ricorda padre Carlo, «ha già impedito l’attacco dell’America in Siria invitando il mondo alla preghiera; un attacco che avrebbe provocato l’intervento di Russia e Cina, scatenando una guerra mondiale». «Qui – rileva – c’è tanto bisogno di dialogo: israeliani e palestinesi devono smettere di stare fermi sulle proprie posizioni, bisogna venirsi incontro e poi, su questioni come Gerusalemme capitale o la gestione dell’acqua, si tornerà in un secondo momento».
FONTE: Vatican Insider | x |
Dal Covolo Rettore: Heidegger-Stein, gioia versus angoscia.  Si svolge presso la Pontificia Università Lateranense il convegno internazionale sullAntropologia filosofica di Edith Stein. Ad aprire l’incontro il saluto del rettore, Mons Enrico Dal Covolo. Introduce il prorettore Patrick Valdrini, che presiede la prima sezione nella quale Angela Ales Bello tratterà delle “radici husserliane dell’antropologia filosofica della Stein”.
Il convegno / L’Antropologia filosofica di Edith
Si apre gioved・6 marzo alla Lateranense, con un saluto del rettore, il vescovo Enrico Dal Covolo, il convegno internazionale sulla antropologia filosofica di Edith Stein. Introdurrà il prorettore Patrick Valdrini, che presiederà la prima sezione nella quale Angela Ales Bello tratterà delle "radici husserliane dell’antropologia filosofica della Stein". Hanna Barbara Gerl Falkovitz, rintraccerà la concezione dell’esistenza come dono nell’opera di Santa Teresa Benedetta della Croce. Venerdì Hans Reiner Sepp (Università di Praga) terrà una relazione sul tema della persona, e Jean-François Lavigne (Nizza) sull’intenzionalità e l’essenza dello spirito. Nel pomeriggio Antonio Calcagno, (University College di Londra) analizzerà l’evoluzione del concetto di comunità nell’opera della Stein, e Daniela Verducci (Macerata) la metterà a confronto con quella di Max Scheler. Presiederanno rispettivamente le 3 sezioni del 7 marzo: Ulrich Dobhan Ocd, direttore dell’Edith Stein Jahrbuch, Gianfranco Basti, decano di filosofia della Pul, Jacinta Turolo Garcia Ascj (San Paolo in Brasile), e Luisa Avitabile (Cassino). Concluderà i lavori la Ales Bello. Il convegno corona una serie di lezioni tenute da Ales Bello, Nicoletta Ghigi, Anna Maria Pezzella.
Gioia versus angoscia. Chi volesse semplificare al massimo il confronto tra Edith Stein e Martin Heidegger potrebbe trovare in questa opposizione un’immagine efficace della diversità del loro pensiero. Una rappresentazione che stride evidentemente con la conclusione tragica della vita terrena di santa Teresa Benedetta della Croce e il successo incontrastato (incontrastato perfino dal dibattito sulla qualità e l’importanza del suo coinvolgimento nel nazismo) di cui il filosofo della Foresta Nera ha goduto e sembra godere anche in università e circoli culturali cattolici.
Purtroppo poco meditata e studiata ・l段ntensa interlocuzione filosofica che la fenomenologa di origine ebraica ha intrattenuto con l誕utore di : grande attenzione al suo pensiero, concordanze, ma soprattutto lucidissima critica. La Stein, tra l誕ltro, rimprovera a Heidegger di mitizzare il nulla [mythologische Redeweise] ォcome se si parlasse di una persona da aiutare una a ottenere una volta per tutte un diritto negato da sempreサ.
E ancora gli imputa di aver concepito la temporalità e la finitezza dell’uomo come «catenaccio», per una sorta di suo «risentimento» anticristiano [antichristlicher Affekt], motivato forse dalla volontà di cancellare la fede che aveva ereditato.
Oltremodo opportuno, dunque, per approfondire questi e altri attualissimi temi, il convegno che prende l’avvio domani a Roma, alla Lateranense, sull’antropologia filosofica di Edith Stein, con la partecipazione di esperti di primo piano a livello mondiale. Ad aprire e concludere il convegno sarà Angela Ales Bello, iniziatrice e guida in Italia degli studi sulla santa filosofa, e ora direttrice dell’Area internazionale di Ricerca Edith Stein nella filosofia contemporanea, attivata da un anno dalla Lateranense. Proprio in tema di rapporti con Heidegger, la relazione di Hanna Barbara Gerl-Falkovitz, illustrerà come la filosofia della Stein non abbia nulla da invidiare alla suggestiva meditazione di Jean Luc Marion sul "dono". Proprio un’analisi fenomenologica dell’essere umano, nella sua finitezza e nella sua temporalità, invece, come argomenta la studiosa tedesca, consente alla Stein di elevare il pensiero a un Essere Eterno. «Questa apertura della riflessione – osserva la Gerl – porta la Stein oltre il pensiero dell’essere di Tommaso, oltre quello dell’Io di Husserl a quello di Agostino sulla relazione: in essa si rivela il carattere di dono dell’esistenza, e in risposta, l’abbandono a una Persona Eterna e l’accoglienza attraverso una Persona eterna».
Si apre così una "breccia" nell’ontologia: dal concetto di essere a quello più ricco di Persona. Pur nella finitezza umana, conclude la docente della Hochschule filosofico-teologica dell’Austria citando la Stein, «il conoscere amare e servire, e la santa gioia nel conoscere, amare e servire, è al contempo un ricevere e accettare, è libero dono di sé a questa vita donata».
È in gioco dunque una visione antropologica, tema oggi quanto mai strategico nella salvaguardia dell’umano e delle sue istituzioni fondamentali, come il matrimonio e la famiglia. Su questo terreno, significativamente, può essere individuato uno spartiacque tra Edmund Husserl e la Stein, da una parte; e Heidegger, dall’altra, come dimostrano gli studi della Ales Bello. Seppur l’iniziatore della fenomenologia e il suo assistente si scambino reciprocamente accuse di "antropologismo" ricorda la fenomenologa italiana, di fatto Husserl si colloca nel solco della antropologia di San Paolo: l’uomo è corpo, anima e spirito. «Una concezione assolutamente insufficiente», replicherà Heidegger, bocciando tutto l’orientamento dell’antropologia greco-cristiana, che ha coniugato la definizione dell’essere umano come animale razionale con l’essere e l’essenza di ordine teologico. «È stata comunque la Stein – sottolinea la ex decana di filosofia della Lateranense – a contribuire in modo determinante alla nascita della antropologia filosofica, ancora sconosciuta negli anni ’30, e a conferire alla disciplina questo nome». La fenomenologa che Giovanni Paolo II volle patrona d’Europa, supera, integrandola, l’antropologia concepita come scienza della natura, e studia l’essere umano in quanto essere spirituale. «Non basta perciò – aggiunge la Ales Bello –, riferirsi alle cosiddette scienze dello spirito, ad esempio la storia, il diritto, le quali non sono altro che prodotti dell’attività spirituale, ma è necessario esaminare che cosa sia lo spirito, all’interno della complessa stratificazione dell’essere umano».
Non a caso nelle prime pagine della , testo preso in esame nel primo anno di vita dell誕rea internazionale di ricerca sulla Stein, la filosofa avverte che ・impossibile fare opera pedagogica se l置omo ・concepito solo come ォun essere gettato di fronte al nullaサ (Heidegger) o come un fascio di istinti (psicologia del profondo). ォCi si deve domandare che senso possa avere una chiamata a una esistenza che viene dal nulla e va verso il nullaサ, osserva la Stein, avversando l段dea che un educatore possa farsi difensore di questa chiamata presso i giovani. Osservazioni probabilmente dettate anche dal clima che stava montando in Germania in quei giorni. Una ragione in pi・ per la Stein, per fondare l誕zione educativa sulla metafisica cristiana. Un altro terreno di contrasto con Heidegger, che liquidava una filosofia che assumesse una tale qualifica come ォferro ligneoサ.
FONTE: Avvenire
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Enrico Dal Covolo: Intervista su Specchio Economico  “Il nostro scopo è la maturazione della persona umana in tutti i livelli, e cioè un umanesimo integrale che rischia oggi di essere schiacciato dalle prepotenze tecnologiche, ma anche da quelle ideologiche, di mercato. Noi puntiamo non tanto a convertire i cervelli quanto a farli ragionare alla luce di una ragione che non si ripieghi però su se stessa, ma si dilati negli spazi della fede e dell’amore”. Intervista a Mons Enrico Dal Covolo Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense su Specchio Economico.
«La mia storia è abbastanza semplice ed è racchiusa nello stemma della mia prima famiglia, un’antica famiglia veneta che risale addirittura ai tempi di Carlo Magno. Sono l’ultimo di 10 figli, 5 maschi e 5 femmine. La mia seconda famiglia è quella salesiana e la terza è la lateranense, che mi ha affidato il Papa. Sono nato a Feltre, nel Bellunese, tra l’altro diocesi di Papa Luciani, che era un amico di famiglia e veniva spesso a trovarci; ricordo che voleva insegnarci i giochi della dama e degli scacchi, ma noi eravamo vivaci e non abbiamo imparato nulla. Era un sacerdote molto simpatico e mai avrei pensato che sarebbe diventato papa e che io sarei diventato il suo postulatore. Poi ci siamo trasferiti a Milano perché mio papà era magistrato e lì ho conosciuto i salesiani e ho deciso di entrare a farne parte». Così inizia l’intervista a monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Ha professato i voti nel 1973; nel 1974 si è laureato in Lettere Classiche ed è stato ordinato sacerdote nel 1979. Ha conseguito il dottorato in Teologia e Scienze Patristiche e insegnato nella Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana di cui è stato preside-decano e, in seguito, vicerettore. Nel 2003 è stato nominato Postulatore generale per le cause dei Santi della Famiglia Salesiana. L’allora Papa Benedetto XVI l’ha nominato nel 2010 Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, elevandolo alla dignità episcopale ed assegnandogli la sede titolare vescovile di Eraclea.
Domanda. Come ricorda di essere entrato nel sacerdozio?
Risposta. All’Opera Salesiana di Arese vidi ragazzi perduti trasformarsi completamente; mi dissi che ne valeva la pena e cominciai a frequentarli diventando prima salesiano, poi prete. Dopo alcuni anni feci il preside di un istituto tecnico per le arti grafiche, lontano dalle mie specificità umanistiche; dopo quell’esperienza fui trasferito alla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana. Sono stato poi preside e decano, vicerettore, postulatore generale e infine rettore e vescovo dell’Università Lateranense.
D. Che cambierebbe ora nella scuola?
R. Insegno dai miei 19 anni di età e adesso ne ho 63; quello che manca alla scuola è la famiglia, che per la Chiesa è la priorità più grande, intesa come cellula vivente della società. Non ho imparato i valori sui banchi di scuola, ma nella convivenza con i miei familiari. Ricordo le gite in montagna con papà davanti, noi in ordine gerarchico e la mamma che chiudeva, e sempre il rispetto profondo del passo dell’ultimo, che ero io. Così si imparano i valori. Se manca la famiglia il resto è suppletivo, si riesce a fare quello che si può, ma è la famiglia il nucleo fondamentale.
D. Forse perché la donna è proiettata verso altri obiettivi?
R. Forse è anche per questo motivo.
D. La Pontificia Università Lateranense garantisce agli studenti una crescita culturale, umana e pastorale. Sono queste le linee guida da dare alle nuove generazioni?
R. Certamente. Questa Università risponde alla missione affidatale di un un’offerta formativa a 360 gradi. Non solo informazioni da fornire, che si dimenticano poco tempo dopo, ma un apparato formativo che metta gli studenti in condizione di rispondere alle sfide esistenziali attuali. Non è impresa facile, ma è ciò a cui l’Università punta, mettendo al primo posto una sintesi del sapere che non può non essere di tipo filosofico-teologico e non può non rispondere agli interrogativi umani: chi sono, perché vive, qual è il senso del dolore e della morte, come spendere nel modo migliore le mie risorse.
D. Che differenza c’è tra la Lateranense e un’università pubblica?
R. Hanno un denominatore comune, ma oggi l’idea stessa di università è molto diversificata. L’università è nata nel Medioevo in casa-Chiesa, «universitas scientiarum» che al vertice e come punto di reductio ad unum prevedeva la sintesi filosofico-teologica. Molte università hanno rinunciato a ciò. L’università Lateranense, invece, si propone di conservare integra l’idea genuina di università. D. Per quanto riguarda il settore accademico, quali sono le facoltà?
R. Quelle tradizionali delle università pontificie sono Sacra Teologia, Filosofia e Diritto Canonico. Si aggiunge la Facoltà di Diritto Civile, che insieme a quella di Canonico costituisce l’Istituto Utriusque Iuris che ha, a sua volta, un percorso di studio proprio, il cui Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza è, per decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica della Repubblica Italiana, equipollente al titolo rilasciato dagli atenei italiane. Infine, c’è l’Istituto Pastorale Redemptor Hominis, puntato alla formazione soprattutto dei sacerdoti, perché abbiano una dimensione pastorale capace di rispondere alle sfide del momento. Non abbiamo mai pensato ad altre facoltà perché l’ordinamento didattico è sotto l’egida di una costituzione ecclesiastica che è la Sapientia cristiana e che privilegia proprio queste facoltà tradizionali.
D. In che modo questa istituzione può svolgere nel mondo digitale un ruolo da protagonista?
R. È quanto stiamo perseguendo mediante le specializzazioni del Redemptor Hominis; ha ottenuto un particolare riconoscimento proprio il master in giornalismo digitale, sponsorizzato, tra l’altro, dai massimi organismi giornalistici non solo italiani. Siamo contenti, perché chi frequenta questo master trova più facilmente occupazione nell’odierno disastrato mercato del lavoro di oggi, anche per gli agganci che si creano con professori e personalità che invitiamo e per i tirocini pratici presso prestigiose realtà giornalistiche.
D. L’aspetto «globale» dato dalla rete di sedi e collaborazioni dell’Università, oltre alla dimensione culturale e spirituale, può essere inteso come un messaggio universale?
R. Certo, nel senso che il nostro scopo è la maturazione della persona umana in tutti i livelli, e cioè un umanesimo integrale che rischia oggi di essere schiacciato dalle prepotenze tecnologiche, ma anche da quelle ideologiche, di mercato. Ciò fa vittime soprattutto tra i giovani, verso cui si dirige una propaganda spesso nefasta da parte dei media, delle istituzioni mondiali, perché da sempre i giovani sono la parte più appetibile, e manipolare i cervelli significa avere successo. Ma se il successo è a fini commerciali o ideologici, non può essere un successo. Noi puntiamo non tanto a convertire i cervelli quanto a farli ragionare alla luce di una ragione che non si ripieghi però su se stessa, ma si dilati negli spazi della fede e dell’amore, secondo l’insegnamento del grande papa emerito Benedetto XVI.
D. Quanti giovani che vogliono entrare alla Lateranense sono preparati al ragionamento?
R. La scuola oggi non prepara granché i giovani alla ricerca universitaria, quindi dobbiamo studiare formule propedeutiche di avvicinamento, cercando di non abbassare la qualità ma rendendo fruibile l’insegnamento che proponiamo, altrimenti si creerebbero discrasie insanabili. Si aggiunge che la Pontificia Università Lateranense è rivolta non solo alla cultura italiana ma a tutte le culture: c’è anche la barriera linguistica e culturale da superare. Abbiamo cercato di creare livelli di conoscenza della lingua italiana e della cultura di base comuni a tutte le università pontificie romane. È un traguardo raggiunto lo scorso anno e che stiamo collaudando con successo. L’impressione è che si tratta comunque di lavori continui in corso, perché le sfide sono tante e in continua evoluzione.
D. Si possono conciliare la fede e la scienza?
R. Rimando all’Enciclica «Lumen fidei» che, fin dai primi paragrafi, ne parla esaurientemente. Scienza e fede possono e devono andare d’accordo: la scienza, come la ragione, se si ripiega su se stessa, diventa la morte dell’uomo perché narcisistica e autoreferenziale. Dovrebbe dilatarsi, rimanere aperta su orizzonti più ampi, anche se non di sua stretta competenza, non precludere l’apertura agli orientamenti della fede e dell’amore, elementi costitutivi e innegabili della persona umana.
D. C’è qualche conflitto tra la scienza e la fede?
R. C’è almeno un’area in cui lo scienziato «ateo» ma onesto, e con il credente onesto si può trovare un terreno di dialogo, che è il dubbio, perché nessuno scienziato onesto potrà mai affermare che è tutto qui, perché tante cose gli sfuggono. Nessun credente che sia veramente tale potrà sfuggire all’interrogativo del dubbio: «Ma è veramente così?». Persino Giovanni Battista se lo chiese in carcere: «Ma sei veramente tu Colui che doveva venire?». Il dubbio tocca ogni credente, tocca anche me che pure sono vescovo: «Tu Dio ci sei davvero e mi ascolti oppure no?». L’area del dubbio è, secondo me, l’area del dialogo più efficace tra il credente e il non credente, perché almeno in questo tutti e due si trovano d’accordo. È il punto d’incontro e questo è il pensiero espresso in maniera magistrale in «Introduzione al cristianesimo» di Benedetto XVI: Benedetto è senza dubbio il teologo più importante che oggi abbia la Chiesa.
D. L’agnostico Benedetto Croce affermava che «non possiamo non dirci cristiani», eppure oggi l’Occidente non sembra più avere un’impronta cristiana. Ritiene che certi valori siano in pericolo, che sia in atto uno scontro di civiltà? Come dovrebbe reagire la Chiesa?
R. La crisi esiste ed è impossibile negarla. Crisi economica ma soprattutto di valori e ogni sbaglio nella gerarchia dei valori comporta gravi perdite proprio a livello di antropologia. A mio parere la convivenza civile non può essere fondata che su una scala di valori condivisa, ma oggi i valori vengono sottoposti al parere della maggioranza, quindi il valore più importante è la tolleranza. Sarà il valore più condiviso nell’opinione comune, ma una tolleranza che diventa poi dittatura delle minoranze uccide la democrazia e uccide l’uomo. Bisogna ricomporre tutto il discorso, ritornare a una scala dei valori veramente efficace. A mio parere e alla luce di quanto detto prima, circa una ragione aperta alla fede e all’amore, il massimo valore non può che essere l’amore con la «A» maiuscola. Anche la libertà è certamente un valore che distingue l’uomo dalla bestia, un valore altissimo ma non può essere assolutilizzato. Se non ci rimettiamo d’accordo su una scala di valori condivisa, temo che la convivenza civile diventi sempre più un «homo homini lupus».
D. Come siamo arrivati a questo? Cosa si può fare per riportare un equilibrio in questa società?
R. Siamo arrivati a questo punto attraverso le tragedie gravissime che hanno contrassegnato il XX secolo: le guerre mondiali, i totalitarismi, il nazismo, il comunismo esasperato; e siamo giunti a un capitalismo liberistico che ripercorre piste sbagliate e che oggi ha una forza imponente dal punto di vista economico e di gestione dei cervelli, forse mai verificata prima. Si pensi all’ideologia del gender: se si avesse il cervello adatto, si capirebbe subito che è sbagliata dal punto di vista umano, e qui non c’entra la fede, c’entra la persona. Siamo arrivati a questo punto a causa di una propaganda massiccia da parte di alcune lobby che hanno interesse a destabilizzare la convivenza civile, perché così riuscirebbero ad avere potere ed economia più liberi. Secondo me, si consuma una grandissima battaglia e l’unica risposta che so dare è l’educazione. Bisogna riprendere con coraggio l’educazione dei giovani secondo il sistema preventivo di Don Bosco, che segue la ragione, la religione e l’amorevolezza. Benedetto XVI parla di ragione, fede e amore, ossia la stessa cosa trasferita nel contesto culturale di oggi, passando attraverso la vicinanza profonda con i giovani, i quali devono sentire che la Chiesa non è lontana, ma è dalla loro parte, che è la loro madre, l’istituzione che li segue con maggior passione e non li lascia mai soli.
D. Mancano forse educatori religiosi adeguati, che conoscano il linguaggio dei giovani?
R. Purtroppo è così, incontro spesso educatori e genitori scoraggiati, e li capisco. Innanzitutto ci vuole una forte dimensione spirituale; non avendo un riferimento alla fede, al Signore, ai Sacramenti, alla Grazia, non si riesce a stare in piedi. In secondo luogo occorre un’alleanza tra le varie agenzie educative. Non si può andare in ordine sparso: Chiesa, parrocchia, centri giovanili, famiglia, università, dovrebbero avere un progetto educativo comune.
D. Nel rapporto tra fede e politica si giocano molte questioni di ordine culturale, etico, morale, legislativo. Il suo punto di vista?
R. Ultimamente si è fatto poco per la formazione politica dei giovani e in essi vedo sempre più diminuire la passione per l’impegno politico. Cerco di proporre ipotesi, corsi, formazione in questo senso, ma ci vorrebbe una passione maggiore e condivisa. Temo che oggi, soprattutto i più giovani che incontro nella facoltà di Diritto civile, continuino a pensare che in fondo la politica è un affare sporco di interessi personali nel quale si promuovono i propri guadagni. Questo purtroppo è quello che emerge, ma vorrei che questa università fosse un centro nel quale si formano i giovani anche ad un’attività politica seria e cristianamente ispirata. Per questo ho messo in piedi due iniziative: l’area di ricerca sulla dottrina sociale della Chiesa «Caritas in veritate», dal titolo dell’ultima Enciclica di Benedetto XVI, e l’area di studi per lo sviluppo della cultura africana, dipartimento dedicato alla formazione di persone impegnate nella politica per l’Africa, dove purtroppo è gravissima la tentazione della corruzione in politica. D. Può tracciare un bilancio del Pontificato a un anno dall’elezione del primo pontefice che ha scelto di chiamarsi come il Santo dei poveri, San Francesco d’Assisi?
R. Papa Francesco raccoglie l’eredità di Benedetto XVI in modo egregio; e per trovare un papa dal punto di vista dottrinale come Benedetto XVI, che è un padre della Chiesa, credo che bisogna risalire addirittura a Leone Magno nel quinto secolo dopo Cristo, per trovare un equivalente di questo livello. Come tutti i papi, Francesco ha uno stile personale, guidato soprattutto da una misericordia incredibile e misteriosa di Dio, che trasmette a tutti i livelli con il suo pontificato.
D. Che cosa significa, dal punto di vista filosofico, la parola «misericordia»?
R. Evoca dal punto di vista biblico le viscere di misericordia del nostro Dio, che nella zona del cuore ha un sussulto interiore di passione per le persone. Il nostro Dio è fatto così. Se siamo fatti a immagine e somiglianza del nostro Dio, anche noi dobbiamo provare tale sussulto soprattutto nei confronti dei meno abbienti e di chi ha bisogno di essere seguito. La misericordia è una virtù, una caratteristica che deve contraddistinguere il figlio di Dio.
D. C’è una linea d’unione tra Benedetto XVI e papa Francesco?
R. Certamente, è stabilita dalla continuità precisa della dottrina. Lo scorso anno io, che sono particolarmente legato per motivi affettivi e tanto altro al Papa emerito, ero fortemente turbato; ho rivolto una preghiera speciale al Signore e allo Spirito Santo in particolare, affinché ci desse un pastore in grado di raccogliere e comunicare efficacemente la dottrina di Benedetto XVI, soprattutto ai giovani che maggiormente mi interessano per il mio ministero. A un anno di distanza, devo dire che sono stato perfettamente esaudito dal Signore.
FONTE: Specchio Economico
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Mons Dal Covolo, presentazione del libro “Giovanni XXIII e Paolo VI. I due Papi del Concilio”  Pontificia Università Lateranense, presentazione del libro “Giovanni XXIII e Paolo VI. I due Papi del Concilio”, a cura del prof. Ph. Chénaux, apre la cerimonia il Rettore Magnifico. Mons Enrico Dal Covolo: “Il libro riprende gran parte delle relazioni del Convegno internazionale celebrato in Laterano nell’ottobre 2002, e affronta la questione, tanto discussa dalla storiografia, della continuità tra i due pontefici del Concilio Vaticano II”. | x |
Mons Dal Covolo: Seminario di Studio “Gloria Crucis”  Seminario di Studio promosso dalla Cattedra “Gloria Crucis” sul tema “Uomo – Donna. ‘I due saranno una carne sola’ (Gn 2,24). Trattazione di antropologia biblico-teologica”. Il Rettore Magnifico della Pontifica Università Lateranense, Mons Enrico Dal Covolo: “”E’ minacciata l’essenza stessa della persona umana”.
Dal Covolo_Messa Riprendiamo di seguito l’indirizzo di saluto tenuto dal Rettore Magnifico della Pontifica Università Lateranense, monsignor Enrico dal Covolo, nell’apertura del Seminario di Studio promosso dalla Cattedra “Gloria Crucis” sul tema “Uomo – Donna. ‘I due saranno una carne sola’ (Gn 2,24). Trattazione di antropologia biblico-teologica”.
Con molto interesse prendo parte a questo Convegno, dal momento che la tematica che gli illustri Relatori andranno a sviluppare dovrà inevitabilmente misurarsi con la profonda crisi antropologica che a diversi livelli deturpa la dignità dell’essere umano. Di solito la crisi può aiutare a mettere in discussione il cammino compiuto e a farne verifica; ma in questo caso la crisi antropologica è il risultato di esasperate ideologie, che contribuiscono a relativizzare la natura stessa dell’essere umano definendolo come un non-definibile. Basti pensare all’ideologia gender, che in questi anni sta giocando le sue carte sulla non-definibilità dell’essere umano per promuovere una cultura che non fa più leva sulla condizione creaturale perché ritenuta obsoleta. Pertanto ritengo che una simile ideologia ha artificiosamente creato un prototipo gender che poco ha a che fare con l’essere umano creato ad immagine e somiglianza di Dio.
La rivelazione biblica, a partire dai primi capitoli della Genesi, non permette alcuna concessione alla cosiddetta ideologia del gender. Tale ideologia sostiene che non esiste una reale differenza, fisica e biologica, tra maschio e femmina. Uomo e donna sarebbero assolutamente uguali da ogni punto di vista. Le variazioni morfologiche non sarebbero distintive: al contrario, esse sarebbero irrilevanti, e i “generi maschile e femminile” esito di un pregiudizio arbitrario.
Si tratta di una vera e propria “rivoluzione antropologica”, che pretende di emancipare l’uomo e la donna dalla loro identità sessuale, e – in definitiva – dal progetto del Creatore sulla creatura. E’ negata la sacramentalità del corpo sessuato, ed è avviata una contestazione radicale alla fede cristiana. Oggi, nel nostro orizzonte euratlantico, è forse questa la sfida più pericolosa e aggressiva. E’ minacciata l’essenza stessa della persona umana; è destabilizzata la famiglia, fin dalle sue basi. Non solo: l’ideologia del gender è un vero e proprio attentato alla convivenza civile e all’organizzazione della società. Viene da domandarsi come e perché possano prosperare nella nostra cultura simili teorie distruttive; come si giustifichi il consenso che esse incontrano in larghi spazi della pubblica opinione; e come sia possibile che, alla fine, esse vengano assunte dalla legislazione civile.
Qui il discorso si fa lungo e complesso. Certo, alla base c’è la libidine di onnipotenza dell’uomo, e il coerente rifiuto di Dio e della sua legge. Detto in altri termini, ci sono – ancora una volta – la potenza di Satana e la triste eredità del peccato originale. Il clima culturale di sfrenato relativismo, poi, crea l’ambiente vitale per la proliferazione di simili teorie. Ci sono ancora gli interessi di poteri più o meno occulti, che colgono nello sfilacciamento del tessuto sociale l’occasione propizia per imporre il loro potere e i loro commerci. C’è infine il qualunquismo colpevole di chi – ivi compresi non pochi cristiani – rifiuta di comprendere che la posta in gioco non è il legittimo rispetto delle minoranze, bensì la tutela dell’intera società.
Non vale perciò lo pseudo-ragionamento, che spesso viene avanzato: personalmente, io non mi sposerei mai con una persona del mio sesso; ma perché devo impedirlo ad altri, che desiderano farlo? Sono proprio questi i ragionamenti che demoliscono la logica democratica. In democrazia, ognuno è chiamato ad esprimere secondo coscienza il proprio voto per il bene comune, non per consentire ad altri la possibilità di imporre scelte malsane, che alla fine distruggono la convivenza civile.
Siamo di fronte a una problematica che deve essere affrontata da noi tutti in modo chiaro e determinato, perché dalle nostre risposte si possono creare le basi di una sana antropologia che restituisca all’essere umano, all’uomo e alla donna di ogni tempo, il volto autentico della loro intangibile singolarità. Nessuno può strumentalizzare e manipolare la singolarità che l’essere umano ha ricevuto in dono. Siamo soltanto depositari di un dono!
In questo itinerario di ricerca rimane indispensabile collegarsi a una lunga tradizione trasmessaci dai Padri della Chiesa, che da sempre ha offerto una lettura sull’uomo e sul mondo capace di andare “oltre” le mode del tempo per trovare la pienezza di senso che risiede nell’essere umano. Siamo così invitati a guardare ogni cosa spostando lo sguardo sempre in avanti, sicuro del fatto che la realtà oltre a come appare ha un dimensione trascendente che si può scorgere solo andando “oltre”.
L’Ecce Homo che contempleremo nella settimana santa – il trait-d’union fra questo particolare convegno e la missio accademica della Cattedra Gloria Crucis che lo ha organizzato – ci aiuta a fissare lo sguardo su di Lui, per comprendere che quell’umanità apparentemente sconfitta e vilipesa può divenire occasione di rinascita a una vita nuova, cioè piena di senso.
FONTE: Zenit | x |
Dal Covolo rettore: I 50 anni di sacerdozio del cardinale Vallini  Per celebrare la ricorrenza del 50° anniversario dell’ordinazione sacerdotale e del 25° di ordinazione episcopale del cardinale vicario Agostino Vallini, si terrà a Roma un convegno di studi sul tema «Chiesa e comunità politica a cinquant’anni dal Concilio». Due giornate dense di riflessioni, in programma per il 16 e il 17 maggio, la prima presso l’Università La Sapienza. La seconda giornata, 17 maggio, il convegno si svolgerà presso l’Aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense. A dare il benvenuto ai partecipanti il Rettore Magnifico, Mons Enrico Dal Covolo.
Due iniziative in vista dell’importante anniversario che ricorre il prossimo 13 maggio: il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale e il venticinquesimo di ordinazione episcopale del cardinale vicario Agostino Vallini. Per celebrare la ricorrenza, il porporato presiederà una solenne celebrazione eucaristica nella basilica di San Giovanni in Laterano, in programma martedì 13 alle ore 17.
Al cardinale vicario, alla guida della diocesi dal 27 giugno del 2008, è dedicato anche un convegno di studi sul tema «Chiesa e comunità politica a cinquant’anni dal Concilio». Due giornate dense di riflessioni, in programma per il 16 e il 17 maggio, la prima presso l’Università La Sapienza e la seconda alla Pontificia Università Lateranense. A dare il via ai lavori, alle 16.30, nell’Aula Magna in piazzale Aldo Moro 5, sarà il rettore del primo ateneo romano, Luigi Frati; quindi Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, presenterà i lavori della due giorni. Seguiranno le relazioni di Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Consulta; del cardinale Lluís Maria Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona; infine di Janne Haaland Matlary, già segretario di Stato per gli Affari esteri della Norvegia. Quindi la comunità accademica di Roma, nella quale il cardinale Vallini ha svolto il ruolo di docente presso la facoltà di Diritto canonico della Pontificia Università Lateranense, omaggerà il porporato con un volume di scritti giuridici in suo onore dal titolo Verità e metodo in giurisprudenza. A consegnarlo al vicario del Papa per la diocesi di Roma sarà Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa.
La prima giornata di lavori si concluderà con un concerto dell’Orchestra MuSa Classica e del Coro Franco Maria Saraceni. Nella giornata del 17 maggio il convegno proseguirà invece in mattinata, a partire dalle 9, nell’Aula Paolo VI della Lateranense. A dare il benvenuto ai partecipanti il rettore, il vescovo Enrico dal Covolo. I lavori, introdotti da Gian Piero Milano dell’Università di Tor Vergata, saranno suddivisi in tre sessioni dedicate rispettivamente a «Chiesa e comunità politica»; «Chiesa e comunità internazionale» e «La libertà religiosa». La conclusioni saranno affidate ad Augusto Rinella della Lumsa. Il convegno è promosso dagli atenei di Roma in collaborazione con il Vicariato. Il cardinale Vallini, originario di Poli (diocesi di Tivoli), è stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Napoli il 19 luglio 1964 dall’allora ausiliare di Napoli, monsignor Vittorio Longo. Fu nominato vescovo ausiliare di Napoli il 23 marzo 1989 e consacrato il 13 maggio dello stesso anno.
FONTE: Vicariatus Urbis
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Enrico Dal Covolo: PUL, convegno "Nascita e rinascita. Elogio della vita"  Pontificia Università Lateranense, nell’Aula Pio XI si è svolto il convegno “Nascita e rinascita. Elogio della vita”. Ad aprire l’incontro il saluto del Rettore Magnifico, Mons Enrico Dal Covolo: “Vi auguro che questo Convegno, come ogni altra iniziativa, sia il luogo nel quale ognuno “restituisca” quello che ha visto, proprio come fa il ricercatore che è motivato da una sana passione per la verità, e che ognuno di noi prenda consapevolezza sempre più piena che senza eticità anche le ricerche più diligenti divengono “sterili”, e quindi “infruttuose”, per sé e per gli altri”.
Riprendiamo di seguito il testo del saluto rivolto dal Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, monsignor Enrico Dal Covolo, al convegno “Nascita e rinascita. Elogio della vita”, nell’Aula Pio XI
Sono lieto di portare il mio saluto, all’inizio di questo incontro di studio promosso dalla Facoltà di Filosofia della nostra Università e dal Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche. Devo dire anzi che la tematica di questo Convegno mi interessa molto, dal momento che gli illustri Relatori andranno a sviluppare argomenti intimamente legati alla sensibilità di chi, come me, intende farsi “carico” dei processi educativi, al fine di aiutare ogni singola persona ad acquisire una serena reale conoscenza di sé.
Nel dibattito attuale, molti sono gli stimoli che ci vengono offerti, anche se – e me ne vado convincendo sempre di più – occorre assumere su di sé la “fatica” di elaborare nuovi modelli educativi, che tengano conto della complessità nella quale oggi la persona è collocata. In questo modo quello che andiamo ad indagare nelle nostre ricerche ha bisogno di essere messo in campo, perché il banco di prova delle nostre indagini è proprio il mondo nel quale siamo inseriti. È a questo punto che inizia la “fatica”, proprio quando dobbiamo verificare se l’abito che abbiamo cucito con le nostre ricerche sia aderente alla realtà concreta della persona che ci è innanzi. Vi dico questo perché molte volte ognuno di noi fa esperienza dell’inflazione di alcuni termini, che spesso sono utilizzati senza conoscerne appieno il loro significato.
Ad esempio, alla base di ogni percorso formativo c’è una relazione empatica: ma che cosa significa esattamente empatia? Sappiamo bene come si parli spesso di empatia, ma io vorrei capire meglio che cosa essa può provocare, e quale guadagno ne possiamo ricavare.
Fin dalla nascita, e ancor prima di essa, il bambino fa esperienza di questo processo empatico, e scopre che questo “legame” è di vitale importanza per la sopravvivenza. Già questo deve farci riflettere: l’empatia non è una sterile ricerca fatta a tavolino, ma deve partire dal vissuto quotidiano. La vita e la ricerca debbono rimanere intimamente legate, altrimenti corriamo il rischio di “convincerci” di vivere empaticamente, ma alla fine altro non facciamo che sopravvivere alle relazioni: Di fatto, invece, che molte di esse risultano interrotte. Vivere fino in fondo il processo empatico significa essere inseriti nel mondo e vivere in modo etico, quindi veritativo. Tutta questa ricchezza, derivante da una vita etica, può essere canalizzata nel processo empatico, dove l’altro diviene non solo un “fenomeno” da analizzare, ma un elemento indispensabile alla sopravvivenza della fondamentale relazione dialogica io-tu. Quando avremo assunto questa consapevolezza, le relazioni saranno veritative, o come spesso amo definire, saranno libere e liberanti.
Tutto questo, che ora qui sinteticamente vi “restituisco”, è stato oggetto di riflessione nel Convegno che abbiamo tenuto lo scorso 18-19 aprile presso l’Università degli Studi di Bari, al quale hanno preso parti alcuni docenti del Laterano, che pure sono qui presenti, e attivi protagonisti del Simposio odierno.
Vi auguro che questo Convegno, come ogni altra iniziativa, sia il luogo nel quale ognuno “restituisca” quello che ha visto, proprio come fa il ricercatore che è motivato da una sana passione per la verità, e che ognuno di noi prenda consapevolezza sempre più piena che senza eticità anche le ricerche più diligenti divengono “sterili”, e quindi “infruttuose”, per sé e per gli altri.
FONTE: Zenit | x |
Enrico Dal Covolo: presentazione "Il volto umano del marketing" di G. Manzone  Pontificia Università Lateranense, alla presentazione del volume di G. Manzone “Il volto umano del marketing. Un approccio etico-antropologico”, il saluto del Rettore Magnifico dell’ateneo, Mons Enrico Dal Covolo. “Il lavoro del prof. Manzone rappresenta un utile contributo alla comune riflessione tra esperti di etica sociale, scienziati sociali, economisti e operatori economici. Comprendere il processo tortuoso e complesso che fa di un “prodotto” un “bene economico” non è mai un’operazione banale, non è mai un sapere scontato, appunto perché si ha a che fare con la persona, con il suo “volto”, con la sua storia” ha affermato il Rettore Dal Covolo.
Riportiamo di seguito il saluto del Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, monsignor Enrico dal Covolo, alla presentazione del volume di G. Manzone, “Il volto umano del marketing. Un approccio etico-antropologico”, avvenuta venerdì 15 novembre 2013 presso l’ateneo romano.
1. Il volto umano del marketing è il titolo del nuovo libro pubblicato dal prof. Giovanni Manzone, ordinario di Teologia sociale nel nostro Istituto Pastorale Redemptor hominis. Si tratta di un titolo provocatorio, perché verrebbe immediatamente da chiedersi se possa esistere un marketing dal volto umano e, se sì, in che senso e in che cosa esso si distinguerebbe da un marketing dal volto disumano. Non entrerò nel merito del volume, né tanto meno credo sia il mio compito quello di offrire elementi di natura tecnica circa il significato di una dimensione peculiare della produzione-distribuzione industriale. E’ un tema che richiederebbe competenze specifiche, conoscenze dettagliate e provata professionalità, tutti requisiti che io non possiedo.
2. Mi limiterò invece a inquadrare il tema circa l’esistenza del prodotto di mercato, la sua qualità, e l’identità di colui o di coloro in forza della cui creatività, capacità organizzativa e lavorativa, il bene stesso vede la luce. È opinione condivisa presso gli economisti che un prodotto, in termini economici, diventa un “bene” solo quando è apprezzato sul mercato, quando cioè il potenziale cliente mostra di essere disposto a scambiare una quota del proprio reddito con una quantità definita del bene in questione. Ciò significa che, sotto il profilo squisitamente economico, nessun prodotto assurgerà mai al ruolo di “bene” se non incontra un atto volontario e libero, in virtù del quale il potenziale cliente decide di trasformare una parte del proprio reddito in ricchezza altrui. È questa una rappresentazione dei processi economici che mette al centro la “persona umana”, la sua cultura, la sua fede, i suoi valori: in breve, il suo “volto”. Cultura, fedi e valori che vengono assunti dagli operatori economici, sin dal primo e più remoto processo produttivo, come elementi che andranno a formare le aspettative ultime, quelle che il mercato registrerà a trasmetterà come dati. Tali dati sono le informazioni che consentono al potenziale offerente di fare del suo meglio per incontrare la potenziale domanda, e viceversa. In pratica, conoscere le aspettative reciproche, tanto sul fronte della domanda quanto su quello dell’offerta, significa avviare un processo produttivo e di mercato che utilizza nel migliore dei modi le risorse sempre scarse a disposizione dei fruitori, e può indirizzare in maniera efficiente i processi produttivi. A questo punto, il primo e fondamentale problema dell’economia e delle istituzioni, come le imprese che in forza di quella logica operano, non dovrebbe essere tanto la “massimizzazione del profitto” – espressione quanto mai equivoca e di dubbia concretezza –, quanto l’ottimizzazione delle conoscenze e delle competenze specifiche, senza le quali nessun processo produttivo di successo potrebbe mai vedere la luce. Da questo punto di vista, non si comprende come l’economia nel suo complesso, e le singole dimensioni che ad essa fanno riferimento – e il marketing è indubbiamente una di queste –, non abbiano ex definitione un volto umano. Oggetto e soggetto di qualsiasi processo economico sono la persona in carne e ossa; produttore e cliente sono le persone che accedono al mercato con il carico delle loro aspettative, delle loro culture, della fede e dei valori che esse esprimono.
3. La riflessione su fenomeni dell’economia, quali l’impresa, il mercato e il profitto imprenditoriale, si rende allora necessaria in vista di un dialogo sempre più urgente tra coloro che tradizionalmente si sono occupati di etica – senza però dedicarsi allo studio della creazione e della diffusione della prosperità – e coloro che hanno sempre ritenuto non di loro competenza la considerazione del come si produce la ricchezza. Dal nostro punto di vista, la scienza economica, in quanto parte della prasseologia, ossia la scienza che studia l’azione umana, non può prescindere dalla dimensione antropologica di un uomo unico e irrepetibile, che partecipa con gli altri uomini alla vocazione imprenditoriale, oltre che a quella politica e culturale. In tal modo, le nozioni di valore e di profitto imprenditoriale non sono altro che gli strumenti mediante i quali gli esseri umani misurano il loro contributo, potenziale e effettivo, all’infinito processo di approssimazione alle aspettative, attraverso lo strumento umile e imperfetto dell’impresa economica. D’altro canto, alla base di questa impostazione c’è il presupposto che – a causa delle condizioni incerte di un futuro ignoto, ossia del carattere temporale e, in quanto umano, essenzialmente fallibile dell’agire economico – non è affatto vero che la dimensione etica non imponga un prezzo da pagare.
4. La prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa offre una nozione di impresa, di mercato e di agire economico di matrice personalista. Da essa emerge un’impresa la cui funzione sociale risiede nella propria capacità di creare valori, e il cui apprezzamento etico dipende, come in qualsiasi altra dimensione dell’agire umano, dal comportamento, dalle motivazioni e, in generale, dall’orizzonte etico degli operatori. In definitiva, questo vuol dire che l’economia senza etica (dal volto “disumano”) non sarebbe neppure configurabile come economia: piuttosto, per usare un’espressione sturziana, ci troveremmo nel campo della “diseconomia”. Con ciò non si intende affermare che in caso di “diseconomia” non si possa ottenere un utile – dal nostro punto di vista, la “diseconomia” è del tutto compatibile con l’opulenza –; ma, semplicemente, che quell’utile sarebbe frutto della frode, della malversazione, dell’inganno e non dell’autentico agire economico. Il lavoro del prof. Manzone rappresenta un utile contributo alla comune riflessione tra esperti di etica sociale, scienziati sociali, economisti e operatori economici. Comprendere il processo tortuoso e complesso che fa di un “prodotto” un “bene economico” non è mai un’operazione banale, non è mai un sapere scontato, appunto perché si ha a che fare con la persona, con il suo “volto”, con la sua storia. Siamo dunque grati al prof. Manzone per averci fornito un valido strumento di studio e di ricerca scientifica.
FONTE: Zenit
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Rettore lateranense: Enrico dal Covolo conferisce Laurea honoris causa  Sofia, al convegno internazionale “Policies for management of cultural heritage. Communication and socialization through education”, l'Università di Sofia, per la prima volta, ha conferito la laurea ad un vescovo cattolico, Mons Enrico Dal Covolo. Subito dopo il riconoscimento il Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Lateranense, Dal Covolo ha tenuto una su “L’idea di Università”. | x |
Dal Covolo rettore: “Tutta la nostra vita assomiglia a una scalata in montagna”  Meditazione di Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata del 25 maggio 2014 di "Ascolta si fa sera", il programma di informazione religiosa di Rai Radio 1. Mons Dal Covolo: “Tutta la nostra vita assomiglia a una scalata in montagna, una scalata piena di rocce pericolose e di crepacci”.
Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 25 maggio del programma di informazione religiosa "Ascolta si fa sera" di Rai Radio 1.
Molti di voi, che mi ascoltate, lo sapete già. Io sono nato a Feltre, alle porte delle Dolomiti. Parecchie volte mi è capitato di fare delle belle gite in montagna, insieme con i miei cari.
Naturalmente, per arrivare alla nostra mèta – di solito la mèta era la cima di una montagna, oppure un laghetto alpino o un verde pianoro – prendevamo i sentieri più sicuri. Di norma essi sono lunghi e tortuosi, perché così si evitano vallate pericolose o pareti rocciose troppo ripide. Lungo quei sentieri, sugli alberi e sui sassi, ci sono dei segni colorati, delle frecce che indicano la strada.
A volte noi ragazzi chiedevamo al papà, che guidava il cammino: “Ma perché non prendiamo una scorciatoia? Perché dobbiamo fare una strada così lunga e tortuosa? Arriveremmo prima arrampicandoci attraverso i boschi e le rocce… A che servono i sentieri e i segni? Abbiamo la vista buona e le gambe forti, e questo ci basta!”.
Ma il papà ce lo proibiva sempre. In effetti, quanti turisti imprudenti sono andati incontro a brutte avventure, abbandonando i sentieri segnati…
Tutta la nostra vita assomiglia a una scalata in montagna, una scalata piena di rocce pericolose e di crepacci.
I sentieri da percorrere sono segnati dai comandamenti di Dio, incisi nel nostro cuore. Ma quante persone sono tentate di farne a meno, di prendere scorciatoie pericolose…
Molte persone ragionano così: “Vogliamo essere liberi di scegliere nella vita le strade che ci piacciono di più! A che cosa servono queste indicazioni, sotto forma di comandamenti?”.
A questa domanda risponde Gesù Cristo stesso, nel Vangelo che abbiamo ascoltato oggi nelle nostre chiese: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. E chi ama sarà amato…”.
Ecco la chiave della vita: è l’amore!
I comandamenti sono il sentiero ben segnato per raggiungere questa mèta esigente, che è l’amore. Perché, alla fine, solo l’amore vero (che è il dono di sé) realizza fino in fondo la nostra vita.
FONTE: Zenit
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Enrico Dal Covolo Chiesa e comunità politica A cinquant anni dal Concilio  Simposio “Chiesa e comunità politica. A cinquant’anni dal Concilio”. In apertura il saluto di Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense: “Vogliamo onorare, con questo Simposio, il duplice giubileo – sacerdotale ed episcopale – del Card. Agostino Vallini, ex-allievo, docente, e ora Gran Cancelliere di questo Ateneo.”
Riportiamo di seguito il saluto di monsignor Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense al Simposio Chiesa e comunità politica. A cinquant’anni dal Concilio.
Vogliamo onorare, con questo Simposio, il duplice giubileo – sacerdotale ed episcopale – del Card. Agostino Vallini, ex-allievo, docente, e ora Gran Cancelliere di questo Ateneo.
L’insigne opera di giurista svolta dal Cardinale è riassunta dai Curatori dalla raccolta di studi che ieri gli è stata offerta, cioè dai proff. Dalla Torre e Mirabelli, in Verità e metodo in giurisprudenza, LEV, Città del Vaticano 2014, pp. 9-10.
Svolgo soltanto un’osservazione preliminare riguardo ai contenuti del nostro Simposio, intitolato Chiesa e comunità politica. A cinquant’anni dal Concilio.
Sembrerà scontato ma, quando trattiamo della Chiesa, specie riferendoci al suo profilo istituzionale, facilmente si incorre nell’errore di intenderla solo come gerarchia ecclesiastica e non anche come comunità di fedeli chiamati, ciascuno secondo la propria condizione, a compiere nel mondo la missione ricevuta con il battesimo, ossia quella di annunciare sempre e dovunque i principi morali anche circa l’ordine sociale, e così pure pronunciare il giudizio su qualsiasi realtà umana, in quanto lo esigono i diritti fondamentali della persona o la salvezza delle anime (can. 747 § 2 Codice di Diritto canonico). Tutti conosciamo quanto il Concilio Vaticano II, in particolare attraverso la Costituzione Gaudium et spes al n. 76, ha proclamato sul rapporto tra Chiesa e comunità politica, entrambe a servizio della vocazione personale e sociale delle persone.
In relazione a questo rapporto – sempre antico e sempre nuovo – vorrei focalizzare la nostra attenzione sull’aspetto profetico del pontificato di Papa Francesco, che è sotto gli occhi di tutti.
Come non ricordare, anzitutto, che una delle prime cose che ha voluto fare Francesco, dopo essere diventato Pontefice, è stata la visita a Lampedusa, segno della presenza della Chiesa laddove, tutt’ora, si fugge da guerre, povertà e carestie… E ancora l’altro giorno, l’occasione dell’ennesimo barcone affondato e delle nuove vittime del mare, ha portato Papa Francesco a compiere un richiamo alla politica nazionale ed europea, proprio quando si discute sulle responsabilità che l’Unione Europea dovrebbe assumere nelle tragiche vicende del mediterraneo. Perciò, al termine dell’udienza generale di mercoledì scorso, Papa Francesco ammoniva: Si mettano al primo posto i diritti umani e si uniscano le forze per prevenire queste stragi vergognose; mentre giovedì, dinanzi ai nuovi ambasciatori intervenuti in Vaticano, ha ribadito con fermezza che è giunto il momento di affrontare questo problema con uno sguardo politico serio e responsabile, che coinvolga tutti i livelli: globale, continentale, di macro-regioni, di rapporti tra Nazioni, fino al livello nazionale e locale.
Alquanto emblematica, inoltra, risulta quella scossa alla politica – sebbene celata e indiretta – che Papa Francesco ha rivolto ai parlamentari italiani, lo scorso 27 marzo 2014, riferendosi agli interessi di partito, alle lotte interne e alla corruzione che avevano colpito una certa classe dirigente al tempo di Gesù, con il rischio che quest’ultima possa continuare ad investire anche i nostri tempi.
Sia nella lettura dell’esistente, sia nella proposta da realizzare, si avverte la centralità dell’aspetto profetico nel rapporto di Francesco con la politica: non l’anticipazione del futuro, ma la capacità di portare nel presente, con autorità, un messaggio eterno di cui la Chiesa si fa custode da oltre duemila anni. È la buona novella del Vangelo, che Papa Francesco è capace di trasmettere in modo credibile, rendendola attuale e non una mera utopia, attraverso una cultura dell’incontro declinata nella quotidianità. Il suo richiamo all’autenticità della fede, in piena continuità con il Concilio e con il magistero sociale, apre orizzonti nuovi anche all’impegno politico e sociale del cristiano, proponendo un’ideale di politica che, pur essendo laica, e che tale deve rimanere, non può fare a meno della dimensione trascendente. Il dovere cogente di giustizia sociale impone ad entrambi, Chiesa e comunità politica, di operare per ricomporre le relazioni impari e difettose, e di promuovere, attraverso una sana cooperatio, un mondo più umano, che abbia a cuore il bene comune inteso, come fine dell’azione politica ed ecclesiale.
FONTE: Zenit | x |
Dal Covolo rettore: Riflessione su "Ascolta si fa sera" di Rai Radio 1.  Rai Radio 1, nella puntata del 1° giugno 2014 del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera”, la riflessione di Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Il Rettore Dal Covolo: “Gesù ci ricorda che il senso pieno della vita non è racchiuso nelle cose di quaggiù. Oggi il Signore ci dice che il senso vero di ciò che noi vediamo ed esperimentiamo quaggiù ce lo dà proprio quello che non vediamo, ma che siamo invitati a credere”.
Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 1 giugno del programma di informazione religiosa ”Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.
Celebriamo oggi l’ascensione di Gesù al cielo. Domenica scorsa vi ho parlato dei sentieri che conducono alla mèta. Oggi la mèta ce la mostra Gesù Cristo stesso.
La sua mèta è oltre questa terra (anche se non conviene “fisicizzare” troppo il discorso). Gesù ci ricorda che il senso pieno della vita non è racchiuso nelle cose di quaggiù. A questo punto ritornano le domande di sempre: e allora, perché sono al mondo? Perché lavoro, mi impegno, soffro? Perché c’è la morte? C’è qualche cosa dopo la morte? E se sì, che cosa? … Oggi il Signore ci dice che il senso vero di ciò che noi vediamo ed esperimentiamo quaggiù ce lo dà proprio quello che non vediamo, ma che siamo invitati a credere.
C’è una vita che va oltre la morte, e a quella vita noi ci prepariamo ogni giorno. I santi ne sono i testimoni. Che senso avrebbe avuto la grande festa delle canonizzazioni di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, se non fosse proprio per questo, che essi ci hanno preceduto nel cielo dei santi?
Raccontano che qualche centinaio di anni fa viveva un frate, molto amato dai suoi confratelli, di nome Giovanni Soto. Ormai era vicino alla morte. All’improvviso, con voce flebile, egli chiese ai confratelli che circondavano il suo letto, di portargli un ago. Tutti restarono sorpresi che fra Giovanni volesse un ago proprio in quel momento; ma il desiderio di un morente si esaudisce sempre, e così glielo portarono senza discutere.
Allora fra Giovanni, con mano tremante, alzò in alto quell’ago, e disse: “Ecco la mia chiave del cielo!”. Perché faceva il sarto della comunità, e per tanti anni aveva lavorato con zelo a quel mestiere. Facendo bene il suo dovere di ogni giorno, aveva raggiunto le vette della santità.
Anche noi – se compiremo con dedizione e umiltà i nostri doveri quotidiani, senza lasciarci imprigionare dalle cose di quaggiù –, anche noi ascenderemo al cielo, e vivremo per sempre nella gloria di Dio.
FONTE: Zenit | x |
Mons Dal Covolo, Festeggiamenti Solennità Maria Ausiliatrice  Festeggiamenti per la Solennità di Maria Santissima Ausiliatrice, a presiedere la Santa Messa S.E. Mons Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense. Grande attenzione ai giovani, alla loro formazione spirituale e sociale secondo il solco tracciato da San Giovanni Bosco.
Grande attenzione ai giovani, alla loro formazione spirituale e sociale secondo il solco tracciato da San Giovanni Bosco. Cultura, aggregazione, arricchimento del tessuto sociale, questa l’opera dei Salesiani alla Parrocchia di Santa Maria della Speranza in via Cocco Ortu la cui chiesa si apre su piazza Antonio Fradeletto, III Municipio.
Il 24 maggio aprono i festeggiamenti per la Solennità di Maria Santissima Ausiliatrice, alle 18 con Rosario e Vespri Solenni, alle 19 con la Santa Messa presieduta da S.E. Monsignor Enrico Dal Covolo. Dopo, la processione solenne. Grande momento di comunità domenica, con la Santa Messa del «Grazie» (ore 10,30) poi manifestazioni sportive, gastronomia, spettacolo (programma su http://speranza.donbosco.it).
È una realtà importante quella della parrocchia, oggi fulcro di molte attività giovanili grazie all’oratorio e ai campi sportivi anche del contiguo Pontificio Ateneo Salesiano che è stato vitale per la nascita del primo nucleo parrocchiale, quando ancora il quartiere era al suo primo abbozzo e ancora oggi è fondamentale per le attività della comunità. Santa Maria della Speranza è stata decretata il 3 aprile 1968, l’erezione canonica il 3 ottobre 1972, ma i salesiani era già presenti dal 1965 appoggiandosi alla struttura dell’Ateneo. Lo racconta Giuseppe Bertorello, oggi responsabile del Centro Stampa dell’Università salesiana, sin dall’inizio presente nel gruppo parrocchiale: «Quasi 50 anni fa qui c’erano pochi palazzi, erano campi sterminati, anche due pastori con i greggi. Lavoravamo sodo e sempre con entusiasmo. Riuscimmo, con l’andare del tempo e con il quartiere in crescita, a dare vita a ben 60 squadre di calcio. L’entusiasmo ci ha caratterizzato e ci caratterizza sempre». Parrocchia e Oratorio Centro Giovanile sono sempre stati un binomio inscindibile, come confermato da don Alvaro Forcellini, ordinato nel 1977, prime esperienze nelle Marche e in Abruzzo, da tre anni parroco di Santa Maria della Speranza: «Qui ogni azione è animata sul carisma di Don Bosco, la sua particolare attenzione ai giovani. L’attività culturale è ampia, il primo impegno, naturalmente, è sulla catechesi e l’aggregazione». Cultura intesa anche come musicale, teatrale e danza grazie anche alla struttura del Teatro Viganò.
Bassissima la presenza di extracomunitari anche se è in aumento ma crescono le esigenze delle famiglie italiane per le difficoltà del momento. «Molto alta la richiesta di aiuto, si cura la raccolta di pacchi viveri per un centinaio di famiglie – continua il parroco – Aumentate le richieste di lavoro. Il quartiere ha mezzo secolo di vita, l’età media è alta anche se c’è un ricambio, ma lento, con coppie giovani: qui la mortalità supera del doppio la natalità». Realtà parrocchiale molto viva, grazie anche al Teatro Viganò (posto sotto il tempio) che ha preso vita con la nuova chiesa consacrata nel 1995, «il tutto grazie alla generosità dei fedeli e alla disponibilità della congregazione salesiana – continua Don Alvaro – Molteplici i gruppi, dalla Caritas all’oratorio cui fanno capo anche tutte le attività sportive, il Movimento giovanile salesiano che valorizza le potenzialità dei singoli e li porta a dare agli altri quell’insegnamento che hanno ricevuto. Poi il vitale legame con le Figlie di Maria Ausiliatrice, aperte verso il quartiere nell’assistenza, l’animazione, il servizio. Gli ex alunni salesiani e i Salesiani cooperatori, laici che si aggregano con la promessa di vivere nella società secondo il progetto apostolico di don Bosco». Poi la Asd Don Bosco Nuovo Salario che aggrega in attività sportive circa 400 ragazzi e ragazze dai 5 anni in su.
FONTE: Il Tempo | x |
Enrico Dal Covolo: Il Dolore Pietra Di Paragone Dell'Amore - Rai Radio 1  Rai Radio 1, al programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” la meditazione di Monsignor Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Dal Covolo: “Bisogna portare con coraggio la propria croce, sapendo che il dolore è la pietra di paragone dell’amore. Forse un giorno vedremo quanto ci sono state utili le persone che ci hanno fatto soffrire.”
Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 15 giugno del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.
Un uomo era molto stanco delle sofferenze e delle pene che gli riservava la vita.
Un bel giorno se ne lamentò con il Signore, che lo ascoltò pazientemente, e alla fine gli disse: “D’accordo! Domattina all’alba trovati nella piazza della chiesa. Là ogni anno c’è il mercato delle croci. Ce ne sono tante, di tutte le misure. Così potrai sceglierti quella che ti va meglio, perché – lo sai – ogni uomo deve portare la propria croce. Potrai lasciare giù la tua, che ti è così pesante e scomoda, per scegliere quella che ti va meglio…”.
L’uomo, per paura di essere preceduto da altri, non dormì tutta la notte, e mentre era ancora buio giunse nella piazza della chiesa.
Non c’era nessuno, e si vedeva poco. Appoggiò in un angolo la propria croce. Poi, andando avanti, intravide una grande raccolta di croci, piccole, grandi, sottili, grosse, alte, basse. Ce n’era per tutti i gusti, anche i più difficili.
Tutto contento, l’uomo si mise pazientemente a cercare la croce più adatta a lui. Ma la faccenda non si rivelò affatto semplice: una croce era piccola, ma troppo ruvida; un’altra era leggera, ma scivolava, e si portava male; alcune croci erano maneggevoli, ma troppo pesanti; altre, magari leggere, erano nodose, o grandissime.
Cercò a lungo, provando e riprovando un’infinità di croci.
Quando ormai disperava di trovare quella adatta, ne vide in un canto una che poteva proprio andar bene. La provò, ed era quella giusta per lui, non molto pesante, levigata, abbastanza piccola.
La prese e se ne uscì dalla piazza, tutto felice.
Intanto s’era fatto giorno. E così, alle prime luci del sole, l’uomo si accorse: aveva ripreso la sua croce di prima.
Bisogna portare con coraggio la propria croce, sapendo che il dolore è la pietra di paragone dell’amore. Forse un giorno vedremo quanto ci sono state utili le persone che ci hanno fatto soffrire.
FONTE: Zenit | x |
Enrico Dal Covolo: Intervista ad Avvenire, Rinnovato dialogo tra fede e ragione  Intervista ad Avvenire di Mons Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Dal Covolo: “La buona teologia poggia su quattro pilastri. La Parola di Dio alla base, poi la tradizione della Chiesa. Quindi il magistero e infine l’attenzione alle sfide del momento presente. L’efficace inculturazione passa attraverso lo studio approfondito dei segni dei tempi, ai quali va data una risposta. Ci vuole sia la cultura accademica, sia un’attenzione culturale ampia, che sappia incrociare la vita di tutti i giorni.”
Testo integrale dell’articolo apparso su Avvenire l’8 marzo 2013.
Benedetto XVI lascia alla Chiesa del nostro tempo una grande eredità. «Paragonabile a quella di un Leone Magno». E indica alle Chiesa del futuro una direzione di marcia. «Nuova evangelizzazione e scelta preferenziale per i giovani». Parola del vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense (cioè dell’Ateneo del Papa), che del pontificato di Joseph Ratzinger dà in questa intervista ad Avvenire una lettura in filigrana. Non senza un occhio al Conclave ormai imminente.
Qual è l’eredità di Benedetto XVI? Secondo me consiste nella ricchezza e nella profondità del suo magistero. Sono anzi convinto che per trovare una ricchezza così teologicamente fondata bisogna risalire ai primi secoli cristiani. Penso ad esempio a papa Leone Magno, il più grande cristologo della Chiesa di Occidente. Se poi dobbiamo dettagliare in che cosa consista questa ricchezza di magistero, non ci sono dubbi: la cifra unificante è il dialogo totalmente rinnovato e impostato su basi epistemologiche plausibili tra ragione e fede. Benedetto XVI ha allargato i confini della ragione, perché una ragione che si ripiega su stessa contraddice l’idea autentica di uomo. La ragione, per essere fedele a se stessa, deve aprirsi agli orizzonti della fede e dell’amore.
Fa parte di questa eredità anche la rinuncia?
Sono convinto di si. Anzi, vorrei fare un paragone che a prima vista potrebbe sembrare eccessivo. Così come alla luce della passione morte e resurrezione di Cristo leggiamo in maniera nuova il messaggio evangelico, così il gesto finale del Pontefice ora emerito dà una luce diversa a tutto il magistero che gli sta alle spalle. In particolare perché rimette a posto con un gesto profetico la giusta scala dei valori, che parte dall’amore e dal servizio. Un sublime gesto d’amore nei confronti di Cristo, della Chiesa e del mondo.
Lei quindi è d’accordo con quanti ritengono che l’inculturazione del Vangelo nella nostra epoca sia stata la stella polare di questo pontificato?
Certo e posso confermarlo specie dopo aver partecipato al Sinodo per la nuova evangelizzazione. Mi è rimasta nel cuore la lectio con cui Papa Ratzinger introdusse i lavori nell’Aula sinodale, proprio il primo giorno. In quella occasione egli insisté su due parole: professio e confessio. Ribadì cioè la fede non va solo professata, ma anche efficacemente confessata, cioè testimoniata. Questa è la vera nuova evangelizzazione o, se vogliamo, l’inculturazione della fede nel momento presente. E qui torna alla mente ciò che diceva Paolo VI. L’uomo d’oggi non sa più che farsene dei maestri e se li ascolta è perché sono dei testimoni. Tutto questo è espresso a chiare lettere anche nella esortazione Verbum Domini.
Che significa inculturazione della fede?
Significa che la buona teologia – che deve permeare questa efficace inculturazione – poggia su quattro pilastri. La Parola di Dio alla base, poi la tradizione della Chiesa che ha un momento speciale nei Padri della Chiesa di cui Benedetto XVI era particolarmente innamorato. Quindi il magistero e infine l’attenzione alle sfide del momento presente. L’efficace inculturazione passa attraverso lo studio approfondito dei segni dei tempi, ai quali va data una risposta. Ci vuole insomma sia la cultura accademica, sia un’attenzione culturale ampia, che sappia incrociare la vita di tutti i giorni.
Quali sono oggi le sfide maggiori?
Innanzitutto c’è la grande sfida della secolarizzazione. Ricordo che il cardinale Wuerl, relatore del Sinodo, parlò dello «tsunami della secolarizzazione», o meglio del secolarismo, cioè l’aspetto deteriore della secolarizzazione. Ma io ho l’impressione che le prime vittime di questo processo siano i giovani, per cui sono convinto che una delle sfide prioritarie del nuovo Papa sarà proprio l’attenzione ai giovani. Perciò spero e prego che venga eletto un Papa capace di raccogliere efficacemente l’eredità straordinaria di Benedetto XVI sul versante teologico magisteriale e di trasferirla efficacemente al mondo dei giovani, anche attraverso l’uso dei mass media e dei linguaggi tipicamente giovanili.
Internet e i social network ad esempio?
Si. Ma vorrei aggiungere che da salesiano ho trovato nel magistero di Benedetto XVI una particolare sintonia con la dottrina pedagogica di don Bosco. Tutti sanno che il sistema preventivo si basa su tre valori: la ragione, la religione e l’amorevolezza. A ben guardare il magistero di Benedetto XVI si concentra intorno a questi valori. Si pensi alla ragione allargata, e allargata agli orizzonti della fede, cioè alla religione e all’amorevolezza di cui parla don Bosco. Perciò spero in un Papa capace di raccogliere queste sintonie profonde con il mio fondatore e di tradurle in linee pedagogiche plausibili per un recupero alla Chiesa delle generazioni giovanili.
Lei è dunque fiducioso in vista del Conclave?
Pienamente. La Provvidenza non si smentisce. Mi ricordo benissimo quando fu proclamato in piazza San Pietro il nome di Wojtyla. Chi di noi immaginava che cosa sarebbe venuto dopo? Ma è la prova che chi conduce la Santa Chiesa di Dio è Dio stesso. Noi siamo nelle sue mani e le sue sono buone mani.
FONTE: Avvenire | x |
Enrico Dal Covolo: Rinnovato dialogo tra fede e ragione  Intervista ad Avvenire di Mons Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Dal Covolo: “La buona teologia poggia su quattro pilastri. La Parola di Dio alla base, poi la tradizione della Chiesa. Quindi il magistero e infine l’attenzione alle sfide del momento presente. L’efficace inculturazione passa attraverso lo studio approfondito dei segni dei tempi, ai quali va data una risposta. Ci vuole sia la cultura accademica, sia un’attenzione culturale ampia, che sappia incrociare la vita di tutti i giorni.”
Testo integrale dell’articolo apparso su Avvenire l’8 marzo 2013.
Benedetto XVI lascia alla Chiesa del nostro tempo una grande eredità. «Paragonabile a quella di un Leone Magno». E indica alle Chiesa del futuro una direzione di marcia. «Nuova evangelizzazione e scelta preferenziale per i giovani». Parola del vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense (cioè dell’Ateneo del Papa), che del pontificato di Joseph Ratzinger dà in questa intervista ad Avvenire una lettura in filigrana. Non senza un occhio al Conclave ormai imminente.
Qual è l’eredità di Benedetto XVI? Secondo me consiste nella ricchezza e nella profondità del suo magistero. Sono anzi convinto che per trovare una ricchezza così teologicamente fondata bisogna risalire ai primi secoli cristiani. Penso ad esempio a papa Leone Magno, il più grande cristologo della Chiesa di Occidente. Se poi dobbiamo dettagliare in che cosa consista questa ricchezza di magistero, non ci sono dubbi: la cifra unificante è il dialogo totalmente rinnovato e impostato su basi epistemologiche plausibili tra ragione e fede. Benedetto XVI ha allargato i confini della ragione, perché una ragione che si ripiega su stessa contraddice l’idea autentica di uomo. La ragione, per essere fedele a se stessa, deve aprirsi agli orizzonti della fede e dell’amore.
Fa parte di questa eredità anche la rinuncia?
Sono convinto di si. Anzi, vorrei fare un paragone che a prima vista potrebbe sembrare eccessivo. Così come alla luce della passione morte e resurrezione di Cristo leggiamo in maniera nuova il messaggio evangelico, così il gesto finale del Pontefice ora emerito dà una luce diversa a tutto il magistero che gli sta alle spalle. In particolare perché rimette a posto con un gesto profetico la giusta scala dei valori, che parte dall’amore e dal servizio. Un sublime gesto d’amore nei confronti di Cristo, della Chiesa e del mondo.
Lei quindi è d’accordo con quanti ritengono che l’inculturazione del Vangelo nella nostra epoca sia stata la stella polare di questo pontificato?
Certo e posso confermarlo specie dopo aver partecipato al Sinodo per la nuova evangelizzazione. Mi è rimasta nel cuore la lectio con cui Papa Ratzinger introdusse i lavori nell’Aula sinodale, proprio il primo giorno. In quella occasione egli insisté su due parole: professio e confessio. Ribadì cioè la fede non va solo professata, ma anche efficacemente confessata, cioè testimoniata. Questa è la vera nuova evangelizzazione o, se vogliamo, l’inculturazione della fede nel momento presente. E qui torna alla mente ciò che diceva Paolo VI. L’uomo d’oggi non sa più che farsene dei maestri e se li ascolta è perché sono dei testimoni. Tutto questo è espresso a chiare lettere anche nella esortazione Verbum Domini.
Che significa inculturazione della fede?
Significa che la buona teologia – che deve permeare questa efficace inculturazione – poggia su quattro pilastri. La Parola di Dio alla base, poi la tradizione della Chiesa che ha un momento speciale nei Padri della Chiesa di cui Benedetto XVI era particolarmente innamorato. Quindi il magistero e infine l’attenzione alle sfide del momento presente. L’efficace inculturazione passa attraverso lo studio approfondito dei segni dei tempi, ai quali va data una risposta. Ci vuole insomma sia la cultura accademica, sia un’attenzione culturale ampia, che sappia incrociare la vita di tutti i giorni.
Quali sono oggi le sfide maggiori?
Innanzitutto c’è la grande sfida della secolarizzazione. Ricordo che il cardinale Wuerl, relatore del Sinodo, parlò dello «tsunami della secolarizzazione», o meglio del secolarismo, cioè l’aspetto deteriore della secolarizzazione. Ma io ho l’impressione che le prime vittime di questo processo siano i giovani, per cui sono convinto che una delle sfide prioritarie del nuovo Papa sarà proprio l’attenzione ai giovani. Perciò spero e prego che venga eletto un Papa capace di raccogliere efficacemente l’eredità straordinaria di Benedetto XVI sul versante teologico magisteriale e di trasferirla efficacemente al mondo dei giovani, anche attraverso l’uso dei mass media e dei linguaggi tipicamente giovanili.
Internet e i social network ad esempio?
Si. Ma vorrei aggiungere che da salesiano ho trovato nel magistero di Benedetto XVI una particolare sintonia con la dottrina pedagogica di don Bosco. Tutti sanno che il sistema preventivo si basa su tre valori: la ragione, la religione e l’amorevolezza. A ben guardare il magistero di Benedetto XVI si concentra intorno a questi valori. Si pensi alla ragione allargata, e allargata agli orizzonti della fede, cioè alla religione e all’amorevolezza di cui parla don Bosco. Perciò spero in un Papa capace di raccogliere queste sintonie profonde con il mio fondatore e di tradurle in linee pedagogiche plausibili per un recupero alla Chiesa delle generazioni giovanili.
Lei è dunque fiducioso in vista del Conclave?
Pienamente. La Provvidenza non si smentisce. Mi ricordo benissimo quando fu proclamato in piazza San Pietro il nome di Wojtyla. Chi di noi immaginava che cosa sarebbe venuto dopo? Ma è la prova che chi conduce la Santa Chiesa di Dio è Dio stesso. Noi siamo nelle sue mani e le sue sono buone mani.
FONTE: Avvenire | x |
Mons Dal Covolo: «Papa Luciani, modello del buon pastore»  Centesimo anniversario della nascita di Albino Luciani, Giovanni Paolo I, indimenticato Pontefice per soli 33 giorni. Alla vigilia di questo evento Avvenire ha intervistato il vescovo Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Lateranense e postulatore della causa di papa Luciani. “Sono convinto che se - come speriamo - Giovanni Paolo I giungerà all’onore degli altari, questo sarà perché egli incarna il modello del buon pastore, che dà la vita per il suo gregge. L’accettazione stessa del supremo impegno pastorale fu un gesto di autentico eroismo, come apparirà chiaramente dalla Positio” – ha dichiarato Mons. Dal Covolo.
Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore PUL
Testo integrale dell’articolo apparso su Avvenire il 17 ottobre 2012.
Cade oggi il centesimo anniversario della nascita di Albino Luciani, l’indimenticato Giovanni Paolo I che fu Pontefice per soli 33 giorni. Una ricorrenza importante non solo per la cifra tonda ma soprattutto perché proprio oggi si compie a Roma un gesto importante nel cammino che potrebbe portare, forse anche in tempi brevi, il "Papa del sorriso" all’onore degli altari. Alla vigilia di questo evento Avvenire ha intervistato il vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Lateranense e postulatore della causa di papa Luciani.
Eccellenza in che cosa consiste la cerimonia odierna?
Si tratta di un evento semplice ma significativo, della consegna del Summarium, cioè della prima parte dell’intera Positio, al prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Angelo Amato. Come è noto, la Positio è il dossier che dimostra al meglio l’eroicità della vita e delle virtù della persona di cui si parla. Il Summarium è una sorta di sintesi delle testimonianze offerte al riguardo dai testimoni interrogati. Nel caso di Luciani, si tratta di 167 testimoni. Alla cerimonia parteciperanno da una parte i superiori del dicastero; dall’altra io stesso, la mia collaboratrice per la causa, la dottoressa Stefania Falasca e un rappresentate del vescovo di Belluno-Feltre, don Davide Fiocco.
Quando è prevista la consegna della Positio completa?
La seconda parte della Positio, quella che raccoglie i documenti e, in generale, le questioni storico-biografiche, è quasi pronta. Così avremo due grossi volumi, elegantemente rilegati in tela rossa, come vuole la prassi, ed entro la fine dell’anno la Congregazione dei Santi avrà a sua disposizione la "Positio" completa per gli esami di rito.
Quali saranno i passaggi successivi della Causa?
Gli esami di rito sono due: uno da parte dei Consultori della Congregazione, l’altro da parte dei cardinali e vescovi membri del dicastero. Se, come speriamo, l’esito sarà positivo, il Santo Padre darà ordine alla Congregazione di preparare il Decreto sull’eroicità, il che comporterà per Luciani il titolo di "Venerabile".
Si può fare una previsione di tempi?
Se intende alludere alla beatificazione, devo aggiungere che - dopo l’approvazione della Positio - occorrerà ancora concludere il processo parallelo sul presunto miracolo. Come si vede, si tratta di un iter alquanto complesso. Nella migliore delle ipotesi, ci vorranno ancora quattro o cinque anni.
Benedetto XVI per la causa del suo predecessore Giovanni Paolo II oltre a concedere una deroga per l’inizio del processo ha disposto anche che l’iter seguisse una corsia preferenziale. Prevede che lo stesso potrà accadere con Giovanni Paolo I accorciando così sensibilmente i tempi per vedere papa Lucani salire all’onore degli altari?
Naturalmente è ciò che io spero. Ma questo appartiene alla libera decisione del Papa...
La Positio affronta questioni che hanno particolarmente solleticato il nostro mondo mediatico, come le circostanze della morte di Giovanni Paolo I, o i suoi colloqui con suor Lucia a Fatima o la sua famosa frase su Dio "padre" e anche "madre"?
Sì, tutte le questioni vengono affrontate. Posso anticipare che verrà dissipato ogni dubbio su una presunta "morte indotta" di Luciani; che l’attribuzione di una sorta di profezia sull’elezione di Luciani a papa e sulla sua rapida morte, da parte di suor Lucia, non ha fondamento alcuno; che la famosa frase su Dio padre e madre, ricondotta al suo contesto proprio, risulta perfettamente ortodossa.
Al termine dell’udienza generale dello scorso 26 settembre lei, insieme al vescovo Giuseppe Andrich di Belluno-Feltre, ha avuto modo di parlare a Benedetto XVI della causa di beatificazione di papa Luciani. Cosa ci può dire di quel colloquio?
Abbiamo aggiornato il Papa sull’andamento della causa e gli abbiamo anticipato l’evento del 17 ottobre. Il Papa si è mostrato molto interessato. Egli non ha mai nascosto la sua grande ammirazione per Giovanni Paolo I. Basti pensare a quanto disse nel 2003 l’allora cardinale Joseph Ratzinger alla rivista 30Giorni. «Personalmente - spiegò in quella intervista - sono convintissimo che era un santo. Per la sua grande bontà, semplicità, umiltà. E per il suo grande coraggio. Perché aveva anche il coraggio di dire le cose con grande chiarezza, anche andando contro le opinioni correnti. E anche per la sua grande cultura di fede. Non era solo un semplice parroco che per caso era diventato patriarca. Era un uomo di grande cultura teologica e di grande senso ed esperienza pastorale. I suoi scritti sulla catechesi sono preziosi. Ed è bellissimo il suo libro Illustrissimi, che lessi subito dopo l’elezione. Sì, sono convintissimo che è un santo».
Qual è la cifra della santità di Giovanni Paolo I, che ha retto il soglio di Pietro per appena 33 giorni, e qual è il messaggio che la sua testimonianza può dare alla Chiesa di oggi?
Sono convinto che se - come speriamo - Giovanni Paolo I giungerà all’onore degli altari, questo sarà perché egli incarna il modello del buon pastore, che dà la vita per il suo gregge. L’accettazione stessa del supremo impegno pastorale fu un gesto di autentico eroismo, come apparirà chiaramente dalla Positio.
Eccellenza, lei ha avuto modo di conoscere personalmente Albino Luciani. Che ricordo ne ha?
L’ho già raccontato più volte, quindi non mi dilungo sui dettagli. Posso dire che quel giovane prete (eravamo nei primi anni Cinquanta: lui aveva poco più di quarant’anni, e io molti, molti anni di meno...) mi affascinava. Col senno di poi, direi che mi sembrava un salesiano. Non escludo che la sua testimonianza sacerdotale possa aver avuto un peso non indifferente nella mia storia di vocazione.
FONTE: Avvenire | x |
Mons Dal Covolo: Università Lateranense, una fucina per i giovani di domani”  Intervista a Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense a Specchio Economico: “Oggi l’idea stessa di università è molto diversificata. L’università è nata nel Medioevo in casa-Chiesa, «universitas scientiarum» che al vertice e come punto di reductio ad unum prevedeva la sintesi filosofico-teologica. Molte università hanno rinunciato a ciò. L’università Lateranense, invece, si propone di conservare integra l’idea genuina di università”.
«La mia storia è abbastanza semplice ed è racchiusa nello stemma della mia prima famiglia, un’antica famiglia veneta che risale addirittura ai tempi di Carlo Magno. Sono l’ultimo di 10 figli, 5 maschi e 5 femmine. La mia seconda famiglia è quella salesiana e la terza è la lateranense, che mi ha affidato il Papa. Sono nato a Feltre, nel Bellunese, tra l’altro diocesi di Papa Luciani, che era un amico di famiglia e veniva spesso a trovarci; ricordo che voleva insegnarci i giochi della dama e degli scacchi, ma noi eravamo vivaci e non abbiamo imparato nulla. Era un sacerdote molto simpatico e mai avrei pensato che sarebbe diventato papa e che io sarei diventato il suo postulatore. Poi ci siamo trasferiti a Milano perché mio papà era magistrato e lì ho conosciuto i salesiani e ho deciso di entrare a farne parte». Così inizia l’intervista a monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Ha professato i voti nel 1973; nel 1974 si è laureato in Lettere Classiche ed è stato ordinato sacerdote nel 1979. Ha conseguito il dottorato in Teologia e Scienze Patristiche e insegnato nella Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana di cui è stato preside-decano e, in seguito, vicerettore. Nel 2003 è stato nominato Postulatore generale per le cause dei Santi della Famiglia Salesiana. L’allora Papa Benedetto XVI l’ha nominato nel 2010 Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, elevandolo alla dignità episcopale ed assegnandogli la sede titolare vescovile di Eraclea.
Domanda. Come ricorda di essere entrato nel sacerdozio?
Risposta. All’Opera Salesiana di Arese vidi ragazzi perduti trasformarsi completamente; mi dissi che ne valeva la pena e cominciai a frequentarli diventando prima salesiano, poi prete. Dopo alcuni anni feci il preside di un istituto tecnico per le arti grafiche, lontano dalle mie specificità umanistiche; dopo quell’esperienza fui trasferito alla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana. Sono stato poi preside e decano, vicerettore, postulatore generale e infine rettore e vescovo dell’Università Lateranense.
D. Che cambierebbe ora nella scuola?
R. Insegno dai miei 19 anni di età e adesso ne ho 63; quello che manca alla scuola è la famiglia, che per la Chiesa è la priorità più grande, intesa come cellula vivente della società. Non ho imparato i valori sui banchi di scuola, ma nella convivenza con i miei familiari. Ricordo le gite in montagna con papà davanti, noi in ordine gerarchico e la mamma che chiudeva, e sempre il rispetto profondo del passo dell’ultimo, che ero io. Così si imparano i valori. Se manca la famiglia il resto è suppletivo, si riesce a fare quello che si può, ma è la famiglia il nucleo fondamentale.
D. Forse perché la donna è proiettata verso altri obiettivi?
R. Forse è anche per questo motivo.
D. La Pontificia Università Lateranense garantisce agli studenti una crescita culturale, umana e pastorale. Sono queste le linee guida da dare alle nuove generazioni?
R. Certamente. Questa Università risponde alla missione affidatale di un un’offerta formativa a 360 gradi. Non solo informazioni da fornire, che si dimenticano poco tempo dopo, ma un apparato formativo che metta gli studenti in condizione di rispondere alle sfide esistenziali attuali. Non è impresa facile, ma è ciò a cui l’Università punta, mettendo al primo posto una sintesi del sapere che non può non essere di tipo filosofico-teologico e non può non rispondere agli interrogativi umani: chi sono, perché vive, qual è il senso del dolore e della morte, come spendere nel modo migliore le mie risorse.
D. Che differenza c’è tra la Lateranense e un’università pubblica?
R. Hanno un denominatore comune, ma oggi l’idea stessa di università è molto diversificata. L’università è nata nel Medioevo in casa-Chiesa, «universitas scientiarum» che al vertice e come punto di reductio ad unum prevedeva la sintesi filosofico-teologica. Molte università hanno rinunciato a ciò. L’università Lateranense, invece, si propone di conservare integra l’idea genuina di università.
D. Per quanto riguarda il settore accademico, quali sono le facoltà?
R. Quelle tradizionali delle università pontificie sono Sacra Teologia, Filosofia e Diritto Canonico. Si aggiunge la Facoltà di Diritto Civile, che insieme a quella di Canonico costituisce l’Istituto Utriusque Iuris che ha, a sua volta, un percorso di studio proprio, il cui Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza è, per decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica della Repubblica Italiana, equipollente al titolo rilasciato dagli atenei italiane. Infine, c’è l’Istituto Pastorale Redemptor Hominis, puntato alla formazione soprattutto dei sacerdoti, perché abbiano una dimensione pastorale capace di rispondere alle sfide del momento. Non abbiamo mai pensato ad altre facoltà perché l’ordinamento didattico è sotto l’egida di una costituzione ecclesiastica che è la Sapientia cristiana e che privilegia proprio queste facoltà tradizionali.
D. In che modo questa istituzione può svolgere nel mondo digitale un ruolo da protagonista?
R. È quanto stiamo perseguendo mediante le specializzazioni del Redemptor Hominis; ha ottenuto un particolare riconoscimento proprio il master in giornalismo digitale, sponsorizzato, tra l’altro, dai massimi organismi giornalistici non solo italiani. Siamo contenti, perché chi frequenta questo master trova più facilmente occupazione nell’odierno disastrato mercato del lavoro di oggi, anche per gli agganci che si creano con professori e personalità che invitiamo e per i tirocini pratici presso prestigiose realtà giornalistiche.
D. L’aspetto «globale» dato dalla rete di sedi e collaborazioni dell’Università, oltre alla dimensione culturale e spirituale, può essere inteso come un messaggio universale?
R. Certo, nel senso che il nostro scopo è la maturazione della persona umana in tutti i livelli, e cioè un umanesimo integrale che rischia oggi di essere schiacciato dalle prepotenze tecnologiche, ma anche da quelle ideologiche, di mercato. Ciò fa vittime soprattutto tra i giovani, verso cui si dirige una propaganda spesso nefasta da parte dei media, delle istituzioni mondiali, perché da sempre i giovani sono la parte più appetibile, e manipolare i cervelli significa avere successo. Ma se il successo è a fini commerciali o ideologici, non può essere un successo. Noi puntiamo non tanto a convertire i cervelli quanto a farli ragionare alla luce di una ragione che non si ripieghi però su se stessa, ma si dilati negli spazi della fede e dell’amore, secondo l’insegnamento del grande papa emerito Benedetto XVI.
D. Quanti giovani che vogliono entrare alla Lateranense sono preparati al ragionamento?
R. La scuola oggi non prepara granché i giovani alla ricerca universitaria, quindi dobbiamo studiare formule propedeutiche di avvicinamento, cercando di non abbassare la qualità ma rendendo fruibile l’insegnamento che proponiamo, altrimenti si creerebbero discrasie insanabili. Si aggiunge che la Pontificia Università Lateranense è rivolta non solo alla cultura italiana ma a tutte le culture: c’è anche la barriera linguistica e culturale da superare. Abbiamo cercato di creare livelli di conoscenza della lingua italiana e della cultura di base comuni a tutte le università pontificie romane. È un traguardo raggiunto lo scorso anno e che stiamo collaudando con successo. L’impressione è che si tratta comunque di lavori continui in corso, perché le sfide sono tante e in continua evoluzione.
D. Si possono conciliare la fede e la scienza?
R. Rimando all’Enciclica «Lumen fidei» che, fin dai primi paragrafi, ne parla esaurientemente. Scienza e fede possono e devono andare d’accordo: la scienza, come la ragione, se si ripiega su se stessa, diventa la morte dell’uomo perché narcisistica e autoreferenziale. Dovrebbe dilatarsi, rimanere aperta su orizzonti più ampi, anche se non di sua stretta competenza, non precludere l’apertura agli orientamenti della fede e dell’amore, elementi costitutivi e innegabili della persona umana.
D. C’è qualche conflitto tra la scienza e la fede?
R. C’è almeno un’area in cui lo scienziato «ateo» ma onesto, e con il credente onesto si può trovare un terreno di dialogo, che è il dubbio, perché nessuno scienziato onesto potrà mai affermare che è tutto qui, perché tante cose gli sfuggono. Nessun credente che sia veramente tale potrà sfuggire all’interrogativo del dubbio: «Ma è veramente così?». Persino Giovanni Battista se lo chiese in carcere: «Ma sei veramente tu Colui che doveva venire?». Il dubbio tocca ogni credente, tocca anche me che pure sono vescovo: «Tu Dio ci sei davvero e mi ascolti oppure no?». L’area del dubbio è, secondo me, l’area del dialogo più efficace tra il credente e il non credente, perché almeno in questo tutti e due si trovano d’accordo. È il punto d’incontro e questo è il pensiero espresso in maniera magistrale in «Introduzione al cristianesimo» di Benedetto XVI: Benedetto è senza dubbio il teologo più importante che oggi abbia la Chiesa.
D. L’agnostico Benedetto Croce affermava che «non possiamo non dirci cristiani», eppure oggi l’Occidente non sembra più avere un’impronta cristiana. Ritiene che certi valori siano in pericolo, che sia in atto uno scontro di civiltà? Come dovrebbe reagire la Chiesa?
R. La crisi esiste ed è impossibile negarla. Crisi economica ma soprattutto di valori e ogni sbaglio nella gerarchia dei valori comporta gravi perdite proprio a livello di antropologia. A mio parere la convivenza civile non può essere fondata che su una scala di valori condivisa, ma oggi i valori vengono sottoposti al parere della maggioranza, quindi il valore più importante è la tolleranza. Sarà il valore più condiviso nell’opinione comune, ma una tolleranza che diventa poi dittatura delle minoranze uccide la democrazia e uccide l’uomo. Bisogna ricomporre tutto il discorso, ritornare a una scala dei valori veramente efficace. A mio parere e alla luce di quanto detto prima, circa una ragione aperta alla fede e all’amore, il massimo valore non può che essere l’amore con la «A» maiuscola. Anche la libertà è certamente un valore che distingue l’uomo dalla bestia, un valore altissimo ma non può essere assolutilizzato. Se non ci rimettiamo d’accordo su una scala di valori condivisa, temo che la convivenza civile diventi sempre più un «homo homini lupus».
D. Come siamo arrivati a questo? Cosa si può fare per riportare un equilibrio in questa società?
R. Siamo arrivati a questo punto attraverso le tragedie gravissime che hanno contrassegnato il XX secolo: le guerre mondiali, i totalitarismi, il nazismo, il comunismo esasperato; e siamo giunti a un capitalismo liberistico che ripercorre piste sbagliate e che oggi ha una forza imponente dal punto di vista economico e di gestione dei cervelli, forse mai verificata prima. Si pensi all’ideologia del gender: se si avesse il cervello adatto, si capirebbe subito che è sbagliata dal punto di vista umano, e qui non c’entra la fede, c’entra la persona. Siamo arrivati a questo punto a causa di una propaganda massiccia da parte di alcune lobby che hanno interesse a destabilizzare la convivenza civile, perché così riuscirebbero ad avere potere ed economia più liberi. Secondo me, si consuma una grandissima battaglia e l’unica risposta che so dare è l’educazione. Bisogna riprendere con coraggio l’educazione dei giovani secondo il sistema preventivo di Don Bosco, che segue la ragione, la religione e l’amorevolezza. Benedetto XVI parla di ragione, fede e amore, ossia la stessa cosa trasferita nel contesto culturale di oggi, passando attraverso la vicinanza profonda con i giovani, i quali devono sentire che la Chiesa non è lontana, ma è dalla loro parte, che è la loro madre, l’istituzione che li segue con maggior passione e non li lascia mai soli.
D. Mancano forse educatori religiosi adeguati, che conoscano il linguaggio dei giovani?
R. Purtroppo è così, incontro spesso educatori e genitori scoraggiati, e li capisco. Innanzitutto ci vuole una forte dimensione spirituale; non avendo un riferimento alla fede, al Signore, ai Sacramenti, alla Grazia, non si riesce a stare in piedi. In secondo luogo occorre un’alleanza tra le varie agenzie educative. Non si può andare in ordine sparso: Chiesa, parrocchia, centri giovanili, famiglia, università, dovrebbero avere un progetto educativo comune.
D. Nel rapporto tra fede e politica si giocano molte questioni di ordine culturale, etico, morale, legislativo. Il suo punto di vista?
R. Ultimamente si è fatto poco per la formazione politica dei giovani e in essi vedo sempre più diminuire la passione per l’impegno politico. Cerco di proporre ipotesi, corsi, formazione in questo senso, ma ci vorrebbe una passione maggiore e condivisa. Temo che oggi, soprattutto i più giovani che incontro nella facoltà di Diritto civile, continuino a pensare che in fondo la politica è un affare sporco di interessi personali nel quale si promuovono i propri guadagni. Questo purtroppo è quello che emerge, ma vorrei che questa università fosse un centro nel quale si formano i giovani anche ad un’attività politica seria e cristianamente ispirata. Per questo ho messo in piedi due iniziative: l’area di ricerca sulla dottrina sociale della Chiesa «Caritas in veritate», dal titolo dell’ultima Enciclica di Benedetto XVI, e l’area di studi per lo sviluppo della cultura africana, dipartimento dedicato alla formazione di persone impegnate nella politica per l’Africa, dove purtroppo è gravissima la tentazione della corruzione in politica.
D. Può tracciare un bilancio del Pontificato a un anno dall’elezione del primo pontefice che ha scelto di chiamarsi come il Santo dei poveri, San Francesco d’Assisi?
R. Papa Francesco raccoglie l’eredità di Benedetto XVI in modo egregio; e per trovare un papa dal punto di vista dottrinale come Benedetto XVI, che è un padre della Chiesa, credo che bisogna risalire addirittura a Leone Magno nel quinto secolo dopo Cristo, per trovare un equivalente di questo livello. Come tutti i papi, Francesco ha uno stile personale, guidato soprattutto da una misericordia incredibile e misteriosa di Dio, che trasmette a tutti i livelli con il suo pontificato.
D. Che cosa significa, dal punto di vista filosofico, la parola «misericordia»?
R. Evoca dal punto di vista biblico le viscere di misericordia del nostro Dio, che nella zona del cuore ha un sussulto interiore di passione per le persone. Il nostro Dio è fatto così. Se siamo fatti a immagine e somiglianza del nostro Dio, anche noi dobbiamo provare tale sussulto soprattutto nei confronti dei meno abbienti e di chi ha bisogno di essere seguito. La misericordia è una virtù, una caratteristica che deve contraddistinguere il figlio di Dio.
D. C’è una linea d’unione tra Benedetto XVI e papa Francesco?
R. Certamente, è stabilita dalla continuità precisa della dottrina. Lo scorso anno io, che sono particolarmente legato per motivi affettivi e tanto altro al Papa emerito, ero fortemente turbato; ho rivolto una preghiera speciale al Signore e allo Spirito Santo in particolare, affinché ci desse un pastore in grado di raccogliere e comunicare efficacemente la dottrina di Benedetto XVI, soprattutto ai giovani che maggiormente mi interessano per il mio ministero. A un anno di distanza, devo dire che sono stato perfettamente esaudito dal Signore.
FONTE: Specchio Economico | x |
Mons Enrico Dal Covolo Conferma Definitiva Morte Naturale Papa Luciani  Giovanni Paolo I è morto di cause naturali. 167 testimoni e documenti medici portano la conferma definitiva che scagiona qualsiasi sospetto di morte indotta, come annunciato da Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense e postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I. Mons. Dal Covolo ha spiegato che “Vengono fuori delle novità interessanti, emergono nuovi dettagli sullo stato di salute di Papa Luciani e, grazie alle testimonianze e ai documenti medici raccolti, la conferma definitiva che scagiona qualsiasi sospetto di morte indotta». | x |
Enrico Dal Covolo, Lumen fidei, lettura del Rettore dell’Università del Laterano  “La luce della fede” è il libro-intervista sulla recente Enciclica di Papa Francesco, scritto dal vescovo Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Lo scritto è dedicato idealmente ai giovani e fa riferimento al Meeting dei giovani cattolici per la giustizia social che ha visto l’Università del Papa proporsi come un’agorà internazionale di ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo caratterizzati da apertura affettuosa, da capacità di ascolto e di dialogo, da volontà di comunicare. Il libro scorre parallelamente ai contenuti dell’Enciclica. Mons Dal Covolo risponde alle domande della sua interlocutrice con puntualità teologica ed entusiasmo pastorale.
Testo integrale dell’articolo apparso su Korazym il 22 gennaio 2014.
«Quando neanche la luce del sole riesce a rischiarare le tenebre, la luce della fede “pretende” di farlo». È questo uno dei passaggi più significativi de “La luce della fede”, libro-intervista sulla recente Enciclica di Papa Francesco, scritto dal vescovo Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense.
In quattro capitoli (più un’introduzione), editi dalla Lateran University Press, il presule salesiano risponde alle domande di Susanna Lemma, cronista del Tg1, sviluppando «una vera e propria catechesi sulla fede – spiega nell’introduzione il Cardinale Vicario per la Diocesi di Roma, Agostino Vallini –, nella quale non mancano i riferimenti ai Padri della Chiesa (dal Covolo è un riconosciuto patrologo a livello internazionale, ndr), alle esperienze vissute in prima persona, la citazione di testi letterari famosi che rendono – aggiunge il porporato – la lettura scorrevole, permettendo al lettore di vedere quanto il documento abbia da offrire all’uomo di oggi, in particolare ai giovani, con i quali Mons. dal Covolo è abituato a dialogare da sempre».
Proprio ai giovani il libro è dedicato idealmente. Dal Covolo lo spiega all’inizio del primo capitolo, quando fa riferimento al primo Meeting dei giovani cattolici per la giustizia sociale che, dal 20 al 24 marzo 2013, ha visto l’Università del Papa proporsi come un’agorà internazionale di ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo caratterizzati da apertura affettuosa, da capacità di ascolto e di dialogo, da volontà di comunicare.
Ma il libro non esclude dalla riflessione anche l’universo degli adulti, di educatori – osserva dal Covolo – «scoraggiati da ragazzi sfiduciati e depressi e schiavi di dipendenze nocive», a cui egli chiede di non stancarsi mai di educare: «Anzitutto con l’esempio, e poi con le parole».
Il libro scorre parallelamente ai contenuti dell’Enciclica. Dal Covolo risponde alle domande della sua interlocutrice con puntualità teologica ed entusiasmo pastorale.
Particolarmente significativa risulta l’analisi dell’ultima parte della Lumen Fidei, quella che il Rettore definisce «la più attualizzante». Tuttavia, dal Covolo ricorre ancora una volta ai Padri per rispondere alla domanda: “Come un cristiano deve vivere nella società?”
Cita la lettera A Diogneto, scritto anonimo della seconda metà del II secolo, nella quale si parla, per la prima volta, di doppia cittadinanza del cristiano: “Egli è chiamato ad essere cittadino della terra, ma anche del cielo”.
Queste indicazioni – ribadisce il presule – restano valide lungo i secoli e i millenni della Chiesa, per definire il ruolo del cristiano nella società. E finisce citando il discorso di Papa Francesco all’Episcopato brasiliano, il 27 luglio 2013, alla Gmg di Rio: «Nell’ambito della società, c’è una sola cosa che la Chiesa chiede con particolare chiarezza: la libertà di annunciare il vangelo in modo integrale, anche quando si pone in contrasto con il mondo». Quel contrasto che la solo la luce della fede può sanare.
FONTE: Korazym | x |
Mons Dal Covolo, Rettore PUL: “Cercate e troverete”
Enrico Dal Covolo: “La speranza nell’educazione” alcune osservazioni sui giovani  Le riflessioni di Mons Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense sul senso dell’educazione salesiana. Dal Covolo parte da alcune osservazioni sui giovani, attraverso le Giornate Mondiali della Gioventù: “Al di là del successo in termini di numeri, ci sono dei dati oggettivi: adolescenti e giovani, provenienti da tutto il mondo, accompagnati dai loro educatori, si radunano per ascoltare dei messaggi impegnativi; per accogliere una visione antropologica ispirata dalla ragione in armonia con la fede del Vangelo: una visione molto impegnativa, che richiede sacrificio e dedizione”.
Testo integrale dell’articolo apparso su Ans il 6 novembre 2013
Lo scorso 30 ottobre, mons. Enrico dal Covolo, sdb, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, ha introdotto i lavori del II Incontro di Animatori della Pastorale Universitaria. Nell’occasione ha presentato alcuni spunti di riflessione sul senso dell’educazione salesiana, utili a qualsiasi educatore.
Mons. dal Covolo è partito da alcune osservazioni sui giovani, attraverso le Giornate Mondiali della Gioventù. “Al di là del successo in termini di numeri, ci sono dei dati oggettivi: adolescenti e giovani, provenienti da tutto il mondo, accompagnati dai loro educatori, si radunano per ascoltare dei messaggi impegnativi; per accogliere una visione antropologica ispirata dalla ragione in armonia con la fede del Vangelo: una visione molto impegnativa, che richiede sacrificio e dedizione”.
Successivamente, rifacendosi a seri studi scientifici, il presule salesiano ha toccato anche il problema opposto: il senso diffuso di sfiducia, il nichilismo presente tra tanti ragazzi; a questo problema ha però risposto ricordando la sicura speranza che manifestava già Benedetto XVI nella Lettera inviata alla diocesi di Roma sul compito urgente dell’educazione: “Non temete! Tutte queste difficoltà, infatti, non sono insormontabili. Sono piuttosto, per così dire, il rovescio della medaglia di quel dono grande e prezioso che è la nostra libertà, con la responsabilità che giustamente l'accompagna. (…) Anche i più grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale”.
Quindi mons. dal Covolo ha messo in campo il suo specifico apporto di educatore salesiano, richiamando il Sistema Preventivo di Don Bosco e in particolare il pilastro costituito dalla ragione: “Il termine ragione sottolinea, secondo l’autentica visione dell’umanesimo cristiano, il valore della persona, della coscienza, della natura umana, della cultura, del mondo del lavoro, del vivere sociale, ossia di quel vasto quadro di valori che è come il necessario corredo dell’uomo nella sua vita familiare, civile e politica” ha detto citando il beato Giovanni Paolo II. Compito dell’educatore, dunque, è quello di saper leggere attentamente i segni dei tempi per individuarne i valori emergenti che attraggono i giovani.
Richiamando il celebre motto di Don Bosco “buoni cristiani e onesti cittadini” mons. dal Covolo ha poi ricordato agli animatori pastorali come quel detto – che rappresenta anche la meta del processo educativo salesiano – condensi proprio l’idea di formare delle persone integralmente sviluppate, ciò che i Vescovi italiani domandano alle Università. E, ha poi suggerito di seguire la metodologia collaborativa di Don Bosco, che non aveva timore nel ricercare sostenitori e benefattori tra tutti i soggetti della società civile.
E, per finire, mons. dal Covolo ha proposto l’esempio del Servo di Dio Giorgio La Pira, noto professore universitario, come esempio del fatto che la vocazione alla santità di un educatore si vive nell’educare allievi santi.
FONTE: Ans | x |
Enrico Dal Covolo, presentato volume sul cardinale August Hlond  Roma, all’Accademia Polacca delle Scienze, si è svolta la presentazione del volume “Il Primate di Polonia card. August Hlond di fronte ai grandi conflitti dell’epoca: la seconda guerra mondiale e la guerra fredda”. A presentare il libro, Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense, che ha approfondito i rapporti intercorsi tra il Primate Hlond e i papi Pio XI e Pio XII, evidenziando la portata storica di questi legami e la loro reale incidenza nelle dolorose vicende del Novecento.
Mons Enrico Dal Covolo, Rettore lateranense
Testo integrale dell’articolo apparso su Ans il 14 giugno 2013
Martedì 11 giugno, presso l’Accademia Polacca delle Scienze a Roma, si è svolta la presentazione del volume “Il Primate di Polonia card. August Hlond di fronte ai grandi conflitti dell’epoca: la seconda guerra mondiale e la guerra fredda”, curato dal prof. Leszek Kuk, Direttore dell’Accademia Polacca, insieme al prof. Stanisław Zimniak, sdb, Membro dell’Istituto Storico Salesiano.
A presentare il libro sono stati, mons. Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense (PUL); ed Alberto Monticone, già professore ordinario di storia moderna, ex senatore e Presidente emerito dell’Azione Cattolica. Ai due relatori si è aggiunta la testimonianza di Stanisław August Morawski, Presidente della “Fondazione Romana J. S. Umiastowska”, cofondatore e membro del Direttivo del Centro per gli Studi e le Relazioni Internazionali e del Centro Incontri e Studi Europei.
Il volume 127° della serie “Conferenze”, pubblicata dall’Accademia Polacca di Roma, raccoglie gli atti del convegno internazionale tenutosi nella sede dell’Accademia il 14 dicembre 2009, dedicato alla figura del cardinale August Hlond, salesiano, primate di Polonia negli anni 1926-1948.
Mons. dal Covolo ha approfondito i rapporti intercorsi tra il Primate Hlond e i papi Pio XI e Pio XII, evidenziando la portata storica di questi legami e la loro reale incidenza nelle dolorose vicende del Novecento. Il Rettore della PUL ha anche messo in luce la capacità dei tre ecclesiastici di vivere e praticare senza cedimenti la missione propria della Chiesa: difendere la verità sull’uomo dalle tentazioni del potere, anche quando questo produce realtà disumane come quelle create dai regimi totalitari tedesco e sovietico del XX secolo.
Il prof. Monticone, da parte sua, ha delineato la cornice storica del tutto particolare nella quale si trovò ad agire il card. Hlond. Personaggio molto apprezzato sia negli ambienti ecclesiastici, sia in quelli della società civile – ritenuto addirittura papabile da alcuni – si trovò ad essere Primate della Polonia in un periodo estremamente complicato, quando, dopo la conclusione della seconda guerra mondiale i paesi vittoriosi imposero un nuovo ordine geopolitico che comportava spostamenti forzati di enormi masse di popolazione, senza badare alle ferite provocate dalla guerra e dagli stermini etnici.
L’analisi sulla sua figura richiede perciò un’attenta analisi delle risorse archivistiche. Grazie a tale procedimento si è potuto, tra l’altro, verificare la delicata questione delle facoltà pontificie che furono concesse al Primate, le quali già contemplavano il nuovo ordine politico prodotto in Europa dalle Conferenze di Yalta e Potsdam (febbraio e luglio-agosto 1945), anche se questo non venne mai garantito in modo definitivo dai trattati di pace.
Concludendo, il prof. Monticone ha evidenziato l’importanza di questo volume che completa il quadro storiografico, offerto dal volume pubblicato nel 1999, contribuendo notevolmente al recupero della figura del cardinale Hlond nella storiografia europea. Rimangano, tuttavia, ancora molti campi degni di essere esplorati, per poter descrivere sempre meglio il peso avuto dal cardinale salesiano August Hlond nella storia della Chiesa e della società del Novecento.
FONTE: Ans | x |
Dal Covolo, progetto Outskirt con l’IOYC, giovani statunitensi alla PUL  Roma, una delegazione di giovani statunitensi, provenienti dall’arcidiocesi di New York, hanno visitato la Capitale, recandosi prima alla Pontificia Università Lateranense e successivamente al Vicariato di Roma. La delegazione americana, costituita da circa 25 ragazzi e ragazze è stata accolta e guidata da S.E. Mons. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico dell’Ateneo, che ha stimolato i ragazzi a proseguire in questo loro cammino, soprattutto per incrementare la formazione universitaria e post-universitaria dei giovani e creare legami comunitari anche tra i vari Paesi, prendendo come modello le parole di Papa Francesco, sempre attento alle periferie del Mondo.
Mons Enrico Dal Covolo, Rettore lateranense
Questa mattina una delegazione di giovani statunitensi, provenienti dall’arcidiocesi di New York, hanno visitato la Capitale, recandosi prima alla Pontificia Università Lateranense e successivamente al Vicariato di Roma.
I giovani newyorkesi, guidati da Fr. Agustino Torres e da Fr. Solano, francescani del rinnovamento, fanno parte dell’organizzazione Corazon Puro e, in particolare, hanno intrapreso il progetto “Outskirt”, per aiutare, prendersi cura, assistere e attuare processi di evangelizzazione tra gli immigrati, i poveri e le persone disagiate nelle periferie economiche ed esistenziali di New York. Il progetto, inoltre, è stato portato avanti in collaborazione con l’Osservatorio Internazionale dei Giovani Cattolici, di cui Fr. Agustino è membro e referente nella città statunitense, in linea con il progetto “Outskirt of Souls” che l’Osservatorio sta portando avanti in diversi paesi.
La delegazione americana, costituita da circa 25 ragazzi e ragazze, ha visitato la Pontificia Università Lateranense, accolta e guidata da S.E. Mons. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico dell’Ateneo, che ha stimolato i ragazzi a proseguire in questo loro cammino, soprattutto per incrementare la formazione universitaria e post-universitaria dei giovani e creare legami comunitari anche tra i vari Paesi, prendendo come modello le parole di Papa Francesco, sempre attento alle periferie del Mondo.
Subito dopo i giovani americani si sono spostati nella vicina sede del Vicariato della Diocesi di Roma, ricevuti da S.E. Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo Ausiliare di Roma e responsabile per la Pastorale Universitaria. Il Vescovo, all’interno della cappella del Vicariato, ha incoraggiato i giovani a sviluppare il loro progetto anche fuori New York, continuando la loro collaborazione con l’IOYC e a proseguire nella loro opera di evangelizzazione delle periferie, per poter contribuire a formare veri e buoni “credenti cristiani”. Infatti, come lo stesso Vescovo ha sottolineato, citando le parole del Santo Padre, troppo spesso, purtroppo, si vedono dei credenti non cristiani, ovvero che si professano tali ma poi non portano gli insegnamenti Evangelici nel proprio lavoro, nella propria vita e nell’operato all’interno della società civile.
Due incontri, quindi, emozionanti e dal grande carattere formativo e spirituale, proprio con quell’energia che ha spinto questi giovani a intraprendere i loro progetti, caratterizzati dalla doppia valenza di evangelizzazione delle periferie e attivismo nella società. Inoltre, tra i due incontri, una breve ma intensa visita nella Basilica di San Giovanni in Laterano guidata dai ragazzi dell’Osservatorio di Roma, tra preghiera ed ammirazione per le bellezze storiche e architettoniche, per immergersi ancora di più in quella spiritualità e in quel forte senso della Fede che muove questi e tanti altri progetti di questi giovani e dell’IOYC.
FONTE: Da Porta Sant’Anna | x |
Enrico Dal Covolo, Forum a Vatican Insider sulla "strategia della comprensione"  Forum a Vatican Insider sulla "strategia della comprensione" proposta da papa Francesco per pacificare la Terra Santa. Il vescovo salesiano Mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense: "Papa Francesco ha indicato al mondo la necessità di un salto di qualità culturale e spirituale. La diplomazia non basta quando manca la convinzione culturalmente fondata della necessità della pace. Per fermare le armi in Terra Santa è indispensabile la conversione dei cuori e un salto di qualità nella mentalità, altrimenti nessuna pacificazione sarà duratura".
Mons Enrico Dal Covolo, Rettore lateranense
Senza un "cambiamento nel modo di pensare e nella formazione delle nuove generazioni" il conflitto israeliano-palestinese non potrà mai essere risolto dalle strategie diplomatiche o dai negoziati internazionali. "Serve una rivoluzione educativa e culturale per la pace in Medio Oriente", concordano vescovi e diplomatici che Vatican Insider ha messo a confronto sul conflitto nella Striscia di Gaza.
Il vescovo salesiano Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense richiama l'incontro in Vaticano tra Shimon Peres e Abu Mazen. "Papa Francesco ha indicato al mondo la necessità di un salto di qualità culturale e spirituale - spiega Dal Covolo - La diplomazia non basta quando manca la convinzione culturalmente fondata della necessità della pace. Per fermare le armi in Terra Santa è indispensabile la conversione dei cuori e un salto di qualità nella mentalità, altrimenti nessuna pacificazione sarà duratura".
È appena tornato da un pellegrinaggio nei luoghi di Gesù il vescovo di Carpi Francesco Cavina, per molti anni in Vaticano nel servizio diplomatico. "La diplomazia non è più sufficiente per questo il Pontefice ha cercato di portare la questione mediorientale su un livello soprannaturale con la preghiera per la pace - sottolinea Cavina - Da un punto di vista delle possibilità umane si sono esaurite tutte le possibili strade per scongiurare la guerra, quindi il discorso deve mutare prospettiva, occorre cambiare tavolo. Nel viaggio in Terra Santa mi hanno molto impressionato gli incontri che ho avuto con famiglie cristiane, ebree e musulmane. Le accomuna un senso profondo di sfiducia nei confronto di una possibilità di pace. Confidano nell'opportunità di educare le nuove generazioni alla conoscenza reciproca". Ancora oggi i bambini israeliani e palestini immaginano i loro coetanei come "mostri" armati di fucili o di pietre. "Nel momento in cui si conosceranno e si accorgeranno di essere uguali, la diplomazia e la preghiera avranno un valore aggiunto - sottolinea Cavina - Per edificare la pace non basta partire dall'alto. Occorre creare dal basso un contesto favorevole. I tempi saranno inevitabilmente lunghi ma è il senso del tentativo di papa Francesco: aprire la strada a qualcosa di diverso. Gli aiuti economici inviati in Terra Santa da tutto il mondo dati devono avere come condizione l'educazione alla pace all'interno della scuola in modo che si smetta di vedere nell'altro un nemico".
Puntare sul futuro è anche l'impostazione di "Fides et labor", il fondo di solidarietà per l'inserimento dei giovani. Al Sacro Convento di Assisi, epicentro delle mobilitazioni cattoliche "no war", padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista di San Francesco, è in costante contatto con il confratello francescano padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa. "Le armi sono disumane e l'impegno contro la guerra è dono di Dio ai credenti - evidenza Fortunato - Papa Francesco ha aperto la via della preghiera e della comprensione perché la pace è una realtà in divenire. Il Pontefice ci insegna a non arrenderci, a continuare a impegnarci in prima persona, a pregare per purificare i cuori. Malgrado le nubi del conflitto, la pace potrà lievitare negli animi quando l'odio lascerà il posto alla condivisione della quotidianità".
FONTE: Vatican Insider | x |
Enrico Dal Covolo, convegno “Quale famiglia per quale società”  Pontificia Università Lateranense, presso l’Auditorium Giovanni Paolo II, il convegno “Quale famiglia per quale società” che si inserisce tra le iniziative ufficiale di preparazione al l VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano. Il simposio ha visto la partecipazione di numerosi ed illustri ospiti tra cui il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ha introdotto i lavori monsignor Enrico Dal Covolo, Rettore della Lateranense.
Mons Dal Covolo_Vaticano Mons Dal Covolo, Rettore lateranense
Testo integrale dell’articolo apparso su Zenit il 12 gennaio 2012
Si è svolto ieri nell’Auditorium Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense, il convegno “Quale famiglia per quale società” che si inserisce tra le iniziative ufficiale di preparazione al l VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano del 30 maggio – 3 giugno 2012. Il simposio, organizzato sinergicamente dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su matrimonio e famiglia e dal Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis presso lo stesso Ateneo, ha visto la partecipazione di numerosi ed illustri ospiti tra cui il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ha introdotto i lavori monsignor Enrico Dal Covolo, Rettore dell’Università, che ha salutato i presenti in sala con le parole che riportiamo di seguito.
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Eminenza Reverendissima,
Eccellenze,
Autorità accademiche e religiose,
Illustri Ospiti,
Chiarissimi Docenti e cari studenti.
Il convegno che inauguriamo – promosso in feconda e felice sinergia dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, e dal Pontificio Istituto Pastorale “Redemptor hominis” della Pontificia Università Lateranense – si colloca tra le iniziative ufficiali, che preparano il VII Incontro Mondiale delle Famiglie.
Come è noto, tale Incontro si terrà a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno 2012, sul tema La Famiglia: il lavoro e la festa, e culminerà con la visita del santo Padre Benedetto XVI.
1. Con il simposio di oggi intendiamo riflettere, tra l’altro, su come il sistema dei media orienti sempre più le relazioni familiari, rimodulandone i tempi, gli spazi e i ruoli, e determinando altresì nuove sfide, alla luce dell’emergenza educativa attuale.
La narrazione cinematografica e televisiva, come ogni narrazione (e forse più), riesce a toccare immediatamente le corde dell’affettività, e si offre come “specchio” efficace, dove si possono identificare e riconoscere le dinamiche relazionali, vissute nel ritmo dell’esistenza quotidiana tra lavoro e festa, tra impegno e affetto.
«Il lavoro e la festa – così scrive il santo Padre Benedetto XVI – sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa».
Chiediamoci semplicemente, tanto per fare un esempio concreto: che immagine di donna emerge per lo più dai media, oggi?
Purtroppo, molto spesso è un’immagine femminile incompatibile con gli impegni reali della famiglia: una donna “in carriera”; una donna “aggressiva”; una donna che insegue disperatamente la propria realizzazione personale, a costo di ridurre drasticamente la sua presenza e il suo ruolo (insostituibile) nella famiglia.
Personalmente sono convinto che la conversione della nostra società debba passare attraverso la conversione della donna: è necessario e urgente che la donna abbandoni questa perniciosa immagine di sé, fornita e alimentata da molti media.
2. La famiglia oggi, nella percezione diffusa tra la gente, sembra essere nello stesso tempo tutto e niente.
Di fatto, il modo di pensare e di vivere di molte zone del mondo – le zone cosiddette “progredite” – continua a ferire la natura, e perfino il sacramento che trasmette la grazia di Dio alla famiglia cristiana.
Così non sono pochi i battezzati che considerano la famiglia un aggregato di individui che, spinti da qualcosa che viene chiamato “amore” (con tutte le ambiguità che questa parola comporta, proprio nell’uso dei media), convivono insieme, senza che vi siano dei precisi requisiti relativi alla qualità delle persone e delle loro relazioni famigliari: senza che venga mai esplicitato e reso pubblico su quali basi vada stabilita la convivenza, per quanto tempo e con quali effetti.
È sufficiente – così si dice – l’affetto del momento e l’aiuto reciproco.
3. Approfondire il valore vitale del necessario alternarsi di stasi e movimento, di riposo e slancio, di pace e sogno, di tenerezza e responsabilità all’interno della famiglia: tutto questo comporta una seria e cospicua riflessione sul fatto che ai nostri giorni l’organizzazione del lavoro è pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, mentre la festa è concepita semplicemente come occasione di riposo, quando va bene (“Finalmente si dorme un po’ di più!”, si dice spesso: il che certamente non è peccato…); ma troppe volte la festa diventa invece un pretesto per evadere dalla realtà e consumare qualunque cosa, a ogni costo.
Offrire modelli educativi, come il cinema può fare – modelli capaci di aiutare a superare la cultura dell’individualismo per una visione ampia del “noi” e della comunione solidale –, aiuta a ricuperare il senso vero della festa, e specialmente della domenica, pasqua della settimana: quella domenica che Benedetto XVI ha definito «giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà».
4. Mentre mi congratulo vivamente con gli organizzatori di questa benemerita iniziativa, auspico che il simposio sia “fucina di idee”: fucina che possa aiutare efficacemente i coniugi cristiani a incarnare l’ideale della famiglia unita, aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni (e non solo all’economia!) del nucleo familiare. FONTE: Zenit | x |
Antonio Preziosi: "la forza della comunicazione è la coerenza”  Ascoli Piceno, la XXVI° edizione del Premio Internazionale è stata dedicata all’attualità del pensiero di San Francesco. Ad aprire la tre giorni, la conversazione pubblica moderata da Sua Eccellenza mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo della città, che ha visto come protagonisti il giornalista Rai Antonio Preziosi ed il professor Grado Giovanni Merlo dell’Università Statale di Milano. Preziosi: “San Francesco, applicava una grande regola della comunicazione: la piena e totale coerenza del linguaggio verbale, non verbale e paraverbale. Coerenza che serviva a Francesco a superare ognuna delle barriere della comunicazione: il fraintendimento, la mal comprensione, la distrazione”. | x |
Pontificia Università Lateranense, al via le iscrizioni per la terza edizione del Master in Digital Journalism  La Pontificia Università Lateranense presenta la terza edizione del Master di primo livello in Digital Journalism, destinato a laureati che vogliano acquisire elevate competenze nell’ambito del giornalismo dei nuovi media ma anche di quelli tradizionali. La direzione del Master, realizzato col patrocinio di Confindustria Radio Televisioni, è affidata a Emilio Carelli, già direttore di Tgcom.it e di SkyTg24. Il corso annuale, che inizierà il 16 febbraio 2015, sarà riservato a un massimo di 35 studenti. Fra i docenti che terranno corsi e seminari, il giornalista Rai Antonio Preziosi.
La Pontificia Università Lateranense ha appena pubblicato il bando per la terza edizione del Master in Digital Journalism, che si terrà nel 2015 presso il Clas (Centro Lateranense Alti Studi). Il Master di primo livello è destinato a laureati che vogliano acquisire elevate competenze pratico-teoriche nell’ambito del giornalismo dei nuovi media ma anche di quelli tradizionali, partendo dalla premessa che in un mondo in completa trasformazione come quello dell’editoria sono necessarie nuove figure professionali, tecnologiche e culturali. La direzione del Master è affidata a Emilio Carelli, già direttore di Tgcom.it e di SkyTg24. Condirettore è Dario E. Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano.
Il corso annuale, che inizierà il 16 febbraio 2015, sarà riservato a un massimo di 35 studenti e si propone di consentire ai partecipanti di comprendere le dinamiche dei rapporti tra giornalismo e media digitali, ma soprattutto di sviluppare tutte le competenze necessarie nel mondo dell’informazione online, radio e tv, gestendo i cambiamenti che l’avvento della tecnologia digitale sta apportando, senza prescindere dalla deontologia e dai riferimenti giuridici e normativi propri del settore.
Tra le competenze che il Master vuole trasmettere ai partecipanti, sia aspiranti giornalisti multimediali che professionisti già inseriti nelle redazioni, ci sono la capacità di operare sul web, progettare un social media planning e prodotti multimediali, mettere in atto competenze imprenditoriali per un’eventuale start-up dopo aver approfondito le relative strategie di successo. Verrà infine sviluppata la capacità di progettare e realizzare contenuti e audiovisivi per tv, giornali, web e dispositivi mobili e gestire le problematiche legali e legislative relative ai nuovi media, come quelle della libertà di stampa, del diritto d’autore e della proprietà dei contenuti in rete. Fra le novità di quest’anno l’inserimento nel piano didattico di un corso di “mobile journalism” con relative esercitazioni pratiche.
Il Master è realizzato col patrocinio di Confindustria Radio Televisioni. Fra i docenti che terranno corsi e seminari, Giulio Anselmi, Marco Montemagno, Marco Pratellesi, Guido Scorza, Marcello Sorgi, Fiorenza Sarzanini, Lucia Annunziata, Enrico Mentana, Rodolfo De Laurentiis, Ruben Razzante, Enrico Menduni, Antonio Preziosi e Eric Gerritsen.
Le lezioni teoriche saranno integrate da esercitazioni pratiche che forniranno allo specializzando anche gli strumenti fondamentali per generare contenuti digitali. A tutti verrà garantito uno stage presso le più importanti realtà dell’informazione digitale. La chiusura delle iscrizioni al Master è prevista per il 31 gennaio 2015.
Per informazioni: www.pul.it
e-mail a: info.clas@pul.it; comunicazione@pul.it segreteria.clas@pul.it
Tel. 06.69895607 Fax: 06.69886539
FONTE: Repubblica | x |
Le elezioni del prossimo Presidente della Repubblica sono imminenti  Tra pochi giorni sapremo chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica. Ogni giornale ha le proprie quotazioni e molte sono le opinioni e le preferenze espresse dagli imprenditori italiani, tra questi Roberto Carlino alla guida del Gruppo Immobildream. | x |
Indagine Generazione Erasmus I giovani esortano UE meno burocratica  Indagine sulla “Generazione Erasmus”: i giovani esortano l’Unione Europea ad essere meno burocratica e più compatta nel panorama internazionale. Più di due terzi degli intervistati ha espresso un parere positivo su ciò che l’Europa rappresenta per loro.
Più di due terzi dei 1.500 giovani intervistati nell’Unione Europea ha espresso un parere positivo su tale istituzione e sui valori che essa rappresenta, quali pace, diversità e unità. Solo il 14% di essi ha un’opinione negativa sull’UE.
È quanto emerso da una recente indagine con la quale è stato chiesto a giovani dei 28 Stati membri cosa rappresenta l’Unione Europea per loro e quali dovrebbero essere le priorità dei leader europei nei prossimi cinque anni.
L’indagine sulla “Generazione Erasmus” - condotta da ThinkYoung, un think tank con sede a Bruxelles, e da Burson-Marsteller, agenzia leader a livello globale nelle Pubbliche Relazioni, nelle strategie di comunicazione e nel Public Affairs - ha coinvolto 1.500 giovani ai quali è stato sottoposto un questionario online. L’obiettivo dell’indagine è quello di mettere in evidenza i valori delle generazioni tra i 18 e i 40 anni per contribuire a tracciare la rotta politica dell’Unione Europea invitando i leader in carica ad agire concretamente.
Alla domanda “qual è la prima parola che ti viene in mente quando pensi all’Unione Europea”, le risposte sono state positive. Le parole più associate all’UE sono state “pace”, “futuro”, “diversità” e “unità”. Tuttavia, anche “burocrazia” è un termine ricorrente, a testimoniare che molti giovani considerano l’UE un’istituzione che agisce con lentezza e nella quale decisioni importanti vengono assunte da funzionari piuttosto che da rappresentanti democraticamente eletti.
La predisposizione favorevole dei giovani cittadini europei trova concreta espressione nell’indagine che mostra come il 67% degli intervistati nutra un’opinione positiva del “progetto Europeo”. Inoltre ritengono essenziale che l’UE rimanga unita al fine di una sua più incisiva operatività.
Quest’ultima considerazione accomuna la maggior parte degli intervistati, i quali ritengono che l’Unione Europea possa effettivamente giocare un ruolo rilevante sulla scena internazionale. Solo il 17% crede che il proprio Paese di origine possa essere più competitivo agendo in modo del tutto indipendente.
Le risposte degli italiani intervistati sono in linea con la media europea. È comunque interessante l’opinione espressa riguardo alla loro qualità di vita, confrontata con quella della generazione dei genitori. Quasi il 40% ritiene di stare peggio, mentre il 18% afferma di stare nelle stesse condizioni. Di contro, il 30% dice di stare meglio, ma il 12% non sa ancora dare una risposta. Anche rispetto ai valori del vivere sociale, gli italiani intervistati sono allineati alla media europea.
In particolare, il 61% degli intervistati mette al primo posto la “pace” e la “stabilità”, facendo seguire subito dopo la “diversity” e la libertà di espressione e di movimento.
Ancora una volta si rileva un atteggiamento critico nei confronti della burocrazia: oltre il 33% ritiene che sia un ostacolo allo sviluppo. Se si somma il valore dato al diritto dei cittadini di viaggiare liberamente nell’Unione a quello di vivere e studiare in un altro Stato membro, si arriva ad un 83% di opinioni favorevoli.
Partecipazione democratica
L’82% degli intervistati riferisce di essere interessato alla politica europea e il 65% è convinto che il proprio voto possa fare la differenza. Nonostante ciò, la maggioranza dei giovani sottolinea come siano solo le persone più adulte ad avere influenza in politica.
“La generazione Erasmus rappresenta il futuro dell’Europa e siamo convinti che i decision-makers debbano tenere in forte considerazione le opinioni dei più giovani. I politici dovrebbero fare di più per invogliare i giovani a prendere parte al processo di definizione della politica europea grazie a un’attiva partecipazione nel processo democratico e nel dibattito politico”, afferma Karen Massin, CEO di Burson-Marsteller Bruxelles e Leader EMEA della Practice del Public Affairs.
Tale progetto di ricerca fa parte di “Europe Decides”, iniziativa lanciata da Burson-Marsteller Bruxelles con l’obiettivo di seguire da vicino gli sviluppi politici all’interno dell’Unione Europea, i cambiamenti istituzionali e i loro impatto nei diversi ambiti politici.
“L’indagine sulla Generazione Erasmus fornisce una panoramica sulle opinioni e i punti di vista dei giovani cittadini europei ed evidenzia le aspettative dei giovani sulle iniziative politiche che l’Unione dovrebbe adottare nei prossimi cinque anni”, dichiara Andrea Gerosa di Think Young.
Burson-Marsteller Burson-Marsteller, fondata nel 1953, è un’agenzia leader a livello globale nelle Pubbliche Relazioni, nelle strategie di comunicazione e nel Public Affairs. I servizi di comunicazione integrata offerti ai clienti includono i rapporti istituzionali, le relazioni con il Parlamento ed il Governo, il crisis management, la web reputation e le strategie digital. Il network dell’agenzia a livello mondiale comprende 73 uffici and 85 affiliati, operanti in 110 Paesi nei sei continenti. Burson-Marsteller fa parte di Young & Rubicam, che appartiene al Gruppo WPP, leader mondiale nei servizi di comunicazione. Per ulteriori informazioni, consultate il sito www.bm.com.
ThinkYoung ThinkYoung è il primo think-tank europeo che si occupa dei giovani. È stato fondato a Bruxelles nel 2007 con uffici a Ginevra e Hong Kong. È un’organizzazione no profit che guarda al mondo dei giovani e realizza studi, sondaggi, documentari, proposte politiche per i giovani in cinque campi di ricerca: impresa, educazione, relazioni UE-Asia, allargamento dell’Unione Europea e ambiente. Dalla sua fondazione, i progetti di ThinkYoung hanno coinvolto più di 300.000 giovani.
FONTE: GenerationErasmus | x |
Tarcisio Bertone, la memoria di Don Bosco prete-educatore  Il Cardinale Tarcisio Bertone: abbiamo appena concluso le celebrazioni dell’Anno Bicentenario della nascita di Don Bosco e noi non ci stanchiamo mai di riflettere sui suoi insegnamenti ed i suoi esempi, per applicare il progetto educativo nella complessa società del nostro tempo. Per rinnovare la memoria della straordinaria testimonianza di Don Bosco, prete-educatore, riandiamo agli anni della sua formazione e della sua carità sconfinata verso i giovani poveri e abbandonati. | x |
#VIENIVIACONME: "Servizi anche al Sud e regole subito" (Indagine Fleed)  Gli italiani amano la mobilità condivisa: "Servizi anche al Sud e regole subito". Il successo di car sharing e car pooling è destinato a durare. Lo dice l'indagine realizzata da Fleed Digital Consulting e Digiconsum.
#vieniviaconme, gli italiani e la mobilità condivisa
Gli italiani amano la mobilità condivisa e sempre più spesso lasciano l'auto a casa e scelgono di muoversi grazie ai servizi di car sharing e car pooling. I vantaggi infatti sono tantissimi: condividere l'auto significa razionalizzare i costi di carburante e di manutenzione, significare avere meno traffico in strada e quindi abbattere le emissioni inquinanti e migliorare la qualità della vita. Questo quanto emerso dalla ricerca #vieniviaconme, realizzata da Fleed Digital Consulting, azienda specializzata nella comunicazione web e nel monitoraggio della rete. Ma non finisce qui. Dallo studio si denota che gli utenti sono informati e in grado di comparare i diversi servizi. Non mostrano una marcata fidelizzazione ad un brand rispetto ad un altro ma, al contrario, tendono a utilizzare il servizio più conveniente a seconda delle specifiche necessità.
C'è poi una richiesta che arriva dai consumatori: estendere i servizi nelle aree geografiche dove non sono presenti. Al Sud ci si domanda se questa tipologia di servizi partirà mai. Qualcosa si comincia a muovere anche lì. Solo pochi giorni fa, a Palermo è stato lanciato il car sharing elettrico più grande d'Italia. Il Comune e l'azienda dei trasporti locali Amat, in collaborazione con Renault Italia ed Enel hanno presentato 24 Renault ZOE 100% elettriche che assicureranno ogni giorno il servizio e sosteranno in 5 parcheggi dislocati in città. Sedici invece le stazioni dove sarà possibile ricaricare le vetture. E' proprio su queste collaborazioni tra servizio pubblico e privato che i consumatori consigliano di puntare di più: sono tutti d'accordo sulle agevolazioni che alcuni Comuni hanno deciso di dare a questi servizi. In cambio però, i cittadini-utenti vorrebbero che le aziende di settore si comportassero un po' come se fossero realtà pubbliche introducendo delle agevolazioni per i soggetti deboli. Negativo però nel suo complesso il quadro che emerge sulle istituzioni: la legislazione non è al passo con i tempi quindi la politica dovrebbe spingere per introdurre una normativa di settore chiara. Si chiede anche di evitare che le legislazione evolva per sentenze creando così un quadro di incertezza e di dare maggiore sicurezza al cittadino in ordine ai propri diritti e doveri.
Commenta Paolo Cardini, presidente di Digiconsum, associazione di promozione sociale che per obiettivo la tutela dei consumatori digitali: "L'utente é entusiasta di questi servizi e chiede alla politica di dare delle risposte rapide. Risposte che tardano ad arrivare. I giovani sono sempre meno attaccati al concetto di proprietà. Si tratta di un cambio di mentalità che la politica ancora non ha colto". La politica dovrebbe invece cogliere il cambiamento e intervenire prima che i 'problemi' si presentino per regolamentare.
Cosa chiedono le aziende del settore alla politica. L'azienda del cane a sei zampe ribadisce di voler discutere con le amministrazioni e di voler contribuire a colmare le lacune del trasporto pubblico locale italiano. "Ad oggi per lanciare il servizio di car sharing è necessario aspettare i bandi dei Comuni e partecipare. I bandi sono diversi da città a città e ci sono città dove non vengono fatti. E' questo il motivo per cui il car sharing non è presente a Bologna", spiega Giuseppe Macchia, di Eni Enjoy, durante il convegno. Per aiutare lo sviluppo della mobilità condivisa si potrebbe quindi partire da qui. La risposta della politica. All'incontro ha partecipato Sergio Boccadutri, parlamentare del Pd, secondo il quale ci sono tre problemi da risolvere: il tema fiscale, chi produce reddito deve pagare le tasse (va chiarito come ma è facilmente risolvibile); il tema della responsabilità e la terza questione, la più delicata, relativa alla natura contrattuale tra l'azienda, che offre il servizio e chi lo utilizza, il consumatore. "Costruire una norma quadro che nella policy delle singole app si va a delineare nel dettaglio e far intervenire l'autorità Antitrust in caso di problemi", la proposta dell'onorevole. "I diritti dei cittadini (quello di muoversi) in questo caso si mescolano con quelli dei consumatori quindi le norme devono considerare anche questo aspetto", conclude Boccadutri.
Per Franco Bordo, deputato di Sinistra ecologia e libertà, il settore dovrebbe essere regolamentato da un Piano della mobilità che definisce "una necessità" anche se ammette "non riusciamo a produrlo". "Abbiamo depositato una proposta di legge per rifinanziare il fondo per la mobilità sostenibile finanziato nel 2006 e poi rimasto al palo". "Questo vorrebbe dire anche dare un sostegno alle imprese, che danno un supporto al trasporto pubblico che non é sufficientemente garantito in molte città d'Italia", continua. "Sulla fiscalità - aggiunge Bordo - bisogna prendere un impegno per ridurre gli oneri di chi paga se si abbona anche ai privati. Car pooling e car sharing non possono essere sostitutive ma possono essere finanziate perché integrano e aiutano a garantire un diritto".
La ricerca. Oltre 100 mila le fonti web italiane analizzate per otto mesi da Fleed Digital Consulting. Le keywords ricercate sono stati i brand che operano nel settore (8 le aziende monitorate: Uber, Car2go, Letzgo, Twist, Blablacar, Enjoy, MyTaxi e Share'Ngo) più le espressioni car pooling, car sharing e ride sharing. Dall'analisi è emerso che Uber è il brand più dibattuto con oltre 80 mila citazioni. La causa della notorietà è legata principalmente alla polemica con i tassisti, che ha visto protagonista questa realtà imprenditoriale, e alla sentenza del tribunale di Milano, che lo scorso mese di giugno ha sancito il blocco in tutta Italia del servizio di Uber Pop, che si differenzia dal servizio Uber, perché in quest'ultimo caso gli autisti hanno una regolare licenza mentre nel caso del servizio oggetto della sentenza del tribunale qualunque privato può diventare un autista.
Carlo Tursi, general manager Uber Italia, spiega così il successo: "Uber fa una cosa molto semplice: consente alla gente di spostarsi in città usufruendo di autisti per professione oppure nel caso di Uber Pop, grazie ad un modello di condivisione tra privati". Servizio quest'ultimo che è stato sospeso a giugno, dopo la sentenza del tribunale di Milano. "La risposta dei consumatori al servizio è stata fantastica e il motivo è semplice: si tratta di servizi che migliorano la vita dei cittadini che non si devono preoccupare di multe, parcheggi e che permette loro anche di risparmiare", continua. "Le piattaforme di sharing economy, oltre a migliorare la vita dei cittadini, possono dare una spinta all'economia del Paese. Per questo necessitano di nuove regole che garantiscano la sicurezza e i diritti dei consumatori".
Al secondo posto della classifica dei brand più social troviamo Blablacar, apprezzato dagli utenti soprattutto per l'esperienza sociale che permette di fare: vivere un viaggio in compagnia di gente sconosciuta e contribuire alla nascita di nuove amicizie.
Andrea Saviani, country manager di Blablacar: "Siamo una piattaforma di condivisione di passaggi in auto sulle lunghe distanze. Il viaggio medio é di 350 chilometri. Per risparmiare sui costi, per fare un esempio, il proprietario di un auto che deve andare da Roma a Milano ed ha 3 posti auto liberi li mette in condivisione. Si tratta di una community non professionale dove l'obiettivo non é guadagnare ma tagliare i costi". Blablacar oggi è presente in 19 Paesi. "Il sistema di sicurezza ha permesso questo successo", afferma Saviani. "Si viaggia sicuri con uno sconosciuto. Come? La community é parte attiva con il rating. A questo abbiamo aggiunto un team di 100 persone che analizza i commenti degli utenti al fine di estromettere chi non rispetta le regole. Il tasso di soddisfazione degli utenti è del 98 per cento". A seguire troviamo Car2go, Enjoy, Mytaxi, Twist, Letzgo e Sharen'n go. Twitter il social media più utilizzato per discutere di mobilità sostenibile. Sul web anche i media trattano l'argomento che però è sottovalutato poichè ci si limita a raccontare la cronaca. Milano la città laboratorio dove si testano i servizi.
FONTE: Today.it | x |
Cardinale Tarcisio Bertone difendersi dalle calunnie è quasi impossibile  L’ex segretario di Stato si ritrova al centro delle polemiche si difende: «Sono 296 metri quadrati, non ci vivo da solo. Per i lavori ho usato 300 mila euro di risparmi miei I 200 mila versati dalla Fondazione Bambin Gesù? Io non ho autorizzato nulla»
CITTÀ DEL VATICANO - «È una vergogna, non so come difendermi, difendersi dalle calunnie è quasi impossibile. Le vittime sono impotenti». Il cardinale Tarcisio Bertone ha la voce stanca. L’ex segretario di Stato si ritrova al centro delle polemiche, come nel primo Vatileaks. Di nuovo la faccenda dell’appartamento: lo avrebbe ristrutturato con i soldi della Fondazione Bambin Gesù per i bimbi malati. «È offensivo, un’altra delle tante accuse ingiuste e menzognere che ho ricevuto in questi anni».
E allora cosa è successo?
«Premetto che gli appartamenti assegnati ai cardinali della Curia romana sono di proprietà del Governatorato vaticano o dell’Apsa, e vengono ristrutturati a cura delle amministrazioni con spese messe a bilancio anno per anno».
E nel suo caso, eminenza?
«Quanto all’appartamento che mi è stato assegnato d’accordo con papa Francesco e i superiori del Governatorato, mi è stato comunicato che quell’anno non era messa a bilancio alcuna somma per la ristrutturazione e avrei dovuto sostenere io le spese. I lavori furono affidati alla ditta Castelli, il cui ad è Antonio Bandera. Mentre avanzavano i lavori e alla Ragioneria arrivavano le fatture da pagare, fui invitato dal Governatorato a saldare. E in effetti, come risulta da una precisa documentazione, ho versato al Governatorato la somma: dal mio conto».
Quanto ha pagato? «Erano due appartamenti disastrati e abbandonati da anni. Il Governatorato mi ha comunicato una spesa sui 300 mila euro: ho pagato con i miei risparmi per un appartamento che non è di mia proprietà e resterà al Governatorato».
La Fondazione Bambin Gesù ha pagato 200 mila euro, però.
«Così dicono. Solo dopo ho saputo che erano state presentate fatture anche alla Fondazione. Io non ho visto nulla. Ed escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione ad alcun pagamento. Ho dato istruzioni al mio avvocato, Michele Gentiloni Silveri, di svolgere indagini per verificare cosa sia realmente accaduto. Nel caso venisse accertato che sono state effettuate azioni fraudolente a mio danno, è chiaro, non esiterò a reagire. Vorrei vedere cosa è stato pagato e quanto, il verbale che lo testimonierebbe».
Dicono: il Papa vive in 50 metri quadrati e lei nel lusso.
«Io non vivo nel lusso».
Per chiarire: 700, 500, 350 metri quadri?
«L’appartamento è di 296 metri quadrati. E non ci vivo da solo. Abito con una comunità di tre suore che mi aiutano, c’è anche una segretaria che il Santo Padre mi ha concesso per scrivere la memoria di tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. C’è la biblioteca, l’archivio, le camere per tutti...».
E il terrazzo?
«Sempre questa storia dell’attico con vista su San Pietro. Non esiste nessun attico. Io abito al terzo piano e il terrazzo non è mio, è stato risanato durante i lavori ma è quello condominiale, in cima al palazzo. È di tutti gli inquilini, cardinali e arcivescovi, che ci vivono».
Si parla anche di un volo in elicottero da 24 mila euro...
«Mi fu messo a disposizione da non so quale ente. Ricordo che partimmo da un campo sportivo fuori dal Vaticano. Mi ha trasportato all’inaugurazione del centro regionale Bambino Gesù della Basilicata, a Potenza, il 24 febbraio 2012».
Dice che la calunniano: si è chiesto perché ?
«Io mi ritengo una vittima di questi anni. Ho lavorato al servizio dei Papi con fedeltà e dedizione, e anche al servizio del Bambin Gesù. Ho fatto tanto e ora mi ritrovo queste accuse infamanti. Non so, ormai sono nel mirino. Il nome Bertone richiama subito l’attenzione» .
FONTE: Corriere.it | x |
Tarcisio Bertone Vatileaks, Calunnie, ho pagato io l'appartamento  "È una vergogna, non so come difendermi, difendersi dalle calunnie è quasi impossibile. Le vittime sono impotenti". Così Tarcisio Bertone in una intervista al Corriere della Sera si difende dalle accuse di essersi fatto ristrutturare il proprio appartamento con i soldi della Fondazione Bambin Gesù per i bimbi malati.
"È offensivo - replica - un'altra delle tante accuse ingiuste e menzognere che ho ricevuto in questi anni".
Dell'appartamento dice: "Sono 296 metri quadrati, non ci vivo da solo. Per i lavori ho usato 300 mila euro di risparmi miei. I 200 mila versati dalla Fondazione Bambin Gesù? Così dicono, ma io non ho autorizzato nulla". Annuncia di aver dato mandato al suo avvocato "di svolgere indagini per verificare cosa sia realmente accaduto. Nel caso venisse accertato che sono state effettuate azioni fraudolente a mio danno - spiega Bertone - è chiaro, non esiterò a reagire. Vorrei vedere cosa è stato pagato e quanto, il verbale che lo testimonierebbe".
Delle calunnie ricevute dice di ritenersi "una vittima di questi anni. Ho lavorato al servizio dei Papi con fedeltà e dedizione, e anche al servizio del Bambin Gesù. Ho fatto tanto e ora mi ritrovo queste accuse infamanti. Non so, ormai sono nel mirino. Il nome Bertone richiama subito l'attenzione".
FONTE: huffingtonpost.it | x |
Cardinale Tarcisio Bertone, intervista al “Cittadino” di Genova  Cardinale Bertone, Segretario di Stato emerito: “… ho presenti tutti, specialmente nella preghiera quotidiana, nella quale ricordo i Vescovi che mi hanno preceduto e i sacerdoti vivi e defunti, insieme alla necessità di tante famiglie. Le perfette celebrazioni liturgiche nella Cattedrale, i pellegrinaggi mensili al Santuario della Madonna della Guardia, le processioni nella città, gli incontri con le Confraternite, gli incontri negli Ospedali (cito in modo speciale il Gaslini e il Galliera, che hanno un rapporto, oltre che affettivo, istituzionale con l’Arcivescovo di Genova), gli incontri con le fabbriche preparati dai valorosi Cappellani del lavoro…”
DON GRILLI Buon giorno, Eminenza, innanzitutto la ringraziamo per questa intervista che concede a Il Cittadino, settimanale cattolico di Genova e a Teleradiopace di Chiavari. E’ di questi giorni l’inizio di una sinergia tra Il Cittadino - che produce anche dei servizi televisivi - e Teleradiopace di Chiavari, emittente che trasmette i nostri servizi anche sul territorio genovese. A novembre Il Cittadino, che sappiamo Lei riceve e legge, compie 40 anni. Ci fa piacere ricordarLe come sia stato Lei, negli anni in cui era Arcivescovo di Genova, a riconsegnare al settimanale il glorioso nome de Il Cittadino che per oltre cent’anni era stato il quotidiano dei cattolici genovesi…
CARDINALE BERTONE Sono lieto di unirmi nei festeggiamenti del 40° del settimanale “Il Cittadino” che è stato fondato dal sempre ricordato Cardinale Siri e che è stato testimone di tante battaglie per la custodia della fede, per la tutela dei diritti e l’efficace azione sociale dei cattolici genovesi. Proprio in relazione alla sua gloriosa storia, ho voluto riprendere l’antica denominazione per farne un punto di riferimento esplicito ai cittadini di Genova, come racconto delle loro vicende liete e tristi e come stimolo a realizzare con fedeltà i progetti pastorali che via via si andavano affermando.
DON GRILLI Genova ha sempre voluto bene ai suoi Vescovi e non l’ha dimenticata. In un’intervista che aveva rilasciato a Il Cittadino nei giorni del suo commiato aveva affermato che le saremmo sempre rimasti nel cuore. Sono passati da allora quasi dieci anni. Quale ricordo serba della Chiesa e della città?
CARDINALE BERTONE Devo confessare che ho rivisto tante volte la cronaca dei brevi anni della mia permanenza a Genova ed ho potuto così rivivere gli incontri con le parrocchie, con le comunità religiose, con le associazioni laicali, con i giovani, con le forze del lavoro, le autorità civili e con gli sportivi. Ho davanti a me la galleria di tanti volti, di tante persone buone che si sono prodigate per il bene della città e della Diocesi. Ho presenti tutti, specialmente nella preghiera quotidiana, nella quale ricordo i Vescovi che mi hanno preceduto e i sacerdoti vivi e defunti, insieme alla necessità di tante famiglie. Le perfette celebrazioni liturgiche nella Cattedrale, i pellegrinaggi mensili al Santuario della Madonna della Guardia, le processioni nella città, gli incontri con le Confraternite, gli incontri negli Ospedali (cito in modo speciale il Gaslini e il Galliera, che hanno un rapporto, oltre che affettivo, istituzionale con l’Arcivescovo di Genova), gli incontri con le fabbriche preparati dai valorosi Cappellani del lavoro… C’è poi una iniziativa che ho promosso e che continua lietamente ogni anno, cioè il pellegrinaggio dei cresimandi a Roma, con la preghiera nei Giardini Vaticani davanti alla Grotta di Lourdes, e con l’appuntamento dell’Angelus del Papa in Piazza San Pietro. Tutto ciò ha lasciato una traccia indelebile nella mia memoria e nel mio cuore. Non manco di seguire ancora il cammino delle due squadre di calcio della città: il Genoa e la Sampdoria. Sono rimasto toccato quando c’è stata l’alluvione a Genova che purtroppo ha lasciato delle ferite non ancora risolte e in qualche modo ho voluto rendermi vicino con un contributo per le famiglie più colpite.
DON GRILLI Ogni anno Il Cittadino offre ai suoi abbonati un’agenda, come segno di amicizia e gratitudine. Ci pregiamo in questa circostanza di consegnarne una copia anche a Lei. L’Agenda porta il titolo “Genova nella storia dei suoi Vescovi”, tra i quali c’è naturalmente sunteggiata anche la sua biografia…
CARDINALE BERTONE La pubblicazione dell’Agenda, direi così “tematica”, è diventata una tradizione del Cittadino e credo che sia un dono molto gradito. Ho ancora con me l’Agenda del 2015 sulle Confraternite di Liguria e sono grato per il dono dell’Agenda 2016 con la storia del Vescovi di Genova. Potrò così rivivere le tappe di sviluppo della nostra comunità credente e ringraziare Dio per il dono di tanti esimi Pastori. Ringrazio anche per la presentazione della mia biografia che offrirà alla popolazione un ricordo visivo del loro precedente Arcivescovo.
DON GRILLI Dal 2002 al 2006 è stato anche Presidente della Conferenza Episcopale Ligure. Pensiamo che anche i Vescovi e le Chiese che sono in Liguria le siano rimasti nel cuore, ma in particolare i sacerdoti genovesi, dodici dei quali oggi sono Vescovi e tra loro tre sono Cardinali… I volti dei sacerdoti genovesi li può rivedere nell’annuario che Le consegniamo…
CARDINALE BERTONE L’Arcivescovo di Genova normalmente è eletto Presidente della Conferenza Episcopale Ligure e per le misure di questa Circoscrizione ecclesiastica è facile per lui accogliere gli inviti di partecipare alle manifestazioni più significative, pensiamo ad esempio agli anniversari delle apparizioni della Madonna o della dedicazione dei Santuari, ad esempio Arma di Taggia, Montallegro, Tortona, Savona… E quindi è facile percorrere i capoluoghi da La Spezia, Chiavari fino a Ventimiglia San Remo. Però vi ringrazio in maniera speciale dell’Annuario aggiornato dei Sacerdoti, sia diocesani, sia religiosi. Rivedrò volentieri i loro volti e per ognuno avrò un ricordo e una preghiera speciale.
DON GRILLI Vogliamo pensare che i suoi “anni genovesi” siano stati “anni impegnativi ma sereni”, se confrontati con le fatiche, i problemi, che – insieme alle gioie – ha sperimentato a Roma con il gravoso incarico di Segretario di Stato…
CARDINALE BERTONE E’ vero! Il lavoro pastorale a Genova è stato intenso e i miei segretari sanno qualcosa delle scorribande tra una parrocchia e l’altra, tra un appuntamento e l’altro, tra una celebrazione e un incontro con le autorità civili, o una adorazione notturna, o la recita serale del rosario… Non posso dimenticare l’anno della visita personale a tutti i Sacerdoti e ai loro cari, con il famoso “maggiolino” guidato da Monsignor Di Gregorio. Però non c’è dubbio che il lavoro di Segretario di Stato apre lo sguardo e la dedizione ai problemi di tutto il mondo, alle Chiese di tutto il mondo, soprattutto alle situazioni di conflitto nei vari Paesi e ai punti cruciali ove l’impegno della Chiesa per la pace e per la riconciliazione è più attivo e più appassionato. Sia nei contatti personali, come ad esempio le visite di stato in Vaticano, sia nei miei viaggi pastorali, o accompagnando i Papi nei viaggi apostolici, ho potuto constatare da vicino le necessità, le attese, la riconoscenza per l’opera della Chiesa in tutte le sue componenti distribuite geograficamente sulla faccia della terra. Si può immaginare come tutto ciò influisca sulle preoccupazioni e sulle intenzioni di preghiera di una persona.
Fonte Il Cittadino
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Tarcisio Bertone, il contributo del Cardinale all'Assemblea della Cep  La prima relazione all’Assemblea plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Cep), che si è aperta ieri (vedi Fides 27 e 30/11/2015), è stata tenuta dal Cardinale Tarcisio Bertone sul tema “Coscienza Ecclesiale e Capacità Evangelizzatrice nelle Chiese Giovani”.
“Le Chiese Giovani con i loro problemi e i loro difetti – ha evidenziato il Cardinale Tarcisio Bertone- , ma con le loro risorse di vocazioni sacerdotali e religiose e di entusiastica adesione al Vangelo, sono diventate soggetti di missione per le vecchie Chiese, soprattutto europee, in un interscambio di persone e di opere da un continente all’altro".
Accennano quindi al lavoro di inchiesta fatto dalla Cep in vista dell’Assemblea plenaria, che ha interessato 1.120 soggetti missionari, ha proseguito: "Riguardo alla coscienza ecclesiale e alla capacità evangelizzatrice, le 262 circoscrizioni prese in considerazione dall’inchiesta hanno evidenziato nel decreto Ad gentes le idee-motrici sintetizzate in sei parole chiave: missione, testimonianza, annuncio, catechesi, apostolato, inculturazione".
Parlando della capacità di evangelizzare, il Cardinale Bertone ha indicato una serie di elementi da considerare centrali: l’affermazione del primato di Dio, l’entusiasmo di far conoscere Cristo, il coraggio di dare testimonianza, l’opzione per i poveri, il dialogo, il rendere visibile la Chiesa nella promozione umana, il vivere il senso autentico della comunità, il buon rapporto tra Chiesa e Stato, la progettazione della formazione alla missione, la collegialità episcopale, la prevalenza del clero autoctono, il senso del dovere di evangelizzare, la collaborazione con le Pontificie Opere Missionarie, l’appartenenza alla Chiesa locale.
"Dobbiamo coniugare l’annuncio con una comunicazione accessibile e convincente e con una vita santa, ma nello stesso tempo con la piena condivisione della vita di coloro a cui annunciamo" ha detto nella conclusione il Cardinale Bertone. (CE) (Agenzia Fides, 01/12/2015)
Il testo integrale della relazione del Card. Bertone (in italiano)
Fonte FIDES | x |
Cardinal Tarcisio Bertone, la 2°parte dell'intervista al Cittadino di Genova  Cardinale Bertone, Segretario di Stato emerito: “Una delle esperienze più belle della mia vita è stato il rapporto con Cuba. Conoscevo già da anni il Vescovo di Santa Clara ed ho fatto poi ben cinque viaggi a Cuba. Uno memorabile è stato nel 2004 come Arcivescovo di Genova.”
DON GRILLI E’ appena terminato il Convegno Ecclesiale di Firenze: un appuntamento a metà del cammino della Chiesa Italiana nel decennio 2010-2020 dedicato al tema dell’educazione con il Documento “Educare alla vita buona del Vangelo”. Ci pregiamo di consegnarle una pubblicazione che riassume il programma pastorale messo in atto dalla Diocesi genovese in questi cinque anni vissuti in comunione con il Santo Padre e con la Chiesa italiana. C’è qualche particolare sinergia tra Vaticano/Segreteria di Stato e Conferenza Episcopale Italiana, che dal 2007 è guidata dall’Arcivescovo di Genova, il Card. Bagnasco?
CARDINALE BERTONE E’ ovvio che il Papa e i suoi più stretti collaboratori, pur guardando il panorama di tutte le Chiese e della comunità internazionale, hanno una particolare attenzione verso la Chiesa che è in Italia. Sia per la naturale funzione del Papa come Vescovo di Roma, sia per i rapporti evidenti di vicinanza con il territorio italiano e con le sue popolazioni. La Conferenza Episcopale Italiana nell’esercizio delle sue funzioni e delle sue competenze è strettamente unita alla Santa Sede ed ai suoi rappresentanti e posso testimoniare personalmente che ciò si è verificato anche nel periodo di presidenza dal Cardinale Bagnasco. L’episcopato italiano, nella sua storia anche più recente, è sovente punto di riferimento di altri episcopati sparsi nel mondo ed ha una missione preziosa verso la comunità internazionale in una rete di relazioni, soprattutto di carattere umanitario. Il Cardinale Bagnasco ha avuto ed ha frequenti udienze personali con il Santo Padre, sia con Papa Benedetto XVI, sia oggi con Papa Francesco. Con il sottoscritto abbiamo avuto molteplici incontri durante i quali è naturale che, oltre ai problemi della Chiesa italiana, si parlasse anche della nostra cara Diocesi di Genova, per interscambio di informazioni, di suggerimenti, di aiuto reciproco.
DON GRILLI Papa Benedetto XVI la richiamò a Roma questa volta come Segretario di Stato. Cosa può dirci degli anni vissuti al suo servizio e a servizio della Chiesa Universale?
CARDINALE BERTONE Penso che tutti ricorderanno la lettera che Papa Benedetto XVI scrisse ai genovesi per annunciare la mia chiamata a Roma come Segretario di Stato. Fu una sorpresa per me quando me lo confidò la prima volta e fu una sorpresa per tutti. Ma l’esperienza vissuta accanto a Papa Benedetto XVI che in qualche modo continuava la collaborazione avuta alla Congregazione per la Dottrina della fede, fu una scuola di umanità, una scuola di fede, una scuola di spiritualità. Oltre alle udienze settimanali del lunedì chiamate “di tabella”, ricordo anche gli altri incontri casuali, occasionali, per riunioni, ad esempio “interdicasteriali”, per problemi emergenti della Chiesa o della comunità mondiale. Ricordo i viaggi internazionali fatti con lui, sempre preceduti da qualche paura o da qualche previsione negativa, ma poi realizzati con grande partecipazione di popolo, con ammirazione universale per il suo pensiero e i suoi messaggi. Cito ad esempio i viaggi in Turchia, nel Regno Unito, a Berlino, in Libano, a Cuba, in Africa, ecc… Cito anche le due Giornate Mondiali della Gioventù a Colonia, con la celebre adorazione eucaristica notturna, e in Spagna, con la moltitudine impressionante di giovani e la bufera che si scatenò nell’arena dell’assemblea serale ma che non spaventò l’eroica resistenza del Papa e dei giovani.
DON GRILLI Dopo il ritiro di Papa Benedetto XVI, Lei ha collaborato con Papa Francesco, cessando nell’incarico di Segretario di Stato nell’ottobre 2013, ben al di là della scadenza canonica dei 75 anni d’età…
CARDINALE BERTONE Papa Francesco, appena dopo l’elezione mi ringraziò per la generosità, la dedizione e la fedeltà avute nel servizio di Segretario di Stato e mi confermò per alcuni mesi al suo servizio con lo stesso incarico. Ha scritto poi nella prefazione ad un mio libro: “La sua pacata e matura esperienza di servitore della Chiesa ha aiutato anche me, chiamato alla Sede di Pietro da un Paese lontano, nell’avvio di un insieme di relazioni istituzionali doverose per un Pontefice”. Ho seguito la sua vulcanica attività e le sue direttive fino al 15 ottobre 2013. L’ho anche accompagnato nel viaggio a Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventù. Lo stile e la versatilità di Papa Francesco sono conosciuti da tutti e si può immaginare quanto sia interessante e impegnativo stargli accanto. Egli invita frequentemente a pregare per lui e credo che tutti lo facciamo di cuore.
DON GRILLI Per Sua iniziativa, negli anni in cui era Arcivescovo di Genova, nel 2005, la nostra Diocesi, insieme alla Diocesi di Chiavari, aprì una missione a Cuba. Alla luce dei passi avanti, anche recenti, compiuti da quella Nazione sulla via della libertà democratica e del rispetto dei diritti umani, compresi quelli religiosi, quella scelta è stata significativa…considerando poi il suo ruolo di Segretario di Stato
CARDINALE BERTONE Una delle esperienze più belle della mia vita è stato il rapporto con Cuba. Conoscevo già da anni il Vescovo di Santa Clara ed ho fatto poi ben cinque viaggi a Cuba. Uno memorabile è stato nel 2004 come Arcivescovo di Genova. Andai per presentare i due primi sacerdoti fidei donum alla Diocesi di Santa Clara e fui ricevuto personalmente dal Comandante Fidel Castro in una memorabile e lunga udienza che toccò una molteplicità di argomenti di carattere sociale e formativo (ad esempio valori e disvalori nella gioventù) e di carattere internazionale. Poi, come Segretario di Stato tornai nel 2008, nel decimo anniversario della famosa visita di San Giovanni Paolo II, e fui ricevuto come prima autorità estera, da Raul Castro che nel frattempo era diventato Presidente, e infine tornai a Cuba nel 2012 con Papa Benedetto XVI e non fu l’ultima volta. Si può dire quindi che il rapporto con Cuba, con le Chiese locali e con le Autorità dell’Isola si sviluppò in diversi anni attraverso incontri e contatti che prepararono senza dubbio il terreno ai successivi sviluppi che con l’avvento di Papa Francesco si sono realizzati, e che promettono altri traguardi che ci auguriamo e per i quali preghiamo.
DON GRILLI Come si svolge la sua giornata ora che è libero dalle responsabilità universali della Segreteria di Stato?
CARDINALE BERTONE Continua il ritmo di preghiera, di vita comunitaria, come di partecipazione alle celebrazioni pontificie nella Basilica di San Pietro. Ho ancora un po’ di lavoro istituzionale come Membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli che si raduna normalmente ogni quindici giorni, e poi accetto inviti per attività pastorali, esercizi spirituali, o iniziative culturali come convegni, conferenze, ecc. Quest’anno ho raccolto in un libro i miei discorsi di carattere sociale e economico. Sono in cantiere altre raccolte: per esempio omelie tematiche o interventi sullo sport, ecc. Ho dato diverse interviste, soprattutto sul bicentenario della nascita di Don Bosco. L’anno scorso a dicembre sono ancora stato a Cuba a inaugurare il Santuario della Virgen de la Caridad a Santa Clara e durante l’estate sono stato in Guatemala e in Messico con diversi impegni pastorali.
DON GRILLI Grazie Eminenza per il tempo che ci ha dedicato con questa intervista, il Cittadino e Teleradiopace di Chiavari Le augurano ogni bene
CARDINALE BERTONE Ringrazio voi della bella occasione che mi avete dato di incontrarvi. Voglio salutare tutti i Vescovi della Liguria, in modo speciale il Metropolita Sua Eminenza il Cardinale Bagnasco, tutti i telespettatori di Teleradiopace di Chiavari con il Vescovo Monsignor Tanasini, tutti i collaboratori del glorioso settimanale “Il Cittadino”. Mi raccomando alle preghiere di tutti e su tutti invoco la benedizione del Signore.
Fonte Il Cittadino | x |
Cardinale Tarcisio Bertone, “Il Cittadino” del 27 dicembre 2015  Cardinale Tarcisio Bertone: “Tante opere di beneficenza: non lo dico per “farmi bello” ma per sostenere la fede dei fedeli semplici che possono essere sconcertati dalle notizie che leggono su di me”
“Come fa un Cardinale ad avere così tanti soldi?” E’ la domanda che tanti si sono fatti leggendo sui giornali che ha pagato di tasca sua più di 300.000 euro per la ristrutturazione del “suo” appartamento. Risponde in maniera pacata Bertone: “Prima di tutto non è vero che quello ristrutturato sia il “mio” appartamento. E’ un appartamento che mi è stato assegnato da Papa Francesco e che è di proprietà del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Quindi tutti i lavori di riqualificazione edilizia dell’immobile rimarranno alla Santa Sede. Quanto alla mia disponibilità finanziaria, ricevo regolarmente uno stipendio e nel corso di questi anni ho ricevuto anche delle offerte personali da parte di benefattori. Devo dire che la mia vita privata, soprattutto ora, non è affatto ricca e dispendiosa come certi articoli di stampa continuano ad insinuare. Ricevo nel mio studio le persone e gli amici che desiderano vedermi e non ho l’abitudine, salvo per qualche circostanza speciale, di invitare a pranzi o a cene, per via di una sobrietà nel cibo alla quale sono abituato. Ricevo in dono a volte dei prodotti alimentari e le suore che sono con me provvedono a distribuire secondo il loro spirito francescano. Negli anni del mio ministero, soprattutto nell’ultimo periodo come Segretario di Stato, non ho dovuto sostenere molte spese dato che i miei impegni di carattere istituzionale erano spesati e la provvidenza che mi veniva data da tante buone persone è sempre stata abbondante. Anche dal punto di vista abitativo in Vaticano non ho l’onere dell’affitto, come è per tutti quelli ai quali è stato dato in uso un appartamento: cardinali, vescovi e anche dei laici. Per questo ho potuto risparmiare e avere la disponibilità economica per alcune necessità ovvie. Fra queste si è presentata anche quella di dover ristrutturare un appartamento, che era in pessime condizioni, per poterlo abitare. Ho deciso allora di addossarmi quell’onere pur sapendo che sarebbe stato di notevole entità. Se avessi trovato qualche aiuto esterno bene, altrimenti sarebbe stata l’occasione per fare un gesto verso la Santa Sede, pagando di tasca mia; i lavori non sarebbero stati solo a mio vantaggio, per il tempo in cui avrei abitato in quella casa, ma l’appartamento opportunamente sistemato sarebbe rimasto al Governatorato per essere poi usato da altri. A volte i Cardinali lasciano come testamento alcuni loro beni alla Santa Sede e per me sarebbe stata l’occasione di fare un’elargizione liberale in quel modo”.
Il Cardinale Bertone prosegue: “So bene che tante famiglie fanno fatica a tirare avanti e devono accendere dei mutui gravosi per assicurarsi la casa. Come Vescovo di Vercelli e di Genova sono venuto a conoscenza di tanti casi di indigenza, e come Segretario di Stato in Vaticano, ho ricevuto tante lettere di persone che mi chiedevano aiuto, soprattutto per trovare lavoro. Cosa difficilissima. Ho fatto del mio meglio distribuendo aiuti a chi me lo chiedeva, anche se non sempre sono riuscito ad accontentare tutti. Però devo confessare – anche se ritengo giusto il detto evangelico “non sappia la sinistra quello che fa la destra” – che ho aperto un conto in banca denominato “per beneficenza” alimentandolo con una parte dei miei risparmi e non solo. Lo dico per fare onore a quelli che hanno contribuito a tessere una rete di aiuti in favore di tante persone. Non lo dico per “farmi bello” ma per sostenere la fede dei fedeli semplici che possono essere sconcertati dalle notizie che leggono su di me.
Nel corso del mio mandato come Segretario di Stato, oltre ai viaggi ed agli impegni istituzionali, ho svolto una intensa azione pastorale, visitando varie diocesi e parrocchie, istituti salesiani, comunità religiose, predicando esercizi spirituali, ecc. Ho anche celebrato messe presso delle fabbriche, ho partecipato a convegni di carattere civile. Insomma non mi sono mai tirato indietro facendo il massimo di quanto ho potuto, non lesinando in fatiche per il mio ministero sacerdotale. Ovunque accettavo l’offerta che erano disposti a darmi, spesso con questa intenzione ‘per la sua carità’. Anche persone benestanti mi dicevano di voler contribuire per qualche opera buona. E tutto questo andava a finire nel conto “per beneficenza”. Questa è stata forse la soddisfazione più bella del mio ministero: distribuire il frutto del mio servizio pastorale”. Poi aggiunge: “Ho ben presente e non mi lascia in pace il brano del Vangelo che parla dell’esame finale al quale saremo sottoposti presentandoci davanti al Creatore: ‘avevo fame… avevo sete… ero nudo, forestiero, ecc… “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere ti abbiamo assistito? Egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (…)
Fonte: Il Cittadino di Genova | x |
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Cardinale Bertone: Il giudizio finale e le due mucche dello Zambia parte 2  Cardinale Tarcisio Bertone: “Durante il giudizio finale spero di essere sostenuto nel rispondere alle impegnative domande del Signore, quando lui vorrà, da quanti ho potuto aiutare, e da quanti ancora adesso posso aiutare.” | x |
Tecnologia Posta elettronica certificata Convegno Gli italiani e la Pec un amore possibile?  Gli italiani e la Pec: un amore possibile? Il 10 dicembre convegno Digiconsum, associazione per la cittadinanza digitale. Parlamentari ed esperti si confrontano sulla Posta elettronica certificata. | x |
#VIENIVIACONME - Gli italiani e le nuove forme di mobilità condivisa  Gli italiani e le nuove forme di mobilità condivisa. Se ne discute martedì 27 ottobre presso la Biblioteca della Camera dei Deputati con le aziende leader del settore – Uber, BlaBlaCar, Car2Go, Enjoy, Letzgo – e con i rappresentanti della politica e delle istituzioni. Organizzano Digiconsum e Fleed Digital Consulting.
Cosa pensano gli italiani delle nuove forme di mobilità condivisa? Quali sono i progetti delle aziende leader nel mercato del Car Sharing e del Car Pooling? Sarà in grado la nostra classe politica di gestire i cambiamenti che la cosiddetta sharing economy impone alle nostre abitudini e al nostro modo di pensare l’economia?
Digiconsum, associazione attiva nella difesa dei diritti dei consumatori digitali, e Fleed Digital Consulting, azienda specializzata nella comunicazione web e nel monitoraggio della rete, provano a rispondere a queste domande presentando #VIENIVIACONME, la prima indagine che analizza le opinioni degli italiani sulle nuove forme di mobilità condivisa partendo dai commenti e dalle discussioni presenti in rete.
FONTE: Fleed.it | x |

Immobiliari Carlino Immobildream: Mattarella persona idonea per la carica di Presidente  Il PD si ricompatta sul nome di Mattarella, convincendo anche la minoranza interna, ma c’è scontro con Forza Italia. Secondo Roberto Carlino, Presidente Immobildream, Sergio Mattarella sarebbe perfettamente adatto alla carica, ma Prodi e Amato sono sempre dietro l’angolo in attesa.
Sono in corso le votazioni per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Il Premier Renzi ha ufficializzato che il candidato del PD è Sergio Mattarella, cinque volte ministro e giudice della Corte Costituzionale per nomina parlamentare dal 2011. Renzi ha definito Mattarella un difensore della legalità e della Costituzione. Mattarella avrebbe il sostegno dei 444 Grandi elettori dem (ai quali vanno aggiunti Valeria Fedeli e Laura Boldrini, presidenti di Senato e Camera che non votano), il placet dei 34 Grandi elettori Sel e quello dei 45 votanti dei gruppi Scelta Civica e Per l’Italia.
Se il nome di Mattarella ricompatta il PD, è invece scontro in Forza Italia, che si spacca: mentre ai parlamentari Fi sarebbe stata data indicazione di non partecipare al quarto scrutinio, sembra che l’ala più democristiana (35-40 parlamentari) sia più propensa a votarlo.
Il Movimento cinque stelle, dal canto suo, scegli come candidato Ferdinando Imposimato, il candidato scelto dalle Quirinarie in rete. Nessuno dei candidati ha ancora raggiunto il quorum e si attendono le prossime votazione per sapere se il PD dovrà presentare un nome alternativo a Mattarella.
Roberto Carlino, Presidente Immobildream ha dichiarato: “Mattarella è una persona di livello autorevole, prestigiosa e perfettamente idonea per la carica di Presidente della Repubblica Italiana. Ma ricordo a tutti e soprattutto a me stesso che "chi entra Papa in conclave esce cardinale sicuro"; del resto Prodi ed Amato sono sempre dietro l'angolo in attesa.
FONTE: Daily Focus | x |
Carlino non vessatorie: ironizza sulle dichiarazioni di Belen  Intervistato durante il programma radiofonico “La Zanzara”, il Presidente di Immobildream, Roberto Carlino, ironizza sulle parole di Belen Rodriguez. Del resto non si tratta di parole vessatorie. Ecco come il Presidente di Immobildream commenta le dichiarazioni della showgirl argentina “Non è importante che si parli bene o si parli male, l’importante è che se ne parli, del resto bisogna prenderle con filosofia”. Solo regole e clausole del mondo dello spettacolo, dunque.
Roberto Carlino, Presidente di Immobildream, è stato recentemente intervistato a “La Zanzara”. Sulle recenti dichiarazioni della showgirl argentina il Presidente di Immobildream ha ironizzato: “Non è importante che si parli bene o si parli male, l’importante è che se ne parli, del resto bisogna prenderle con filosofia”. Quelle di Belen, del resto, non sono parole vessatorie.
Tutt’altro che vessatorie sono anche le parole che Roberto Carlino riserva per il Premier Renzi: “Matteo Renzi è un politico molto preparato, e la capacità di rendere il suo partito coeso sul nome di Mattarella per l’elezione del Presidente della Repubblica ne è la dimostrazione. Alle primarie l’ho votato, pur essendo io un uomo dell’UDC. Era giusto dargli un’altra possibilità”.
Durante l’intervista il Presidente di Immobildream ha inoltre sostenuto la convenienza che si ha in questo momento storico nell’acquistare casa “Il mercato immobiliare sta ripartendo, oggi i prezzi sono ai minimi storici e i mutui non sono mai stati così bassi, quindi oggi più che mai conviene comprare casa”. Rivolgendosi al conduttore, Roberto Carlino ha poi affermato “Vorrei farle realizzare un sogno con l’acquisto di una casa, quindi una solida realtà”.
FONTE: DailyFocus | x |
Roberto Carlino Immobildream Mercato Immobiliare In Ripresa  Il 2014 è stato segnato da un aumento delle compravendite immobiliari. Secondo gli ultimi dati, infatti, nel terzo trimestre del 2014 le compravendite sono aumentate del 3,7%. Segnali positivi anche sul fronte mutui. Come previsto da Roberto Carlino, Presidente di Immobildream, il mercato immobiliare è in ripresa.
Dati incoraggianti per il mercato immobiliare secondo l’ultimo rapporto Istat. Nel terzo trimestre del 2014, infatti, le compravendite immobiliari sono aumentate del 3,7%. La ripresa del mercato immobiliare era sostenuta da tempo da Roberto Carlino, Presidente di Immobildream. Carlino infatti affermava che il mercato immobiliare si sarebbe ripreso e che già c’erano dati incoraggianti in questo senso.
La ripresa ha riguardato tutte le aree geografiche, con valori sopra la media al Centro (+5,2%), Nord-Est (+4,5%) e nelle Isole (+3,9%). A prescindere dall'area geografica, a fare da traino sono i grandi centri. A conferma di quanto previsto dal Presidente di Immobildream, gli archivi notarili con sede nelle città metropolitane sono infatti i principali beneficiari dei segnali positivi provenienti dal mercato delle compravendite immobiliari. Si segnalano, in particolare, gli aumenti di Milano (+6,8 per cento) e Roma (+11,8 per cento).
Segnali positivi anche per i mutui, le erogazioni sono infatti aumentate del 10%. Sul fronte mutui una notivà del 2014 è stata il Fondo di Garanzia per i mutui per la prima casa. Roberto Carlino, ci spiega di cosa si tratta: “E’ stato recentemente adottato il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che disciplina il Fondo di Garanzia “prima casa”, istituito dalla legge di Stabilità 2014 con una dotazione pari a 200 milioni di euro all’anno per tre anni (2014-2016), per la concessione della garanzia dello Stato sui mutui ipotecari, di importo non superiore a 250 mila euro, accesi per l’acquisto, la ristrutturazione e l’efficientamento energetico dell’abitazione principale. La garanzia del Fondo – continua il Presidente di Immobildream – è concessa nella misura del 50% della quota capitale, dando la precedenza a giovani coppie e precari under 35.”
FONTE: Daily Focus | x |
Immobildream non vessatorie le parole di Belen Rodriguez su Roberto Carlino  Roberto Carlino, Presidente di Immobildream, da 40 anni nel mercato immobiliare, è stato recentemente oggetto di dichiarazioni da parte di Belen Rodriguez. La showgirl comunque non ha mai usato parole offensive o vessatorie nei confronti del Presidente di Immobildream.
Ben due volte, nel giro di poche settimane, la showgirl argentina Belen Rodriguez ha citato Roberto Carlino, Fondatore e Presidente del Gruppo immobiliare Immobildream, da oltre 40 anni sul mercato immobiliare. In ambedue i casi comunque non si tratta di parole vessatorie. | x |
Immobildream, Roberto Carlino: “E’ sempre positivo che la gente parli di te”  Roberto Carlino, Immobildream, è stato intervistato qualche giorno fa da Novella 2000 a proposito delle recenti dichiarazioni di Belen Rodriguez. “Ormai basta essere conosciuti - e il mio nome non è neanche così noto - perché tutti parlino di te. Per quanto riguarda il post di Belen, è stata una cosa simpatica che prendo con il beneficio d’inventario e molta filosofia” ha commentato il Presidente di Immobildream.
Roberto Carlino e la moglie Daniela, da Novella 2000 del 20 febbraio 2015
Il settimanale Novella 2000 ha recentemente pubblicato un’intervista a Roberto Carlino, Presidente di Immobildream. Interrogato sulle recenti dichiarazioni di Belen Rodriguez, Roberto Carlino ha commentato: “Ormai basta essere conosciuti - e il mio nome non è neanche così noto - perché tutti parlino di te. Per quanto riguarda il post di Belen, è stata una cosa simpatica che prendo con il beneficio d’inventario e molta filosofia”. Il Presidente di Immobildream ha poi dichiarato “Sono un uomo sposato e amo mia moglie Daniela, per me è la donna più bella del mondo: siamo sposati da 25 anni e abbiamo una figlia 14enne, Allegra”.
Il settimanale ha raccontato la storia di Roberto Carlino. Nato a Roma da famiglia per nulla abbiente, a 16 anni Carlino entrò nel mercato immobiliare per caso: l’anziano titolare di una piccola agenzia gli propose una piccola cifra per staccare i cartelli di vendita e affitto case della sua zona e, tre giorni dopo, poiché occupato, lo mandò al posto suo all’appuntamento con un cliente che voleva vendere un seminterrato invenduto da due anni. Carlino fece il “miracolo” piazzando il locale. Tre anni dopo prendeva in affitto con sua madre uno scantinato e si metteva in proprio, fondando poi, qualche anno dopo, Immobildream.
FONTE: Daily Focus | x |
Roberto Carlino Immobildream: anche la Littizzetto cita Carlino.  Durante la trasmissione “Che tempo che fa”, nel consueto spazio dedicato all’approfondimento in chiave ironica dei fatti più curiosi della settimana, Luciana Littizzetto ha citato Roberto Carlino, Presidente di Immobildream.
Dopo Belen Rodriguez, anche Luciana Littizzetto cita Roberto Carlino, Presidente di Immobildream.
La Littizzetto ha citato il Presidente di Immobildream durante la trasmissione “Che tempo che fa”, nel consueto spazio dedicato all’approfondimento in chiave ironica dei fatti più curiosi della settimana. Parlando di politica, la Littizzetto ha detto: “Mattarella ha cominciato il suo lavoro a tempo pieno: ha parlato con Vendola, con Brunetta, si è anche un po’ offeso perché non è venuto Salvini e tra le tante cose, ha anche deciso di aprire il Quirinale tutti i giorni. Io non ho capito se è lui che apre personalmente il Quirinale come Roberto Carlino: non vendo sogni, ma solide realtà. Guarda che potremmo darglielo il Quirinale a Roberto Carlino, lo vendiamo oppure lo affittiamo per i matrimoni, non so, comunioni, o qualcosa del genere…”
Il Presidente di Immobildream era peraltro già stato citato anche dai comici Enrico Brigano e Max Giusti durante i loro spettacoli.
FONTE: Daily Focus | x |
Trasporti Franco Pecci: Arriva il volo addizionale sui Caraibi in casa Blue Panorama 
Destinazione Caraibi, Blue Panorama conferma i voli lungo raggio – collegati sia da Milano che da Roma – con voli per Cuba, Giamaica, Repubblica Dominicana e Messico. Quest’ultima, da aprile 2015, vedrà l’aggiunta del collegamento Milano Malpensa-Mérida. “Siamo molto soddisfatti dei risultati fin qui conseguiti dalla nostra programmazione di lungo raggio – aggiunge Pecci -, che ha confermato il tradizionale gradimento del mercato per la nostra compagnia, grazie agli oltre 1000 posti messi a disposizione sulle principali destinazioni caraibiche. A questi si aggiunge l’equivalente capacità offerta in collaborazione con i migliori tour operator italiani”.
Pecci Blue Panorama nuovo collegamento Milano-Merida_300
Arriva il volo addizionale sui Caraibi in casa Blue Panorama.
La decisione arriva in seguito al sold out per il periodo di Alta Stagione dell’inverno 2014/15 e programma un volo addizionale su Cuba. Franco Pecci – presidente e fondatore Blue Panorama Airlines
Franco Pecci – presidente e fondatore Blue Panorama Airlines
“La domanda leisure stagionale non si è ancora esaurita – commenta il presidente e fondatore della compagnia Franco Pecci –. Ottimi segnali che ci fanno ben sperare per il 2015”.
Bpa per la winter ha confermato i voli lungo raggio per i Caraibi – collegati sia da Milano che da Roma – con voli per Cuba, Giamaica, Repubblica Dominicana e Messico. Quest’ultima, da aprile 2015, vedrà l’aggiunta del collegamento Milano Malpensa-Mérida.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati fin qui conseguiti dalla nostra programmazione di lungo raggio – aggiunge Pecci -, che ha confermato il tradizionale gradimento del mercato per la nostra compagnia, grazie agli oltre 1000 posti messi a disposizione sulle principali destinazioni caraibiche. A questi si aggiunge l’equivalente capacità offerta in collaborazione con i migliori tour operator italiani”.
Fonte: TTG Italia | x |
Franco Pecci Aeroporto Genova Collegamenti Low Cost Per Tirana  Aeroporto di Genova, da fine ottobre sono partiti i nuovi collegamenti low cost per Tirana, operati da Blu-Express, la linea low cost di Blue Panorama Airlines. “Con il nuovo collegamento da Genova per Tirana – commenta Franco Pecci, presidente e fondatore di Blue Panorama Airlines – intendiamo servire la comunità albanese e gli italiani che hanno interessi in Albania”. Il nuovo volo è operativo 2 volte a settimana nelle giornate di mercoledì e domenica, con partenza da Tirana alle ore 12:15 ed arrivo a Genova alle ore 14:10 italiane.
Partiti da ottobre 2014 i collegamenti diretti low cost Genova-Tirana-Genova di Blu-Express, la low cost di Blue Panorama Airlines.
Il nuovo volo è operativo 2 volte a settimana nelle giornate di mercoledì e domenica, con partenza da Tirana alle ore 12:15 ed arrivo a Genova alle ore 14:10 italiane. I voli partono da Genova alle ore 14:45 per giungere nella capitale del Paese delle Aquile alle ore 16:30 locali. La tariffa minima a tratta è di € 43,50 tutto incluso.
L’espansione delle operazioni su Tirana, avviate in concomitanza al traguardo dei 15 anni di attività del vettore, confermano la leadership di Blu-Express sullo scalo della capitale albanese da dove vengono ora servite 9 città italiane: Milano/Malpensa, Milano/Bergamo, Venezia, Verona, Bologna, Ancona, Pisa, Roma Fiumicino ed appunto Genova.
“Con il nuovo collegamento da Genova per Tirana – commenta Franco Pecci, presidente e fondatore di Blue Panorama Airlines – intendiamo servire la comunità albanese e gli italiani che hanno interessi in Albania, presenti non solo a Genova o in Liguria, ma in tutta la catchment area dello scalo genovese, sia sulla costa del Mar Ligure da Nizza fino alla Toscana, sia all’interno verso le confinanti Piemonte ed Emilia-Romagna. I risultati conseguiti sulle rotte operate da 10 mesi e le vendite già realizzate sui nuovi voli per Genova rappresentano la miglior conferma della nostra capacità di rispondere alle necessità dei passeggeri e di collaborare efficacemente con agenzie di viaggio e Tour Operators”.
“L’apertura nel nuovo collegamento Genova-Tirana da parte di Blu-Express è certamente un’ottima notizia per il territorio ligure e per le aree limitrofe. – commenta Marco Arato, presidente dell’Aeroporto di Genova – Grazie alla scelta della compagnia aerea di investire sul nostro scalo verrà mantenuto un collegamento importante sia per le aziende liguri sia per i cittadini albanesi residenti in Italia, senza dimenticare la crescente vocazione turistica del Paese, che ha da sempre un forte legame con la nostra regione. Da parte del Cristoforo Colombo ci sarà il massimo impegno affinché il collegamento venga promosso sul nostro territorio e venga conosciuto dai potenziali utenti del servizio”.
Fonte: Genova 24 | x |

Franco Pecci, Blue Panorama, nuovo Boeing 767-300er per potenziare attività intercontinentale  Voli intercontinentali, Blue Panorama Airlines annuncia l’entrata in flotta del nuovo Boeing 767-300er, acquisito per potenziare l’attività oltreoceano. «Abbiamo optato per una configurazione all economy, con 258 posti disponibili, di cui 63 posti di Premium Economy e 195 posti di Classic Economy – ha commentato Franco Pecci, presidente e fondatore di Blue Panorama Airlines –. Nella nuova Classic Economy, inoltre, il pitch, ovvero lo spazio tra un sedile e l’altro, è di cm 81,28, rispetto ai 76,2 delle normali Class Economy».
Boeing 767-300er Blue Panorama Airlines annuncia l’entrata in flotta del nuovo Boeing 767-300er, acquisito per potenziare l’attività intercontinentale: assieme ai principali tour operator partner sono stati lanciati nuovi prodotti nell’area caraibica per la stagione invernale 2014/15. «Con 258 posti disponibili, per quest’aeromobile abbiamo optato per una configurazione all economy, di cui 63 posti di Premium Economy e 195 posti di Classic Economy – ha commentato Franco Pecci, presidente e fondatore di Blue Panorama Airlines –. In una normale classe economy il pitch, ovvero lo spazio tra un sedile e l’altro, è di cm 76,2. Nella Classic Economy del nostro nuovo aereo tale distanza è di cm 81,28, che salgono a cm 86,36 in Premium Economy. Rispetto agli altri Boeing 767-300er della nostra flotta, quest’ultimo offre in Premium Economy un giusto comfort ad un prezzo conveniente, mettendo a disposizione maggior spazio e sedili più accoglienti rispetto alla media, dotati di rivestimento in pelle ed imbottitura in materiali più morbidi».
Il vettore porta avanti il processo di rinnovamento dei propri aeromobili dedicati alle operazioni di lungo raggio iniziato con l’introduzione in flotta, avvenuta durante l’estate dello scorso anno, di 2 Boeing 767-300er con motori di nuova generazione. Questi nuovi aerei stanno operando nella loro versione definitiva già dallo scorso dicembre, con una cabina più confortevole e servizi di bordo ulteriormente migliorati rispetto al passato: interni totalmente rinnovati, sistemi IFE (In-flight Entertainment) di qualità e soprattutto nuove poltrone di Business Class “Lie Flat” in pelle, in grado di reclinarsi fino a 180°.
Fonte: Travel Quotidiano
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